Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
31-01-1937 - Giornata: 18 - Novara - Littorio


Novara AC - Alessandria US 3 - 4 (3 - 2)
RETI: 10. Rizzotti E. [No] , 32. Rizzotti E. [No] , 45. Rizzotti E. [No] 30. rig. Robotti L.[A], 37. Robotti L.[A], 59. Massiglia A.[A], 86. Vecchi E.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Bigando Giovanni, Rosso Alberto, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Casalino Luigi, Parodi Pasquale, Vecchi Eligio All.: Banchero (I) Elvio e Piccinini Ottavio

Formazione avversaria
NOVARA AC: Caimo; Bonati, Galimberti; Bercellino, Mornese, Versaldi; Piola, Romano, Torri, Mariani, Rizzotti. All.: Baloncieri Adolfo

Arbitro: Caironi Camillo (Milano) [Buratti, Garotta]
Note
Infortunato: 5’ Lombardo, passato all’ala sinistra. Angoli: 4-2. Spettatori: 3.000 oppure 5.000. Giornata fredda e leggermente piovosa, terreno gelato e viscido. Inizio gara ore 14.30 «Il Littoriale», a differenza delle altre fonti, attribuisce la quarta rete dell’Alessandria a Robotti.

Commento
NOVARA-ALESSANDRIA 3-4 Sette goals nella più sconcertante delle partite e prima vittoria esterna dell’Alessandria. Tutte le previsioni sconvolte, colpi di scena in serie, grossa sorpresa finale. Sentite in due parole com’è andata: punto del Novara e pareggio dei grigi su rigore, giusto; secondo punto del Novara e secondo pareggio dei grigi, meritato; terzo punto del Novara e fine del primo tempo. Da notarsi che dopo cinque minuti di giuoco l’Alessandria ha cambiato schieramento in tutti i reparti per un incidente toccato a Lombardo. Niente di nuovo per venti minuti della ripresa, poi i grigi pareggiano per la terza volta. Il tono del giuoco scende a zero. Mischie, confusione, errori, uomini sfiniti, palla su e giù da un’area all’altra. Si giurerebbe che finirà con un punto per parte. Piove fitto fitto, il terreno agghiaccia. Mancano sì e no due minuti alla fine: l’Alessandria vince. La palla nera, viscida, pesante cade alle spalle di Caimo. Finale di tinta grigia. La gente se ne va con commenti amari. Non si sente parlar che di colpe, non si intendono che accuse: «meglio tornare in B, che far di queste figuracce». Questa la conclusione del tifoso che s’impantana all’uscita. Ma c’è chi esulta. Ecco gli alessandrini, stanchi, sporchi e malconci. Sono raggianti. Si baciano, si abbracciano, salutano. Tornano a salutare, ad abbracciarsi, a baciarsi. Dicono che questi sono i due punti della salvezza, e forse hanno ragione. Dicono che quattro goals tutti in una volta, in campo avversario, sono il segno migliore della riscossa che continuerà. La fede di questi ragazzi commuove e noi grideremmo loro il nostro evviva se non ci fossero quegli altri undici che se ne vanno a capo chino… Le emozioni non sono mancate. Tutta la prima parte della gara indicò nel Novara la squadra migliore, la squadra che avrebbe vinto. C’era da manovrare su di un terreno perfido. Una spanna di pula di riso ricopriva ghiaccio e mota. Reggersi in piedi era, in qualche zona, nettamente impossibile, in altra s’andava giù sino alla caviglia. Il Novara parve, sulle prime, meno impacciato. Smistamenti di Mornese a metà campo, rapide fughe delle estreme, irruzioni spericolate del piccolo Torr, incurante dei colpi duri. Lombardo è subito a terra: ha avuto una botta seria sul primo attacco del Novara, esce, rientra all’estrema sinistra. Allora Rosso, l’ex Balon Boy che un tempo fece coppia con Ferrini nella squadra delle «piccole meraviglie» granata, retrocede a fianco di Turino, Parodi si sposta al centro della mediana, Bigando passa laterale, Vecchi si innesta nel ruolo di interno sinistro. Una piccola rivoluzione e chissà se i grigi non si perderanno nella confusione più completa. Il Novara