Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 2008/2009
Lega Pro 2ª Div.
21-06-2009 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta
Playoff Finale


Alessandria US 1912 - Como Calcio 0 - 2 (0 - 0)
RETI: 87. Kalambay [Co] , 91. Fofana [Co]

Alessandria US 1912 Servili Andrea, D'Aniello Pasquale [83. Zappella Giuseppe], Cozza Fabio, Cammaroto Vincenzo, Schettino Alberto, Buelli Daniele, Mateos Aparicio Marcelo, Briano Mauro, Buglio Angelo [50. Ciancio Simone], Pelatti Matteo [58. Rosso Daniele], Artico Fabio A disp.:(P) Cicutti Alessandro, Damonte Loris, Longhi Matteo, Rodriguez Samon Reider All.: Foschi Luciano

Formazione avversaria
COMO CALCIO: Malatesta, Maggioni, Brioschi, Brevi Oscar, Franco, Balleri [46. Minetti], Salvi, Goretti, Kalambay [88. Adobati], Guazzo [66. Fofana], Facchetti. A disp: Tornaghi, Rudi, Taormina, Sehic. All. Di Chiara Stefano

Arbitro: Giancola Martino (Vasto) [Raimondi, Evangelista; Carbone]
Note
Espulsi: 4. Cozza [A], 75. Ciancio [A], 75. Foschi [A - All], Di Chiara [C - All], 83. Goretti [C]. Ammoniti: Balleri [C], Schettino [A], Pelatti[A], Malatesta [C], Salvi [C]. Angoli: 3-1 Recuperi: 2.+ 2. Spettatori: 5.000, incasso € 60.000 Giornata di sole, terreno buono Inizio gara ore 16.00 PROMOSSA: Como

