Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
14-02-1937 - Giornata: 20 - Torino - Benito Mussolini


Juventus FC - Alessandria US 4 - 1 (3 - 0)
RETI: 8. Borel (II) F. [Ju] , 28. Gabetto G. [Ju] , 42. Gabetto G. [Ju] , 46. Menti (II) U. [Ju] 63. Bigando G.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Cavasonza Piero, Rosso Alberto, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Collimedaglia Aldo, Robotti Luciano, Casalino Luigi, Vecchi Eligio, Croce Aldo All.: Banchero (I) Elvio e Piccinini Ottavio

Formazione avversaria
JUVENTUS: Amoretti; Foni, Rava; Depetrini, Varglien (I) Mario, Varglien (II) Giovanni; Cason, Borel (II) Felice Placido, Gabetto, Scagliotti, Menti (II) Umberto. All.: Rosetta Virginio.

Arbitro: Conticini Alfredo (Firenze)
Note
Angoli: 3-4 (1-3). Spettatori: 4.000. Giornata soleggiata, terreno buono. Inizio gara ore 14.30

Commento
JUVENTUS-ALESSANDRIA 4-1 Sol a primavera, quando le due squadre entrano in campo, e terreno buono, anche se in qualche punto un po’ traditore per resti del maltempo passato. La Juventus denuncia l’assenza di Monti e presenta lo spostamento di Varglien I a centromediano, la sostituzione di Scagliotti ed il ritorno di Depetrini. L’Alessandria schiera Cavasonza al posto di Turino in difesa. La prima azione è per i bianconeri e Borel II vendica, con un forte tiro di punizione che sfiora il palo, un fallo di Parodi su Scagliotti. Si attende la reazione alessandrina. Non sono forse, i grigi, gli atleti dei nove gol in due partite, gli autori di un giorno veloce, vigoroso, travolgente, i risorti alfieri di una scuola calcistica che, giunta sull’orlo del precipizio non vuole cadere? Ma l’attesa è vana, si gioca come piace alla Juventus di adesso. Con calma, senza troppa decisione. Dobbiamo attendere sei minuti prima di vedere un tiro (è di Cason e va fuori) e nove prima di registrare un pallone indirizzato tra i pali. E, questo, è anche un pallone che entra in rete. A venti metri dalla porta, Parodi commette un fallo su Borel ed è «Farfallino» che calcia la punizione. Il tiro, forte e raso terra, passa attraverso lo schieramento dei grigi, pare vada fuori e, invece, fa la barba al montante e passa la linea bianca. Ceresa non si muove. È necessario qualche istante prima che giocatori e pubblico si accorgano che si tratta di un gol. Borel, invece degli abbracci di uso, riceve soltanto le felicitazioni di Gabetto. La realtà, ad ogni modo, è che la Juventus sta in vantaggio. L’Alessandria, però, pare non esserne ben convinta, poiché non muta tattica. Si continua così a giocherellare senza accanimento ed il taccuino registra soltanto un calcio d’angolo per parte, due tiri di Depetrini e di Riccardi e un infortunio di Scagliotti che spreca un pallone da rete donatogli di Borel II. La Juventus ha tutto da guadagnare in questa atmosfera da partita amichevole. Eccola, infatti, al 29’ raccogliere il suo secondo punto. Borel evita tre avversari, penetra nella difesa grigia e, a poca distanza dalla porta, mette il pallone sul piede di Gabetto. Il tiro è scoccato raso terra da una decina di metri ed il secondo gol segnato. Anche adesso l’Alessandria incassa e non si sveglia. Il gioco non muta di una linea e i bianconeri, come tutto danno, subiscono un calcio d’angolo. Lo vendicano, però, con il terzo goal, che arriva al 42’. Azione sulla sinistra e contro di Menti che provoca un po’ di parapiglia vicino alla porta dei grigi. Rosso allontana il pericolo e tutto pare finito. Varglien I, invece, riaccende la mischia, riportando sotto il pallone e passandolo a Cason che, preso fra gli avversari, lo sposta