Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
09-05-1954 - Giornata: 31 - Cagliari - Amsicora


Cagliari US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 77. Morgia O. [Ca]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Bussetti Luigi, Nicolazzini Antonio, Giraudo Ernesto, Garzena Bruno, Masperi Luigi, Bocchio Peppino, Mirabelli Walter, Lerici Roberto, Campagnoli Cesare, Tuberosa Franco All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
CAGLIARI US: Santarelli; Bersia, Simeoli; Villa Mario, Bertoli, Morgia; Mezzalira, Torriglia, Loranzi, Gennari, Frugali. All.: Soro Vincenzo.

Arbitro: Grandville Antonio (Roma)
Note
Rigore sbagliato al 72’ da Gennari [C]. Angoli: 7-3 (3-2). Spettatori: 10.000. Tempo buono, terreno ottimo. Inizio gara ore 16:00.

Commento
Si è trattato di un arrembaggio, di una continua pressione del Cagliari in area dell’Alessandria, pressione quasi sterile nel primo tempo, appena più positiva nella ripresa, ma ininterrotta. La partita non è stata un monologo del Cagliari: l’Alessandria ha contesto alla squadra rossoblù un successo che pareva dovesse sfumare col passare dei minuti e fosse legato alla fortuna, soltanto alla fortuna della squadra piemontese. A guardia dell’area dell’Alessandria erano schierati otto uomini: Nicolazzini in qualità di terzino libero, il mediodestro Mirabelli in qualità di mediocentro, il centromediano Garzena terzino sinistro, e poi i laterali, e spesso lo stesso centravanti Lerici. Neppure l’Alessandria tentava il contropiede, sicura com’era di riuscire a fermare l’attacco del Cagliari, svelto ma non irresistibile. I molti difensori dell’area piemontese calciavano la palla senza indirizzo, alla meglio, incuranti della destinazione di essa, evidentemente soddisfatti di allontanare in un qualunque modo ogni minaccia degli avversari. Nelle rare e malcondotte azioni di contropiede, gli azzurri non sono apparsi in condizioni di volgere a proprio vantaggio le sorti di una partita che la squadra locale dimostrava di non gradire, disabituata com’è a battersi contro difese precise e tenaci. Però l’affannosa ricerca del pareggio da parte dell’Alessandria va tenuto nel dovuto conto e ha in fondo caratterizzato per tre quarti la partita, dandole un volto di incertezza smorzatore di ogni entusiasmo ed ossessionante. Decine e decine di volte i terzini e i laterali piemontesi hanno stroncato con facilità le offensive rossoblù, e il lavoro degli ospiti è stato agevolato dall’impostazione complessiva data al gioco del Cagliari. Palloni alti in area, diretti ad attaccanti che hanno scarsa dimestichezza col giuoco di testa e che preferiscono i lanci nella zona libera e lo scatto fulmineo verso la rete. Difetto di impostazione che, tuttavia, non ha mai posto in dubbio i meriti del Cagliari, facile dominatore nelle retrovie, animato dall’eccellente prestazione di Villa, dai tentativi, talvolta imprudenti, di Gennari, dai rilanci, disuguali ma continui, di Torriglia. La prima linea, come reparto, tuttavia non ha soddisfatto: ed era naturale che ciò avvenisse per la tendenza degli attaccanti locali al giuoco spazioso, alle azioni basate sull’improvviso smarcamento e sul successivo tiro a rete. In un’area così affollata e tanto abilmente presidiata da giocatori che fanno affidamento sulla precisione nella respinta, sull’anticipo e sul pregevole tocco di testa, i Mezzalira, i Loranzi, i Frugali non hanno trovato appunto lo spazio e per questo sono stati fermati anche se pareva dovessero far breccia con facile manovra. Arrembaggi, tentativi del Cagliari e generosa quanto riuscita difesa dell’Alessandria. Una partita mediocre, che tuttavia alla fine è tornata utile alla contendente più preparata, anche se meno protetta dalla fortuna. Due volte, infatti, la palla è stata respinta dal palo. In altre occasioni, battuto il portiere, i difensori dell’Alessandria hanno respinto sulla linea fatale per puro miracolo. Che cosa si può dire di un confronto calcistico, nel corso del quale una squadra bada soltanto