Commento
PROMOSSO IL COMO. MA I GRIGI SPERANO Gara in salita in dieci dopo 4’. Alessandria migliore, cede solo nel finale È finita. Non come avremmo voluto, non con Alessandria invasa dai tifosi in festa per il doppio salto di categoria. Festeggiano altri, quelli di Como, che in C1 vanno direttamente. Perché hanno vinto anche gara2 della finale, un 2-0 maturato dal 42’ al 47’ della ripresa, in 9 (i grigi) contro 10 (i biancoblù), ma sulla partita pesa il rosso a Cozza, dopo solo 4’, che obbliga l’Alessandria a ripensare tutta la strategia, a rinunciare a qualcosa. Giocando comunque meglio di chi, a quel punto, si è preoccupato solo di far girare palla e non lo ha fatto neppure bene. Superiori, i grigi, soprattutto nel primo tempo, e almeno fino a metà della ripresa: non basta, il punteggio è severissimo, le lacrime sono la sintesi dello stato d’animo di chi, per l’ennesima volta, è stato derubato di qualcosa che avrebbe meritato. Una partita segnata «Mi raccomando, non caricate di colpe Fabio Cozza: ha sbagliato, ma nei suoi confronti l’arbitro è stato troppo severo», la raccomandazione di Gianni Bianchi. E Luciano Foschi insiste, «si può condannare l’episodio, pensare che ci può avere condizionato, ma la partita l’abbiamo fatta sempre noi, per 85’ e non è certo per un cartellino rosso che non andiamo in C1». Vero, c’è una somma di fattore, ai quali si aggiungono le decisioni arbitrali. Che, però, pesano: perché da un giocatore maturo e, solo un anno fa, promosso in B, è lecito attendersi più controllo anche se c’è provocazione. L’Alessandria deve rivedere, in parte, l’atteggiamento aggressivo che si era scelta e sul quale aveva lavorato per una settimana intera. Perché vincere non è facile mai, ma farlo con un uomo in meno lo è ancora di più. La sensazione, però, che la promozione sia stata compromessa a Como e che, però, a parità di uomini sui 90’, i grigi avrebbero vinto e sarebbero saliti in C1. Anche perché sono stati superiori anche con un uomo in meno e pure in 9 contro 11 sono ancora andati vicini al gol. Il futuro è un ripescaggio possibile, quasi certo, ma anche l’addio imminente di Stefano Braghin, un ruolo chiave da coprire bene, molti giocatori da tenere e una città di nuovo appassionata, che è un patrimonio da difendere. (Il Piccolo - Mimma Caligaris) Com'è quel proverbio? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. E allora, mentre il Como fa festa sul prato del Moccagatta per il ritorno in Prima divisione dopo cinque anni di assenza, grazie al doppio successo sull' Alessandria, i grigi di Foschi usciti in lacrime dovrebbero sapere che il loro è stato un autentico suicidio. La chiave Roba da Far West, questa finale-bis. Perché la tensione è una cosa, ma cinque espulsi e sei ammoniti danno l' esatta dimensione di quello che non è stata la partita. Troppo tesi i padroni di casa (costretti a rimontare l' 1-2 dell' andata), in dieci dopo quattro minuti per la folle espulsione di Cozza (reo di avere colpito Guazzo al volto). Di lì in poi, l' Alessandria ha provato (invano) a dare l' assedio alla porta di Malatesta. Tanto che, prima dell' uno-due finale per il Como con Kalambay e Fofana, le uniche vere occasioni erano state le traverse di Guazzo e Goretti. Il fattaccio L' arbitro Giancola, a fine gara nel mirino dei tifosi di casa, ha avuto un peso rilevante nella gestione della gara alla mezz' ora della ripresa: quando, su un pallone in fallo laterale davanti alla panchina ospite, Ciancio lo ha sradicato dai piedi del tecnico Di Chiara. Rissa generale, reazione dello stesso allenatore del Como, sul quale si è scagliato (in maniera altrettanto censurabile) Foschi. Morale: tutti e tre espulsi, prima che in castigo finisse pure Goretti. La polemica. L' allenatore dell' Alessandria, pur censurando Cozza («in una gara simile, certe cose non si fanno»), ha spostato il tiro sugli avversari: «Me ne frego dell' area tecnica. Nessuno si deve permettere di toccare un mio giocatore. Purtroppo quel signore (Di Chiara, ndr) è un mio collega». Daspo in arrivo Per alcuni tifosi dell' Alessandria potrebbe non essere finita qui. Una funzionaria di polizia in borghese, alle 14.50, ha ripreso dalla tribuna l' ingresso in curva di una quarantina di sostenitori dei grigi entrati scavalcando la recinzione. Se identificati, per loro scatterà il Daspo. (Gazzetta dello Sport). Svanisce al Moccagatta il sogno di C1 dell'Alessandria, battuta 2-0 in casa dal Como in una partita sulla quale pesa come un macigno l'espulsione dopo tre minuti del centrale Cozza. I grigi ci mettono il cuore ma non basta contro l'esperto Como che fa suoi tutti e due i match dei playoff e saluta la categoria dopo un solo anno di permanenza.Subito una novità nello schieramento dei locali, con Pelatti titolare dal primo minuto al posto di Rosso mentre nel Como, oltre al rientro di Franco e Maggioni c'è la conferma di Kalambay al posto di Adobati. Comincia in salita come mai si potrebbe immaginare la partita dei grigi: dopo tre minuti Cozza è espulso per fallo di reazione. Foschi ordina quindi una difesa a tre con Briano schierato davanti alla linea di retroguardia. Nonostante l'inferiorità numerica la prima occasione è per l'Alessandria con Pelatti che calcia alto da favorevole posizione (10'). I primi 20’ sono di marca grigia con alcune mischie pericolose nell'area comasca: gli ospiti però sono marpioni, puntano a fare una gara di contenimento cercando di sprecare il minor numero di energie, forti di un doppio vantaggio, quello della vittoria all'andata e della superiorità numerica. La prima vera azione pericolosa del Como è frutto di una palla persa a centrocampo dai grigi: Facchetti si invola sulla destra, la difesa di casa non lo contrasta ma il tiro del numero dieci comasco è da dimenticare (34'). Al 41' gli ospiti vanno in gol con Facchetti, ma l'arbitro fischia un fallo ai danni di Servili e la conseguente punizione per la retroguardia grigia. Dopo due minuti di recupero e la doppia ammonizione di Schettino e Pelatti il direttore di gara manda le squadre negli spogliatoi.Al rientro in campo il Como osa subito: fuori lo stanco Balleri e dentro un giocatore più offensivo, l'ex della Novese Minetti. Dopo due minuti Servili sugli scudi: botta da fuori