Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
24-01-1932 - Giornata: 17 - Torino - via Filadelfia


Torino FBC - Alessandria US 1 - 3 (0 - 1)
RETI: 68. Pasi Giudicelli F. [To] 43. Marchina L.[A], 59. Scagliotti C.[A], 83. Perazzo O.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Perazzo Osvaldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
TORINO FBC: Maina; Monti (III) Feliciano, Martin (II) Cesare; Martin (III) Dario, Pasi Giudicelli, Janni; Prato, Vezzani, Libonatti, Bo, Silano. All.: Aliberti Giuseppe.

Arbitro: Caironi Camillo (Milano)
Note
Angoli: 9-2. Pubblico abbastanza numeroso. Giornata serena, terreno pessimo. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Il Torino, mancante di Rossetti e Bosia e con una formazione di ripiego in prima linea, ha dovuto cedere di fronte ad una Alessandria veloce e decisa. A parte l’inconcludenza dell’attacco, dove rientrava Vezzani, anche gli altri reparti della squadra hanno svolto un gioco fiacco e disordinato. Più di tutte è mancata la seconda linea, dove il solo Martin III è riuscito a farsi notare per una certa efficacia di stile; Giudicelli e Janni hanno avuto soltanto un buon periodo all’inizio della ripresa dopo aver giocato un primo tempo primo di rilievo. Anche la difesa è apparsa discontinua ed è mancata specialmente in decisione; il portiere Maina, che sostituiva Bosia, ha avuto qualche ottima parata: i tre goals non possono essergli imputati. L’attesa per la prova di Vezzani era altissima nel pubblico, che ricordava le prodezze del brillantissimo attaccante d’un tempo. Non si può certo dire che l’atleta sia totalmente mancato; ha anzi dimostrato di possedere intatto il fine intuito e la nitidezza di giuoco che furono le sue doti migliori. Ma difetta ancora in scatto, né si può certo pretendere da un giocatore che è stato oltre due anni lontano dai campi di gioco di riprendere di colpo la forma perfetta. Libonatti, non del tutto guarito dalla contusione prodottasi nell’incontro di due domeniche fa, non ha potuto essere il solito, infallibile stoccatore. Va tuttavia considerato che egli aveva davanti uomini aitanti e decisi contro i quali, è notorio, il gioco del piccolo centroattacco granata non ha mai potuto avere buona presa. Silano è stato molto attivo, specie quando, verso la fine, ha scambiato il posto con la sua mezz’ala Bo. Ha commesso però un errore fondamentale, quello di voler a tutti i costi tentare il goal con l’azione personale e il tiro diretto. Volenterosi sono stati Bo e Prato, anche quando quest’ultimo ha scambiato il posto con Vezzani; due momenti però dai quali si può sempre attendere la prodezza, ma che non posseggono ancora regolarità di rendimento. La squadra alessandrina va lodata in blocco per la sua volontà inflessibile e per la chiarezza del suo sistema: passaggi profondi, fughe svelte, conversioni pronti al centro. L’attacco è forte di giovani pieni di foga e di tenacia, sorretti da un anziano di ottima classe: Cattaneo sa infatti dare il tono a tutto il gioco del reparto, mentre gli altri riescono a coadiuvarlo con mirabile comprensione. Tutta l’azione dalla quale è sbocciato il terzo goal alessandrino è merito, si può dire, dell’ala destra dei grigi. Tra gli altri attaccanti, si è distinto Marchina per l’abilità e la tempestività delle sue aperture all’ala. La mediana, rimaneggiata causa l’assenza di Fenoglio, ha tenuto bravamente il campo. Costenaro ha profuso nella lotta tesori di energie, tanto da chiudere piuttosto provato; i due paladini della difesa e gli animatori dell’attacco sono stati i laterali Barale e Avalle: tipi tenaci che, anche sorpassati, non danno tregua all’avversario, mettendolo nelle condizioni di non poter svolgere il tema di gioco secondo le sue intenzioni. Il migliore della difesa è apparso il terzino Lombardo, spietato distruttore di azioni; la partita del difensore grigio è stata superiore ad ogni elogio. Borelli se l’è cavata alla meno peggio; l’aitante alessandrino non è certo un terzino nato. Mosele ha avuto delle parate assai brillanti; più volte impegnato da Silano, ha sempre saputo trovarsi sulle traiettorie dei suoi sibilanti palloni; il goal a lui segnato da Giudicelli è stato un capolavoro