a difendersi e l’altra attacca mal districandosi nella moltitudine di gambe che nascondono il terreno dell’area di rigore? Nulla da raccontare che non sia eguale a quanto avviene in tutti i confronti assorbiti dal cosiddetto «mezzo sistema»: mischie, scontri involontari e qualche rigore, parate fortunose, pubblico in apprensione. Così va catalogata questa partita che assicura al Cagliari il secondo posto in classifica alla fine della quattordicesima giornata di ritorno. Le azioni da descrivere si contano sulla punta delle dita. Un corner per il Cagliari (decisione di Ravera su tiro di Villa) all’11’; uno per l’Alessandria (eccessiva precauzione di Bersia) al 13’. Al 32’ un tiro di Loranzi parato in due tempi dal portiere alessandrino e mezzo minuto dopo un provvidenziale salvataggio di Garzena sul limite dell’area. Al 36’ intervento di pugno di Ravera su calcio d’angolo di Gennari e poi un tiro sbagliato da Torriglia. Più nulla nel primo tempo, se non mischie e scontri nell’area dell’Alessandria coperta di uomini. Uguale la fisionomia della partita nella ripresa. I piemontesi comprendevano che scoprirsi avrebbe significato perdere con un umiliante scarto di gol e perciò si sono difesi ancora con encomiabile vigore. Al 27’ fallo di mano di Mirabelli e rigore per il Cagliari: calciava Gennari, la palla si stampava sul palo sulla destra di Ravera, tornava in campo, ma Nicolazzini riusciva a deviarla in angolo. La pressione del Cagliari si faceva più marcata. Al 32’ la rete della vittoria: l’azione partiva da Torriglia, si sviluppava con Frugali, Mezzalira e Villa in diagonale, al limite dell’area dell’Alessandria. Villa tirava a rete e Morgia, di testa, correggeva la traiettoria della sfera, mandandola ad insaccarsi nel fondo della casa dei piemontesi. I quali cercavano la tardiva ed inutile reazione, perché i rossoblù, una volta trovatisi di fronte al normale schieramento degli avversari, potevano imporre la propria superiorità. Arrembaggio, scontri, un rigore mancato, un’utilissima vittoria per il Cagliari ed un arbitraggio encomiabile sotto tutti i punti di vista. (Umberto Selis, «Corriere dello Sport», 10 maggio 1954) Faticata quanto volete la vittoria del Cagliari sull’Alessandria, ma una vittoria che verrà, con tutta probabilità, anche per il concorso di altri risultati favorevoli, la promozione in Serie A. Faticata vittoria; ma giusto premio all’insistenza dell’attacco della squadra cagliaritana, che si è installata, tranne pochi momenti in cui ha permesso a quella ospite di portare qualche azione offensiva (di scarsa pericolosità, però), nella metà campo avversa. L’Alessandria ha rinunciato a ogni possibilità di successo totale, affollando in area otto o nove giocatori, impegnati a distruggere le incessanti azioni condotte dal Cagliari. Il gioco è riuscito per 77 minuti, fino a quando Morgia, appostato sotto porta, ha potuto raccogliere di testa un passaggio lungo di Villa e battere così Ravera. Sino a quel momento si era temuto che i rossoblù non potessero risolvere a proprio vantaggio la partita, anche perché, cinque minuti prima del gol di Morgia, c’era stato un calcio di rigore che Gennari vedeva respinto dal palo destro della porta alessandrina. Già dalle prime battute i grigi hanno retrocesso il centrattacco Lerici come centromediano metodista e Mirabelli a far da «spazzatutto». Il Cagliari si è portato subito in avanti, ma il suo dialogo con la difesa avversaria è stato visibilmente difficile. All’11’ calcio d’angolo a favore dei rossoblù. Dalla bandierina tira al solito Gennari. La palla sta per entrare immediatamente in rete di un solo balzo, quando Torriglia la rimette fuori di testa. Alla mezz’ora la migliore azione degli alessandrini, ad opera di Campagnoli, Bocchio e Lerici, con palla che si perde però banalmente oltre il fondo. Poi riprende incontrastata l’offensiva dei cagliaritani. All’inizio del secondo tempo il Cagliari presenta qualche variante nella formazione. Bersia giocherà per una decina di minuti da ala destra. Torriglia