si proietta in avanti e va in vantaggio all’11’. Palla lunga a Torri che volge le spalle alla porta alessandrina. Smistamento a Romano, passaggio a Piola. Un centro che è un tiro. Il palo respinge e, sul rimbalzo, la palla è ficcata in rete da Rizzotti, sbucato fuori all’attimo giusto. Uno a zero per il Novara. I grigi si fanno vivi. Debbono ancora difendersi, ma mostrano di poter pur contrattaccare. La difesa novarese non sa cavarsela; Versaldi è negato per il posto di mediano e lascia via libera agli avversari; Mornese fa quello che può, ma a tratti scompare; i due terzini non sanno se avanzare o retrocedere. Ogni attacco dei grigi è un pericolo serio per un reparto così male in arnese. I due portieri ci offrono, in questo periodo, qualche parata stupenda, a tenaglia, in pieno volo. Ceresa è anche salvato dalla traversa su di un tiro improvviso di Romano. Al 28’ Lombardo, lo zoppo, si fa sotto: il punto pare inevitabile e Bonati ricorre ad un grosso fallo per impedire che l’alessandrino segni. Il fischio dell’arbitro ferma gli uomini. Rigore. Nessuno protesta. Robotti realizza dal disco bianco: uno a uno. Si resta alla pari per altri due minuti. Esattamente alla mezz’ora Novara fruisce di una punizione dal limite. Mariani batte verso sinistra. Rizzotti raccoglie e fulmina in porta: due a uno per gli azzurri. Sei minuti di gioco oscuro, poi Massiglia scappa e centra. Robotti è libero, in area, e non ha difficoltà a piazzare il tiro: due a due. Il Novara acciuffa il vantaggio proprio allo scadere del tempo. Mornese serve bene Torri in profondità, ma il ragazzo è mandato a gambe all’aria e la palla è messa oltre fondo da Rosso. Calcio d’angolo, battuto da Mariani; colpo di testa di Rizzotti e rovesciata di Bigando quando la palla ha già varcato nettamente la linea. Tre a due per il Novara. Venti minuti di gioco alterno aprono la ripresa. La vittoria degli azzurri sulle prime on pare in pericolo. Il guaio è che la difesa novarese si rivela paurosamente incerta. Al 20’ Massiglia ha un felice spunto su di un pallone passato da Robotti e sospinge nel sacco: tre a tre. Si attende invano la riscossa dei locali. Palo di Piola; disdetta. L’Alessandria è decisa a non perdere. Anche Turino esce per un momento e Robotti, azzoppato, è relegato all’estrema destra. Non importa: i grigi lottano. Ed ecco che il Novara cede. Il disordine si fa completo all’attacco; la mediana scompare con il completo esaurirsi delle forze di Mornese; i terzini lasciano, ai pochi alessandrini che ancora si avventurano in avanti, completa libertà di manovra. Al 43’ Lombardo, dalla sua posizione di estrema sinistra, rovescia al centro ove è Vecchi, spiazzato. Tiro e goal: quattro a tre per l’Alessandria. Così come andarono le cose, i grigi ebbero non poco merito nell’agguantare la vittoria. Furono aiutati, è vero, dalla disastrosa giornata della mediana e della difesa novarese, ma va detto che mai rinunciarono ad attaccare. L’uomo migliore risultò, nettamente, Robotti, che è anche l’elemento teoricamente meglio impostato. Parodi e Barale tennero con buon rendimento il loro posto nella mediana e Rosso seppe sostituire bene l’infortunato Lombardo. Nel complesso, una buona prova che alimenta le migliori speranze. Il Novara fece bene in qualche momento e si accasciò nella ripresa, quando si trovò raggiunto per la terza volta. Allora desistette, sfiduciato, e la sconfitta parve il colpo di grazia per una squadra ormai rassegnata. Peccato, perché ci sono in maglia azzurra – e non si tratta degli elementi che hanno la solita citazione al lunedì – ragazzi che restando nella massima divisione potrebbero affermarsi. Rizzotti, Torri, Caimo sono esenti da appunti e meritano l’elogio anche in una giornata che per le maglie azzurre è stata infelicissima. Caironi seppe arbitrare bene. Tutte le sue decisioni vennero accettate senza proteste perché giuste ed esatte. Pubblico numeroso, nonostante il tempo da lupi. