Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
11-10-1931 - Giornata: 4 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Roma AS 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 78. Costantino R. [Ro]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Grillo Giuseppe, Gandini Giuseppe, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Notti (I) Alfredo, Scagliotti Cinzio, Cornara Giuseppe All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
ROMA AS: Masetti; De Micheli, Bodini (II) Renato; Ferraris (IV) Attilio, Bernardini, D'Aquino; Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini Ludueña. All.: Burgess Herbert.

Arbitro: Caironi Camillo (Milano)
Note
Inizio gara ore 15:00.

Commento
La squadra grigia non mendica scuse. La vittoria dei giallorossi è stata vivida e netta. Essi l’hanno colta nel secondo tempo; colta per virtù della classe e per l’unità dello stile. Il pubblico enorme non ha avuto un sol grido. Forse i suoi uomini l’hanno un poco deluso. Certo il primo tempo, che è stato giocato col cuore da taluno dei suoi beniamini – i nomi risuonavano sul campo – tradì l’attesa. Fu quindi ventura che, sotto il martellare spietato della Roma, la squadra intera, spossata dal suo immane lavoro di difesa, non cadesse schiantata. L’aver resistito, l’aver ceduto per un solo punto, aver mancato il pareggio per un soffio quando già l’arbitro dava mano al fischietto, testimonia della nobiltà della squadra. La quale, del resto, ha al suo attivo parecchio; tanto nel primo tempo, in cui fece prodezze, quanto nel secondo, in cui chiese all’eroismo l’estrema forza per non cadere. La prima fase di gioco, ricco e fresco, duttile e snello, poneva in vetrina tutti i grigi. Essi soverchiavano in modo netto gli avversari e guidavano la battaglia secondo il loro gusto. La Roma accusava tutti i colpi e, spesse volte, doveva rannicchiarsi in difesa, dando chiara l’impressione di essere pressoché impotente a sfuggire al morso degli orsi. Le ondate grigie – e qualcuna fu di estremo vigore – si abbattevano senza posa sul rettangolo di Masetti. Bodini, De Micheli dovevano battersi a largo petto ed i mediani balzavano in furia in loro aiuto. Parve due volte, tre volte, che la casa capitolasse. La casa non volle crollare. Qualche errore dei grigi fu la difesa migliore. Di rado il gioco sostava a metà campo. Dove la Roma si ritrovava a miglior agio, tanto da poter a tratti lanciare qualche palleggio verso la casa di Mosele. Fenoglio e Lombardo, più la recluta che l’anziano, ripulivano il loro campo. Mosele aveva lavoro da poco, ma in quel poco, che fu di marca, riconfermava la sua altissima classe. L’Alessandria teneva il gioco nel suo pugno. La Roma subiva gli assalti e non si sfasciava. Dava anzi, a tratti, la sensazione precisa che le idee ed i suoi concetti di gioco fossero sempre cristallini. Che mancasse – pareva – la forza per ricavarne del buono. Sopra un’azione volante – quattro falcate, un arresto, un tiro secco di Notti – Masetti, elastico, blocca. Ecco una frase romana – bella e nitida frase spezzata nell’area. È ancora Notti che si fa largo, passa in tromba i terzini, indugia e spara. Spara sul fondo. Bel colloquio fra Bernardini e Ferraris V. Borelli, importuno, ruba la palla, la gira, l’allunga. Tutta la muta dei grigi piomba su Masetti: due minuti, quattro tiri e quattro respinte. La siepe romana copre la porta: la palla tonda non trova il varco; Bodini, risoluto, la manda lungi. Chini e Grillo alle prese: Chini ha la meglio ma il portiere dei grigi inchioda il bolide a fil di palo. Gemma che splende. Ancora una discesa veemente di Gandini e di Notti. Scagliotti manca da quattro metri. Ora è Cattaneo, punto per punto, con Masetti. Nulla di fatto. La Roma si snoda. Salva Lombardo. E sempre i grigi sono all’assalto. Masetti allontana. L’asta distrugge un bel tiro di Avalle. Cornara fugge, si