Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 2012/2013
Lega Pro 2ª Div.
07-04-2013 - Giornata: 29 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US 1912 - Casale Calcio AS 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 11. rig. Fanucchi J.[A]

Alessandria US 1912 Servili Andrea, Romano Dario, Cammaroto Vincenzo, Barbagli Mirko, Gambaretti Giacomo [66. Mora Luca], Caciagli Simone, Roselli Fabio, Tanaglia Filippo, Boron Andrea, Ferretti Andrea [84. Degano Daniele], Fanucchi Jacopo [52. Rossi Davide] A disp.:Filiciotto Alberto, Mazzuoli Andrea, Menassi Roberto, (P) Pavanello Marco All.: Notaristefano Egidio

Formazione avversaria
CASALE CALCIO AS: Gabrieli, Silvestri, Lanzolla, Monaco, Casale, Pani [24. Palumbo], Giunta, Siega, Ficarrotta [71. Ricciardo], Taraschi [56. Lasagna], Curcio. A disp.: Bibba, Cristiano, Di Prisco, Guccione. All.: Buglio Francesco

Arbitro: Bindoni Daniele (Venezia) [Baccini, Galetto]
Note
Ammoniti: Monaco [C], Rossi [A], Lasagna [C], Caciagli [A], Ficarrotta [C], Gambaretti [A], Ricciardo [C]. Angoli: 4-5. Recuperi: 1.+ 4. Spettatori: 1.300 (1.218 paganti) Giornata soleggiata, cielo poco nuvoloso, temperatura primaverile, terreno discreto. Inizio gara ore 15.00

Commento
VA BENE SOLO IL RISULTATO Dopo sei anni l’Alessandria torna a vincere un derby in casa. Rigore e poco di più Alla faccia del barone De Coubertin, se mai ha pronunciato davvero quelle parole che suonano, spesso, come la consolazione alle sconfitte. In questo derby numero 66 (64 N.d.R.) contava solo vincere. Per tutte e due. Soprattutto per i Grigi. Partecipare, e pareggiare, sarebbe servito solo per aggiungere delusioni alle molte di una annata che doveva essere “un buon campionato”, ma non sta scritto da nessuna parte che buono è sinonimo di mediocre. Così, credete, è sempre meglio vincerlo questo derby brutto, che più brutto non si può, con contenuti scarsi, per quantità e qualità. E, alla fine, ci si fa andare bene il risultato: lo scatto del presidente Luca Di Masi al triplice fischio, e quell’esultanza decisa, dice che anche un rigore, seguito da poco o nulla, va bene, perché dopo sei anni finisce il digiuno di vittorie casalinghe contro il Casale e si interrompe anche l’astinenza che durava da un mese e mezzo, dal successo su quel Bassano che oggi insidia le prime due. Prendiamo il risultato, l’unico aspetto positivo da conservare, ma vedere Fabio Artico in tribuna, sciarpa grigia al collo e un futuro, nell’Alessandria, da definire nei prossimi giorni, non può non far riemergere i ricordi di altri derby, più intensi, più vissuti, più coinvolgenti. Il Casale gioca perché, come dice bene Siega, ha dignità e orgoglio, che a volte attenuano i limiti. Quell’orgoglio che aiuta a lottare fino alla fine e in casa grigia si continua a guardare il cronometro, con un’ansia che non ci dovrebbe essere quando si sfidano una squadra che vuole ancora agganciare il treno playoff e una che, invece, ha più di un piede in D. L’Alessandria dura mezzora, poco più: illude aggredendo anche bene nel primo quarto d’ora, in cui guadagna un riugore sacrosanto e lo sfrutta. Ma non riesce a chiudere la partita e meno male che c’è Servili ad evitare che Curcio la riapra. Ancora meno nella ripresa, in cui Notaristefano deve anche rinunciare quasi subito a Fanucchi, che non era certo l’indiziato per il cambio, per un risentimento muscolare. I Grigi non vanno quasi mai al tiro, quando lo fanno, nel finale, sparano addosso al portiere. Il triplice fischio è una liberazione: il distacco dal sesto posto non cambia, le gare a disposizione diminuiscono, soprattutto il passo dei Grigi, quello di ieri, difficilmente può alimentare