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 1º febbraio 1937) Sono le squadre superstiti del «quadrilatero»; fiaccola della provincia calcistica, che minaccia di spegnersi e non deve spegnersi. Primo – ricordate – cadde definitivamente il Casale; poi cedette la Pro Vercelli. Il Novara fece due scivoloni ma si riportò sempre a galla per la fiammata ardente dei suoi giovani e la passione dei suoi dirigenti. L’Alessandria tiene duro. Lottò proprio col Novara, dieci anni or sono, e lo cacciò al basso in sede di qualificazioni; successivamente pericolò ancora, ma giunge comunque agli albori del 1937 senza aver toccato la polvere. Sono, dunque, le superstiti; e camminano entrambe sul filo di un rasoio: piacente e snello nel gioco il Novara, ma fragile e perciò schiavo della distanza; solida e pugnace l’Alessandria ma convulsa e disorganizzata e perciò destinata a brancolare alla cieca, come un architetto che abbia smarrito i disegni costruttivi. Si sono dati battaglia diretta, queste due avversarie, sul campo novarese che ancora recava i segni delle abbondanti nevicate, piogge e pioggerelle della settimana. Ed entrambe sapevano che la vittoria poteva essere l’uncino cui aggrapparsi per la salvezza. Ne è scaturita una gara decisa, vivacissima, incerta all’estremo; convulsa talvolta ma sempre emozionante nelle sue alterne fasi. Una partita nella quale il bel gioco è annegato nel gran mare dell’energica vitalità e dell’indomito slancio. Si pensava vincesse il Novara ed ha vinto invece l’Alessandria. In fondo, non immeritatamente. Sono trascorsi esattamente 11 minuti dal via e Rizzotti, raccogliendo un pallone che, tirato da Piola, ha rimbalzato sul palo, infila per la prima volta la rete di Ceresa. Tutto regolare. Gli azzurri sono partiti più svelti e più ordinati, hanno minacciato di più l’area di rigore grigia. Tutto regolare e il goal è chiaro, nitido, scintillante. Intanto l’Alessandria ha rimaneggiato la squadra per via di un colpo ricevuto dal capitano Lombardo. Lombardo va ala sinistra e l’undici alessandrino assume, diciamo pure senza saperlo, lo schieramento più adatto per la «sua gara». Breve, il Novara continua a premere, a giocar meglio anche; ma l’Alessandria resiste salda e bada anche ai contrattacchi. Al 25’ Romano piglia un palo e Ceresa per conto suo para due palloni difficili in pochi minuti; ma al 28’ su azione partita da calcio di punizione, Lombardo viene a trovarsi in posizione per tirare facilmente a goal. Prima Bercellino e poi Bonati gli saltano a piè pari addosso per impedire la sventola e Caironi non può che decretare il rigore. Tiro di Robotti e goal; il primo pareggio. Il Novara vola alla riscossa. 30’: punizione tirata da Mariani, girata di testa di Romano; piglia Rizzotti e scaraventa in goal: 2 a 1. Siamo al principio delle emozioni. Sono passati cinque minuti (e il gioco c’è alternato velocissimo sui due campi) quando Massiglia, sfuggito al suo mediano può centrare un pallone dosato. Robotti rapido intercetta, avanza due passi, segna di prepotenza. Tutto da rifare e il Novara si ributta all’attacco a piena andatura. Il calore del tifo ripara sugli spalti dai rigori del gennaio. Siamo al 44’. Azione Mornese-Romano-Torre, Bigando in extremis libera in angolo. Batte Mariani, riprende di testa Rizzotti e indirizza a rete. Invano Turino tenta rovesciare la palla che già ha varcato netto la linea fatale; l’attento Caironi decreta il punto. Tre a due per i locali e su questo punteggio arriva il riposo. La ripresa? Piove, e il terreno è fradicio; le