di potenza, di esattezza e di tempestività, uno smacco che non può menomare la sua bella prova. Ha diretto l’arbitro Caironi. Un neo è da rilevare: all’8’ della ripresa, quando l’Alessandria aveva un solo goal di vantaggio e il Torino contrattaccava validamente, Borelli, impegnato con Prato in una lotta serrata per il possesso della palla, la tocca visibilmente col braccio; Caironi non riteneva di fischiare la punizione e il pubblico replicava con clamorose proteste. Tolto questo episodio, Caironi ha diretto con precisione. Il Torino ha avuto una delle sue solite, fulminee partenze; subito, l’area dei grigi è stata in pericolo e al 2’ Silano ha impegnato Mosele in una difficile parata a terra. L’Alessandria ha potuto però rendere vane queste sfuriate iniziali ed è passata gradatamente alla controffensiva. Al 7’ una fuga e un tiro dell’ala sinistra Perazzo provocano il primo calcio d’angolo contro il Torino. I grigi insistono e, due minuti dopo, è Marchina che tira da vicino; Maina si getta e para fortunosamente, ma la palla gli sfugge e va a colpire il palo. Il medesimo infortunio è avuto dal Torino al 12’ su tiro di Silano. Dal 15’ al 20’ si hanno quattro corners, uno contro Torino e tre con Alessandria. Sono però i grigi che mancano diverse occasioni. Al 36’ Perazzo legge una bella azione e manda la palla al centro: Scagliotti la raccoglie e tira; Maina si fa applaudire con un bel tuffo. Le azioni dei grigi sono continue e al 43’ giunge il goal: Cornara si sposta verso la destra, si libera di due avversari e centra un pallone spiovente; Marchina riprende di testa e segna. La ripresa ha inizio con due calci d’angolo contro Alessandria. Poi, si ha l’azione che avrebbe potuto dare al Torino la possibilità di pareggiare su penalty. Al 14’, invece, nuovo goal alessandrino; è Marchina che svolge tutta l’azione che tira. La palla rimbalza sul palo, Scagliotti è lì presso, riprende e segna da pochi passi. Ha inizio il periodo migliore del Torino: i grigi sono inchiodati nella loro area in una affannosa difesa, i granata portano attacchi su attacchi; Silano e Vezzani hanno scambiato i loro posti con i compagni vicini. Durante una mischia nei pressi di Mosele, la palla arriva a Giudicelli, un po’ arretrato; il centrosostegno granata non esita; dal suo piede, parte un tiro perfetto che non trova ostacolo. Il goal dà animo ai torinesi, che continuano a tempestare la porta avversaria; i difensori grigi ributtano però tutto con ordine e disinvoltura. Mosele esegue una entusiasmante parata su secco tiro di Silano. Al 33’ l’Alessandria è ancora in corner. Ma poi la sfuriata si acquieta e i grigi possono ancora equilibrare il gioco e minacciare a loro volta. I terzini granata giocano molto sul fuori gioco e gli attaccanti avversari si fanno di continuo «pescare» in posizione irregolare. Al 38’ Cattaneo imposta da solo una bella azione; avanza, passa a Cornara, col quale ha scambiato il posto, ha da questi di nuovo la palla; ancora una breve avanzata in corsa e traversone rasoterra a Perazzo, che «taglia» tutta la difesa; il tiro dell’ala sinistra grigia non può essere parato da Maina. Questo goal abbatte ancora di più i granata, che però hanno qualche altra bella reazione costringendo in corner gli avversari al 40’ e al 41’. La fine sopravviene con la palla a metà campo. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 25 gennaio 1932) Nel corso di una competizione lunga ed estenuante quale è il campionato di calcio, ogni squadra, presto o tardi, ha il suo momento di vena ed il suo periodo di crisi. Sono gli alti e bassi che generano le sorprese, che provocano sbalzi nella classifica, che esaltano o prostrano i supporters. Si veda il caso del Torino e quello dell’Alessandria. L’undici granata, che pareva lanciato irresistibilmente verso le prime posizioni, è fermo da quattro domeniche: cominciò col pareggiare a Casale dove era sceso sicuro di vincere, divise i punti con il Milan nell’incontro successivo che avrebbe dovuto permettergli di riprendersi prontamente, perdette a Trieste dove pure erano stati in parecchi a passare e ieri, con un ultimo tonfo, ha perso male sul proprio campo, giocando una brutta partita, apparendo slegato in ogni