ottimismo per la rincorsa. Bisogna crederci, è vero. Ma bisogna anche giocare diversamente, di più, meglio, più velocemente, con altra intensità. Non solo perché è un derby. Cronaca Primo tempo: Alessandria per la seconda volta senza i tre Under: Notaristefano schiera solo Gambaretti e Boron, attacco esperto con Fanucchi e Ferretti, centrocampo in cui il tecnico privilegia i corridori. Casale nella formazione annunciata, con Curcio unica punta; 3’ subito aggressiva l’Alessandria: Tanaglia pesca in area Fanucchi, destro destinato nell’angolino, ma Gabrieli lo alza sulla traversa; 7’ ci prova ancora Fanucchi, rovesciata che Gabrieli blocca; 11’ Alessandria in vantaggio. Rigore: agganciato Caciagli in area da Casale, l’arbitro non ha esitazioni e indica il dischetto. Fanucchi di potenza spiazza Gabrieli, portiere a destra e palla a sinistra; 30’ Casale vicino al pareggio: Ficarrotta in profondità per Curcio, dal limite destro a scendere, vola Servili e smanaccia via, evitando anche l’angolo; 46’ dopo un minuto di recupero si chiude un tempo con un paio di conclusioni in avvio, il rigore e poco più. Comunque poco. Secondo tempo: 4’ brivido sul destro dal limite di Palumbo, a pelo d’erba. Servili è coperto, ma blocca in presa bassa; 21’ Notaristefano rivoluziona i 5: esce Gambaretti, Caciagli allargato a destra, con Tanaglia al fianco, che lascia la sua parte sinistra al nuovo entrato Mora; 22’ appena entrato, Mora va sul fondo a sinistra e mette palla sul vertice destro dell’area, dove c’è Tanaglia che incrocia, ma sul fondo; 26’ dalla Nord un coro che sottolinea la bruttezza di questa partita. “Questo è proprio un derby di m”; 37’ brivido per una mischia sugli sviluppi di una punizione dal vertice destra. La palla ‘balla’ davanti alla porta di Servili, c’è un tentativo di deviazione di Lanzolla, spazza via Cammaroto; 45’ Rossi ha un varco in area e potrebbe tirare, ma apre a sinistra per Mora che, da sei metri, calcia addosso a Gabrieli; 47’ Tanaglia imita il compagno e, un metro dentro l’area, grazia il portiere individuandolo come bersaglio del suo tiro; 49’ dopo oltre quattro minuti di recupero il triplice fischio. Liberatorio: sei anni dopo l’ultimo successo casalingo in un derby l’Alessandria ritrova la vittoria. Ma con tanta fatica e zero spettacolo. Sala stampa: A rispolverare i detti è scontato citare “chi si accontenta, gode”. Ma Egidio Notaritefano il suo debutto nel derby, sciarpa grigia in mano, lo voleva diverso. Si prende il risultato, perché può rivelarsi una carica per il gruppo, ma non si accontenta. Perché ci sono altre cinque partite e la fatica per vincere questa straprovinciale è stata eccessiva per guardare con fiducia alle prossime sfide. «È vero, abbiamo faticato, perché non abbiamo ancora il cambio di passo che voglio io, che le mie squadre devono sempre avere. Dovevamo vincere, volevamo vincere: lo abbiamo fatto, ma tutti questi patemi, fino al 90', e anche oltre, non li avremmo avuti con un po' di brillantezza in più, che, invece, ci fa sempre difetto. Chi non è brillante è meno pericoloso e più prevedibile». Conta anche la componente fisica, «ma a questo punto della stagione bisogna anche non esagerare con i carichi, perché si può correre il rischio di imballare il gruppo. Però in qualche modo dobbiamo intervenire, è fuori discussione. Anche perché la qualità, è vero, fa la differenza, ma solo quando la squadra ha gamba». Oltre al risultato. Notaristefano salva la prima mezzora, in cui siamo stati aggressivi, veloci, pronti a sfruttare le ripartenze. Alla distanza, però, siamo calati. E abbiamo dato la sensazione di essere stanchi». Anche sull’interpretazione del 3-5-2 l’allenatore ha qualche appunto da muovere ai suoi.