Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
07-02-1932 - Giornata: 19 - Genova - Luigi Ferraris


Genova 1893 CdC - Alessandria US 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 24. Casanova O. [Ge] 25. Marchina L.[A], 53. Cornara G.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
GENOVA 1893 CdC: De Prà; Poggi (I) Luigi, Pratto; Bonilauri, Frisoni (I) Berardo, Orlandini; Carpi, Spósito, Banchero (I) Elvio, Mazzoni, Casanova. All.: Rumbold Karl.

Arbitro: Guarnieri Amedeo (Milano)
Note
Giornata serena, terreno perfetto. Inizio gara ore 14:30. «La Gazzetta dello Sport» attribuisce la seconda rete dell’Alessandria a Scagliotti.

Commento
Continuano le disavventure del Genova e continua, per contro, l’ascesa dell’Alessandria. La squadra rossoblù, una delle grandi favorite del torneo, è irreconoscibile da quella dei bei giorni. Nei suoi ranghi non v’è che confusione, orgasmo; la compagine appare priva di chiare idee di gioco. Quasi si direbbe che, conscia delle proprie debolezze, è rassegnata alla sconfitta, per poco che gli avversari spingano a fondo. Così è stato ieri, tanto che, dopo appena un minuto di gioco, si offerse all’Alessandria un’occasione d’oro per strappare un immediato vantaggio. Il caso volle che i grigi non ne approfittassero poiché Cornara, che pure è giocatore dal tiro secco e preciso, calciò alto sul goal dopo di essersi portato, con una veloce incursione, a pochi passi da De Prà. Anche se il bersaglio venne mancato in pieno quando ormai pareva facilissimo da raggiungere, l’Alessandria avvertì il Genova, con questa sua fulminea minaccia, che era decisa a battersi per la vittoria come quindici giorni prima aveva fatto a Torino, incurante dello svantaggio del campo avverso. C’era da attendersi allora che il Genova desse battaglia. I rossoblù, si sa, hanno al proprio passivo una serie di sconfitte che condanna la squadra ad occupare in classifica una posizione punto rassicurante. Avrebbero dovuto quindi battersi con forte volontà, avere decisione nelle offensive, manovrare d’intesa per costringere alla resa Mosele. Invece, la partita si mise sui binari di una calma assoluta. Il Genova poggiò la maggior parte delle sue azioni su Casanova, e l’estrema sinistra fece del suo meglio per passare, ma Avalle e Lombardo gli sbarrarono costantemente il passo. Al centro intanto, e sulla destra, non si combinava nulla di buono. Banchero era nettamente controllato da Costenaro, Mazzoni si sbizzarriva in una serie di piccole inutili bravure, buone per un giocoliere ma non pratiche per chi deve mettere i compagni nella possibilità di giovarsi del suo gioco, e Spósito, infine, appariva sfuocato, sì da giungere sempre in ritardo in linea quando ivi poteva essere utile la loro presenza. Il goal del Genova, segnato al 24’ di gioco, giunse quindi come una sorpresa, poiché sino ad allora l’Alessandria non era stata mai veramente in pericolo. Avvenne dunque che Mazzoni effettuò un passaggio a Spósito e questi allungò a Carpi, sulla destra. L’ala calciò così lungo che la palla finì a Casanova, in quel momento non vigilato da alcun grigio. Casanova, avanzando, si serrò rapidamente verso il centro e Mosele, che gli uscì incontro con un impercettibile ritardo per gettarglisi sui piedi, si vide passare la palla fra le gambe e fu battuto. Poteva essere questo il punto di partenza per la resurrezione dei rossoblù, ed invece non s’era spento ancora l’urlo della folla esultante che già l’Alessandria aveva riconquistato il pareggio con uno splendido goal segnato da Marchina, su passaggio di Avalle. Il tiro, eseguito in corsa, fu così secco e preciso che il tuffo di De Prà risultò del tutto inutile. Il Genova non trovò la forza per reagire e poco mancò anzi che al 33’ i grigi cogliessero il secondo successo allorché Marchina, irrompendo fra Pratto e Poggi per raccogliere un prezioso centro di Cattaneo, fallì la palla a pochi passi da De Prà e rotolò a terra trasportato dallo slancio della rincorsa. Il tempo finì lasciando le due squadre alla pari, e quando i ventidue uomini si ripresentarono in campo fu l’Alessandria ad attaccare per prima. Il Genova incassò un corner, costrinse