retrocede a mediano e Villa compare nel ruolo di terzino; anche tra gli avanti avvengono alcuni scambi. Il gioco del Cagliari si fa più pressante e sembra che la rete dei grigi debba capitolare da un momento all’altro. Invece i difensori alessandrini, e soprattutto Ravera, si distinguono nel lavoro di interruzione e di rottura. La partita si trascina sempre senza emozioni fino al 27’: l’arbitro concede un rigore che Gennari sciupa calciando sul montante. Ma dopo cinque minuti, finalmente, il sospirato gol di Morgia. Buoni tutti gli isolani, ma su tutti si sono levati Villa, Bartoli, Mezzalira e Bersia. Dei grigi, oltre al citato Ravera, buona impressione hanno destato i due terzini e il centro Garzena. Soddisfacente l’arbitraggio. (Antonio Cardia, «La Gazzetta dello Sport», 10 maggio 1954) CEDE NEL FINALE A CAGLIARI LA DIFESA DELL'ALESSANDRIA: 1-0 L’Alessandria ha perduto per una sola rete di scarto una partita che tino al 32’ della ripresa era riuscita a mantenere in parità. Infatti la squadra piemontese ha giocato con il «catenaccio», con Nicolazzini terzino libero. L’attacco del Cagliari si è trovato a disagio di fronte all’ermetica, abile e generosa difesa della squadra piemontese e soltanto per fortuna è passato negli ultimi minuti quando i giocatori in maglia grigia hanno accusato lo sforzo. Non si possono dare giudizi di natura tecnica quando una partita si svolge nelle condizioni e nell’atmosfera che hanno contrassegnato quella di ieri e che ha segnato la conquista del secondo posto in classifica da parte del Cagliari. L’Alessandria ha elevato un fortino nella propria area di rigore; il Cagliari ha tentato di abbatterlo ma con armi inadeguate e con manovre infruttuose. Alla fine la maggior classe dell’undici sardo è riuscita a prevalere sulla generosa condotta della squadra alessandrina. La rete della vittoria cagliaritana è stata realizzata da Morgia al 32’ della ripresa. L’azione, impostata da Torriglia, era poi continuata con Frugali e Mezzalira e conclusa da un tiro di Villa che Morgia, di testa, correggeva di quel tanto necessario per sorprendere il portiere Ravera. Soltanto alla fine della partita l’Alessandria ha abbozzato qualche azione di attacco ritornando allo schieramento normale, ma il Cagliari, galvanizzato dal successo, non si è lasciato sorprendere. («Stampa Sera», 10 maggio 1954) ALESSANDRIA-LANEROSSI Partita decisiva per i grigi A Cagliari la squadra grigia, praticando una tattica strettamente difensiva, ha tenuto in scacco gli ospitanti fino a pochi minuti dal termine, di modo che la vittoria sarda è servita da trampolino di lancio alla squadra di Frugali, che si è aperta la via per la Serie A, costringendo l’Alessandria a guardarsi alle calcagna, dove le maggiori pericolanti incalzano minacciose. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 maggio 1954) RISULTATI: Catania - Pavia 0-0 Fanfulla - Salernitana 0-0 Lanerossi Vicenza - Como 1-1 Marzotto - Verona 1-0 Messina - Padova 0-1 Modena - Piombino 0-1 Pro Patria - Monza 0-1 Treviso - Brescia 1-0 CLASSIFICA: Catania 41; Cagliari 38; Como, Pro Patria 36; Marzotto, Verona 35; Lanerossi Vicenza 34; Monza 33; Salernitana 30; Brescia 29; Messina, Modena 28; Alessandria, Treviso 26; Padova, Pavia, Piombino 25; Fanfulla (-5) 23. MARCATORI: 14 reti: Manenti (Catania), 12 reti: Rosa (Pavia), 11 reti: Bassetti (Catania), Hofling, Mannucci (Pro Patria), 10 reti: Genero (Fanfulla). Il punto sul campionato A tre giornate dalla fine il torneo cadetto era sempre in bilico. Il Catania, battendo il Pavia, avrebbe potuto conquistare la certezza della promozione ma si è fatto fermare dai ticinesi, alla disperata ricerca di punti. In compenso la Pro Patria aveva perso in casa con il tranquillo Monza compromettendo forse le chances di promozione, visto che il Cagliari aveva vinto con l’Alessandria. Anche il Como non aveva approfittato della casa facendosi imporre l’1-1 a Vicenza. In coda tutto era possibile: sei squadre in tre punti avevano lasciato aperta ogni possibilità.