«Premessa: un modulo ha bisogno di tempo per essere assimilato. Però noi difendiamo ancora a ridosso della nostra area. E, invece, dovremmo alzarci di almeno dieci metri, andare a pressare alto, perché così possiamo anche sfruttare le ripartenze, con meno distanza da percorrere, ed essere anche più efficaci. Invece, primi 30’ a parte, impieghiamo ancora troppo tempo, e troppi passaggi per manovrare e cercare la finalizzazione». Non se la sente di formulare giudizi severi verso chi si è visto poco, come Ferretti. «Ferretti? Le prestazioni di tutti sono state molto generose. Purtroppo, quando sono subentrate stanchezza e lentezza, abbiamo sofferto: insisto, è una questione fisica. Anche sui movimenti degli attaccanti c’è da lavorare: una delle due punte fa movimento e l’altra attacca la profondità. Non possono mai fare lo stesso gioco». Solo per Romano il tecnico ha parole importanti. «Ottima prova, ha sfruttato al meglio l’occasione che gli ho offerto. Meritata, perché da quando sono arrivato, è uno di quelli che si allena più e meglio degli altri». Sono di fuoco le parole rilasciate da Giorgio Danna, ds del club nerostellato, al termine del derby perso contro l’Alessandria: «Non abbiamo novità societarie - dice - e sono piuttosto incredulo e sfiduciato per le parole che abbiamo tutti sentito, relative a una ricapitalizzazione societaria. Credo che la prossima, in un verso o nell’altro, possa essere una settimana decisiva per le sorti del club: l’amministratore Dellera starebbe pensando di portare i libri in tribunale, la decisione più saggia, a mio avviso. Penso che un curatore fallimentare possa essere la persona più indicata a prendere il Casale in consegna, Nicola Lanzolla: «Abbiamo giocato il derby con orgoglio - racconta il trequartista nerostellato - ma non è bastato. Siamo rammaricati per un’annata andata completamente storta dopo una stagione pazzesca come quella scorsa: siamo delusi, ora proveremo a toglierci qualche piccola soddisfazione da qui alla fine del campionato». «Abbiamo dato filo da torcere ai grigi - gli fa eco Lanzolla – ma siamo usciti sconfitti. Scenderemo in campo con questo spirito fino alla fine, consci che i punti persi sono colpa nostra, anche se le problematiche societarie hanno influito in maniera pesante. Il rigore causato da Casale? Ero lontano, ma mi dicono che il contatto non c’è stato. Stavo per segnare? Sì, ma la palla mi ha soltanto sfiorato il piede. È stata sfortuna, per l’ennesima volta». (Il Piccolo - Mimma Caligaris) Per “coronare” la pessima stagione in corso, avremmo fatto volentieri a meno di un’immeritata sconfitta nel derby. Purtroppo è arrivata anche questa – nono k.o. negli ultimi dieci match - e, ora come ora, l’unica magra consolazione è che la retrocessione aritmetica non è giunta al “Moccagatta”, anche se ormai è solo questione di tempo. Il match, vibrante solo negli ultimi istanti, è stato deciso da un rigore in apertura realizzato da Fanucchi, in quella che è poi rimasta una delle rare conclusioni dei Grigi verso la porta di Gabrieli. Il Casale, spronato da Buglio, ha provato con impegno a ristabilire la parità, facendosi apprezzare per l’intensità della manovra, ma si è visto sbarrare la strada a due passi dal gol in almeno tre circostanze, anche a pochi istanti dal termine. La rivalità non tramonta Tutto sommato, la gente di Alessandria ha risposto decorosamente a un evento che non si preannunciava, e non è stato, spettacolare. I cori nel finale dei tifosi di casa, all’insegna del “Vi salutiamo ora... perché poi non ci vediamo più!”, pur nella loro infinita malinconia per i nostri colori (considerando il concreto