stringe, folgora. Masetti artiglia. Brevi schermaglie a mezzo del campo. La Roma si scuote. Fenoglio, uno dopo l’altro, buca o svirgola tre palloni. La Roma non ne approfitta e, per l’ennesima volta, l’Alessandria è all’attacco. Ecco un’azione di gran marca, la più bella del primo tempo. Notti, rabbioso, ghermisce il pallone, scavalca il mediano, si incunea tra i due terzini. Stretto da presso, porge a Cattaneo. Dono da re. Cattaneo… passa a lato. L’arbitro fischia e la folla acclama a gran voce i suoi grigi. Passeranno, si pensa. Perché la squadra è tutta piena di fuoco o v’è intatto tutto il grande cuore. La ripresa non avrà tono grigio. La Roma, che nel primo tempo s’era retta solo per la classe, trova nel secondo uno stile che sbalordisce. Non è trascorso un minuto che già il prodigio si disvela. Un incubo pesa sul campo. I grigi calano. L’Alessandria cede. Sembra quasi che tutto il suo fatto l’abbia esaurito nel primo tempo. Cede senza rimedio. Gli uomini non sono più quelli, persino la linea mediana, se non si sfascia, si incrina. Sfolgora in tutta la sua luce il bel gioco romano. Ecco la squadra, la squadra tutta, che pare tornata ai bei tempi e che ritrova in un soffio tutto il suo imperio e tutta la sua autorità. Un uomo giganteggia a metà campo: Bernardini. L’atleta è superbo. Sono passati pochi istanti e l’Alessandria già ripiega; piega in ordine, ma piega. La difesa sola non crolla. La difesa sta salda: tanto più salda quanto più impeto ha l’attacco romano. Gli uomini di Fulvio saccheggiano il loro scrigno di gemme. Il pallone passa da piede a piede, da testa a testa con un tocco, un intuito, una sapienza, un vigore che stupisce ed esalta. La folla ne è presa. Soffre, ma ammira. Costantino riscatta, con una serie di precise centrate, lo scialbo gioco del primo tempo. Volk è rovente. Non pressione paurosa; pressione ordinata. Si dà battaglia senza fretta: i romani hanno capito che, se le cose vanno bene, possono anche passare. Hanno capito che uno dei punti è nelle loro mani. L’Alessandria cala ma non si sbanda; perde il controllo del gioco – quanti palloni sono passati, per orgasmo, da piede a piede degli ospiti! – ma non perde la testa. E Bernardini guida la battaglia. È Chini che dà il fuoco. Talvolta, i grigi riescono a forzare la guardia ed a scrollare la minaccia: volano talvolta, per un prodigio di cuore, contro Masetti. Ma come sicuri ora De Micheli e Bernardini! Il loro lavoro è robusto, ma è, sopra tutto, sicuro. I forwards grigi calano. È solo Notti che non s’arrende. Gandini si placa, Avalle non ha rilievo, Cattaneo gioca in sordina. Reggono da forti Fenoglio e Lombardo. Più, si difende Mosele, che non falla una presa. La folla urla a grande voce la sua formidabile passione. La squadra si squassa come sotto un uragano, ma il cuore non basta contro l’imperio della classe. I minuti volano. Strappare un niente di fatto appare ai grigi una ambitissima meta: ma no. L’Alessandria non conosce rinunzie. Forse, chiusa in difesa, strapperebbe il match nullo. La sua nobiltà senza pari qui risplende. Pressata dal più forte avversario, l’Alessandria ha ancora fede nella sua stella. Tiri, sempre tiri. La Roma ha la meglio nel gioco alto. Non ha la peggio nel gioco a terra. Sono passati trenta minuti, trentuno, trentadue. Il capitano dei giallorossi allunga il ball. Sul tiro secco di Fasanelli, Mosele libera in corner. Il calcio d’angolo è tirato da Chini. Groviglio d’uomini sotto la porta. Il «reuccio» trova il varco, tocca di testa, segna. Crollano i grigi? Balzano invece come demoni. La linea mediana ributta la furia. Torna il pericolo accanto a Mosele. Fenoglio rompe. Segni d’orgasmo. L’arbitro stronca il gioco duro che fa capolino. Ecco un grigio che saetta e spara. Il grido rauco della folla s’affloscia in gola. Il pallone batte solo l’asta, ritorna in campo. Scagliotti – un fulmine – gli piomba addosso. Bernardini con