Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
17-04-1932 - Giornata: 26 - Vercelli - Foro Boario


Pro Vercelli US - Alessandria US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 66. Ferraris (II) P. [Pr] 20. Cornara G.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Notti (I) Alfredo, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Zucchetti; Zanello, Dellarole (I) Achille; Ordazzo, Depetrini, Ardissone; Santagostino Ferdinando, Gatti, Piola, Seccatore, Ferraris (II) Pietro. All.: Nagy József.

Arbitro: Melandri Ermenegildo (Genova)
Note
Inizio gara ore 15:00. Secondo «La Stampa», la Pro Vercelli schierò Ferraris I in luogo di Ordazzo.

Commento
Al fischio dell’arbitro Melandri, i grigi tentarono risoluti di ghermire il successo e di sorprendere Zucchetti. Zanello rovesciava il pallone e, già dopo pochi minuti, un calcio d’angolo contro l’Alessandria dava un volto alla gara. Parve, sin dall’inizio, che la Vercelli intendesse sbrigar le cose alla svelta: Piola tentava la rete con un tiro all’indietro che sibilò sopra l’asta. Poi fu la volta dei grigi a trovare il lor varco fra Dellarole e Zanello: Zucchetti annullava una saetta di Avalle e rimandava lontano. Il giuoco non ristava a metà campo, la palla viaggiava a lunghe falcate e le difese gareggiavano in decisione e in bravura. Mosele inchiodava un tiro di Ferraris II da portiere di marca; un bolide di Marchina passava alto sui pali; una frecciata di Ardizzone fischiava a lato. Borelli impegnava Zucchetti, Avalle si faceva luce e Costenaro non cedeva a dismisura a petto del… duce. Un’azione della Vercelli veniva sciupata da Seccatore. Sul rimando, l’orgasmo di un bianco provoca un calcio d’angolo: nulla di fatto. La Pro Vercelli sferra un attacco serrato: il mezzo destro conclude… mandando alle stelle. Un nuovo corner contro i bianchi non dà esito alcuno. Mischia a trenta metri dalla porta: Zanello si fa soffiare la palla, dieci uomini ammassati sotto rete, Cornara si fa largo e, con un tiro preciso se non veemente, spiazza Zucchetti e segna. Il punto coglie la Pro Vercelli di sorpresa: i bianchi balzano all’offensiva, e non è trascorso un minuto che già i grigi – è Avalle che dosa male un passaggio – sono costretti a difendersi in corner. La pressione non scema: Ardizzone si sbarazza di Costenaro, ha la meglio su Lombardo, guida i bianchi due volte all’attacco. Mosele si difende a denti stretti: pari alla bravura del portiere, l’orgasmo dei vercellesi durante gli attimi d’oro. Ancora un calcio d’angolo senza costrutto. Ancora Ferraris, sfuggito a Avalle, piomba dinnanzi alla porta. Mosele esce prima del tempo: a rete scoperta, il pallone si perde in alto. La battaglia si placa: schermaglie delle mediane, prodezze delle estreme difese. Cornara, tutto solo a tu per tu con Zucchetti, spedisce a fianco del palo; lo emula Ferraris, che ha scavalcato Lombardo e ha solo Mosele di fronte. Il primo tempo si chiude in vantaggio dei grigi: il punto, se non la squadra che più permase all’attacco, premia quella che nel giuoco s’era mostrata più accorta. In complesso, non v’era stato – nei primi quarantacinque minuti – né il predominio dei bianchi né la prevalenza dei grigi: i primi avevano palesata la sterilità del loro quintetto d’assalto, con un Piola che aveva la benda sugli occhi e con lo stesso Ferraris sufficientemente impreciso; gli altri s’erano ostinati a non servirsi delle ali e a tenere il giuoco inchiodato al centro, dove le idee di Cornara non erano chiare e tutt’altro che redditizio il bel lavoro di Notti; le mediane, per contro, apparivano «a fuoco» sopra tutto in Avalle, da parte grigia e in Depetrini fra le bianche casacche: Costenaro non si piegava più che tanto nei confronti di Ardizzone, mentre Barale aveva la meglio a petto di Ferraris I. Saldissime le due difese: lo stesso giuoco delle mediane, oltremodo gagliardo, offriva il destro, tanto a Dellarole e Zanello quanto a Lombardo e Fenoglio, di lavorare con calma; Zanello, comunque, era sembrato il migliore così come Mosele soverchiava Zucchetti, il quale peraltro non ha commesso un errore e saprà finire la gara in pienissima grazia. Un tiro alto di Piola al primo minuto della ripresa; Cattaneo prima e subito dopo Seccatore s’incaricano di mandare a vuoto due superbe occasioni. La Pro Vercelli si installa