Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1934/1935
Serie A
14-10-1934 - Giornata: 3 - Torino - Filadelfia


Torino FBC - Alessandria US 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 36. Baldi (III) F. [To] , 82. Bo M. [To] 73. Cattaneo R.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Borelli Michele, Fenoglio Giuseppe, Barale Oreste, Costenaro Gino, Milano Luigi, Cattaneo Renato, Gardini Mario, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Borgo Giorgio All.: Krappan Otto

Formazione avversaria
TORINO FBC: Maina; Zacconi, Zanello; Allasio, Janni, Giuntoli; Spinola, Baldi (III) Fioravante, Bo, Buscaglia Pietro, Silano. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Ciamberlini Mario (Sampierdarena)
Note
Infortunato: 2’ Buscaglia [T]. Inizio gara ore 15.00

Commento
TORINO-ALESSANDRIA 2-1 Il goal che diede la vittoria al Torino venne a otto minuti dalla fine. L’Alessandria per parte del primo tempo e per quasi tutta la ripresa guidò il gioco d’attacco e più volte sfiorò il successo. Se qualcuno avesse quindi affermato, a conclusione della contesa, che un risultato pari avrebbe meglio rispecchiato la partita, non avrebbe avuto tutti i torti. Ma questo qualcuno – e non parliamo per astrazione, ma rileviamo l’opinione di non poca gente – avrebbe omesso semplicemente di contare i giocatori campo per ottantanove dei novanta minuti della partita e non si sarebbe accorto che il Torino giocò con soli dieci uomini per tutto questo tempo. L’uomo che mancava era nientemeno che Buscaglia. Che è quanto dire la guida e l’ordinatore dell’attacco granata, nonché il miglior realizzatore e l’atleta di maggior combattività e resistenza. Non era ancora trascorso un minuto di gioco che Buscaglia si scontrò su un pallone con Borelli, terzino alessandrino: rimase a terra con una distorsione al ginocchio che può anche celare la frattura del menisco e fu perso per la squadra. Il fallo di Borelli fu evidente, ma l’arbitro non credette di intervenire. Fu questo il principio di tutta una serie di falli che Ciamberlini giudicò con punti di vista tutti suoi particolari e che certo non concorsero a dar bellezza e tranquillità al gioco. Il pubblico non mancò di dimostrare le sue opinioni e l’atmosfera apparve a un certo punto così piena di elettricità che si deve render merito solo ai giocatori se, pur nell’ardore della contesa, seppero portare alla fine un incontro che ha tutti i crismi della regolarità. Detto questo, torniamo a Buscaglia o, meglio, all’assenza di Buscaglia. Le conseguenze non mancarono di farsi immediatamente sentire. Tolto lui, l’attacco del Torino non fu più un reparto organizzato, ma un manipolo d’assalto, pieno di decisione e di entusiasmo, privo di coordinazione e di ispirazione. E fu un peccato perché ieri questa prima linea avrebbe forse potuto dare una dimostrazione di quanto da essa ci si possa attendere. L’innesto di Bo al centro ha avuto, al primo esperimento, un esito felice. Il «caporalino» ha saputo imprimere un tono di incisività alle sue azioni, che le sue conosciute doti tecniche hanno valorizzato appieno, ha segnato il goal della vittoria e ha dato a Baldi III il pallone del primo punto. Baldi e Spinola hanno affermato un netto progresso, dovuto forse all’avanzare della fase di ambientamento con la massima divisione, ed hanno dimostrato di essere, oltre che dei giocatori decisi e veloci, anche della gente che ha delle idee e le sa sviluppare con l’ausilio di una buona preparazione tecnica. Da Silano, è risaputo, non si possono attendere dei miracoli di intelligenza; è stato, però, sbrigativo e deciso. Tutto questo riguarda gli atleti; il reparto, privato del capo, è stato quel che già abbiamo detto. Quanto sopra dimostra, però, che se tutto fosse andato bene, la prima linea del Torino avrebbe potuto avere la sua giornata di consacrazione. Il contegno aggressivo dell’Alessandria ha segnato