sulla destra, dove Gabetto sta in agguato. Nonostante la difficile angolazione, il centravanti bianconero scaraventa in rete raso terra. Tre a zero. Ancora un calcio d’angolo a favore dell’Alessandria, eppoi si va negli spogliatoi. La ripresa è appena cominciata che Borel II avanza velocissimo e lancia Gabetto in area; questi, ostacolato da Cavasonza, manda la palla sulla destra e Cason è pronto a rispedirla con perfetta parabola al centro; Menti arriva di corsa, spara al volo ed il proietto finisce in rete. Quante volte, tra la stagione scorsa e l’attuale, Menti ha tento questo colpo? Mille. E gli è sempre andato male. Adesso no. Il sole splende per la Juventus. Questo gol è la mazzata definitiva a quel poco di spirito combattivo che ancora la partita potrebbe avere. I bianconeri, certi ormai del successo, si mettono ancor più sul piede della calma e gli alessandrini, se han dormito prima, non si svegliano certo adesso. Tuttavia riescono ad impiantare un po’ di gioco tecnico, basato tutto su fitti passaggi con pallone a terra. Posso, anzi, vantare un po’ di superiorità e segnare il punto della bandiera. Su un centro di Collimedaglia (18’) Amoretti esce fuori tempo e Bigando, che è saltato al momento giusto, fa rotolare la palla in rete. Si ha poi l’impressione che l’Alessandria, incuorata a gran voce dai mille tifosi che l’hanno seguita, riesca a raccogliere qualcosa di più, ma i suoi ben tessuti attacchi urtano contro la difesa vigile e decisa di Foni e di Rava. Poco a poco, la Juventus riprende in mano le redini della partita e, se Gabetto non si mangiasse con un tiro a lato la più invidiabile delle occasioni da gol e Rosso non abbracciasse Borel mentre questi sta per tirare a pochi passi dalla rete, forse aumenterebbe il suo punteggio. Si deve, invece, accontentare di due calci d’angolo. Finché s’arriva alla fine. (Enzo Arnaldi, «La Stampa», 15 febbraio 1937) Dopo il risultato della partita di domenica scorsa nella quale l’Alessandria aveva battuto senza remissione la forte squadra romana era lecito attendersi dai grigi una prova più convincente. Viceversa per una Juventus sempre claudicante in complesso ma realizzatrice quasi irresistibile a tratti, l’ostacolo degli alessandrini non è parso troppo severo. I torinesi mancavano di Monti ma avevano Depetrini; il rendimento della squadra non è stato inferiore né superiore a quello solito fornito nelle ultime prove. Come impostazione di gioco i grigi non hanno sfigurato; buone intese, chiare fasi di attacco che però finivano col perdere di slancio propulsivo man mano che la palla andava avvicinandosi all’area di rigore avversaria. Discreti tessitori ma tiratori mediocri, gli attaccanti alessandrini. Le loro combinazioni non hanno dato eccessivi fastidi ad Amoretti, il quale non ha dovuto fare appello alla sua ben nota valentia che in una sola occasione, su tiro violento di Robotti. Della Juventus il reparto più efficace è parso ancora una volta quello estremo, dove Rava ha fatto sfoggio della sua sana vitalità e Foni si è distinto ancora per il perfetto senso del tempo e per l’ottimo stile delle entrate. Il ritorno in squadra di Depetrini è sembrato largo di nuove promesse. In prima linea pregevoli alcune scapigliate puntate di Gabetto, qualche ubriacante avanzata di Borel II – che peraltro tende spesso a risparmiarsi –, Cason è stato più volte pericoloso e Menti ha messo al centro discreti palloni e uno in rete in maniera spettacolosa. Generoso il lavoro dei due Varglien. Tra gli alessandrini Rosso è parso buon colpitore; nella mediana diligente, ma non brillante per combattività, il centro