due squadre (specialmente il Novara) risentono la fatica ma lottano ugualmente con la schiuma alle labbra. Per lenti gradi, con azioni tutte strappi e sgroppate, l’Alessandria prende il sopravvento. Non tanto per quantità di spunti offensivi, quantità di spunti offensivi, quanto per sicurezza nel controllo degli avversari. Trascorrono ancora 19’ e Massiglia, su azione di Robotti, può segnare il terzo pareggio approfittando di un’incertezza dei terzini azzurri. Fin qui dunque l’elettrizzante contesa è vissuta in sostanza su sei episodi che ben possono definirsi sei colpi d’altalena. Tre volte spinta innanzi, la squadra novarese è stata tre volte ricacciata in basso perché la difesa insaccava tanto quanto l’attacco faceva insaccare. Ma ora, mezz’ora circa alla fine della partita, il Novara avrà ancora la forza di riportarsi avanti? C’è da dubitarne, visto che tutto l’undici cede sensibilmente col cedere del centromediano. La gara si fa drammatica. Ci si trova nel regno dell’improvvisazione e non un tema viene più sviluppato secondo regole fisse. Ma non c’è respiro né per gli atleti né per l’arbitro né per gli spettatori. Tra il 25’ e il 35’ il Novara sembra ancora avere i mezzi per passare, ma ottiene due angoli e niente di più. Il finale è alessandrino; l’undici novarese ha dato tutto e par che annaspi a difendersi anche quando attacca. 43’: punizione contro il Novara a metà campo. Vecchi scappa via, trova i terzini su una stessa linea, impappinati. Tira di forza e sorprende difensori e portiere segnando la rete della vittoria. Così, proprio all’ultimo istante, l’Alessandria ha invertito le parti, passando in vantaggio al momento giusto, quando non c’era più tempo per lasciar ricuperare ai rivali. Dirvi ora la gioia dei grigi alla fine della partita? Occorrerebbe una colonna per descrivere i salti e le piroette degli atleti sul campo battuto dalla pioggia e velato dalla nebbia. Qualche giocatore in maglia azzurra aveva invece una lacrima fra ciglio e ciglio. A lasciarsi prendere dal sentimentalismo, in realtà, non si può a meno di pensare alla beffa di quel goal della staffa (scaturito per caso e per nulla trascendentale nella fattura) a dare all’Alessandria la vittoria quando già quest’Alessandria era evidentemente paga del pareggio. Tuttavia, rivedendo con serenità la situazione, c’è da concludere che la partita è di novanta minuti e che non vale giocar bene un’ora per poi abbattersi nel periodo finale, se si vuole che la vittoria coroni la propria fatica. Il Novara ha giocato un’ora e non più. Poteva anche non perdere, d’accordo; ma se ha perduto deve rimproverare innanzi tutto se stesso. È vero peccato che la squadra novarese non abbia la statura e la saldezza per tenere a pari ritmo i due tempi della contesa. Perché l’impianto di gioco, sano e piacente, esiste; e soprattutto la linea di punta sa essere molto spesso pericolosa. Veder giocare il Novara è la stessa cosa che osservare un ninnolo di fine cristallo nelle mani di un fanciullo: una gioia all’occhio, ma se il fanciullo allarga le mani (se Mornese cessa di «girare» o se l’undici ha un collasso morale) il ninnolo va in frantumi. Chi avrebbe detto, dopo una trentina di minuti di gioco, che gli azzurri si sarebbero spersi nella ripresa ed avrebbero dato via libera? Eppure l’abbassamento di tono della squadra locale (diciamo pure il collasso) si è avvertito fatale dopo il pareggio dei grigi. E non c’è stato più nulla da fare. Effetto, pensiamo, di peso specifico e di nervi al tempo stesso. Caimo ha parato bene fino al momento del quarto goal, vero infortunio. Bonati è stato il miglior terzino, colonna nel primo tempo e bravo anche nella ripresa. È un ragazzo da osservare. Attento e deciso il lavoro di