Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
02-05-1954 - Giornata: 30 - Piombino - La Magona d’Italia


Piombino US - Alessandria US 2 - 0 (0 - 0)
RETI: 63. Valli V. [Pi] , 82. Pellis A. [Pi]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Garzena Bruno, Nicolazzini Antonio, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bey Carlo, Mirabelli Walter, Lerici Roberto, Campagnoli Cesare, Tuberosa Franco All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PIOMBINO US: Carlotti; Gelli, Morisco; Lorenzelli, Meucci, Falchi; Basile, Valcareggi (I) Ferruccio, Ieri, Pellis, Valli. All.: Valcareggi (I) Ferruccio.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Ammonito: Gelli [P]. Angoli: 16-3. Spettatori: 1.500. Tempo buono, terreno ottimo. Inizio gara ore 16:00.

Commento
Grazie ad una volontà ferrea, ad un entusiasmo encomiabilissimo, il Piombino è riuscito a sfondare lo sbarramento difensivo dei grigi, che fino dal fischio d’inizio avevano assunto uno schieramento palesemente di copertura (Mirabelli a guardia di Ieri e Bagliani uomo «spazzatutto». La partita in tal modo solo raramente ha mostrato pregi tecnici, perché l’irruenza, il puntare dritto allo scopo, non hanno permesso di cesellare le azioni, di dosare i passaggi con precisione. Nel primo tempo, Ravera in extremis ha deviato un tiro di Valli dalla bandierina e Garzena, sulla linea di porta, ha salvato la propria rete da un rabbioso tentativo di Pellis. Solita musica nella ripresa e difficili salvataggi di Ravera al 5’, al 12’ e al 14’. Poi, al 17’, il primo gol, nato da un tiro di Falchi, ripreso da Valli appostato a pochi metri dal portiere. Al 37’, seconda rete. Lorenzelli porge a Valli che punta a rete, senonché, appena fuori area, Bagliani lo ferma in modo scorretto. Punizione: Valcareggi tocca lateralmente a Valli che, fatti alcuni passi, serve Pellis, lasciato smarcato a pochi metri dal portiere. Pronto tiro dell’interno nerazzurro, che non perdona. L’Alessandria cerca con insistenza fino alla fine di segnare il gol della bandiera, ma riesce solo a colpire la traversa con Mirabelli, al 44’. (Arnaldo Caffieri, «La Gazzetta dello Sport», 3 maggio 1954) Gli avvenimenti più sospirati si apprezzano meglio. Così i tifosi piombinesi dovettero provare gusto doppio al goal di Valli. Tanto lo avevano atteso, un minuto solo… e lo sbattio prolungato delle poltroncine, più rumoroso del dirompente applauso, fece da contatore alla frenetica allegria. Un’ora e passa, tutto il primo tempo, nonché un quarto abbondante della ripresa erano trascorsi senza che i nerazzurri riuscissero a cavare il ragno dal buco. Eppure, mica si erano messi a dormire sugli allori della cinquina inflitta alla Salernitana, Valcareggi e soci. Noddavvero. Avevano cominciato come se i polmoni li avessero presi a nolo, senza curarsi di spremerli, non tenendo conto del sudore, pigiando sotto alla disperata, quasi dovessero prendere Roma d’assalto, tutti, con Lorenzelli, «guerriglieri» decisi a spuntarla ad ogni costo. Purtroppo, però, anche dall’altra parte nessuno tirava a mollare. Alla ricerca del punto della sicurezza, l’Alessandria sperava di raggiungere il proprio scopo con il minimo mezzo, quello della difesa ad oltranza. E, per l’occasione, Neri, invece di ricorrere al «catenaccio», era andato a riesumare il cadavere del mezzosistema, affidando a Mirabelli il compito di controllare Ieri e tenendo Bagliani dietro alla barriera, in veste di terzino libero. Il mezzosistema ha un inconveniente: va bene fino a quando la ciambella di non prenderle riesce con il buco; ma se entra un goal, diventa dannoso. Di questo ce ne rendemmo conto… a conti fatti, è vero; peraltro Neri doveva prevedere che il mediano Mirabelli sarebbe stato un fallimento, se l’ora di rimandarlo mezz’ala [4 righe illeggibili] già avvenuti, eh. Facendo un passo indietro, rientriamo viceversa nel regno dei patemi d’animo degli incubi, delle sofferenze. Dei piombinesi, s’intende, ché