Parodi. In prima linea qualche giovane elemento sa essere minaccioso ma spesso non sa mantenere tali minacce. Alla mezz’ala Robotti ha dimostrato di non essere soverchiamente a suo agio. La Juventus avrebbe potuto vincere con segnatura più abbondante: un paio di occasioni sono state, infatti, mancate da Gabetto. Una da Borel II, che però, giunto solo in area, è stato trattenuto da Cavasonza in maniera evidente. Scagliotti ha cercato di lavorare ma non è stato più utile al reparto avanzato di quanto fosse apparso nelle ultime esibizioni che portarono alla sua messa a riposo: tuttavia un leggerissimo miglioramento si è potuto notare, almeno nella volontà d’impegnarsi. Il primo punto juventino è venuto appena al nono minuto di gioco: in una avanzata dei bianconeri Parodi commetteva un leggero fallo ai danni di Borel II, appena fuori l’area di rigore. Il juventino sferrava un forte tiro che filava raso terra giusto nell’angolo estremo alla destra del portiere che, anche abbastanza coperto, non poteva intervenire. Al 20’ consolidamento del vantaggio torinese; un’azione travolgente era impostata e svolta da Borel II che scartava tre avversari e lasciava al compagno Gabetto l’incarico facile di tirare e segnare. Al 42’ Scagliotti faceva filare Menti; il centro spioveva in area ove si formava una mischia con battute e ribattute; Gabetto perveniva in possesso del pallone e, spostato verso destra, lo scaraventava in rete. Al primo minuto della ripresa Borel e Gabetto scendevano rapidamente scambiandosi la palla con sicurezza; Bigando cercava intervenire ma non poteva riuscire che a far pervenire il pallone a Cason; questi centrava lungo sino a Menti che con molta sicurezza colpiva a volo di sinistro e segnava in angolo a mezza altezza. Al 17’ Robotti impegnava Amoretti in una parata eccellente di pugno, ma subito Amoretti, al 18’, per eccesso di sicurezza, si faceva segnare l’unica porta della giornata. Collimedaglia inviava al centro; il portiere juventino usciva apprestandosi a bloccare ma Bigando lo preveniva e gli toglieva, di testa, quasi la palla dalle mani mettendola in porta. Al 24’ Gabetto, con scatto bruciante, giungeva solo a pochi passi da Ceresa; il goal sembrava più che sicuro, ma la confidenza tradiva il juventino che sfiorava solo il paletto. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 15 febbraio 1937) Partita povera di emozione, dove da un lato era una Juventus che ha dimostrato di non avere né migliorato né peggiorato l’attuale condizione di inquadratura e dall’altro un’Alessandria che, priva di Turino, pur dimostrando un buon impianto tecnico, non ha palesato che le sue buone intenzioni che non potevano trovare applicazione pratica per scarsità di legame tra i vari reparti per lentezza e mancanza di mordente dei suoi atleti. Molte occasioni da rete sono state sciupate da ambo le parti. Tutto sommato la Juventus ha vinto facilmente. Al 9’ del primo tempo Rosso commette un fallo su Borel II e lo stesso giocatore batte la punizione da trenta metri, infilando l’angolo basso destro con un tiro non forte ma preciso. Al 28’ uno spunto personale di Borel II è concluso da Gabetto. Da notare la strana staticità della difesa grigia che ha assistito da spettatrice all’azione. Al 42’ Varglien I lancia bene Cason, ma Rosso devia senza forza il centro: la palla è raccolta da Borel II che smista a destra dove è appostato Gabetto che tocca di precisione e segna il terzo punto. L’inizio della ripresa vede una chiara azione di attacco juventina: la palla battuta inizialmente dai bianconeri termina in rete ad opera di Menti che con un bolide