rischio di fallimento del club nerostellato), ci sono parsi l’aspetto più apprezzabile della giornata. Quegli arguti sfottò, intendiamo dire, sono stati la prova più evidente che la fiammella di un’epoca memorabile (e nemmeno troppo lontana) è ancora accesa e andrebbe soltanto alimentata da una maggiore serietà nell’organizzazione del sistema calcio in generale. Quei cori hanno confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i mandrogni ci tengono a noi monferrini. Come è giusto che sia perché, senza Tom, avrebbe poco senso Jerry. E viceversa. Nei pomeriggi anni Settanta e Ottanta (e anche prima!), sugli spalti ci si divertiva sul serio, a prescindere dai gol segnati dalla propria squadra. Anche se a qualcuno fu concesso, intendiamo dire a livello globale, di trasformare quel contesto gioioso in una periodica guerriglia urbana, con il risultato di giungere all’attuale imbarazzante stato di cose che costringe, per comprarsi un biglietto, a mille peripezie settimanali, non ultima la circumnavigazione di uno stadio “blindato” come se dovesse ospitare un ritrovo di delinquenti e non una festa di sport. Il bilancio aggiornato. Dopo la sfida numero 64, il bilancio fra Orso grigio e Cinghiale nerostellato, in gare di campionato ad Alessandria, parla ora di 16 vittorie casalinghe, coni 11 pareggi e 5 successi nerostellati. Uno score bilanciato dal 13-15-4 del “Natal Palli”. L’ultima vittoria in riva al Tanaro del Casale (in verità Juniorcasale) risale al 5 novembre 1978, quando fu Santino Pozzi a siglare l’unica rete del match a tredici minuti dal termine Cronaca: 4’: Boron per Fanucchi che scalda le mani di Gabrieli: palla in corner.12’: il terzino nerostellato Casale interviene su Caciagli in area. Per l’arbitro è rigore: dal dischetto trasforma Fanucchi con un diagonale potente che spiazza il portiere Gabrieli: 1-0. 25’: su un astuto schema da calcio piazzato, Giunta libera Ficarrotta, il cui tiro è ribattuto in extremis da un difensore alessandrino. 33’: splendido destro di Curcio dai venti metri, ma Servili mostra la sua classe e sventa in tuffo, togliendo la sfera dall’incrocio dei pali. 68’: Tanaglia prova il diagonale e la palla sfila fuori di poco. 72’: la curva grigia intona l’eloquente coro: “Questo è proprio un derby di m....”. Quando si dice il dono della sintesi. 83’: mischia nell’area grigia con Lanzolla che per un soffio non trova la deviazione vincente, poi Cammaroto allontana la minaccia. 90+1’: Rossi imbecca Mora, ma Gabrieli si oppone con i piedi e salva in calcio d’angolo. 90+3’: corner per i neri e ultima mischia nell’area dell’Alessandria. Sale in attacco anche il portiere Gabrieli, ma nel caos generale è Ricciardo a indirizzare fuori, di testa. (Il Monferrato - Gianluca Marchese) Va all’Alessandria (1-0) il derby degli sbadigli, che di fatto condanna il Casale alla retrocessione. Decide un rigore di Fanucchi, ma nulla cambia nella classifica dei grigi, che rosicchiano punti soltanto al Venezia. Per i nerostellati, invece, è notte fonde a dispetto di una prestazione a tratti anche migliore di quella degli avversari. Notaristefano si gioca il bonus dei giovani schierando solo due under (Gambaretti e Boron) e fa debuttare in campionato Romano. Fra i monferrini Buglio schiera Curcio unica punta supportato da un tridente formato da Taraschi, Ficarrotta e Siega. All’11’ l’Alessandria passa in vantaggio: Caciagli entra in area e punta un avversario, che lo aggancia, il direttore di gara non ha dubbi e decreta la massima punizione che Fanucchi sigla di potenza spiazzando il portiere. Subito il gol, gli ospiti si riorganizzano sfruttando la buona vena di Ficarrotta e di Siega, che attacca