Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 2010/2011
Lega Pro 1ª Div.
13-02-2011 - Giornata: 23 - Gubbio - Pietro Barbetti


Gubbio AS - Alessandria US 1912 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 15. Daud [Gu]

Alessandria US 1912 Servili Andrea, Pucino Raffaele, Romeo Samuele, Cammaroto Vincenzo, Damonte Loris [80. Segarelli Gianluca], Bonomi Simone, Bondi Renato Rafael [80. Negrini Matteo], Camillucci Cristiano, Martini Marco [73. Scappini Stefano], Artico Fabio, Croce Daniele A disp.:Cuneaz Andrè, (P) De Marco Juri, Ghinassi Tommaso, Menassi Roberto All.: Sarri Maurizio

Formazione avversaria
GUBBIO AS: Lamanna, Bartolucci, Farina, Boisfer, Borghese, Briganti, Galano [76. Caracciolo], Suciu [54. Gaggiotti], Bazzoffia, Raggio Garibaldi, Daud [67. Donnarumma]. A disp.: Farabbi, Alcibale, Montefusco, Nazzani. All.: Torrente Vincenzo

Arbitro: Santonocito Denis (Abbiategrasso) [Fiorito, Pentangelo]
Note
Rigore parato 26. ad Artico [A]. Ammoniti: Borghese [G], Raggio Garibaldi [G], Daud [G], Damonte [A] Angoli: 4-4. Recuperi: 1.+ 4. Spettatori: 2600 circa.(incasso 18670 euro) Cielo coperto, leggera pioggia, terreno discreto. Inizio gara ore 14.30 Parapiglia dopo il triplice fischio e aggressione verbale di uno steward a Sarri e Scappini. Il responsabile è stato identificato dai funzionari della Procura federale.

Commento
GRIGI KO NELLA BOLGIA DI GUBBIO Partita caricata di mille tensioni, Artico si fa parare il rigore del possibile pareggio Adesso, magari, proveranno a farci digerire la pillola sostenendo che, anche nel calcio, funziona la compensazione. All’andata, per un’ora, aveva giocato meglio il Gubbio e aveva vinto l’Alessandria, questa volta la partita la fanno i grigi e festeggiano gli umbri. A vederli, come se avessero conquistato la Coppa dei Campioni, O, meglio, come se avessero portato a termine la missione, perché in questo era stata trasformata la gara del ‘Barbetti’: gli eugubini novelli crociati per vendicare Lamanna. Non un risultato immeritato, ma un fatto che con quella partita nulla aveva da spartire, se non l’essere accaduto quasi un’ora dopo il triplice fischio e avere avuto come protagonista uno che quella sfida l’aveva giocata. “Vincere per Lamanna” il leit motiv della settimana, e giù legna ad alimentare un fuoco che, da queste parti, a qualcuno è servito tenere acceso per cinque mesi. E così la parte tattica diventa secondaria, e quella umana anche, perché la vendetta, non dimentichiamolo, ha davvero poco diumano e molto di animale. Se l’approccio è questo, la lettura è distorta: si arriva persino a far dire a Torrente che «il risultato è giusto ». Non con argomentazioni tattiche, di qualità, di gestione del gioco, di organizzazione. No, semplicemente perché Lamanna, così, è stato vendicato’, e allora tutto è permesso, l’insulto libero a Sarri e ai giocatori dell’Alessandria, il tentativo di aggressione, non solo verbale, da parte di uno steward (a proposito: che ressa di persone a bordo campo, spudoratamente tifosi nonostante incarichi ufficiali), e quella frase del tecnico capolista, che è la sintesi. «La vittoria e il rigore parato da Lamanna sono la conferma che Dio esiste ». Scomodare Padreterno è davvero troppo, sommato alle lezioni di ‘deontologia’ propinate da addetti stampa e mogli di direttori tecnici. Questo fa arrabbiare e amareggia, più di una sconfitta che interrompe una striscia lunga tre mesi e mezzo: l’intelligenza sta anche nella capacità di riconoscere meriti che i risultati non fanno emergere, ma a Gubbio, ieri, e non solo ieri, era altro ciò che interessava. Il peso degli episodi Più Alessandria. Fin dall’inizio. Un’Alessandria che mette in chiaro le sue intenzioni: fare la partita e non subirla, aggredire e non essere aggredita. Così la sfida è stata preparata, così la squadra la interpreta. Meglio nel primo tempo, ancora