area di Goretti e il numero uno salva la sua porta deviando sulla traversa, poi la difesa libera. Foschi toglie Buglio per Ciancio che va a fare il terzo di difesa con Schettino spostato in avanti per garantire più spinta sulla fascia sinistra. Ancora Servili decisivo in uscita: all'8' lancio di Franco, sponda di Guazzo e il portiere alessandrino esce a valanga sui piedi di Brioschi. Foschi prova dare più peso all'attacco togliendo lo spento Pelatti ed inserendo uno dei tanti ex della partita, Daniele Rosso. A ridosso del quarto d'ora Como pericoloso con Guazzo dopo una bella combinazione Facchetti-Salvi: i grigi rispondono con una conclusione di Ciancio deviata in angolo. Gli animi si scaldano, nasce un parapiglia sotto la panchina del Como e l'arbitro espelle i due allenatori e Ciancio, quindi per i grigi si fa durissima in nove contro undici. A 7’ dalla fine cartellino rosso anche a Goretti per un fallo su Briano, poi entra Zappella, che va a fare la torre a centro area avversaria.Al 42' svanisce il sogno dei grigi: Maggioni parte in contropiede sfruttando una superiorità numerica, palla a Kalambay che segna da pochi passi. Al 46' arriva anche il raddoppio di Fofana, ma non conta più nulla: il pubblico grigio è amareggiato, eppure al fischio finale, tributa un giusto applauso ai propri eroi. (La Stampa) C’è modo e modo di perdere le partite e i tram che portano alla promozione: con lo 0-2 i grigi scelgono forse quello peggiore, regalando con perfetto autolesionismo la serie C1 a un Como di marpioni, apparso al Moccagatta inferiore non solo all’Alessandria, ma anche a quell’Olbia che in semifinale aveva messo alle corde Artico e compagni. Ma il 21 giugno, con quasi 30 gradi e al termine di una stagione logorante, concedere per 86 minuti l’uomo in più all’avversaria è davvero troppo. Foschi a fine gara invita a non gettare la croce addosso a Cozza, espulso dopo soli quattro giri d’orologio per una manata a Guazzo. Certo è che da un giocatore esperto come l’ex del Cittadella sarebbe lecito aspettarsi maggiore astuzia in campo. Le «stecche» si devono dare sì, ma con furbizia. Proprio Cozza aveva intimidito Giglio quindici giorni prima con un fallo duro, ma di gioco, e l’attaccante dell’Olbia era quasi sparito dal rettangolo verde mentre il difensore centrale dei grigi si era esaltato. Col Como, è Briano dopo pochi istanti a colpire Balleri senza neppure essere sanzionato: in molti pensano che l’esterno dei lombardi, innervosito e contrariato dal mancato fischio, possa compiere qualche «vendetta» agevolando l’Alessandria, invece l’immediato «rosso» a Cozza cambia equilibri e strategie.Si capisce che il match sarà una salita senza fine per i padroni di casa perché gli avversari gestiscono bene il possesso palla, fanno spompare i generosi grigi e con la consumata abilità di mestieranti del calibro di Brevi, Brioschi e Goretti portano l’incontro sui ritmi a loro congeniali e consentono a Malatesta di non sporcarsi mai i guanti.Il sogno si spezza dunque in prossimità del traguardo: l’Alessandria merita e ottiene gli applausi del pubblico, ma a far festa sono gli altri e i mandrogni possono solo sperare in un premio «a tavolino» che arriverebbe a metà luglio, in caso di mancata iscrizione alla C1 di uno o più dei club in difficoltà economiche. Adesso, però, si apre un periodo importante: smaltita la delusione, bisognerà impostare subito il futuro, capendo se qualcuno affiancherà Bianchi (si parla di un gruppo lombardo non meglio identificato) e se il dg Braghin resterà. Poi ci sarà la campagna acquisti, col dilemma atroce della categoria in cui si giocherà a settembre. Peccato, il finale l’avevamo immaginato diversamente. (La Stampa) Com' è quel proverbio? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. E allora, mentre il Como fa festa sul prato del Moccagatta per il ritorno in Prima divisione dopo cinque anni di assenza, grazie al doppio successo sull' Alessandria, i grigi di Foschi usciti in lacrime dovrebbero sapere che il loro è stato un autentico suicidio. La chiave Roba da Far West, questa finale-bis. Perché la tensione è una cosa, ma cinque espulsi e sei ammoniti danno l' esatta dimensione di quello che non è stata la partita. Troppo tesi i padroni di casa (costretti a rimontare l' 1-2 dell' andata), in dieci dopo quattro minuti per la folle espulsione di Cozza (reo di avere colpito Guazzo al volto). Di lì in poi, l' Alessandria ha provato (invano) a dare l' assedio alla porta di Malatesta. Tanto che, prima dell' uno-due finale per il Como con Kalambay e Fofana, le uniche vere occasioni erano state le traverse di Guazzo e Goretti. Il fattaccio L' arbitro Giancola, a fine gara nel mirino dei tifosi di casa, ha avuto un peso rilevante nella gestione della gara alla mezz' ora della ripresa: quando, su un pallone in fallo laterale davanti alla panchina ospite, Ciancio lo ha sradicato dai piedi del tecnico Di Chiara. Rissa generale, reazione dello stesso allenatore del Como, sul quale si è scagliato (in maniera altrettanto censurabile) Foschi. Morale: tutti e tre espulsi, prima che in castigo finisse pure Goretti. La polemica L' allenatore dell' Alessandria, pur censurando Cozza («in una gara simile, certe cose non si fanno»), ha spostato il tiro sugli avversari: «Me ne frego dell' area tecnica. Nessuno si deve permettere di toccare un mio giocatore. Purtroppo quel signore (Di Chiara, ndr) è un mio collega». Daspo in arrivo Per alcuni tifosi dell' Alessandria potrebbe non essere finita qui. Una funzionaria di polizia in borghese, alle 14.50, ha ripreso dalla tribuna l' ingresso in curva di una quarantina di sostenitori dei grigi entrati scavalcando la recinzione. Se identificati, per loro scatterà il Daspo. (La Gazzetta dello Sport)

Playoff Finale

Alessandria US 1912 - Como Calcio 0 - 2 (0 - 0)

RETI:

87. Kalambay [Co] , 91. Fofana [Co]

Alessandria US 1912

Formazione avversaria

COMO CALCIO: Malatesta, Maggioni, Brioschi, Brevi Oscar, Franco, Balleri [46. Minetti], Salvi, Goretti, Kalambay [88. Adobati], Guazzo [66. Fofana], Facchetti. A disp: Tornaghi, Rudi, Taormina, Sehic. All. Di Chiara Stefano

Arbitro: Giancola Martino (Vasto) [Raimondi, Evangelista; Carbone]

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