con convinzione sulla fascia sinistra. Meglio comunque il Casale che al 30’ sfiora il pari. Curcio, ben servito in profondità da Ficarrotta, scaglia un bolide che obbliga Servili ad una plastica quanto decisiva respinta. L’Alessandria fatica ancora a mettere in pratica le idee di Notaristefano: il gioco in profondità si vede a tratti, Fanucchi ha buone accelerazioni mentre il primo tempo di Ferretti è del tutto insufficiente. L’avvio di ripresa è piuttosto soporifero, poi un paio di entrate ruvide obbligano l’arbitro a estrarre il cartellino giallo. Con Fanucchi out (indurimento agli adduttori), i locali inseriscono il terzo under Rossi, poi a metà tempo va dentro Mora per Gambaretti. Buglio invece cerca di dare più peso all’attacco togliendo un trequartista (Ficarrotta) per un attaccante (Ricciardo). Al 37’ una mischia in area alessandrina mette i brividi ai tifosi di casa: il tocco finale di Ricciardo è spazzato da Cammaroto che sbroglia un situazione di grande pericolo. Il finale di partita è di marca nerostellata con i grigi che rinculano pericolosamente soffrendo più del lecito. Al 45’ Mora, su servizio di Rossi, ha l’occasione di mettere la parola fine sulla partita ma il suo sinistro finisce su Gabrieli in uscita, anche Tanaglia al 46’ calcia sul portiere avversario da buona posizione poi il triplice fischio mette la parola fine ad un derby avaro di emozioni. (La Stampa - Ed. Alessandria - Francesco Gastaldi) Nel grigiore di uno dei derby peggio giocati e di cui si può salvare solo risultato, uno spiraglio di luce per l’Alessandriaè arrivato dalla prestazione di Romano. Difensore poco considerato l’anno scorso da Sonzogni per scelta tecnica e in questa stagione durante la gestione Cusatis per la politica degli under, l’ex capitano della Primavera della Juventus ha avuto contro il Casale la sua occasione e l’ha sfruttata appieno. Con la squalifica di Viviani, è stato schierato come terzo centrale di difesa e non ha affatto sfigurato, anzi ha ricevuto i complimenti proprio da mister Notaristefano. «Buonissima prestazione per un giocatore che so essersi allenato come e più degli altri» ha evidenziato il tecnico. Fra le dolenti note, il trainer parte dal modulo: «Ci vuole tempo per assimilarlo, però noi difendiamo troppo bassi». Il concetto è chiaro: il tecnico vuole una squadra che alzi la linea della retroguardia almeno di una decina di metri, pressando più alto per sfruttare le ripartenze e avere un minore scollamento tra i reparti. Da ricercare anche la velocità nel possesso palla: «Impieghiamo ancora troppo tempo e troppi passaggi quando per andare alla ricerca della conclusione» è il Notaristefano pensiero. Romano a parte, l’allenatore dei grigi non si focalizza sulla prestazione dei singoli, nemmeno quando gli si chiede conto di Ferretti, apparso molto macchinoso: «Le punte non devono andare tutte e due incontro al pallone» la sintesi del mister. Da oggi squadra nuovamente al lavoro alla Michelin: «Allenamenti per trovare brillantezza. Già dalla prossima sfida in trasferta contro il Rimini, spero proprio di vedere quel cambio di passo che voglio io». La sconfitta al Moccagatta ha di fatto sancito la retrocessione delCasale, ma peggio della classifica sono i guai societari. «Non possiamo più stare inerti e subire passivamente, deve succedere qualcosa per far cambiare una situazione sempre più si fa ingarbugliata - sottolinea il direttore sportivo della società nerostellata, Giorgio Danna -. La nostra speranza è quella di salvare il titolo sportivo e, per arrivare all’obiettivo finale l’unica strada percorribile è quella che l’amministratore unico porti i libri in tribunale. Sotto il profilo