la linea di condotta della mediana granata, che ha svolto un’opera eminentemente difensiva. E in questo c’è riuscita abbastanza bene. Distruggere, non saremo noi ad insegnarvelo, è più facile che costruire, specialmente quando le trame da spezzare son quelle di un attacco, come quello in maglia grigia, che lavora più d’impeto che di manovra. Maina ha parato tutto il parabile, sapendo render facile quel che può essere imbarazzante: segno questo di forma perfetta. Zanello è stato migliore di Zacconi: l’atletico ex vercellese si è ritrovato nella lotta e non s’è fatto pescare in velocità. Zacconi, che nelle partite di allenamento e in quella di campionato con la Triestina aveva fatto meraviglie, ha confermato ieri quanto già rilevato su queste colonne or sono otto giorni; c’è un velo nel suo gioco che ne offusca la classe, la freschezza, la decisione. L’Alessandria, che avevamo visto domenica scorsa contro la Sampierdarenese, non ci è parsa diversa ieri, giacché le assenze di Lombardo e di Riccardi non hanno prodotto mutamenti sensibili nel suo gioco e nella sua tattica. È una squadra di giovani, piena di vitalità e di spirito combattivo, che maschera l’elementarità della sua impalcatura tecnica con le verdi fronde dell’aggressività e dell’iniziativa. Ogni uomo lavora come un negro dal principio alla fine, ovunque la palla vada c’è sempre chi le corre sopra, nessun avversario è mai lasciato tranquillo, ma i principi tecnici e stilistici che furono vanto della scuola del passato sono applicati con parecchia imperfezione dai ragazzi d’oggi. È gente, però, che si fa rispettare: i terzini per la precisione – sovente per la troppa decisione –, i mediani per l’instancabile attività, gli attaccanti per la decisione nel tiro. Due uomini emergono come preparazione tecnica: Notti e Cattaneo; due altri superano i compagni in attività – e non è impresa facile –, Costenaro e Barale. Se queste son le squadre, capirete come la partita non abbia potuto offrire gran che in fatto di bellezza e preziosità. Tanto più che l’unico reparto che aveva le qualità potenziali per dare un po’ di spettacolo s’è visto mutilato del regista e gli incidenti già ricordati hanno costellato degli interi periodi di gioco. Come le cose si svolsero – alla presenza di un pubblico assai numeroso, del Segretario Federale, dei due vice Podestà e dell’on. Gastaldi – ve lo diremo brevemente, giacché non lasciano troppa libertà al cronista. Il primo episodio di importanza, e di quale importanza, ve l’abbiamo già descritto: fu l’incidente di Buscaglia. Poi il Torino per un quarto d’ora attaccò, ma solo un tiro da pochi passi di Silano (13’) richiese a Mosele un intervento un po’ difficile; il resto fu fumo, anche due punizioni da venti metri che Silano batté fuori di poco. L’arrosto parve coglierlo l’Alessandria che, presa lena, si lanciò all’offensiva: al 20’ Notti attirò su di sé i terzini e fece partire Celoria; solo, davanti al portiere, l’ex casalese trovò modo, da pochi passi, di sparare a lato di un metro. Un’occasione che non si presenterà più. Il Torino ritornò a manovrare nella metà campo avversaria e solo Notti e Cattaneo riusciranno a tratti a dar fastidi a Zanello e Zacconi. Un duetto Bo-Silano portò il piccolo centravanti a due passi da Mosele con la palla tra i piedi: con una scelta di tempo miracolosa, il portiere gliel’abbranca. Al 36’ viene il goal granata: su una azione portata avanti dai mediani, Spinola effettuò un lungo tiro e Fenoglio rimandò corto, Bo si portò in palla verso destra per spedirla raso terra al centro e Baldi III la inviò in rete a fil di palo. Non fu un gran tiro, ma ebbe il dono della rapidità, sicché Mosele arrivò nel suo tuffo con un attimo di ritardo. Fu l’Alessandria, scottata, a marciare all’offensiva e le situazioni poco rassicuranti si ripeterono attorno a Maina. Al 43’, dopo un’azione confusa, il pallone venne a spiovere a