nell’area grigia e vi permane a lungo: martella la difesa avversaria senza posa, si scaglia su Mosele, lo costringe a dar fondo a tutto il suo repertorio. A fil di palo, Mosele blocca un formidabile tiro di Ferraris. Di rado, l’Alessandria si divincola e tenta di riprendere l’offensiva: Ardizzone torna a inchiodarla nella sua area ed il lavoro dei terzini ridiventa affannoso. Nel pieno di un «serrate» vercellese, il goal esplode: è Ferraris II che, da venti metri con un tiro secco, batte Mosele. Il pareggio arroventa i bianchi: la battaglia assume ora un tono maschio, e affiora qualche rudezza che l’arbitro stronca. L’Alessandria subisce un calcio di punizione: poi, approfitta di un attimo di ristagno nelle file dei bianchi e si getta decisa all’attacco. Barale, da metà campo, costringe Zucchetti a salvare in corner. Ferraris II riporta la minaccia in campo grigio: Piola esce dall’ombra ed Ardizzone riprende il comando della contesa. La battaglia non ha più storia se pure il fuoco non scema: Lombardo annulla ogni sgroppata dei bianchi, Zanello frantuma tutte le grigie incursioni. Il punteggio non muta. Forse la vittoria fu più vicina alla Pro Vercelli, il cui «serrate» finale ebbe il vigore di un tempo: forse gli uomini in maglia bianca la meritavano nella ripresa più di quanto gli stessi grigi non tentassero di ghermirla. Maggior ordine nei ranghi dell’Alessandria: e, nel complesso, un giuoco più fresco, più duttile e più ricco di idee. Una gara – quella dei grigi – governata dalla calma. Ignoro se altre compagini avrebbero retto a taluna delle offensive dei bianchi. Più quadrata la Pro Vercelli. Più possente nel reparto di mezzo, che il solo Avalle poté fronteggiare senza scapitarne, tanto Ardizzone che Depetrini. Più solida nell’estrema difesa, se pure quella dei grigi sfoggiò vigore da vendere. Più incisiva la stessa linea d’attacco, nonostante le pecche di Piola; l’assenza di Scagliotti ha tolto ogni mordente al quintetto dei grigi, che oggi fra l’altro aveva all’ala destra poco meno che un’ombra. Notti lavorò come un negro e fu in effetti, più che non fosse Cornara, il capo e la guida della pattuglia; altra cosa giudicarne il rendimento. Marchina si prodigo a tutto spiano: più generoso che utile. La squadra oggi – oltre che sulla coppia dei terzini, entrambi mobili e sagaci – si resse per la mediana e gravitò tutta su Avalle, non tanto per il lavoro di distruzione che il nazionale seppe compiere da par suo, soprattutto per la chiarità delle idee e per quella sana impostazione di gioco che, sola, in una gara di questa fatta, poteva dar frutti. Più incisivo, abbiamo detto, l’attacco dei bianchi. Mosele, infatti, ebbe lavoro più di Zucchetti, tanto in mole che in qualità. (Mario Ferretti, «La Stampa», 18 aprile 1932) I bianchi hanno attaccato in prevalenza ma, salvo in qualche rara occasione, lo stile stesso delle azioni offensive ha reso facile il compito dei difensori avversari. Le puntate più pericolose sono partite dai ripetuti, preziosi allunghi all’estrema di Ardissone; ma il lavoro dei cinque uomini di punta è stato troppo lento e privo di mordente. Nel grigiore generale, il reparto sinistro è riuscito a farsi luce, perché Seccatore e Ferraris II hanno indubbiamente fornito il miglior lavoro. Piola, al centro, ha avuto qualche buon momento, ma sotto la rete di Mosele si è invischiato col pallone ai piedi. Gatti non è forse in vena e con Santagostino ha costituito il punto più debole dello schieramento offensivo. Nella mediana vercellese, ha debuttato, al posto di Ferraris I, il giovane Ordazzo. Il compito di Ardissone, assolto come sempre egregiamente, divenne di conseguenza più pesante. Dei due terzini, Dellarole è stato migliore. Come squadra, l’Alessandria è piaciuta. L’undici è un solido blocco, che non accusa incrinature di sorta. Sicuro e netto il tocco della palla ed intelligente e rapida la smarcatura degli uomini che sanno, con pochi passaggi, cogliere sguernita la difesa degli avversari. Mosele è un portiere di classe, ma anche Lombardo e Fenoglio gli fanno buona guardia. Mediani ed attaccanti lavorano con intesa perfetta. Del quintetto, il più attivo fu Notti. Arbitro Melandri. Piola, ostacolato da un terzino avversario, effettuava una rovesciata che sfiorava la traversa. I grigi tentavano le prime puntate. Già