Galimberti. Bercellino non ha dominato ma non ha neppure fatto rilevare grandi pecche. Mornese ha cominciato da padrone per finire… da servitore. Il ragazzo, tradito dal temperamento, non distribuisce evidentemente a dovere le proprie ricche energie. Sfasato e confusissimo Versaldi. Il quintetto azzurro è stato scattante, ricco di brio e di idee per due terzi della partita; ha però subito, alla distanza, la sorte di tutta la squadra. Deciso e accorto nei passaggi Piola, efficace distributore Romano, ficcante e puntiglioso il piccolo Torri, lavoratore infaticabile Mariani, saettante nei tiri Rizzotti. Unite queste doti ed avrete una bella linea, non vi pare? Ma non vale segnar tre volte, quando si debbono subire quattro reti! Il gran merito dell’Alessandria è stato quello di resistere sempre, con tenacia ammirevole, nei momenti di miglior vena dei novaresi. Pensate, se una volta sola il Novara fosse riuscito a realizzare un doppietto di punti, tutto sarebbe finito. Invece no: l’Alessandria incassa e poi spinge sotto per ricuperare; e ricupera. Cede ancora e ricupera. La terza volta, idem. Batti e batti, è venuta anche l’occasione fortunata, premio vistoso alla tenacia ed alla forza di volontà. L’Alessandria di quest’anno non gioca bene; ma ha la vigoria dalla sua e lotta con volontà ferrea dal primo al novantesimo minuto. Aveva tentato di fare così anche domenica scorsa contro il Milan e si è trovata contro un avversario di troppa statura tecnica per spuntarla. Oggi contro il Novara, tecnico ma relativamente debole, ha avuto invece finalmente ragione. La sua vittoria si chiama proprio: fede nella vittoria. Eccellente portiere Ceresa, che nel primo tempo ha sbrigato lavoro tutt’altro che facile. Discontinua ma pronta ai ricuperi dopo gli errori la coppia dei terzini: Rosso e Turino. La mediana ha rivelato ancora in Parodi l’uomo di perno migliore per la squadra. Barale e Bigando, come laterali, hanno aiutato a dovere. L’attacco dei grigi è vissuto sul lavoro davvero notevole di Robotti. Lena, scatto, tiro: ecco le qualità precipue della brava mezz’ala alessandrina, vero artefice della vittoria. Dopo di lui bene per decisione Vecchi e Massiglia. Ingiudicabile per ovvie ragioni Lombardo; un po’ in ombra Casalino. L’arbitro Caironi, sconcertante con la sua olimpica calma anche quando la gara è più accesa, ha diretto con sicurezza pari alla perizia tecnica. Giornata fredda e grigia. Qualche spruzzata di pioggia. Il terreno – tutto ricoperto di pula di riso – qua e là gelato e qua e là viscido e fangoso. Lievi incidenti a Lombardo e Turino. Passando il primo all’ala sinistra, all’inizio della contesa, l’Alessandria ha assunto lo schieramento Ceresa; Rosso, Turino; Barale, Parodi, Bigando; Massiglia, Robotti, Casalino, Vecchi, Lombardo. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 1º febbraio 1937) L’Alessandria, data per spacciata alla vigilia, si è presa il lusso di passare sul campo novarese, grazie alla volontà e decisione imposta dal suo undici e dell’irriconoscibile avversario che aveva di fronte. La partita, iniziatasi assai bene in favore degli azzurri (azioni impeccabili, concluse con violenti tiri in rete e due punti all’attivo) è calata poi paurosamente. Dall’errore di impostazione della difesa è scaturito fuori il giuoco incolore della mediana la quale, eccetto la sola buona volontà nei riguardi di Mornese e Bercellino, ha avuto un Versaldi fermo, incapace di controllare le azioni avversarie. Il ruolo ad esso affidato è apparso del tutto errato e non sappiamo quindi comprendere come mai Versaldi, ottimo e fine attaccante, venga sacrificato al ruolo di mediano per non innestare il più adatto Grazioli, oppure tentare la prova di appello di Fidomanzo. All’attacco, buio