gli avversari a subire a loro volta un calcio d’angolo e poi dovette subire all’8’ il secondo goal. Il punto venne segnato con un forte colpo di testa da Cornara, il quale raccolse proprio davanti alla porta genovese l’unico traversone che Borelli eseguì veramente bene nel corso di tutta la partita. Questo secondo punto dei grigi disorientò del tutto il già disunito undici rossoblù. Il Genova, sotto l’incubo della sconfitta, si gettò disperatamente all’attacco ed allora le sue pecche, le sue deficienze attuali, apparvero ancora più palesi. L’offensiva non dette i frutti sperati sia per la strenua difesa dei piemontesi sia anche perché la linea attaccante rossoblù, già di per sé mancante di penetrazione, si trovò priva dell’aiuto della mediana. Frisoni, che s’era prodigato in uno sfibrante lavoro per sospingere i suoi avanti e per contenere quelli alessandrini, si trovò esausto di forze e passò all’estrema sinistra facendosi sostituire da Casanova, ma il mutamento a nulla valse e l’Alessandria seppe difendere meravigliosamente il vantaggio conseguito. Mosele effettuò parate su parate, compì voli spettacolosi sulla palla, a rischio anche della… propria incolumità, ogni volta che si creò qualche mischia davanti alla sua porta. Lombardo e Fenoglio si batterono come leoni e Borelli arretrò in sostituzione di Barale che, duramente toccato da Spósito in una melée seguita ad un calcio d’angolo, andò fra gli avanti, impossibilitato però a svolgere un gioco regolare. Il Genova attaccò a lungo, ma tale fu sempre la indecisione dei suoi avanti che non diede mai l’impressione di segnare, e si lumeggia bene la situazione quando si dica che l’Alessandria corse il pericolo maggiore allorché, al 15’, Fenoglio deviò fortissimo in porta un tiro di Banchero, costringendo Mosele, che s’era proiettato in tuffo dalla parte opposta, ad una parata di fortuna. I grigi riuscirono del resto a rompere di tanto in tanto l’offensiva genovese ed i loro contrattacchi poterono ogni volta mettere in difficoltà la difesa avversaria, poiché Pratto e Poggi, che si spingevano sino a metà campo per risospingere all’attacco i propri forwards ogni qual volta gli alessandrini riuscivano a respingere lontano, si trovavano costretti a retrocedere precipitosamente. Marchina poté in tal modo entrare al 26’ in piena area genovese con la palla fra i piedi ed impegnare De Prà in una difficile parata a terra. Mancavano dieci buoni minuti al termine quando il pubblico, deluso e convinto dell’inanità degli sforzi dei rossoblù, cominciò a sfollare il campo, e quegli spettatori che rimasero sino al fischio finale dell’ottimo Guarnieri furono prodighi di applausi ai vittoriosi e salutarono con una fischiata, forse senza precedenti sul campo del Genova, i rossoblù, che se ne uscivano dal campo a capo chino, avviliti per la sconfitta ed allo stremo delle proprie forze. L’Alessandria ha mostrato anche ieri di marciare assai bene. La squadra ha una difesa ferrea, una mediana coi fiocchi che si giova del lavoro costante di quel gagliardo ragazzone che è Costenaro, della valentia di Avalle in splendente forma, della tenacia di Barale che vale per l’undici grigio più di un campione di grido. Fu peccato davvero che l’attacco mancasse di Perazzo, l’estrema sinistra che tanto piacque nel match con il Torino, poiché Borelli, che lo sostituiva, a furia di cambiar posti in squadra, ha finito con l’annebbiare le sue doti di avanti. Comunque, fecero assai bene tanto Marchina quanto Cornara, tanto Scagliotti quanto Cattaneo. L’Alessandria, se pure nella ripresa fu costretta a difendersi, giocò assai meglio del Genova e meritò ampiamente la vittoria. Lanciatissima, la compagine grigia sta avanzando irresistibilmente verso quelle posizioni che è ben degna di occupare. Di questa ascesa va data lode ai giocatori, che si battono con cuore indomito; al trainer, che nel giro di pochi mesi ha saputo affinarne le doti; ai dirigenti, che nei giovani hanno avuto fiducia e che vedono ora premiato il loro lavoro coscienzioso e meritorio. Dolenti note per il Genova. Come si sa, tre giocatori, Bacigalupo, Gilardoni e Levratto, sono stati sostituiti nei rispettivi