campanile davanti alla porta: Gardini, solo fra quattro maglie granata, balzò per raccoglierlo di testa, ma una decisa spinta di Giuntoli gli fece sbagliare il colpo; la palla deviò su Cattaneo che, al volo, la fece sibilare un dito sopra la traversa. Al ritorno in campo il Torino dimostrò, schierando solo dieci uomini, di dover rinunziare definitivamente a Buscaglia. L’Alessandria affermò, invece, subito i suoi propositi di pareggio e Maina si vide stretto d’assetto. I tiri gli fioccarono tra i pali da tutte le parti, ma le angolazioni non erano sempre tali da renderli troppo pericolosi. Notti, Celoria e Borgo riuscirono, però, oltre ad ottenere tre calci d’angolo a provocare dei difficili interventi del portiere torinese. I granata rispondevano in questo tempo con attacchi di reazione affidati a Bo, Spinola e Silano e costoro sapevano far le cose per bene, ma il goal dei grigi era imminente. Venne al 28’: Borgo portò avanti la palla sulla destra e la passò a Notti; questi ebbe la meglio nel corpo a corpo con Zanello e sparò su Maina che, uscito, deviò la traiettoria del bolide; lo raccolse, però, Cattaneo, appostato a destra e lo spedì in rete. Uno a uno e tutto da rifare. L’Alessandria, per nulla paga del successo, tornò all’attacco e Notti sfiorò ancora il goal. Il Torino si difese con ordine, in attesa del momento favorevole per giocare il colpo gobbo. Gli venne bene al 37’. Un lungo rinviò di Zanello fece viaggiare la palla in area grigia: Milano, che stava per intercettarla, ne fu impedito da un abbraccio di Spinola ed essa fu raccolta da Baldi, mentre Bo si spostò rapido sulla sinistra; il compagno gliela spedì immediatamente e Borelli si trovò tagliato fuori: Bo scaraventò in rete da pochi metri. Il finale vide l’affannosa caccia dell’Alessandria al pareggio perduto. Fu fatica vana. I granata, asserragliati nella loro area, respinsero tutto e non lasciarono ai pugnaci avversari che la magra consolazione di due calci d’angolo. (Enzo Arnaldi, «La Stampa», 15 ottobre 1934) La vittoria è stata doppiamente meritata dal Torino se si pensa che esso ha giocato ottantanove minuti della partita con soli dieci uomini. L’inizio era stato fischiato appena da un minuto e Buscaglia inscenava una ordinata azione spostandosi verso sinistra e cercando di combinare con Silano, passato prontamente verso l’interno. Sul limite dell’area di rigore alessandrina Buscaglia si scontrava con Borelli e rimaneva per molto tempo a contorcersi in terra prima che il gioco venisse interrotto. L’incidente, del tutto fortuito, aveva prodotto al mezzo sinistro della squadra granata una dolorosa distorsione del ginocchio destro. Il giocatore, piangente, veniva trasportato fuori dal campo e prontamente curato. Dopo un po’ si rialzava e cercava di accennare qualche movimento con la gamba contusa; al 24’ provava anche a rientrare per far numero all’ala sinistra ma doveva subito riprendere la via dello spogliatoio senza aver più toccato un pallone. L’incidente che toglieva al Torino il giocatore di prima linea più abile e ordinato non poteva però essere troppo sfruttato dagli alessandrini: gli uomini granata moltiplicavano le loro energie per colmare la lacuna lasciata dal compagno e si facevano più volte minacciosi. In complesso però il Torino forniva una partita generosa e se la snellezza e l’organicità delle sue azioni non sono state sempre appariscenti ciò si deve molto giustificare con il fatto grave della sua incompletezza. Contro una squadra che giocava essenzialmente in velocità e con molta, a volte anche un po’ eccessiva, decisione, la prima linea granata, ridotta a quattro uomini e formata da ragazzi che non eccellono davvero per sovrabbondanti qualità atletiche, si è sempre fatta sotto Mosele con tenacia e molto coraggio. Non sempre efficace il lavoro della mediana, dove Janni non è bene compreso dai suoi laterali che finiscono per coadiuvarlo