nell’angolo destro aumenta il vantaggio dopo essere stata smistata con velocità da tutti gli uomini del quintetto senza che un solo avversario potesse toccarla. Al 17’ l’Alessandria segna il punto della bandiera per merito di Bigando che soffia di testa la palla dalle mani di Amoretti, proteso a fermare il centro di Collimedaglia. («Il Lavoro», 15 febbraio 1937) Non è stata una bella partita. La Juventus, priva di Monti, e l’Alessandria, priva di Turino e di Massiglia, due dei migliori giuocatori, non sono state capaci di dare vita a belle azioni. Comunque la vittoria non poteva sfuggire ai torinesi per le continue incertezze della difesa alessandrina spesso nei pasticci quando era alle prese con gli attaccanti avversari. Anche gli errori del portiere hanno contribuito all’insuccesso. A Ceresa si deve senz’altro imputare la prima rete juventina. Apriva la serie dei punti all’8’ Borel II con un calcio di punizione da oltre trenta metri che si insaccava nella rete rasente il palo senza che il portiere nemmeno si muovesse, credendo che il tiro andasse fuori. Al 28’ ancora un errore dei difensori portava la Juventus in più netto vantaggio. Era Gabetto che, approfittando della generale confusione in seguito ad una mischia sotto la porta, segnava il secondo punto. Al 42’ è ancora il centroavanti juventino che aumenta il bottino per la sua squadra. Nella ripresa al 1’ di giuoco su centro di Cason, Menti segna la più bella e spettacolare rete della giornata. La Juventus abbandona a poco a poco l’iniziativa del gioco all’Alessandria che riesce alla fine su centro di Collimedaglia a segnare la prima ed unica rete per un tempestivo intervento di testa del giuocatore Bigando che toglie la palla dalle mani del portiere. Bella la prova della difesa juventina, unico reparto sicuro ed efficiente in campo. («Il Littoriale», 15 febbraio 1937) LA PARTITA DI TORINO A Torino i grigi, in conformità alla tradizione, hanno insaccato 4 reti. Le buone partite contro il Novara e la Roma avevano dato esca all’entusiasmo e le speranze erano andate oltre le possibilità dell’attuale compagine alessandrina. Contro le zebre bianconere, l ‘Alessandria si è trovata a disagio perché costretta a lottare su di un campo in condizioni perfette come fondo di terreno ed i primi a risentirne furono Barale, Robotti e Casalino. Tutto il settore destro è mancato alla prova e Collimedaglia non è esistito nel ruolo di estrema destra. Anche Ceresa fu incerto e inferiore al suo normale rendimento: l’ottimo portiere deve tornare a volare tra i pali anche quando la minaccia non appare pericolosa. Domenica, ad esempio, la prima rete era parabilissima per qualunque portiere: il tiro da 30 metri aveva fatto schierare la muraglia dei giocatori a 10 metri di distanza, dimodoché vi erano circa 20 metri di traiettoria libera. Parodi cercò di arrestare la palla e non vi riuscì; Ceresa, anziché gettarsi in tuffo (il tiro non era eccessivamente forte) restò immobile a seguire la direzione della sfera di cuoio, convinto di vederla uscire lateralmente; invece essa s’insaccò in rete. Buona la partita di Cavasonza al fianco di Rosso; magnifico animatore Parodi; sorprendente Bigando, deciso, veloce e combattivo. L’ex vercellese visto che i compagni non puntavano in rete, lasciò la posizione di mediano per piombare su Amoretti, intento ad intercettare un centro di Collimedaglia, e di testa tolse la palla al portiere avversario, salvando così l’onore della giornata. All’attacco Croce è stato il più redditizio; volonteroso, ma troppo solo Vecchi; Casalino, costretto a fare realmente il centroattacco, naufragò per