un mezzo tocco – prodigio di calma e di tempo – manda lontano. Son le ultime speranze dei grigi che affogano? No, Notti ancora si fa luce, Scagliotti riceve la palla da pochi metri, da due metri folgora: Masetti para fra terra e palo. Fra terra e palo, la Dea, ghermita con una beffa, incorona la Roma. Così, come i due tempi si sono svolti, l’Alessandria non poteva vincere. Il suo predominio fu netto nel primo tempo, ma non enorme. Il predominio dei giallorossi, se non enorme, fu nel secondo assai più schiacciante. I grigi potevano, dovevano segnare nei primi 45 minuti di gioco. La colpa della mancata vittoria – a nostro avviso, se essi avessero marcato prima dell’intervallo, sarebbe stato tremendo ribatterla – va tutta alla linea attaccante, dove Notti mostrò di sapere il fatto suo e svolse un gioco intelligente che gli altri non vollero o non seppero capire. Avalle è un mediano e null’altro che un mediano. Cornara, che pure non fece pessime cose, non ha soverchia efficacia all’estremo, mentre Cattaneo e Scagliotti furono di qualche spanna al di sotto della loro fama, che è chiara. Quante occasioni non furono sciupate da codesti due uomini lungo la partita, e sciupate con tanta ingenuità da rasentare l’imperizia! Nulla invece da imputare alla difesa. Tanto la linea mediana – Grillo forse è più rabbioso che maturo – quanto la coppia dei terzini ed il goalkeeper ebbero il diritto di uscire dal campo a testa alta, Borelli e Fenoglio assai più che gli altri. C’è parso che Stürmer, all’uscita, si adirasse contro Avalle. Nel rancore di Stürmer sta forse il segreto dell’improvvisa sconfitta. La Roma si batté nel primo tempo come si batte di consueto una squadra mediocre. Fu giudizio di gioco, nel senso di intendere che il fiato gettato a manate dai grigi li tradisse nella ripresa? Fu l’impeto della squadra, giovane e fresca, che aveva, di contro, ad imbrigliare i romani? Nella ripresa, balzata in luce, ogni uomo ritrovò la sua classe. E l’intero manipolo riapparve il manipolo di ferro che nello scorcio della passata stagione aveva ossessionato il sonno dei campioni. Bernardini e Chini sono stati gli uomini migliori; Ferraris ed i due terzini hanno disputato una grande partita. Masetti, l’eroe della giornata. Costantino ebbe un secondo tempo di gran marca, D’Aquino lottò con abnegazione, Volk guidò l’attacco con maggior impeto che astuzia. Penso che la vittoria sull’Alessandria non valga solo i due punti. (Mario Ferretti, «La Stampa», 12 ottobre 1931) La Roma ha strappato la vittoria alla forte compagine alessandrina. I romani sono riusciti a cogliere il successo più per l’omogeneità e l’affiatamento della squadra che per la superiorità dimostrata nel corso della partita. Un risultato pari avrebbe più fedelmente rispecchiato l’andamento dell’incontro, che ha avuto due nette fasi di giuoco. Superiorità degli alessandrini nel primo tempo, predominio dei romani nella ripresa. Il tradizionale «fiato» delle squadre provinciali oggi non è esistito: i grigi, che hanno giocato un ottimo primo tempo, hanno ceduto alla distanza. La squadra romana ha vinto la battaglia in virtù della tattica spiegata: esaurire gli avversari nello sforzo generoso resistendo nelle posizioni, contrattaccare e tendere alla vittoria non appena si fosse allentata la pressione avversaria. All’inizio, i rossi hanno fiutato il vento infido e hanno rafforzato la difesa, nella ripresa sono partita all’attacco convinti di aver fiaccato l’avversario. La tattica avveduta che li avrebbe salvati dalla sconfitta li ha così portati al successo. Gli alessandrini non sono riusciti a passare nel primo tempo e nella ripresa, salvo qualche sporadico guizzo, hanno ceduto di fronte all’incalzante attacco dei romani pur difendendosi strenuamente. Il goal segnato da Costantino con un preciso intervento, su un calcio d’angolo tirato magistralmente da Chini, ha deciso la gara che