reparto. Dell’Alessandria, sino a qualche domenica fa, si parlava come di una compagine incapace di realizzare, di tramutare in punti quel suo gioco chiaro e piacente che naufragava costantemente nell’area avversaria. Venne la partita di Bologna a rianimare i grigi. Essi perdettero al Littoriale, ma la sconfitta fu di quelle che onorano i soccombenti e che lasciano capire che il giorno della resurrezione non è lontano. Otto giorni dopo, l’Alessandria regolava il Modena con cinque goals a zero; ieri ha piegato il Torino con uno scarto di punti che i granata non sono usi conoscere sul proprio terreno. C’è chi scende e c’è chi sale… Nel gioco come nella vita, la verità dell’adagio è lampante. Scende il Torino, e la folla ha assistito ieri, incredula e non rassegnata sino all’ultimo minuto, al crollo delle sue speranze. Sino a che l’attacco alessandrino non ha mandato per la terza volta la palla a rotolare nella porta difesa da Maina, la folla ha sperato che il miracolo si producesse, che il rabbioso assedio posto alla rete di Mosele portasse i frutti sperati. Poi si arrese all’evidenza dei fatti e dagli spalti più non s’udì che il grido cadenzato: «Forza grigi!» lanciato dai sostenitori alessandrini, scesi in buon numero a Torino e festanti per l’insperato, clamoroso successo. S’arrese anche il Torino, e l’Alessandria mancò per un soffio il quarto goal, tanto in rotta era la squadra avversaria. Che abbiano vinto i più meritevoli non v’è dubbio. Se una squadra ha giocato con ordine, con entusiasmo, con valentia, questa è stata l’Alessandria, ma non si può tacere che l’arbitro è stato il primo a dare il colpo di grazia al già traballante undici granata. Può parer poco opportuno tirare in ballo l’arbitro quando una squadra perde sul proprio terreno, ed invero sono state tante per il passato le volte nelle quali si è ingiustamente criticato l’uomo che ha nelle proprie mani le redini della partita, ché lo sportivo difficilmente crede giusta la critica, anche quando questa è serena e giusta. Tuttavia, dato come sono andate ieri le cose, non si può non incolpare Caironi di aver influito nettamente sul risultato della gara. Si era all’8’ della ripresa ed il Torino, che aveva chiuso la prima parte dell’incontro con un goal al passivo, attaccava, disordinatamente magari, ma con veemenza. V’era della precipitazione nello slancio offensivo degli avanti e gli errori frustravano gli sforzi dei singoli, ma comunque la palla permaneva nell’area dei grigi e la difesa alessandrina doveva battersi senza tregua per difendere il vantaggio. Se il Torino avesse pareggiato, la partita avrebbe probabilmente mutato aspetto, poiché non v’è di peggio per una squadra che si difende di ritrovarsi alla pari di fronte ad un avversario lanciato e reso ancor più pericoloso dal successo conseguito. Si era dunque all’8’ della ripresa allorché, per fermare un’azione del Torino sorta sulla destra del fronte d’attacco, Borelli non faceva altro che intercettare nettamente la palla con una mano. Che il fallo fosse volontario o meno, che il giocatore abbia dimenticato di trovarsi in piena area di rigore, che nella precipitazione si commettano inutili sciocchezze, tutto può essere vero, ma il fatto si è che il fallo era di quelli che nessun arbitro esita a punire con il calcio di rigore. I difensori alessandrini e gli attaccanti granata si fermarono di colpo e gli occhi di tutti si posarono sull’arbitro che, trovandosi abbastanza vicino, non doveva non aver visto il fallo marchiano. Nessuno degli alessandrini avrebbe reclamato se Caironi avesse indicato il punto bianco del penalty. Invece, come se nulla fosse accaduto, l’arbitro lasciò che il gioco procedesse e furono inutili le proteste dei giocatori ed i fischi della folla. Quello che tutti avevano chiaramente visto a Caironi era passato inosservato, sì che, grazie a lui, l’Alessandria poteva evitare la punizione che molto probabilmente l’avrebbe privata del vantaggio. Una svista del genere pare fatta apposta per demoralizzare la squadra che già sta perdendo e per rianimare gli avversari suoi. Successe infatti che, dopo un momento di confusione generale, i grigi si rinfrancarono e passarono alla loro volta all’offensiva, sì che