malamente. Il terzetto difensivo è stato meritevole di elogio, con Zacconi sempre pieno di risorse e Zanello che si va di continuo ambientando nel nuovo ruolo di terzino sinistro. In prima linea, come si è già accennato, i quattro hanno dovuto più arrabattarsi che tentare di dar lucentezza e risalto tecnico e stilistico alla loro azione. Bo, a volte confusionario ed a volte impreciso, ha saputo anche cogliere momenti in cui è riuscito un grave pericolo per la rete avversaria. Spinola si è prodotto in alcuni decisi e potenti tiri, qualcuno dei quali ha mancato il bersaglio di poco. Silano è stato all’altezza delle sue ultime esibizioni: nulla di eccezionale ma anche abbastanza per potersi salvare da una taccia di mediocrità. Baldi a più riprese di impiantare azioni di largo e sano respiro, riuscendovi qualche volta. L’Alessandria ha lasciato la solita impressione di squadra battagliera e già sin d’adesso ottimamente preparata atleticamente. Sino al novantesimo minuto i suoi giocatori si sono mossi sul campo con la stessa rapidità e il medesimo slancio del periodo iniziale. Il Torino ha premuto a tratti all’attacco nel primo tempo; dovendo però anche difendersi laboriosamente, ma mai con affanno. L’Alessandria ha contrattaccato nutritamente nella ripresa, dando un gravoso e appariscente lavoro a Maina. Colmato una volta il lieve svantaggio i grigi hanno però dovuto incassare un altro goal verso la fine dell’incontro, allorché il tempo stringeva e riusciva quindi più difficile rimontare ancora. Alla sua prima discesa Buscaglia rimaneva vittima dell’accennato incidente che lo costringeva rinunciare al resto della partita. Le azioni erano piuttosto disordinate e solo al 12’ Mosele doveva intervenire direttamente sul primo pallone inviatogli da Silano. Subito dopo, su passaggio di Bo il medesimo Silano sbagliava una facile occasione. Dopo due tiri di Milano e di Cattaneo, al 18’ Celoria mancava un’occasione d’oro, in modo talmente marchiano da provocare l’ilarità del pubblico. Il primo goal arriva al 36’: su un’azione alquanto confusa davanti Mosele, Bo spingeva la palla verso la rete alessandrina; sopravveniva Baldi che segnava da due passi. Al 43’ Cattaneo sfiorava la traversa con un bel tiro. La ripresa si apriva con due calci d’angolo contro il Torino. Quindi era il Torino che aveva una magnifica occasione per consolidare il suo vantaggio: Baldi lanciava Spinola che passava e convergeva al centro; Bo fintava e gli lasciava ancora il pallone davanti tutta la porta sgombra da qualsiasi difensore ad eccezione del portiere. Il tiro di Spinola era fortissimo ma troppo precipitato e la palla fischiava a pochi centimetri da un montante, quello a destra di Mosele. Alessandria pareggiava però al 28’: su avanzata di Borgo e passaggio a Notti questi si spostava verso la sinistra e mandava la palla a Cattaneo, evitando l’intervento di Maina che era uscito dai pali. L’ala destra dei grigi metteva la palla in rete senza remissione. Un calcio d’angolo per parte e quindi al 37’ il Torino segnava il goal della sua vittoria. Spinola dava a Baldi il quale, mentre davanti Mosele si creava una situazione ingarbugliatissima poteva far pervenire la palla sino a Bo che, ottimamente postato, la cacciava in porta con un tiro obliquo. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 15 ottobre 1934) Duello ai ferri corti è stato l’incontro tra le due squadre. Prive ancora di un solido impianto tecnico di gioco, entrambe hanno supplito con l’impeto alle manchevolezze. Non è quindi il caso di parlare di bel gioco e preziosità stilistiche in questa partita che è vissuta esclusivamente sulla lotta. L’Alessandria, incerti momenti, ha fatto meglio del Torino, ma la squadra granata merita tutte le attenuanti. Oltre al reparto attaccante – tutti lo sanno – nuovo di zecca, anche la mediana è stata rimaneggiata per l’assenza di Prato e di Bertini e oggi mancava, per