minacciava di finire bianca. Gli alessandrini hanno sfiorato il pareggio sul finire della partita con un tiro da pochi passi di Scagliotti, ma Masetti, con prontezza felina, ha salvato la sua rete. Le difese delle due squadre hanno assolto lodevolmente il loro compito. Poderosi e tempisti Bodini e De Micheli, attento e preciso Lombardo, generoso e redditizio Fenoglio, Masetti e Mosele hanno giocato una magnifica gara; ad essi il merito se la partita è stata avara di goals. I mediani alessandrini hanno fornito una smagliante prova delle loro capacità; Gandini è stato continuo e felice nell’intercettare i passaggi sul centroattacco, Borelli ha coadiuvato felicemente il suo compagno di linea; Grillo ha avuto dei momenti di rilassatezza, ma in complesso ha reso a dovere. Bernardini, a parte qualche volontario fallo di mano, ha giuocato una brillante partita e in più occasioni ha fatto rifulgere in pieno la sua classe. Redditizio, corretto e sempre volitivo Ferraris, che aveva di fronte gli uomini migliori dell’attacco avversario. D’Aquino, mediocre e svogliato nel primo tempo, nella ripresa si è disimpegnato onorevolmente. Le linee d’attacco delle due squadre, ad eccezione di qualche raro duetto, hanno manifestato mancanza d’affiatamento, povertà di temi, insufficiente scatto e decisione nel tiro in porta. Individualmente, gli attaccanti hanno avuto spunti felici, ma è mancata la coesione dei vari elementi. Chini e Lombardo s’intendono tra di loro, ma trascurano i compagni di linea, Volk non ha saputo essere un minaccioso trascinatore, Fasanelli ha avuto qualche guizzo felice, Costantino è apparso sempre veloce e preciso nei suoi passaggi. Tra gli alessandrini, il migliore è stato Cornara, che oggi sosteneva il ruolo di ala sinistra. L’ex centroattacco ha giuocato un’ottima partita; i grigi hanno scoperto un’ala veloce ed insidiosa. Scagliotti non era in buona giornata, Notti nel primo tempo si è disimpegnato bene, nella ripresa si è spento. Avalle e Cattaneo, che s’intendono assai bene, hanno eseguito veloci discese, ma non hanno saputo realizzare. La partita è stata condotta con molta correttezza. Il pubblico, pur incitando i suoi beniamini, ha tenuto un contegno altamente sportivo. L’arbitro Caironi di Milano ha diretto serenamente la gara ma, preoccupato eccessivamente di tenere in mano le redini dell’incontro, ha fischiato, a nostro giudizio, falli e fuori giuoco non sempre esatti. La partita di cartello ha richiamato sul campo degli alessandrini il pubblico delle grandi occasioni. Gremita la tribuna principale, ove abbiamo notato S.E. il Prefetto, il gen. Faccini, comandante della Divisione, i generali della Milizia Passerone e Cisotti, il cav. Cerutti segretario federale di Alessandria, gli on. Torre e Rocca, affollatissimi e rumorosi i posti popolari. I romani giocano contro sole. Al fischio invadono velocemente il campo alessandrino, ma i terzini respingono l’attacco. La palla perviene a Scagliotti, che passa a Cornara: fallo di posizione. Gli alessandrini insistono nell’offesa ed al 5’, sotto la porta di Masetti, si produce una mischia: Bodini interviene energicamente e libera. Volk, che ha avuto molte occasioni per lanciare i suoi compagni di linea, si ostina a driblare gli avversari e perde ripetutamente il pallone. All’11’, primo calcio d’angolo contro l’Alessandria: niente di nuovo. I grigi attaccano rabbiosamente, ma sciupano molte buone occasioni. Al 17’ Notti raccoglie di testa un magnifico traversone di Cattaneo: la palla esce a lato. Al 20’, calcio di punizione contro il Roma, che non conclude. Si ripete con lo stesso risultato un calcio di punizione battute contro il Roma, che non conclude. Si ripete con lo stesso risultato un calcio di punizione battuto da trenta metri. I mediani rossi sono impegnati in un duro e faticoso lavoro: Bernardini e Ferraris si disimpegnano ottimamente, mentre D’Aquino si lascia