sei minuti dopo Marchina, nettamente in posizione di fuori gioco, poteva ricevere la palla, sparare in porta e permettere a Scagliotti, sopraggiunto velocemente dalla destra, di cacciare definitivamente il pallone in rete. Dopo di ciò il Torino era battuto, senza scampo. Chiusa la parentesi per quanto riguarda Caironi, possiamo tornare alle due squadre. Il Torino è l’ombra del grande Torino. I continui, forzati rimaneggiamenti hanno indebolito la squadra sino a ridurne enormemente l’efficienza. Ieri mancavano Bosia e Rossetti e, se Maina ha fatto il suo dovere, l’assenza di Rosetti si è sentita. È questi un giocatore che può essere discusso e criticato, lodato o biasimato, che può stupire per l’eccellenza del suo gioco o innervosire per la sua cocciutaggine, ma che indubbiamente ha nell’attacco del Torino una parte importantissima. Ieri, assente Rossetti, l’attacco non ha funzionato mai a ritmo pieno e, pur premendo per lunghi periodi nell’area alessandrina, non ha dato mai l’impressione di poter passare irresistibilmente. C’è parecchio da dire su questa linea, che pure conta su uomini di valore. C’è da dire che Libonatti è troppo solo fra due mezze ali che non lo sanno servire al momento opportuno, che Prato ha perso quella che era l’unica sua cosa buona, il tiro in porta, che Bo non ha più la lucidità di idee sfoggiata al suo debutto in squadra, che Silano, a furia di voler fare, strafare, finisce con non concludere più nulla. Il ragazzo ha ora la tendenza a voler segnare a tutti i costi, dal le posizioni più impossibili, quando un passaggio dosato al centro permetterebbe invece a compagni meglio piazzati di tentare la via del goal. Succede quindi che dal piede di Silano partono palloni che non possono venir sfruttati e che il portiere avversario para agevolmente. Silano deve tornare ad essere un collaboratore dei compagni di centro, e non lo stoccatore della linea. Vezzani ha fatto la sua rentrée in squadra in una partita sfortunata. Sempre in possesso di una chiara intelligenza di gioco, Vezzani ha avuto momenti felici, ma la pesantezza del terreno costituì per lui, non ancora assuefatto allo sforzo violento e continuo di un match contrastato, un handicap dei più gravi. Comunque, c’è da esser lieti che la sua guarigione sia ormai un fatto compiuto. Il ritorno al miglior grado di forma potrà esser cosa di qualche tempo, ma il giocatore ha puntiglio e capacità e si riprenderà: c’è da esserne certi. Con una prima linea assolutamente sregistrata, anche la mediana non ha potuto ben figurare. Dei tre, Martin III soltanto ha giocato bene, con coraggio, con regolarità. Giudicelli fu assai meno bravo di altre volte e Janni finì in crescendo, ma ebbe momenti di smarrimento di fronte al gioco spigliato e veloce degli attaccanti alessandrini. La difesa, quando la squadra si trovò in svantaggio, commise un mucchio di errori; Martin II soltanto seppe conservare la calma necessaria per evitare guai peggiori. Questo è tutto. In complesso, un brutto match del Torino, una prova inferiore ad ogni altra precedente. La squadra deve trovare la forza per rialzarsi se ancora vuole essere sostenuta dalla sua folla, da quella folla che ieri ha deluso nel peggiore dei modi. L’Alessandria non è più quella della prima parte del girone d’andata. Gioca bene, con intesa, con cuore, con slancio. Vi sono, fra i ragazzi grigi, delle autentiche promesse del calcio nazionale, ma è tale e tanta la fusione in ogni linea che non è il singolo che impressiona, ma la squadra in blocco. Aver battuto nettamente il Torino è un titolo di merito per i grigi, ma si può esser certi che, nel corso di questo campionato, l’Alessandria riuscirà a realizzare altre imprese del genere di quella compiuta ieri. La difesa ebbe in Mosele un portiere veramente bravo, in Lombardo il miglior uomo, in Borelli un combattente intrepido. La mediana lavorò incessantemente e bene, sostenendo con mirabile continuità l’attacco. La prima linea seppe creare occasioni su occasioni per segnare e, pur ottenendo tre goals, parecchi altri ne mancò per un soffio. L’ala sinistra Perazzo, una recluta, giocò con lo stile di un campione, Cornara è un centro intelligente ed accorto, Scagliotti un elemento