arrembante, ma solo fino ai 20 metri, nella ripresa. Il pallino è sempre nelle mani degli uomini di Sarri, con Bondi e Artico dall’inizio e Scappini e Negrini in panca. Le fasce sono un regno grigio, a sinistra soprattutto dove imperversa Croce, Martini attacca la profondità. Il Gubbio è sorpresa: di solito sfianca le avversarie e invece va in sofferenza e fa anche arrabbiare Torrente, perché cerca Bazzoffia con lanci lunghi e prevedibili, che non sono uno dei colpi migliori del repertorio. Sarebbe tutti perfetto senza due episodi: il capolavoro di Daud su punizione da 30 metri e il rigore sbagliato da Artico, che Lamanna neutralizza. Fosse gol, e pareggio, cambierebbe l’inezia della gara. Ma il calcio non vive di ‘se’ e di ‘ma’, vive di gol fatti e altri sbagliati, vive di episodi: ne bastano due per far saltare le gerarchie di una gara che l’Alessandria meritava di vincere e non ha neppure pareggiato. La sensazione è a metà tra l’harakiri e l’ingiustizia. E fa male. (Il Piccolo - Mimma Caligaris) Harakiri dell’Alessandria in Umbria: i grigi tengono testa alla capolista di C1 per tutta la partita ma due calci da fermo si rivelano fatali. Su punizione il Gubbio segna il gol del decisivo 1-0, dal dischetto, invece, i mandrogni falliscono con Artico il rigore del possibile pareggio. Trascorrono solo 10' tra la punizione capolavoro di Daud e l’errore dagli undici metri del capitano ospite. Da lì in poi, Alessandria all’assalto ma la compagine di Torrente resiste e vola verso la serie B. L’unica parziale consolazione è che i grigi siano una delle poche squadre a imporre il gioco e a mettere alle corde la prima della classe. Meglio il primo tempo rispetto alla ripresa, nella quale i piemontesi stazionano praticamente per 45’ nella metà campo avversaria ma perdono incisività e forza d’urto col trascorrere dei minuti e col venir meno delle energie. Una partita difficile sotto tutti i punti di vista e con una bella dose di tensione, un po' alimentata ad arte dai locali, dopo il fattaccio dell’andata quando il portiere degli eugubini venne aggredito all’esterno dello stadio. Comincia a buon ritmo l'Alessandria, che «ringhia» a centrocampo sui portatori di palla di casa: dopo 2' subito un episodio contestato, sospetto tocco di mano in area di Boisfer sul cross di Pucino ma il direttore di gara fa proseguire tra le proteste ospiti. Attimi di nervosismo al 10' tra Artico e il diretto marcatore Borghese, un duello che sarà vibrante per tutti i 90’ anche perché i due sono ben piazzati fisicamente. Al 15' il Gubbio passa. Daud si conquista una punizione per un intervento di Camillucci: lo stesso giocatore scuola Juve si incarica della battuta dai 30 metri e con un bolide insacca alle spalle di Servili, probabilmente ingannato dal cambio di un uomo in barriera (il piccolino Martini al posto del più prestante Bondi. Un minuto dopo Artico ha un'occasione d'oro su iniziativa di Bondi, ma il capitano incespica sulla sfera al momento della battuta. I grigi sembrano accusare il contraccolpo del gol ma un'invenzione di Croce è fermata in area di rigore da Briganti (25'): il direttore di gara non ha esitazioni nel concedere la massima punizione. Dal dischetto, però, Artico spreca calciando debolmente, così Lamanna blocca in due tempi. Gubbio ancora pericoloso su calcio da fermo di Galano destinato all'incrocio dei pali, Servili è molto attento e sventa il pericolo (34'). Al 39' bella iniziativa di Croce, sul suo cross ci provano prima Artico poi Martini, entrambi da buona posizione, la difesa riesce a contenere poi Lamanna controlla in presa bassa. La ripresa vede l'Alessandria all’arrembaggio, Martini combina bene con Croce ma il tiro dell'ex perugino è centrale. Primi 10' bellissimi dei grigi che però non riescono a concretizzare sotto porta. Al 13' l’unica sortita del Gubbio, che si rende pericoloso in area