facilmente scavalcare dal veloce Cattaneo. Fuga dei romani, che sono riusciti a liberarsi dalla pressione dei grigi. Fasanelli entra decisamente e devia di testa in porta: Mosele vigila e para. Ancora, al 30’, un’azione Cattaneo-Notti-Cornara che non ha esito positivo. Al 43’, su preciso passaggio di Gandini, Notti fugge e, pressato dai terzini romani, passa a Cattaneo, che tira risolutamente… fuori. A pochi secondi dalla fine del tempo, Bernardini, impadronitosi dal pallone, scavalca velocemente la linea mediana e, da trenta metri, spara un forte tiro che fa sussultare gli spettatori. Nella ripresa, la palla è agli alessandrini, ma i romani se ne impadroniscono subito e Bernardini lancia Chini. Su passaggio di questi, Lombardo effettua un poderoso tiro: Mosele para. Al 2’, calcio d’angolo contro i grigi: Fasanelli di testa, e manda fuori. Al 5’, calcio d’angolo contro il Roma: niente di nuovo. Subito dopo, calcio d’angolo contro i romani: De Micheli libera. I romani insistono nell’attacco: un’azione Chini-Volk e tiro poderoso di quest’ultimo, che viene parato in tuffo da Mosele. I grigi si snodano in una veloce discesa in linea, Masetti esce dalla porta ma non riesce a fermare il pallone: Scagliotti opera il tiro a porta vuota, ma manda fuori. Al 12’ Bernardini avanza e passa a Fasanelli, che tira in porta: il palo salva la situazione. I romani si fanno sempre più minacciosi. Costantino e Fasanelli prima, Chini e Lombardo poi, con intese veloci, assediano la porta di Mosele, che si difende da campione. Al 21’ una brillante azione Chini-Lombardo-Chini dà modo a questo ultimo di scoccare il tiro: il portiere alessandrino respinge. Al 28’ una brillante discesa in linea dei romani viene fermata da Fenoglio, Gandini raccoglie il rimando e lancia Cattaneo che spara in porta: Masetti si produce in una difficile parata. Riprende l’offensiva romana e, su una discesa in linea, Chini, che ha varcato l’area di rigore, sciupa un facile pallone. Al 33’, calcio d’angolo contro gli alessandrini per un banale errore di Lombardo: siamo al goal. Tira Chini, Mosele si lancia fuori dalla porta per respingere il magnifico traversone, sopraggiunge velocemente Costantino che, di testa, segna a porta indifesa. I grigi reagiscono decisamente e si portano in campo avversario. Su azione Notti-Avalle, Cattaneo saetta in porta, Masetti respinge debolmente, raccoglie Avalle ma, nel momento in cui si accinge a tirare, interviene Bodini che libera. Al 43’, calcio d’angolo contro la Roma, infruttuoso. Sul finire, i grigi tendono al pareggio invadendo l’area avversaria e Scagliotti, liberatosi di De Micheli, opera un tiro da pochi passi: Masetti para per l’ennesima volta. Il fischio della fine trova la palla a metà campo. (V.C., «La Gazzetta dello Sport», 12 ottobre 1931) Decisamente i grigi non hanno fortuna in questo inizio di campionato ove hanno sfoggiato magnifiche doti di combattività e di ardimento non coronate da equivalenti risultanze. Anche oggi, contro lo squadrone della Roma sceso sul campo del Littorio al gran completo, dopo essere nettamente superiori nel primo tempo, si sono visti i concittadini battuti sul finire dell’ardente disputa per un punto segnato da Costantino su calcio d’angolo in seguito all’unico errore di piazzamento di Mosele che, uscito fuori tempo dai pali, ha lasciato entrare liberamente la palla nella rete incustodita. Vi sono incontri segnati dal destino, a cui non si può sfuggire ineluttabilmente; e l’odierna partita conferma ancora come la sorte sia a volte poco propizia per uno dei contendenti e riservi i suoi favori all’altra parte, anche se le vicende della lotta denunziano chiaramente una evidente parzialità nella conclusione delle ostilità. Queste premesse non intendono per nulla sminuire il comportamento dei giallorossi, che è stato buono nella prima ripresa e più efficace nel secondo tempo ma, a giudicare