sportivo, con un -12 dalla zona playout a cinque gare dal termine della stagione regolare, le speranze sono svanite e già domenica nella sfida interna con il Bassano ci potrebbe essere la certezza matematica della retrocessione. Ma è la questione societaria a tenere banco, per garantire un futuro ai monferrini. Visto che non si è concretizzata, almeno per ora, la strada della ricapitalizzazione, il percorso è quello di provare a salvare il titolo sportivo. «Penso che un curatore fallimentare possa essere la persona più indicata per prendere il Casale in consegna da qui al termine della stagione - rimarca il direttore sportivo -. E’ una situazione che darebbe garanzia anche allo sponsor, il quale vuole assolutamente che i soldi immessi vadano a buon fine, ovvero a creditori e giocatori». Numeri alla mano, il flusso garantito dal Gruppo Foppiani si aggirerebbe sui 600 mila euro, che sommati ai soldi della Federazione garantita dalla legge Melandri (diritti televisivi) porterebbe la quota sui 700 mila euro. Con i 300 mila euro della fidejussione, il monte finale sarebbe di circa un milione di euro. Una somma che potrebbe garantire la copertura di tutte le spese di stagione e quel punto il diritto sportivo andrebbe all’asta. Con una situazione «ripulita», si potrebbe a quel punto trovare un acquirente interessato a rilevare una società che senza più debito avrebbe la chance di ripartire anche da una onesta serie D. (La Stampa) RISULTATI: Bassano – Fano 4-2 Bellaria – Venezia 3-1 Castiglione – Vallèe d'Aoste 3-1 Forlì – Monza 0-0 Giacomense – Savona 1-0 Milazzo – Renate 0-1 Pro Patria – Santarcangelo 0-1 Rimini – Mantova 4-1 CLASSIFICA: Pro Patria p. 55, Savona 54, Bassano 51, Renate 50, Castiglione 49, Venezia 48, Monza (-6) 47, Forlì (-1) 44, Alessandria 43, Mantova 40, Bellaria 37, Santancargelo, Giacomense 33, Vallèe d'Aoste (-1) 31, Rimini 30, Fano (-1) 22, Casale (-5) 18, Milazzo (-2) 7. Monza 6, Casale 5, Milazzo 2, Fano, Forlì, Vallèè d'Aoste 1 punto di penalizzazione. MARCATORI: 20 reti: Virdis (Savona), 16 reti: Ferrari (Castiglione), Varricchio (Giacomense), Gasbarroni (Monza), Serafini (Pro Patria), Brighenti (Renate). 15 reti: Godeas (Venezia). 13 reti: Anastasi (Santarcangelo). 12 reti: Petrascu (Forlì), Del Sante (Mantova), Zanetti (Renate) Il punto sul campionato Le prime due perdono: la Pro Patria in casa con il Santarcangelo di Agatino Cuttone, il Savona sul campo della Giacomense di Leo Rossi. La corsa alla promozione diretta così sembra riaprirsi, perché dietro hanno vinto in tre: il Bassano che adesso è terzo (Correa si è fatto parare un rigore sul 2-1), il Renate che domenica riceve la capolista e il Castiglione che ha vinto una partita carica di veleni con il Valle d’Aosta; sul 2-1 Emiliano s’è fatto parare dal portiere di casa Bason il rigore del possibile pareggio, poi a fine partita il tecnico ospite Benny Carbone ha accusato la terna: «E’ una vergogna, in 25 anni di calcio non ho mai visto nulla di simile, questi signori in 90 minuti ci hanno rovinato il lavoro di un’intera stagione». Le tre squadre sopracitate hanno scavalcato il Venezia, caduto sul campo del Bellaria sotto i colpi di Francesco Nicastro, classe 1991, autore di 3 reti che lo portano a quota 10. Così la squadra lagunare si vede avvicinare dal Monza, che ha pareggiato a Forlì (unico pareggio della giornata) sotto gli occhi dell’ex c.t. azzurro Azeglio Vicini e adesso è a un solo punto dai playoff. Nelle altre due gare, l’Alessandria ha vinto di misura il derby con il Casale, mentre il Rimini, ispirato da Riccardo Taddei, ha trovato tre punti fondamentali per sperare nella salvezza travolgendo il Mantova. (Gazzetta dello Sport)