al 15’ Zucchetti era invitato ad una intempestiva uscita che avrebbe potuto costargli cara. Ma, al 20’, i grigi segnavano il loro punto. Borelli, non efficacemente ostacolato da Zanello, porgeva a Cornara che, con tiro a lato, sorprendeva Zucchetti. La risposta vercellese trovava vigili i difensori grigi. Un tiro a candela di Ardissone poi un altro di Ferraris impegnavano seriamente Mosele. I bianchi iniziavano la ripresa colla ferma intenzione di raggiungere e sorpassare i valorosi rivali. L’attacco aveva alle volte il carattere dell’arrembaggio, tanto era impetuoso e disordinato. Nell’attimo decisivo, Piola si faceva così soffiare infinite volte la palla; ma al 21’ il pareggio era finalmente raggiunto. Gatti allungava a Ferraris II, che effettuava un tiro secco come una frustata; il bravo Mosele scattava come una molla e poteva ancora raggiungere, col palmo d’una mano il pallone che, per l’effetto ricevuto, dopo aver rimbalzato sotto la rete, ritornava in campo. I bianchi insistevano all’attacco, ma i grigi resistevano bene ed anzi, per merito principale di Notti, portavano qualche pericoloso attacco alla rete vercellese. («La Gazzetta dello Sport», 18 aprile 1932) DUE BRILLANTI PARTITE DEI GRIGI A VERCELLI E A ROMA Il campionato italiano è entrato nella sua fase più appassionante dell’annata. Dopo sette mesi di lotta aperta, dopo che tutto pareva volgesse a favore del Bologna il quale sembrava irraggiungibile, ecco il duplice infortunio, di Genova e di Milano, dei rosso-bleu, donare il fascino dell'incertezza alla lotta per la conquista del titolo di campione. La Juventus è passata al comando della classifica dopo un accanito inseguimento durato ventisei domeniche. Ma è passata al comando non unicamente per virtù propria, ma per il valore di altre squadre che hanno saputo fermare nella marcia vittoriosa, i veltri bolognesi. La bellezza di questa lotta aumenterà ancora man mano che il campionato si approssima alla fine. Juventus e Bologna sentono entrambe la necessità di dover lottare fino all’ultimo per il conseguimento del loro ideale. Ed in questa lotta anche l’Alessandria sarà chiamata a fare la parte di terza incomoda, perchè essa dovrà ospitare il Bologna. E' questa un'altra partita che sin d’ora appare decisiva agli effetti della conquista dei titolo di campione. La squadra grigia appare quindi un po’ arbitra della situazione. Essa si trova in un momento particolarmente felice, per cui si può prevedere che la partita fra grigi e rossobleu assumerà, una importanza eccezionale e desterà un vivissimo interesse in tutti gli sportivi italiani. La lotta per le piazze d’onore Se la battaglia fra Juventus e ’Bologna per la conquista del titolo, desta un interesse morboso, non meno importante appare la lotta fra le squadre di centro per la conquista delle piazze d'onore. L’Ambrosiana, battendo il Bologna e la Roma, pareggiando con la Juventus, si sono insediate al terzo posto. L-a Fiorentina col punto strappato a Roma è rimasta al quinto posto.' Apparigliata alla Fiorentina è la squadra grigia che nelle due recenti partite di Vercelli e di Roma è riuscita a strappare due punti. L’Alessandria è così giunta, dopo ventisette partite, a trenta punti (lo scorso anno in 34 partite ne aveva sommati solo ventisei) e ad occupare il quinto posto di classifica alla pari con la Fiorentina. Bisogna convenire che l’Alessandria sta disputando quest’anno un magnifico campionato. Il massimo dei punti raggiunti dalla squadra grigia, da quando è stato instaurato il girone a 18 squadre, è stato di trentasei punti nell’annata 1929-30. Sarà quest’anno superato tale punteggio? Crediamo di si perché l’Alessandria ha ancora da giuocare quattro partite in casa (Casale, Pro Patria, Bologna e Torino) e tre fuori (Triestina, Fiorentina e Modena). Particolarmente importante appare la partita di Firenze nella quale la squadra grigia giocherà probabilmente una carta decisiva per la conquista del terzo posto. Dal pareggio di Vercelli... Domenica e giovedì la squadra grigia ha affrontato due durissime partite sui campi del Vercelli e della Lazio ed è uscita, da entrambi gli incontri, imbattuta. Dopo la parentesi di due sconfitte la squadra grigia ha ripreso il suo cammino vittorioso e nelle ultime tre partite non ha subito - nessuna sconfitta. A Vercelli, il pareggio