dall’andamento complessivo dei 90 minuti di giuoco, un risultato pari avrebbe equamente sanzionato la parità di valori dimostrata dalle due squadre. I grigi partono al fischio dell’arbitro Caironi a tutta velocità con scapigliata baldanza, sviluppando trame accerchianti che sottopongono i difensori giallorossi, ostacolati anche dal sole a difficili interventi. Al secondo minuto un’azione partita da Cornara e deviata da Notti a Cattaneo vede fallire il tiro dell’ala destra alessandrina per pochi centimetri. Pochi minuti dopo, Masetti è attorniato a terra da tre o quattro attaccanti grigi eppure riesce a rimandare il pallone, che ritorna in campo romano poco dopo provocando una furiosa mischia sotto la rete dei giallorossi. L’offensiva alessandrina viene interrotta al 6’ da una fuga di Chini, che sferra un potente tiro bloccato alto da Mosele, quindi l’attacco si ripete nel campo degli ospiti per opera di Cattaneo. Ma Scagliotti, superata tutta la difesa avversaria, sbaglia da pochi passi il tiro, mancando un sicuro punto. Al 10’, altro forte tiro raso terra effettuato da Cattaneo e prodigioso rimando di Masetti assai applaudito. Al 13’ un fallo a metà campo contro i grigi provoca un corner a favore dei romani che si risolve in una nuova ordinata fuga dei grigi, che richiama seriamente al lavoro l’estremo difensore. Masetti è successivamente impegnato su tiro di Cornara, su azione di Scagliotti e su un terzo tiro consecutivo ancora di Cornara. La rete romana sembra fatata di fronte a questa furiosa offensiva che non conclude. La Roma subisce due altri calci di punizione per gioco duro e falloso, specialmente di Bernardini, ma i grigi mancano altre tre occasioni d’oro per vulnerare la rete di Masetti, che resiste a questi assalti che elettrizzano il pubblico e lo lasciano in breve depresso per la inanità di questi sfortunati tentativi. Il primo tempo si chiude su una ennesima azione di Notti che, incuneatosi fra i terzini, riesce abilmente ad allungare il pallone a Cattaneo che, veloce, seguiva l’andamento del gioco. Sviluppo chiaro, ordinato, ammirevole che definisce una pronta attuazione offensiva e batte senza scampo anche l’avversario più munito. Ma Cattaneo fallisce da pochi metri il tiro, calciando in alto. Gli spettatori, parecchie migliaia, non riescono a darsi ragione di una disdetta così accanita ed attendono la ripresa con una fiduciosa speranza. Senonché sono ora i romani che attaccano, decisi e precisi. Già un centro di Chini pone Fasanelli in condizioni di battere Mosele, tentativo mancato per poco. Poi, i grigi sono in corner e, pur difendendosi bene, debbono sottostare all’iniziativa dell’avversario. Al 5’, al 7’ ed al 10’ è la Roma in corner, senza esito. Magnifico tiro di Fasanelli e parata volante di Mosele. Pronta reazione alessandrina e conseguente tiro di Borelli, che sfiora il palo superiore. Il giuoco assume caratteristica vivace e andamento veloce e sostenuto. I romani sono lanciati in pieno arditamente al contrattacco ed impongono il loro giuoco all’avversario che accusa evidenti segni di stanchezza e di sbandamento. La Roma preme, incalza, lanciata a tutta forza, sorretta da una magnifica linea mediana all’assalto della rete alessandrina. Al 13’ sembra giunto il momento della capitolazione; ma il tiro di Fasanelli colpisce fortunosamente il palo interno ed il pallone rimbalza in campo sui piedi di Fenoglio, che rimanda lontano. Al 15’, calcio di punizione contro i grigi. Il tiro di Volk sfiora la sbarra traversale, imitato poco dopo da uno di Avalle in identiche circostanze. Le discese dei romani sono più ordinate ed insistenti senonché, al momento di definire il lavoro a metà campo, falliscono nel momento della conclusione. Così Cattaneo e Chini rispettivamente tengono sospesi gli animi in due attacchi che sembrano risoluti, ed anche questa volta l’obiettivo è mancato dai due attaccanti per un