ospite con una doppia conclusione di Daud controllata in presa bassa da Servili. Al 22' Torrente dà maggior peso all'attacco inserendo Donnarumma e togliendo l'autore del vantaggio Daud. Sarri risponde al 29’ tentando il tutto per tutto: Scappini affianca Artico in avanti nel tentativo di recuperare e per dare ancora più concretezza e peso al reparto. Il Gubbio ha paura, si cautela con cinque difensori di ruolo (dentro Caracciolo al posto del più offensivo Galano) e si mette in trincea. L’Alessandria ha però speso tante energie e i palloni gettati in area dalla tre quarti sono preda dei locali. Anzi, è un destro a girare di Briganti a far gridare al 2-0, punizione che sarebbe troppo severa per i grigi bravi ma sconfitti, non senza recriminazioni e un «mea culpa» da recitare. Maurizio Sarri prende con filosofia la sconfitta poiché consapevole che la sua squadra ha giocato un buon match anche se sono i grigi a dover recitare il «mea culpa». In fondo due episodi hanno deciso l’esito di un match che se fosse finito in parità nessuno avrebbe avuto di che scandalizzarsi. Probabilmente questo è l’anno del Gubbio che continua a mantenere 7 punti di vantaggio sulla seconda. Mister, ci dia un giudizio complessivo sul match. «Siamo subito entrati in partita bene, ci ha puniti un bel gol ma abbiamo tenuto bene il campo, fino ai 20 metri abbiamo tenuto bene poi siamo stati sfortunati in un paio di occasioni. Dopo tutto all’andata il Gubbio ci mise sotto per un’ora e la partita la vincemmo noi 2-0, oggi abbiamo macinato più gioco noi ma la vittoria è andata ai padroni di casa». L’Alessandria però ha giocato per lo meno ad armi pari con la capolista. «Oggi ho visto un Gubbio leggermente meno brillante rispetto alle altre partite casalinghe e devo ammettere che ne ho visionati parecchi di match interni degli umbri. Un po’ di merito va indubbiamente ascritto all’Alessandria e, certamente, un po’ hanno anche pesato due assenze importanti come quelle di Sandreani e Gomez. Di certo noi siamo entrati in campo per fare la nostra partita fin dall’inizio e penso che l’abbiamo dimostrato producendo una mole di gioco enorme». E’ sembrata una partita maschia ma corretta. «Certamente in campo nessuno ha tirato indietro la gamba». Quanto ha pesato il rigore sbagliato?«E’ ovvio che ha avuto grande importanza, in pratica siamo stati condannati da due episodi: se fosse entrato quel calcio di rigore l’inerzia della partita avrebbe girato a nostro favore, però ci sta, questo è il calcio». Ci sono responsabilità di Servili sul gol?«No, assolutamente. Daud ha calciato una gran punizione, di destro, dritto per dritto sotto l’incrocio dei pali, diamogli atto di aver segnato un euro gol. Sicuramente è da rivedere la composizione della barriera, ci dovevano essere Artico, Damonte e Bondi, poi quest’ultimo si è staccato e c’è andato Martini, forse sono mancati alcuni centimetri». Quali i riscontri positivi di un match come questo?«Direi molti, abbiamo perso dopo tre mesi e mezzo, speriamo ne passino altrettanti prima di dover commentare un’altra sconfitta. Se devo essere obiettivo una prestazione come questa, però, non può che darci morale in vista della prossima partita in casa contro il Sud Tirol. Dopo tutto nel finale abbiamo costretto il Gubbio a giocare con 5 difensori e, comunque, il nostro atteggiamento ha fatto si che loro in alcune fasi del match avessero dieci giocatori dietro la palla». A fine partita abbiamo visto gli animi un po’ tesi, cosa è successo?