incapacità di palleggio. La sconfitta di Torino non deve però demoralizzare la squadra alessandrina perché, nonostante i vari tentennamenti, la compagine ha giocato con buona lena, non si è inginocchiata come a Sampierdarena, ma ha lottato con buona costruzione tecnica a metà campo arenandosi solo nell’azione finale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 20 febbraio 1937) RISULTATI: Bologna-Lucchese 0-0 Fiorentina-Lazio 5-1 Genova 1893-Napoli 0-1 Milan-Sampierdarenese 2-2 Novara-Torino 0-0 Roma-Ambrosiana 0-0 Triestina-Bari 1-1 CLASSIFICA: Bologna 29; Torino 27; Lazio, Milan 26; Juventus 25; Fiorentina, Genova 1893 21; Lucchese 20; Ambrosiana, Roma 19; Bari, Napoli 17; Triestina 16; Alessandria, Sampierdarenese 13; Novara 11 MARCATORI 14 gol: Piola S. (Lazio) 13 gol: Buscaglia P. (Torino), Gabetto (Juventus) 11 gol: Borel F. (Juventus), Coppa (Lucchese) 10 gol: Busani (Lazio), Reguzzoni (Bologna) Il punto sul campionato IL CAMPIONATO DI CALCIO MOLTE DISAVVENTURE ed una situazione confusa E' proprio il caso del «mal comune mezzo gaudio». Delle sei prime in classifica una sola squadra ha preso i due punti nel corso di una gara in casa: la Juventus, che con quattro goals ha spento l'improvviso fuoco dei grigi alessandrini. Tutte le altre vedette hanno avuto la loro disavventura. Il Bologna, reduce dalla gran partita giocata a Roma, s'è fatto bloccare dalla Lucchese, non nuova alle vigorose difese in campo esterno. Il Torino ha dovuto accontentarsi di mezza posta a Novara, dove gli «azzurri» hanno saputo far valere le loro grandi doti di cuore e di ardire. Il Milan ne ha combinata una delle sue impappinandosi dinanzi alla Sampierdarenese affamata di punti. La Lazio s'è arresa sul campo della Fiorentina e la sua sconfitta ha assunto proporzioni allarmanti. Il Genova ha perso in casa ed ancora una volta tutte le critiche sono per il suo attacco, malato cronico. E' stata, dunque, una giornataccia, per le grandi squadre. Risultati inattesi, punteggi strani, classifiche ancora mutate. Una giornata tale da disorientare completamente chi si sforza di parlare secondo la logica delle vicende del torneo. I motivi di un tale sconvolgimento vanno ricercati nella eccessiva confidenza con la quale parecchie delle unità maggiori hanno affrontato avversari che la carta dava battuti in partenza; nella disperata volontà di salvarsi che anima alcune delle compagini relegate nelle ultime posizioni e nella bizzarria stessa del giuoco che di tanto in tanto tende a sovvertire i valori dei contendenti. Cosi una serie di incontri che avrebbe dovuto passare agli atti senza alcunché di notevole ha provocato una gran confusione e danneggiato notevolmente più di una delle squadre in lotta per il primo posto e per le piazze d'onore. Tutto considerato Bologna e Torino risultano ancora le due unità più saldamente in sella. Il mezzo scacco dei « campioni » non ha carattere di gravità in quanto la squadra non ha fornito un giuoco scadente, ma è stata fermata da un avversario forte in una partita che ha visto i rosso-bleu costantemente all'offensiva. Non resta quindi che attendere... la prossima vittoria esterna del Bologna perchè, per quanto riguarda i detentori dello scudetto, tutto ritorni nella normalità. Torino. Non impressiona, ma resiste, e resta alla spalle dei primi come una minaccia che non può essere allontanata. In coda sono sempre tre le squadre in lotta per il quattordicesimo posto. Sampierdarenese ed Alessandria hanno due punti di vantaggio sul Novara ma chissà cosa capiterà ancora nelle dieci giornate che mancano alla fine. (La Stampa - L. C., 16/02/1937)