soffio. Al 34’ abbiamo finalmente l’azione fortunata che darà la vittoria alla Roma. Lombardo, precipitosamente, rimanda un pallone che poteva a suo agio allungare ai compagni; il calcio d’angolo, effettuato da Chini decisamente, è raccolto di testa da Costantino e inviato in rete, quando Mosele, spostato verso il centro, viene a trovarsi fuori della traiettoria del tiro, di guisa che la palla finisce in porta senza incontrare ostacoli. I grigi reagiscono ed altre occasioni si offrono per tentare il pareggio: fra le altre, un calcio di punizione da una quindicina di metri; un tiro di Cattaneo deviato ancora non sappiamo come da Masetti ed una nuova vigorosa puntata di Scagliotti bloccata dal portiere giusto nel momento in cui la palla stava per varcare la linea fatale. E su questi ultimi sfortunati tentativi si concludono le ostilità, con la vittoria dei romani che lasciato esultanti il campo. («Il Littoriale», 12 ottobre 1932) LE CAUSE DI UNA SCONFITTA IMMERITATA L’Alessandria sapeva domenica di dover combattere contro uno squadrone di classe ed è scesa in campo armata di tutto il suo bagaglio di volontà e di ardore. La sua decisione di abbattere il colosso romano, pareva, nei primi minuti dell’incontro, infusa in tutti gli undici atleti. Ma in seguito non tutti si sono dimostrati in possesso di questi elementi morali. Qualcuno è apparso in cattiva giornata, qualche altro scarso di volontà e di spirito di combattimento. La squadra non è così apparsa la granitica compagine che ha piegato il Genova al match pari, ma una squadra forte solo nel reparto difensivo e squinternata all’attacco. Nel primo tempo la Roma è stata dominata e nessun goal è stato segnato. I tiri in porta sono stati parecchi ma tutti o deboli o imprecisi. Il giuoco dell’attacco riusciva conclusivo solo per J e azioni portate dalle ali. Queste azioni però non sono state molte. Le azioni invece del trio centrale morivano quasi sempre sui terzini avversari, e solo qualche volta arrivavano al portiere, ma con tiri deboli od imprecisi. Nel primo, tempo la squadra grigia avrebbe potuto segnare agevolmente un paio di goals. Non ne ha segnati nessuno perché i tre uomini di centro raramente si trovavano a posto. Avalle e Scaglioni erano sempre arretrati e Notti più volte ha dovuto spostarsi all’ala destra per svolgere un giuoco d’intesa con Cattaneo. Gli sforzi del sestetto difensivo, per mantenere avanti i propri attaccanti, riuscivano quindi vani. Nella ripresa, la difesa grigia accusò un po’ gli sforzi compiuti nel primo tempo. I romani ne approfittarono e con un giuoco travolgente e brillante di tecnica e di stile costrinsero i grigi ad una serrata difesa. Ciononostante essi non riuscirono a passare se non in seguito all’unico errore commesso, in tutta la partita, della difesa grigia. Questo predominio romano è durato una ventina di minuti. Verso la fine l’Alessandria ha avuto un risveglio, ma ancora per l'insufficienza dell’attacco non è riuscita a pareggiare. (Il Piccolo, 17/10/1931) RISULTATI: Ambrosiana-Napoli 6-1 Bari-Casale 0-1 Fiorentina-Bologna 1-3 Juventus-Milan 2-0 Modena-Brescia 2-2 Pro Patria-Lazio 2-1 Pro Vercelli-Torino 2-0 Triestina-Genova 1893 0-0 CLASSIFICA: Bologna 8; Casale 7; Juventus, Roma 6; Ambrosiana, Genova 1893, Torino, Triestina 5; Fiorentina, Napoli, Pro Patria 4; Brescia, Milan 3; Alessandria, Modena, Pro Vercelli 2; Lazio 1; Bari 0. MARCATORI 5 gol: Rossetti (Torino), Vojak O. (Napoli) 3 gol: Borel (Casale), Costantino (Roma), Fedullo (Bologna), Ferrari G. (Juventus), Maffioli (Brescia), Orsi (Juventus), Patri (Genova), Reguzzoni (Bologna) 2 gol: Castellani (Triestina), Cazzaniga (Pro Patria), Chini (Roma), Esposto (Genova), Ferrero L. (Ambrosiana), Meazza (Ambrosiana), Mihalic (Napoli), Prendato (Fiorentina), Schiavio (Bologna), Serantoni (Ambrosiana), Silano (Torino), Visentin (Ambrosiana), Vojak A. (Napoli), Vollono (Triestina)