ottimo, Marchina il ben noto sgobbone della linea. Il reparto è completato da Cattaneo, che riesce sempre a gettar lo scompiglio fra i difensori avversari sia quando tenta personalmente la via del goal, sia quando eseguisce traversoni al centro. L’Alessandria è senza dubbio la più bella delle nostre squadre di provincia e s’è fabbricata anche quest’anno una squadra per la quale non si può avere che ammirazione. I giovani, cresciuti alla scuola di anziani che furono «assi», hanno uno stile di giuoco che è quello inconfondibile della squadra grigia, uno stile di giuoco che piace, che avvince, che convince. Alla partita ha assistito un pubblico discretamente numeroso. Molti i supporters alessandrini che… si son fatti sentire allorché la loro squadra ha avuta spianata la via alla vittoria. Giornata splendida di sole; campo in cattive condizioni in più di un punto. Le squadre si sono allineate nelle seguenti formazioni […]. Azioni alterne. La base di un montante respinge all’8’ un tiro di Marchina e, subito dopo, Mosele si salva nello stesso modo da una cannonata di Silano. Il Torino attacca in prevalenza, ma le azioni più pericolose sono condotte dai grigi tanto che al 36’, su centro eseguito da Perazzo, Scagliotti riprende in corsa e costringe Maina ad una difficile parata in tuffo. Al 43’, su cross di Scagliotti, Marchina di testa segna imparabilmente. All’8’ della ripresa si ha la madornale svista di Caironi, ed al 14’ Marchina, avuta la palla in posizione di fuori giuoco, la invia forte a colpire la base del montante sinistro; sopraggiunge rapidissimo Scagliotti, che mette in rete, Caironi convalida il punto. Violenta reazione del Torino, che sbaglia buon numero di occasioni. Al 23’ Giudicelli, postato alle spalle dell’attacco, riceve la palla su di una debole respinta di un difensore grigio e la scaraventa in rete. Il goal pare rianimare il Torino ed i granata sono, attaccanti e mediani, nell’area avversaria. Sguerniti in difesa, i torinesi si trovano in imbarazzo quando l’Alessandria riesce a contrattaccare e succede così che, al 38’, Cattaneo centra: interviene Cornara, che rimanda a Cattaneo; nuovo centro, basso, raccolto da Perazzo. La palla fila in rete. Gli ultimi minuti vedono i grigi in difesa resistere brillantemente al disperato tentativo di riscossa dei granata. Nel complesso, nove corners contro l’Alessandria, due contro il Torino. La partita è stata preceduta da un incontro fra la squadra riserve del Torino e quella dell’Alba: i torinesi vinsero per 16 a 0, dominando a piacer loro. Una volta tanto, le riserve hanno… esagerato in un senso, e la prima squadra in quello opposto. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 25 gennaio 1932) L’Alessandria ha chiuso in bellezza il girone di andata vincendo una partita nella quale era data sicura perdente. La baldanzosa compagine grigia, gettatasi rabbiosamente nella lotta, ha giocato oggi una delle sue più belle partite, imponendo nettamente la sua classe allo sconclusionato undici granata, che dalla infelice giornata di Roma non ha saputo ritrovare la sua vena. Completamente messa sottosopra la linea di attacco, nella quale ritornavano Vezzani e Libonatti, il Torino è stato l’ombra della bella squadra di un mese fa e la sconfitta è pienamente meritata. Il problema che s’impone ai tecnici granata è di quelli di assai difficile soluzione, tanto più che si è visto come la compagine granata, perfetta quando tutti gli uomini sono in forma, si sbanda paurosamente quando le riserve sono chiamate a sostituire gli anziani. Mancando Rossetti e Baloncieri, l’attacco ha perso il mordente ed i goals vengono segnati dalle altre squadre. Se si pensa che, in quattro partite, gli atleti granata hanno segnato un solo goal (il goal di oggi venne fatto da Giudicelli con un tiro da 40 metri), si avrà la nozione esatta del brutto quarto d’ora che l’intera squadra sta passando. Sono episodi che il tempo cancellerà, d’accordo, ma per intanto, dopo avere visto ad un soffio il Bologna, il Torino è oggi a nove punti dai rossoblù. Agli ordini dell’arbitro Caironi, la partita ha inizio alle 14:37. Il Torino gioca contro sole; ma le prime battute sono sue, e due volte Silano è sul punto di