ruoli, ma non s’è ottenuto nulla egualmente. Abbiamo detto della debolezza della mediana e delle incertezze dell’attacco; purtroppo, attualmente anche Pratto non è in forma, ed allora del suo giuoco appaiono più facilmente i difetti che i pregi. La squadra in blocco è l’ombra di se stessa e non si riesce a vedere come e quando potrà essere sanata dei suoi mali. Occorrerà certo molto lavoro e molta volontà per risorgere. Tutto sta nel vedere se in casa dei rossoblù si saprà lavorare con accortezza e volere con ferma decisione. L’incontro si è svolto alla presenza di un pubblico numerosissimo e su di un terreno ideale, in una giornata di sole splendente. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 8 febbraio 1932) La partita si è iniziata con un brivido per la folla. Dopo due battute iniziali, Costenaro allungava la palla al centro, Pratto cercava di effettuare il rinvio, ma sbagliava l’entrata e davanti a De Prà si profilava la minaccia di un Cornara solo, velocissimo, il pallone legato al piede. Più nulla da fare, sentenziava tutto il campo. Ed invece, la palla finiva in fondo del campo. Si traevano, da questo scampato pericolo, i migliori auspici, tanto più che il Genova lavorata con impeto insolito quasicché la squadra avesse avuto una iniezione salutare. Ma l’Alessandria non era da meno, e ben presto rivelava la salda intelaiatura del suo giuoco. La partita si equilibrava. Le squadre giuocavano entrambe con volontà tenace, ma la qualità del gioco architettato sul terreno era ben diversa: lineare, limpido e sempre pericoloso quello dei piemontesi, arruffato e sterile quello dei genovesi. I quali erano peraltro i primi a segnare, dopo aver subito due corners (15’ e 16’) ed avere sfiorato il successo con una rovesciata fulminea di Mazzoni. Si era al 24’ quando Banchero lanciava Spósito. Questi rimetteva la palla a Carpi, centrava lungo su Casanova: il reggiano raccoglieva di punta, a due passi dalla rete, e saettava irresistibilmente. Non s’erano ancora spenti gli incitamenti della folla e già l’Alessandria giungeva al pareggio. Bonilauri si lasciava battere da Marchina, il quale irrompeva in area di rigore genovese con due guardiani alle costole, ma poteva lasciar partire una stupenda cannonata che s’infilava in angolo. E fu, a nostro giudizio, questo colpo che fiaccò il Genova. I grigi, improvvisamente, si trovarono di fronte un avversario ch’era facile comandare, eludere, impastoiare. La squadra rossoblù crollava: non un reparto teneva più i collegamenti con l’altro, non una linea si palesava immune da falle. I rossoblù erano ancora inebbriati per avere conquistato una posizione che già il nemico li batteva da una quota identica. E per tutta la partita, salvo sporadiche reazioni, generose ma inutili, la solfa fu questa. Anche quando i locali poterono installarsi in area avversaria, i grigi furono sempre più pronti, più decisi, più veloci di loro. Riprendiamo la cronaca al punto in cui la lasciammo. Prima della fine del tempo iniziale, il Genova minacciava seriamente Mosele con un colpo di testa di Bonilauri, messo in corner; e gli ospiti sfioravano altre due volte il successo per centri di Cattaneo sbagliati di poco sia da Cornara che da Marchina. Nella ripresa, continuava il battibecco dei calci d’angolo, finché all’8’ la partita si decideva. Borelli se ne fuggiva tutto solo, centrava a pennello, Scagliotti di testa raccoglieva e inviava verso la rete: De Prà sfiorava con le mani la palla che raggiungeva il fondo del sacco. E da allora alla fine, un’Alessandria schierata quasi completamente in difesa, asserragliata davanti al suo meraviglioso seppur fortunato portiere: ed un Genova convulso, disperato, proteso con le ultime forze alla conquista del pareggio. Casanova finiva centrosostegno, Frisoni ala sinistra: nulla di mutato. Al 26’ su un’azione del trio di punta alessandrino, Cornara proiettava verso la rete genovese una palla che De Prà fermava per miracolo. Due, tre, quattro occasioni favorevoli per i rossoblù venivano malamente sciupate dalla persistente disdetta. La fine giungeva tra un diluvio di applausi per i vincitori. Bella squadra, quella di