è stato più che meritato. Partita assai veloce, scevra da ogni durezza e quindi doppiamente bella. L’uno a uno dei grigi ha il valore di una vittoria morale, perchè i vercellesi, in questo finale di campionato, col pericolo alla gola della retrocessione, hanno tirato fuori gli unghioni per strappare alcune vittorie ad essi indispensabili per allontanarsi dal pericolo della retrocessione. A Vercelli, roccaforte del calcio provinciale, tutte le migliori squadre non sono riuscite a strappare il successo. Genova, Ambrosiana, Torino hanno conosciuta l’amarezza della sconfitta e Bologna, Roma e Napoli hanno dovuto accontentarsi del pareggio. L'impresa dei grigi appariva quindi, alla vigilia, - alquanto dura, tanto più che la Pro Vercelli si trovava in un momento particolarmente felice. Ma l’Alessandria, attualmente più mai in vena di prodezze, ha sconvolto ogni previsione, strappando un pareggio significativo e sfiorando più volte la vittoria. Es; sa è riuscita a segnare il suo goal, nel primo tempo, attraverso una marcata superiorità di giuoco. Nella’ ripresa i vercellesi spronati alla vittoria dall’incitamento della folla, sono apparsi più aggressivi ed hanno costretto la difesa grigia ad un duro lavoro. Ma il sestetto grigio, come una torre che non crolla, ha resistito, con calma olimpica, ai serrati attacchi vercellesi ed è stato battuto una sola volta. Veramente possente è stato il giuoco svolto dai sei uomini della difesa grigia, i quali hanno saputo imporre il loro giuoco alle irruenti azioni vercellesi. Ed il fatto di aver piegato una sola volta dice con quale animo e volontà, essi abbiano combattuta e vinta la battaglia . . . . a quello di Roma Anche a Roma, contro la Lazio, la squadri grigia è riuscita a strappare il pareggio. Questa partita è stata assai più dura della precedente e la squadra alessandrina ha dovuto sfoderare tutte le risorse della sua classe per rimontare uno svantaggio che pareva incolmabile. Colta come di sorpresa, la squadra grigia ha subito, nella prima mezz’ora di giuoco, l’agile offensiva degli azzurri della Lazio, i quali sono riusciti a violar due volte la rete di Mosele. Di questi due goals uno però avrebbe dovuto essere annullato, perchè la palla era uscita in precedenza dalla linea di fondo. Lo spauracchio della sconfitta ha messo le ali ai piedi dei grigi. Prima della fine del tempo essi infatti riuscivano a violare la rete avversaria. Ma l’arbitro, annullava il «goal» per un fuori giuoco inesistente. La dea bendata pareva volesse giuocare ai grigi un brutto tiro. L’arbitro, dopo aver convalidato un irregolare goal della Lazio, annullava un validissimo goal dei grigi. Per nulla demoralizzati' da questi due infortuni i grigi nella ripresa hanno dimostrato di volere la vittoria. La squadra è apparsa, nell’ultima mezz’ora di giuoco, in tutto degna del suo alto valore. Il caratteristico giuocò dei grigi è apparso in tutta la sua bellezza. La Lazio ha dovuto così difendersi disordinatamente di fronte alle classiche azioni del quintetto grigio sorretto da una mediana possente. E il pareggio è venuto. A venti minuti dalla fine i grigi perdevano ancora due a zero. In due minuti essi hanno segnato due «goals» e nell’ultimo quarto d’ora di giuoco, per pura sfortuna non hanno conquistata la vittoria. . Il fatto di aver saputo rimontare lo svantaggio di due «goals», su di un campo avversario e contro una squadra che era riuscita a piegare alla sconfitta squadroni di classe come Bologna, Juventus, Fiorentina, Torino, Pro Vercelli ecc., dimostra che la squadra possiede non solo, classe e stile ma. anche una forza di recupero non comune, E con tali elementi tecnici e morali, la squadra grigia continua la sua marcia ascensionale verso e posizioni d’avanguardia alle quali molte squadre quotate all’inizio della stagione per la conquista del titolo, mirano ancora ma con minori probabilità di riuscita. (Il Piccolo, T.P., 23/04/1932) RISULTATI: Ambrosiana-Bologna 4-3 Bari-Torino 3-2 Brescia-Pro Patria 0-0 Casale-Napoli 1-0 Genova 1893-Lazio 1-0 Juventus-Triestina 4-2 Modena-Milan 2-1 Roma-Fiorentina 1-1 CLASSIFICA: Juventus 39; Bologna 38; Ambrosiana, Roma 31; Fiorentina 30; Alessandria 29; Milan, Napoli, Torino 28; Genova 1893 25; Casale 24; Pro Patria 23; Lazio, Pro Vercelli 22; Triestina 19; Bari, Modena 18; Brescia 15.