i grigi, più il tempo passava, più si sentivano sul cavallo d’Orlando. Che importava se gli angoli si moltiplicavano con sorprendente prolificità? L’importante era resistere e i nerazzurri non la sfangavano. Quarantacinque intieri minuti di assalti, da principio contro una retroguardia che al proprio attacco richiedeva solamente il sacrificio di un uomo, poi ad una squadra costretta ai paletti al completo. Due, tre, quattro volte al massimo, i grigi fecero una capatina fuori della loro metà campo; mai, tuttavia, in virtù di veri capovolgimenti di fronte a carattere di «alleggerimento», ma semplicemente grazie a qualche respinta più energica di un difensore. Per il resto, sospinti alla perfezione dalla mediana e dai terzini, gli avanti locali rimasero sempre in agguato dentro l’area di rigore alessandrina. Ma le streghe sembravano alleate con gli ospiti, quando ballavano davanti agli occhi di Valcareggi, di Ieri e di Pellis per far fare «cilecca» al nerazzurro in posizione buona per il tiro. Solamente Valli si manteneva calmo pur impegnandosi con ammirevole ostinazione. D’altronde, come imprecare contro gli atleti che mancavano il colpo decisivo? Quello non era più un incontro di calcio, ma una gara di velocità a chi giungeva primo sulla palla, ed era logico che il vantaggio fosse dalla parte di chi doveva solamente picchiare pedate a casaccio, e non di chi aveva da preoccuparsi anche di mirare entro l’angusto spazio della porta. Del resto, un paio di occasioni sarebbero bastate per scoraggiare il più irriducibile degli ottimisti: quando la mano di Ravera spuntò quasi per caso a respingere un colpo di testa di Ieri, o quando difensori, improvvisati portiere, ricacciarono la palla dalla linea bianca. Quanto sopra tanto per portare alcuni esempi; in pratica, malgrado che la prima linea del Piombino non brillasse per irresistibilità – ma come avrebbe potuto esserlo, in mezzo a quel pigia pigia? –, ad ogni piè sospinto l’Alessandria correva il rischio di crollare. Ma non crollava… Ci mancava sempre soltanto una briciola; però, a suo di briciole, si arriva al pane: questa era la paura dei suoi tifosi. Come dovessero sentirsi gli atleti, è inutile dirlo; l’acqua saliva alla gola dei giocatori e del pubblico; una trentina scarsa di minuti ancora, il fischio di chiusura e buona notte a tutte le speranze di salvezza. Ma, alla buon’ora, tanto tonò che piovve: e, d’un tratto, l’incantesimo venne rotto. C’era stato (17’) il quattordicesimo calcio d’angolo e pareva destinato a finire nel nulla come i precedenti. Invece, Falchi ributtò nella mischia la palla allontanata da Nicolazzini, Valli picchiò con quanta forza gli restava in corpo; e ci voleva proprio un tiro di prepotenza perché manca poco Ravera acciuffava anche quello. Come era da prevedere, l’Alessandria buttò all’aria cappotto e giacchetta e, così scoperta, palesò tutta la sua inconsistenza. Al contrario, privo di preoccupazioni per il risultato e libero di muoversi in più ampio spazio, il Piombino dette la riprova di quanto legittimo fosse il successo raggiunto. Al 27’, una geniale manovra Basile-Valli-Pellis sfociò in uno spettacolare tiro in porta che dette modo a Ravera di farsi applaudire per la fantastica parata; e, al 37’, Valli, scattato tempestivamente su punizione di Valcareggi, superava di slancio la difesa, quindi scodellava a Pellis la palla del secondo goal. Solamente negli ultimi minuti gli ospiti ebbero dei bagliori di pericolosità; e magari si sarebbero meritati la rete della bandiera, che il palo negò recisamente. Però si stava aspettando il segnale di chiusura e i nerazzurri, ormai, non li prendevano più sul serio. Descritta per sommi capi, la partita non necessita di ulteriori commenti: il vecchio slogan «monologo dei padroni di casa» è sufficiente come conclusione. Il Piombino è in netto crescendo, la fiducia è tornata, di questo passo la permanenza in B sarà sicura. Il momento è peraltro ancora critico; gli avversari