Barale. Possente, omogenea, animata da un entusiasmo incrollabile: solo la provincia sa dare spettacoli tanto belli di fede e di fierezza. Mosele apparve un autentico asso: i terzini non sbagliarono una palla, e specialmente Fenoglio fu accorto e tempestivo. Costenaro, al centro della mediana, non mollò un solo istante; egli non fece cose spettacolose, ma la sua fatica fu sempre redditizia e i suoi interventi raramente fallirono. Un ragazzo che è una quercia: sgrossato, potrà diventare un signore del suo ruolo. Avalle e Barale non meritano altro elogio che quello spontaneo provocato dal loro nome. La prima linea: è forse la vera e propria caratteristica di questa squadra, in quanto i cinque avanti grigi possiedono un’intesa così perfetta e così chiara che ogni loro abbozzo di offensiva si completa in tre passaggi e si conclude con l’immancabile pallone da rete. Cornara fu qualche volta tradito dall’emozione, ma sempre si distinse: Cattaneo e Marchina lavorarono con assiduità e tenacia. Bene anche Borelli e Scagliotti. Del Genova, poco da dire. La squadra, nel suo significato di ente formato da singole unità, non è esistita. Si sono visti undici giuocatori, ognuno dei quali ha risposto sempre da solo ai temi che gli ha proposto l’avversario. Ieri i rossoblù sono apparsi di una generosità immensa, fino a che le forze non li tradirono: ma non diedero che rarissime volte l’impressione di saper giungere in area di rigore avversaria con idee tattiche, chiare e precise. De Prà fece poco e non gli si possono imputare i due goals: Poggi e Pratto alternarono buoni rimandi a grossi errori; la mediana non esistette che sulla sinistra, fu nulla sulla destra, poco di più al centro. L’attacco ebbe in Casanova e Mazzoni soltanto gli elementi attivi e precisi. Senza regola di gioco gli altri. («La Gazzetta dello Sport», 8 febbraio 1932) Un’altra amara delusione per il pubblico genovese, che si attendeva dal Genova una prova che la riabilitasse dopo le cattive partite di Vercelli e di Bari. La squadra rossoblù, nuovamente rimaneggiata per l’assenza di Bacigalupo, Gilardoni, Levratto e Patri, ancora una volta ha palesato le sue ormai croniche deficienze: scarsità di rendimento della linea attaccante slegata, priva di idee ed incapace di realizzare nell’area di rigore avversaria; insufficienza della linea mediana, mai come oggi sfuocata e disarticolata. Ad aggravare la situazione dell’undici rossoblù ha contribuito anche l’incerto comportamento della difesa, che non ha avuto in Pratto l’uomo delle giornate migliori. Al contrario del Genova, l’Alessandria si è fatta ammirare per l’equilibrio dei suoi reparti, la fusione e l’insieme, ed ha svolto un giuoco intelligente, brillante e veloce, ricco di foga e di slancio, ma nello stesso tempo tecnico e giudizioso. Ottima in difesa con un Mosele in gran forma e con due terzini sicuri e precisi, l’Alessandria ha rivelato la sua vera forza nella linea mediana, che ha tenuto il campo con autorità dal primo all’ultimo minuto di giuoco. Costenaro, al centro, non ha trovato molto difficile il compito di controllare a dovere Banchero impedendogli di rendersi pericoloso; Avalle e Barale, a loro volta, hanno saputo validamente tenere a freno Mazzoni e Spósito. Anche nel rifornimento dei palloni la mediana dei grigi ha svolto un lavoro utilissimo. L’attacco ha avuto periodi felici, ma non sempre si è dimostrato risoluto nel tiro in porta. Eccellente il reparto destro per la bella intesa fra Cattaneo, Scagliotti e Cornara. Del Genova abbiamo detto; aggiungeremo che fra i rossoblù si sono distinti De Prà, Poggi, Frisoni, che però è calato verso la fine, e Casanova. L’incontro non offre molti spunti alla cronaca. Al fischio di inizio, il Genova ha la palla, ma la prima azione è dei grigi i quali, per poco, non pervengono al successo al secondo minuto. Approfittando di un errore di Pratto, Cornara fugge tutto solo verso la rete di De Prà e, da una diecina di metri, scocca il tiro: il pallone, però, passa sopra la traversa. Azioni alterne per una ventina di minuti, durante i quali l’Alessandria ottiene un corner e il Genova due. Al 24’ Mazzoni abbozza un tema di attacco