pesto. Nel secondo tempo non un’azione degna di rilievo; gran confusione, tamponato Torri, mal servito Rizzotti, il finale decrescente di Piola ha dato il colpo di grazia. Con tutto ciò si può credere in una nera giornata della squadra. L’Alessandria, pur giocando anch’essa una bella partita, è apparsa più mobile all’attacco e superiore in difesa. Massiglia e Robotti, dal tiro pericoloso, furono i migliori all’attacco, mentre nella retroguardia è piaciuto il lavoro di Lombardo e Turino. La sua vittoria non è quindi immeritata del tutto. Il Novara inizia in grande stile e pare abbia trovato la giusta carburazione. Al 10’ segna per merito di Rizzotti su centro di Piola. Pareggia l’Alessandria al 30’ su calcio di rigore. Incitati, gli azzurri si lanciano all’attacco e con Rizzotti ottengono il secondo goal. La risposta alessandrina culmina con il pareggio, ancora per merito di Robotti. Allo spirare del 45’, un punto novarese su calcio d’angolo. Nella ripresa le sorti si invertono e gli alessandrini approfittano dello sbarramento delle linee avversarie e colgono il momento buono per pareggiare e poi acciuffare la vittoria. Felice l’arbitraggio del signor Caironi. («Il Littoriale», 1º febbraio 1937) Domani ore 14.30 LA ROMA AL CAMPO LITTORIO L’Alessandria è risorta a Novara proprio nell’ultima partita che offriva ancora qualche possibilità di rimediare alla pericolante situazione in classifica. Vittoria superba, tenacemente voluta e meritatamente conquistata. Per tre volte l’Alessandria si è trovata in svantaggio e, anziché accasciarsi, ha ristabilito per tre volte il pareggio ed ha ottenuto la vittoria con una rete di Vecchi a coronamento della forza di volontà sfoggiata in tutti i 90 minuti di gioco. Segnare quattro reti in una sola partita dopo tanta sterilità è qualche cosa di più di un semplice episodio. L’affermazione di Novara ha decuplicata la volontà dei grigi e risollevato l’entusiasmo nel pubblico. Giocatori e pubblico avevano bisogno di ritemprare la fede. La partita di Novara è stata propiziatrice. Il rag. Riccardi e l’allenatore Piccinini domenica ne erano esultanti, ed a buon diritto; gli sportivi tutti sono grati di questa rinascita tempestiva e del rinnovato spirito che anima lo sfortunato manipolo grigio. Il Consiglio Direttivo del Novara A.C. nella riunione del 3 febbraio pur di fronte alla gravità della sconfitta patita dagli azzurri ha formulato ed inviato all’Alessandria U.S. il seguente telegramma: «Plaudendo alla squadra alessandrina per il comportamento tecnico nella partita Novara-Alessandria e per il risultato formuliamo i migliori auguri per l’avvenire della vostra bella compagine». L’Alessandria U.S. ha risposto come segue: «Profondamente commossi contraccambiamo nobilissime espressioni augurando raggiungimento finale cui tendiamo oggi essere affratellati nel nome e tradizione del calcio provinciale». (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 6 febbraio 1937) RISULTATI: Bologna-Ambrosiana 1-0 Fiorentina-Sampierdarenese 2-1 Genova 1893-Bari 3-1 Juventus-Napoli 2-0 Milan-Lucchese 3-0 Roma-Torino 1-1 Triestina-Lazio 1-0 CLASSIFICA: Bologna 27; Lazio 25; Milan, Torino 24; Juventus 23; Genova 1893 19; Fiorentina, Roma 18; Ambrosiana, Lucchese 17; Bari 15; Napoli, Triestina 14; Sampierdarenese 12; Alessandria 11; Novara 10 MARCATORI 14 gol: Piola S. (Lazio) 13 gol: Buscaglia P. (Torino) 11 gol: Gabetto (Juventus) 10 gol: Borel F. (Juventus), Reguzzoni (Bologna) Il punto sul campionato IL CAMPIONATO DI CALCIO LA NUOVA SITUAZIONE in vista della "gran giornata" Son successi fatti notevoli nella diciottesima giornata, ma i risultati erano per lo più previsti. E' normale che il Bologna abbia battuto l'Ambrosiana; spiegabile che la