diretti sparano bene le loro cartucce. Cercare il pelo sull’uovo sarebbe quindi controproducente, oltre che di cattivo gusto dopo una prova nella quale la generosità fu il comune divisore. Citeremo i migliori, dunque, e tanto basti: Valli per l’attacco, Meucci e Lorenzelli per la mediana, Gelli per la difesa. Modesto l’arbitro. Vogliamo dire nel nome. In realtà non è vero che chi si arrangi: dirige bene. (Renzo Antoni, «Il Tirreno», 3 maggio 1954) L'ALESSANDRIA A PIOMBINO CEDE NELLA RIPRESA: 0-2 Solo al 17’ della ripresa la veemente offensiva del Piombino riusciva a scardinare il dispositivo di sicurezza adottato dagli alessandrini, aprendo così la strada al successo. Su corner la palla finiva nella mischia, dove Falchi, appostato, smistava a Valli, che segnava da pochi passi. Per gli ospiti era il crollo delle mal riposte speranze; sulle ali dell’entusiasmo i locali neutralizzarono infatti con sufficiente facilità la inevitabile reazione dei grigi e passarono nuovamente all’offensiva. Al 37’, dopo un magnifico scambio operato con Valli, Pellis consolidava il risultato battendo imparabilmente Ravera. I grigi profittavano del conseguente rilassamento verificatosi nelle file locali per farsi sotto, ma potevano colpire solo la traversa al 44’ con Mirabelli lanciato da Lerici. Dell’Alessandria si sono distinti Bagliani, Nicolazzini, Ravera e Lerici. («Stampa Sera», 3 maggio 1954) Al fischio di inizio Mirabelli arretrava su Ieri e Bagliani assumeva la funzione di terzino volante. Gli ospiti assumevano uno schieramento normale dopo il primo gol del Piombino. Nella ripresa Lorenzelli veniva portato su Bagliani (tornerà al suo posto dopo un gol di Valli) e al 15’ Ieri e Valli invertivano i ruoli. Lieve incidente di gioco a Ravera, gettatosi sui piedi di Valli. Al 20’ della ripresa l’arbitro ammoniva Gelli per entrata rude. («Corriere dello Sport», 3 maggio 1954) Sono partiti ieri i «grigi» per Cagliari Bagliani e Bey sono rimasti in Alessandria A Piombino i grigi hanno ceduto nella ripresa e la tattica difensiva, impostata in seguito alle cinque reti che il Piombino aveva segnato alla Salernitana, non è valsa ad evitare la sconfitta. Nota confortante: la bella partita giocata da Ravera. […] A Piombino l’ottimo Ravera non ha potuto far di più di quanto di eccezionale aveva già fatto. La pressione toscana è stata eccezionale; i bianconeri [sic] hanno imbroccato la migliore loro partita. Tardi e contro i grigi! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 8 maggio 1954) RISULTATI: Brescia-Monza 1-1 (giocata il 1º maggio 1954) Como-Modena 2-0 Fanfulla-Pro Patria 2-0 Marzotto-Cagliari 1-1 Messina-Pavia 1-0 Padova-Treviso 2-0 Salernitana-Lanerossi Vicenza 2-1 Verona-Catania 1-0 CLASSIFICA: Catania 40; Cagliari, Pro Patria 36; Como, Verona 35; Lanerossi Vicenza, Marzotto 33; Monza 31; Brescia, Salernitana 29; Messina, Modena 28; Alessandria 26; Pavia, Treviso 24; Padova, Piombino 23; Fanfulla (-5) 22 MARCATORI 14 gol: Manenti (Catania) 12 gol: Rosa (Pavia) 11 gol: Bassetti (Catania), Hofling (Pro Patria), Mannucci (Pro Patria) 10 gol: Genero (Fanfulla) 9 gol: Carta (Fanfulla), Ghiandi (Como), Lerici (Alessandria) 8 gol: Campagnoli (Alessandria), Deprati (Marzotto), Fabris (L.R. Vicenza), Lonardi (Verona), Maselli (Messina), Massagrande (Salernitana), Pison (Padova), Pratesi (Pro Patria), Zecca (Verona) Il punto sul campionato Il Catania era stato sconfitto sul campo del Verona con il gol di Zian ma le dirette inseguitrici non erano state in grado di approfittarne. La Pro Patria era stata battuta in casa del Fanfulla, ultima in classifica, andata in gol con Carta e Genero e il Cagliari che aveva pareggiato sul campo del Marzotto. Si era avvicinato al secondo posto il Como che aveva vinto contro il Modena con la decisiva doppietta di Ghiandi. La Salernitana aveva conquistato preziosi punti battendo il Vicenza. Lo scontro salvezza dell’Euganeo aveva visto il Padova terzultimo, battere il Treviso.