segnare. L’Alessandria si scuote ed al 5’ ottiene un corner, che non ha però esito. Fortunosa parata di Maina, che sostituisce Bosia all’8’ e poi fulminata di Silano, che il palo si incarica di respingere. Poi, nello spazio di sei minuti, vengono battuti quattro corners, tre contro l’Alessandria ed uno contro il Torino. Al 43’ l’Alessandria perviene al successo con un tiro di testa di Marchina su preciso passaggio di Scagliotti. La ripresa fa presagire una riscossa granata, ma le azioni sono sconclusionate e le poche volte che l’Alessandria discende verso la rete dei granata dà l’impressione del goal. Per sfuggire all’assedio dei grigi, i terzini del Torino ricorrono spesso al gioco di posizione e sono frequenti i fuori gioco segnati dall’arbitro contro l’Alessandria. Al 12’ Marchina, col portiere a terra, colpisce in pieno il montante sinistro della porta; ripresa dallo stesso Marchina, la palla viene questa volta saettata in rete. L’Alessandria ha la vittoria in pugno e non intende più lasciarsela sfuggire, pure non disarmando. Al 23’ Giudicelli, su un rimando di Mosele, segna l’unico goal per la sua squadra con una cannonata che rende inutile il balzo felino del portiere grigio. Incitati dai tifosi, i granata si portano in area di rigore alessandrina ed il gioco si fa sempre più caotico. Al 38’ l’Alessandria, su fuga di Cattaneo e susseguente tiro di Perazzo, segna il terzo ed ultimo goal. Nel secondo tempo, vennero tirati sei corners contro l’Alessandria. Da notarsi, in questo tempo, un mani in area di rigore grigia non visto dall’arbitro quando il Torino perdeva per uno a zero. («Il Littoriale», 25 gennaio 1932) VITTORIA SENZA PRECEDENTI La squadra grigia è scesa a Torino fiduciosa nelle proprie forze e con la segreta speranza di poter finalmente dimostrare il suo reale valore. Dal pronostico essa era nettamente battuta perché il Torino (come diceva la carta) doveva vincere, in virtù del vantaggio di giuncare sul proprio campo e della sua classe superiore. Ma la squadra contro tutto e contro tutti ha saputo imporsi in modo così evidente da stravincere e da destare la più viva ammirazione per il suo giuoco gagliardo. Tre goals uno migliore dell’altro, sono scaturiti dalle affascinanti azioni dell’attacco grigio. Il primo per merito di Marchina su passaggio di Cornara; il secondo per merito di Scagliotti che ha confermato la sua elevata classe; il terzo per merito di Perazzo che si è rivelato un'ala sinistra di grande avvenire. E ’ questa la più grande vittoria ottenuta dall’Alessandria in campo avversario, da qualche anno fa ad oggi. Ed è la prima volta, nella sua carriera sportiva, che la squadra alessandrina riesce a vincere sul campo del Torino. E’ questo senza dubbio, il segnale della rinnovata efficienza dei nostri calciatori. Domenica, infatti, tutta la squadra ha funzionato in modo perfetto. La difesa è stata semplicemente spettacolosa per merito particolare di Lombardo (il miglior uomo in campo) e di Mosele. La mediana ha avuto in Costenaro un ottimo centro sostegno ed in Avalle e Barale, due laterali di grande valore. L’attacco ha meravigliato pubblico e tecnici per la classicità delle sue azioni, per la prontezza nel tiro, per l’abile giuoco di smarcamento, per lo spirito altruistico che anima i cinque atleti. L’Alessandria si è dimostrata una squadra completa in tutte le linee ed in condizioni di freschezza tale da poter sostenere vittoriosamente il confronto con qualunque altra squadra italiana. (Il Piccolo, 30/01/1932) RISULTATI: Ambrosiana-Pro Patria 3-1 Bari-Triestina 3-2 Casale-Milan 0-1 Fiorentina-Juventus 1-2 Modena-Lazio 3-1 Napoli-Bologna 1-1 Pro Vercelli-Genova 1893 4-2 Roma-Brescia 3-1 CLASSIFICA: Bologna 29; Juventus 26; Ambrosiana, Roma 22; Milan 21; Fiorentina, Torino 20; Napoli 17; Alessandria, Casale 16; Genova 1893 15; Lazio, Pro Vercelli 14; Triestina 13; Pro Patria 12; Modena 11; Bari 10; Brescia 8. MARCATORI 13 gol: Schiavio (Bologna) 11 gol: Borel (Casale), Rossetti (Torino) 10 gol: Petrone (Fiorentina) 9 gol: Magnozzi (Milan), Meazza (Ambrosiana), Orsi (Juventus), Pastore (Milan), Reguzzoni (Bologna) 8 gol: Cattaneo (Alessandria), Libonatti (Torino), Munerati (Juventus), Piola (Pro Vercelli), Volk (Roma)