«Dopo che noi siamo andati a salutare gli avversari c’è stato uno steward che ha avuto frasi di scherno nei nostri confronti. E’ ovvio che in campo siano un po’ saliti i toni ma poi tutto è finito lì (anche per l’intervento degli addetti della Procura Federale, ndr)». (La Stampa - Ed. Alessandria - Francesco Gastaldi) Anche l' Alessandria paga dazio alla capolista. A Gubbio la formazione di Sarri cade dopo 11 gare utili di fila. Per la squadra di Torrente è la terza vittoria di fila (la dodicesima nelle ultime 13 giornate). Il primato degli umbri mantiene il vantaggio di 7 punti sul Sorrento, ma porta a 12 le lunghezze di distacco sul terzo posto, occupato dall' Alessandria che sperava nella gara del Barbetti per riaprire discorsi d' alta quota. Due episodi decisivi: al 15' il gol-partita di Daud, attaccante somalo arrivato a gennaio da Cosenza via Juventus (prestito) e undici minuti dopo il rigore di Artico parato da Lamanna. Che nella gara d' andata fu infelice protagonista dell' aggressione subita nel dopo partita del Moccagatta. Gara intensa, ma piena di tensioni. Al fischio finale, momenti infuocati denunciati dal tecnico piemontese Sarri: «Uno steward si è avvicinato con parole di scherno. Ma è stato subito allontanato dai carabinieri». E identificato dall' ispettore federale. La chiave L' Alessandria rivoluziona il fronte offensivo con Artico e Martini titolari mentre in mediana torna Camillucci. L' avvio degli ospiti è convincente. Ma il Gubbio colpisce al primo tentativo: la punizione dai 25 metri di Daud è una fucilata che si infila sotto l' incrocio bucando la barriera. Il vantaggio dà autorevolezza al gioco del Gubbio, che ha due assenze pesanti, il capitano Sandreani e il bomber Gomez, squalificati. Prima volta da titolari per i rinforzi Suciu e Daud (in avanti, Bazzoffia preferito a Donnarumma). Al 26' , l' atterramento di Briganti su Croce porta Artico sul dischetto, ma Lamanna para il suo secondo rigore stagionale. Potrebbe raddoppiare il Gubbio con una punizione di Galano neutralizzata da Servili. Ingressi L' Alessandria non riesce a incidere in avanti, malgrado i cambi della ripresa. Ma la manovra difetta soprattutto in fase di rilancio. Le sostituzioni, invece, corazzano il Gubbio: Gaggiotti è il motorino che serve a centrocampo, Caracciolo l' uomo in più per la difesa, Donnarumma una spina fresca in avanti. Torrente trova sempre il vento giusto per far volare il Gubbio. (Gazzetta dello Sport) RISULTATI: Como - Spezia 2-1 Lumezzane - Cremonese 2-2 Paganese - Spal 1-0 Pavia - Salernitana 1-2 Pergocrema - Bassano Virtus 1-2 Sorrento - Monza 1-0 SudTirol - Ravenna 1-2 Verona H. - Reggiana 1-0 CLASSIFICA: Gubbio p.48; Sorrento 41; Alessandria 36; Bassano Virtus, Salernitana 35; Spal 33; Reggiana 32; Lumezzane, Cremonese, Ravenna 30; Spezia 28; Verona H. 26; Como 25; Sudtirol 25; Pavia 24; Pergocrema 22; Monza 19; Paganese 16 Penalizzazioni: Salernitana -3 / Spezia -2 / Alessandria, Gubbio, Como, Pergocrema, Spal, Lumezzane -1 Il punto sul campionato Allontanata una possibile crisi, con una sofferta partita senza cinque titolari, tra cui il capocannoniere Paulinho, il Sorrento ha affidato a un difensore i panni del match-winner su palla inattiva. Quinta vittoria consecutiva per il Bassano, che si è stabilizzato in zona playoff e ha messo in difficoltà di classifica il Pergocrema. La Salernitana ha inaugurato con tre punti fuori casa il nuovo corso societario firmato dall' americano Joseph Cala e ha fatto un passo importante in ottica playoff. Sfortunato invece il Pavia, che ha colpito una traversa e ha incassato il raddoppio degli ospiti su una punizione deviata dalla barriera. Dopo cinque mesi di astinenza la Paganese è ritornata alla vittoria battendo una timida Spal, che ha esonerato Notaristefano. Almeno questo treno, l' ultimo per avvicinare la zona playoff, il Verona è riuscito a prenderlo. Con fatica, certo. Ma anche con tanto cuore, quello mancato nelle ultime partite che avevano fatto sprofondare nei bassifondi l' Hellas. Stavolta invece i gialloblù, grazie a Nicola Ferrari che ha firmato il gol decisivo all' inizio del secondo tempo, hanno ritrovato la vittoria e morale: ora sono a sei punti dalla quinta. (La Gazzetta dello Sport)