giunta, anche del centroavanti titolare Lattuada (sostituito da Bo). Si aggiunga ancora che Buscaglia, il migliore coordinatore del gioco, si è infortunato in uno scontro con Borelli, all’inizio del gioco, ed è dovuto uscire dal campo per più non rientrarvi. Azioni veloci dalle due parti, interrotte da frequenti falli. Al 20’ l’Alessandria ha avuto una facile occasione per segnare, ma Ceresa ha sbagliato il tiro. Il Torino segna il suo primo goal al 37’: Spinola riusciva a giocare d’astuzia il mediano e correva verso la linea di fondo, a pochi passi dalla porta centrava a Baldi che raccoglieva e segnava. Nella ripresa il gioco si fa ancora più vivace. L’Alessandria, dopo avere sostato a lungo nell’area torinese, riesce a pareggiare al 28’: un’azione Borgo-Notti si conclude con un tiro di questi che dà modo a Cattaneo di mettere in rete. Al 37’, su rimando da metà campo di Zanello, il Torino segna il punto della vittoria: Baldi III centra, ma la palla rimbalza su un difensore e Bo ha modo di mettere in rete rapidamente. Nessun altro punto viene segnato malgrado il Torino sia numerose volte in angolo. («Il Littoriale», 15 ottobre 1934) IN MARGINE A UNA SCONFITTA Nessuna squadra in trasferta nella terza partita di campionato è riuscita a vincere in campo avversario, qualcuna ha pareggiato, una di esse ha avuto tutte le possibilità di aggiudicarsi la vittoria, invece è rimasta battuta: questa squadra è l’Alessandria. Tutte le volte che una squadra perde, affiorano le deficienze di alcuni giocatori, gli scricchiolamenti dei reparti, le lacune della tattica, della tecnica, della forza di volontà. A partita finita, tutti hanno trovata errata la tattica aggressiva dell’Alessandria: c’era il risultato pari, si doveva custodire. Però, ben pochi, dopo il goal di Cattaneo, credevano nella sconfitta dell’Alessandria, che nonostante la mediocre potenza e decisione di tiro dei suoi attaccanti giocava meglio che nella partita contro la Sampierdarenese. È doloroso per lo sportivo alessandrino dovere trangugiare l’amaro della sconfitta in una partita facile come quella di Torino. I goal dei granata sono stati tutt’altro che irresistibili, meno convincenti di quelli dei sampierdarenesi, in termine sportivo si possono definire rubati. L’Alessandria ha avuto i suoi difetti. Notti che contro la Sampierdarenese aveva segnato un goal magistrale col sinistro, non ha fatto un solo tiro a Torino, neppure col destro. È rimasto tardo e incerto; Celoria è calato paurosamente; Cattaneo ha spedito un bolide contro Maina ed è stato poco impegnato perché i nostri attaccanti e i mediani calciavano preferibilmente col piede destro e di conseguenza appoggiavano il gioco sul settore sinistro. Solo nella ripresa, allorché Cardini incominciò a conoscere il gioco dei compagni, Cattaneo lavorò con continuità creando azioni pericolose per Maina. Barale è stato un gigante; Costenaro ha tenuto tutta la partita; Milano si è fatto sorprendere sovente fuori posto; ottima la difesa ma troppo puerile nel disarmare in occasione di falli esistenti o inesistenti. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 20 ottobre 1934) RISULTATI: Ambrosiana-Triestina 7-0 Brescia-Milan 2-0 Fiorentina-Pro Vercelli 1-0 Lazio-Bologna 2-1 Napoli-Roma 3-2 Palermo-Livorno 2-2 Sampierdarenese-Juventus 0-1 CLASSIFICA: Juventus 6; Ambrosiana, Fiorentina 5; Lazio, Torino 4; Alessandria, Milan, Palermo, Sampierdarenese 3; Bologna, Brescia, Livorno, Napoli, Roma, Triestina 2; Pro Vercelli 0 MARCATORI 3 gol: De Manzano (Palermo), Guaita (Roma), Guarisi (Lazio), Meazza (Ambrosiana), Piola (Lazio) 2 gol: Baldi F. (Torino), Borel F. (Juventus), Buscaglia P. (Torino), Busoni (Livorno), Cattaneo (Alessandria), Fantoni J. (Lazio), Ferrari G. (Juventus), Ferraris P. (Napoli), Frione (Ambrosiana), Gringa (Fiorentina), Maini (Bologna), Porta (Ambrosiana), Reggiani (Brescia), Rossi (Milan), Scopelli (Roma)