facendo viaggiare Spósito, il quale allunga il pallone a Carpi; il centro di questi non è raccolto da Mosele, cosicché Casanova può segnare per il Genova. L’entusiasmo dei supporters rossoblù per l’atteso goal è destinato a durare poco tempo. Infatti, due minuti dopo, l’Alessandria pareggia con Marchina, che su passaggio di Avalle taglia fuori Pratto e segna imparabilmente. Il Genova abbozza qualche discesa, che non sempre riesce a concretarsi in minaccia per la rete alessandrina. Al 30’ Banchero impegna Mosele in una parata eseguita con perfetta scelta di tempo, poi, l’Alessandria risponde, e un preciso centro di Cattaneo è sciupato da Marchina, che manda a lato. Al 39’, corner contro l’Alessandria: tira Carpi, Bonilauri di testa tira in rete, ma Mosele respinge. Un corner per parte nei primi minuti della ripresa. Ed ecco, all’8’, il goal che darà la vittoria all’Alessandria. Ne è autore Cornara che, di testa, devia in rete un centro di Borelli; De Prà riesce a toccare il pallone, ma non può impedire che esso rotoli in rete. Il goal sembra finalmente scuotere i rossoblù, che infittiscono i loro assalti alla rete di Mosele, il quale sbriga con bravura un lavoro assillante. Corner contro Alessandria al 13’: nulla di fatto. In due mischie pericolose, Mosele si salva fortunosamente. Verso la mezz’ora di giuoco, Barale, leggermente contuso, passa all’ala sinistra e si fa sostituire da Borelli. Anche Casanova e Frisoni, nelle file del Genova, si scambiano il posto. Per quanto la pressione dei rossoblù si accentui, il Genova non riesce a concretare la sua superiorità. Un corner contro Alessandria al 33’ e qualche rabbiosa incursione dei rossoblù nell’area avversaria riassumono la cronaca degli ultimi minuti di giuoco. («Il Littoriale», 8 febbraio 1932) LA GRANDE PARTITA DI GENOVA La seconda giornata del girone di ritorno annuncia partite del massimo interesse. Mentre il Bologna avrà una partita piana contro la Bari, la Juventus dovrà affrontare lo squadrone partenopeo; l’Ambrosiana sarà ospite del Torino; Vercelli e Casale daranno vita ad una grande battaglia provinciale; la Fiorentina collauderà la rinnovata efficienza dei bresciani; il Milan ospiterà la rinata Lazio, e l’Alessandria giuocherà, a Genova una partita che per i suoi precedenti, e per la classe delle due squadre, è considerata di cartello. Basta infatti l’annuncio di una partita fra queste due squadre per far accorrere sui campi, sia di Genova che di Alessandria, una folla imponente. Le partite fra grigi e rosso bleu hanno un fascino particolare. L’eterno spirito di emulazione dei grigi e lo spavaldo tono di superiorità dei genovesi hanno sempre reso le partite sommamente avvincenti e passionali. Anche la partita di domani non sarà certamente meno avvincente delle precedenti perchè la squadra grigia si trova in un periodo splendente di freschezza, ed il Genova, che possiede atleti di indubbio valore, cerca affannosamente la sua giornata di resurrezione, per far dimenticare ai suoi supporters le dolorose sconfitte subite nelle ultime partite. Si troveranno quindi di fronte domani due squadre disposte ad una grande battaglia, due squadre disposte a tutto osare pur di imporsi l’una all’altra. La partita del girone d’andata si è svolta, sul campo del Littorio, alla presenza di una folla imponente. Le due squadre hanno segnato due goals ciascuna in novanta minuti di lotta estenuante ed avvincente. Il Genova si trovava allora in piena efficienza mentre l’Alessandria non aveva ancora trovato l’amalgama fra i vari giuocatori. Attualmente l’Alessandria, sia per la miglior posizione di classifica, che per la migliore chiarezza e semplicità delle sue azioni, appare leggermente superiore al Genova. (Il Piccolo, 06/02/1932) RISULTATI: Genova-Alessandria 1-2 Torino-Ambrosiana 2-1 Bologna-Bari 2-0 Brescia-Fiorentina 0-1 Napoli-Juventus 2-0 Milan-Lazio 2-0 Pro Patria-Casale 3-1 Casale-Pro Vercelli 0-1 Roma-Triestina 1-0 CLASSIFICA: Bologna p.32; Juventus 29; Roma 26; Inter, Fiorentina 24; Milan 23; Torino 22; Napoli 21; Alessandria 20; Pro Vercelli 17; Lazio, Casale 16; Genova 15; Pro Patria 14; Triestina 13; Bari 12; Modena 11; Brescia 10