Lazio, incompleta, non abbia potuto resistere alla Triestina in ripresa; regolare che Milan e Juventus abbiano vinto in casa contro Lucchese e Napoli; logico che il Torino sia riuscito a pareggiare a Roma. Unica sorpresa il successo dei « grigi » a Novara, successo che rende ancora più incerta la situazione delle unità pericolanti. La classifica è stata ancora sconvolta. Il Bologna s'è nuovamente liberato di ogni compagnia. Dal canto suo non ha fatto molto, riuscendo con tutti gli stenti a prendere i due punti di fronte ai nero azzurri, ma si è giovato delle battute di arresto toccate in trasferta alla Lazio ed al Torino. Il suo vantaggio, alla vigilia di andare a Roma per misurarsi con i più diretti avversari, è di due punti nei confronti degli « azzurri », di tre sul Torino, di quattro su Milan e Juventus. Le altre squadre non sono neppure in vista: il Genova, che le capeggia, è nientemeno che ad otto punti Bai campioni. La posizione del Bologna continua ad essere buonissima tanto più se si considera che domenica prossima Torino e Juventus dovranno fronteggiarsi ed il Milan avrà un avversario difficile nell'Ambrosiana. Ciò vuol dire, in altri termini, che i « campioni i> potranno giuocare senza troppe preoccupazioni sul terreno della Lazio, rischiando, al massimo, di essere raggiunti dagli « azzurri *. La Lazio nel giro di tre giornate è stata raggiunta e superata dai rosso bleu. I quattro punti persi a Milano ed a Trieste pesano in modo non indifferente sulla classifica degli uomini di Piola, ma la squadra ha molte attenuanti per il suo ultimo scacco. L'assenza delle due estreme e del centro sostegno hanno sminuita in modo troppo sensibile la sua forza di penetrazione ed oltre a ciò occorre pensare che la Triestina è ora efficiente come non lo è stata mai. Tenuto calcolo di questo, la sconfitta della Lazio non ha carattere di gravità assoluta. Rientrando i titolari che domenica sono stati costretti al riposo la squadra dovrebbe, di colpo, tornare al suo rendimento normale. Anche il Torino ha, in base alle cifre, perso terreno, ma a noi pare che il risultato di parità conseguito al Testacelo non sia proprio disprezzabile. Tutto serve per restare in lizza quando cinque squadre sono a contatto di gomiti e la pattuglia « granata » può essere lieta di aver aumentato, sia pure di poco, il suo patrimonio di punti. quista realizzata dal Milan. Per molto tempo si è creduto che le tre vedette non potessero essere minacciate dalle inseguitricied ecco, invece, che i rosso-neri con una volata meravigliosa sono giunti ad affiancarsi ai «granata». Al terzo posto il Milan è ormai qualche cosa di più di un brillante attore del torneo: ne è un protagonista. Raggiunto il massimo dell'efficienza, l'undici milanista non ha avuto più una battuta vuota. Palloni in serie per tutti gli avversari, vittorie splendide, entusiasmo. Tutto va bene e di questo passo non si sa come e quando il Milan potrà essere fermato. La Juventus, dal canto suo, va avanti con minor clamore, ma va avanti. E' imbattuta da undici domeniche ed in tale periodo ha messo al suo attivo diciannove punti. Più di quanti ne hanno fattiper conto loro Bologna, Lazio e Torino. Tutto ciò alternando prove fiacche a gare vigorose. Noi non vogliamo dare oggi un giudizio sulla Juventus e non vogliamo neppure parlare delle sue possibilità. Diciamo solo che la classifica dei bianco-neri è da meditare. Saltiamo pure a pie pari dal quinto al quattordicesimo posto, dove troviamo la Sampierdarenese, che è stata battuta a Firenze. Ad un punto dai liguri s'è portata la Alessandria, che s'è giovata molto della vittoria strappata a Novara. La lotta pare ormai ristretta a tre squadre, una può salvarsi. Quale sarà? (La Stampa - L. C., 02/02/1937)