Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
27-09-1936 - Giornata: 3 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Novara AC 1 - 3 (0 - 0)
RETI: 47. Robotti L.[A] 51. Romano M. [No] , 60. Bellini S. [No] , 90. Romano M. [No]

Alessandria US Chiodi Teresio, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Menighetti Oreste, Banchero (I) Elvio, Robotti Luciano, Croce Aldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
NOVARA AC: Scansetti; Bonati, Galimberti; Pellegatta, Mornese, Versaldi; Bellini, Arosio, Romano, Mariani, Rizzotti. All.: Soutschek Rudolf.

Arbitro: Salvatori Lelio (Roma) [Bacchiocchi, Magnoni]
Note
Rigore sbagliato: 47’ Robotti [A, parato e rete sulla ribattuta]. Espulsi: 75’ Bellini [N] e Lombardo [A] Angoli: 1-9 (1-2). Spettatori: 4.000 Inizio gara ore 15:30

Commento
ALESSANDRIA-NOVARA 1-3 Il declino dei grigi è apparso ieri in tutta la sua gravità. Deficiente la mediana, insufficiente l’attacco, senza guida e direttiva, la squadra alessandrina è andata lentamente alla deriva fino a naufragare nel farraginoso finale. L’incontro si è svolto all’augusta presenza di S.A.R. il Duca di Bergamo, venuto espressamente da Acqui, e attorno al valoroso comandante della Gran Sasso sono convenute nella tribuna d’onore tutte le massime autorità e gerarchie della provincia e le rappresentanze delle organizzazioni del Regime. Il vasto campo del Littorio era pavesato a festa in una selva di bandiere e gagliardetti e la folla degli spettatori ha tributato al Principe una vibrante manifestazione. I grigi hanno attaccato subito, energicamente, sviluppando ardite offensive in profondità, le quali giungevano sovente a stretto contatto con l’estrema difesa azzurra. La nuova ala destra, Massiglia, è apparsa efficace ed intraprendente. Il tempo si è chiuso senza punti. Al 1’ della ripresa, Croce, lanciatissimo e pronto a calciare a pochi metri da Scansetti, veniva trattenuto da Bonati, cosicché l’arbitro decretava il rigore. Robotti tirava ed il portiere respingeva la sfera che lo stesso Robotti poteva riprendere per segnare. Il Novara reagiva e al 6’ Romano da una quindicina di metri segnava il primo punto. Al 15’ un tiro trasversale di Mariani veniva a mala pena deviato da Chiodi: Bellini riprendeva e marcava il secondo punto. L’arbitro espelleva al 30’ Bellini e Lombardo. Al 43’ Banchero sferrava l’unico tiro della giornata degno di nota e che il palo deviava a lato. All’ultimo minuto Romano, in seguito ad una rimessa laterale, fuggiva tutto solo e batteva Chiodi per la terza volta. («La Stampa», 28 settembre 1936) Gli azzurri, ottimamente affiatati, sono riusciti a chiudere alla pari il primo tempo dopo aver minacciato la rete alessandrina ed infranto le sporadiche azioni degli attaccanti grigi. All’inizio della ripresa, l’Alessandria riusciva a portarsi in vantaggio a seguito di un calcio di rigore realizzato da Robotti, ma la squadra avversaria, anziché accusare la botta, è passata decisamente al contrattacco ed al 6’ Romano sorprendeva Chiodi con un tiro sotto la traversa. Ristabilito il pareggio, il Novara è tornato minaccioso nell’area alessandrina e dopo un’insistente azione d’attacco, Bellini collocava la seconda palla nella rete di Chiodi. Al 31’ Bellini, in uno scontro con Turino, rimane a terra; il gioco riprende su rinvio del portiere e Lombardo afferra Bellini per i piedi e lo trascina per qualche metro fuori dalla linea di fondo: Bellini reagisce e colpisce con un calcio l’alessandrino. L’arbitro interviene ed espelle i due giocatori. Le azioni si susseguono, ordinate quelle degli azzurri, sconclusionate quelle dei grigi. Quattro calci d’angolo consecutivi contro l’Alessandria, poi i locali passano decisamente all’attacco, ma la permanenza nell’area avversaria è infruttuosa. Registriamo un bel tiro di Banchero respinto dalla traversa e, mentre l’Alessandria è protesa all’offensiva, Romano riceve la rimessa laterale a metà campo e fugge verso la rete avversaria, evita l’intervento di Chiodi e segna il terzo punto tra il tripudio dei numerosi sostenitori novaresi scesi ad Alessandria a rincuorare la meritevole neopromossa. Sono stati tirati dieci calci d’angolo, nove contro l’Alessandria e uno contro il Novara: e questo è un primato per le squadre avversarie che da venti anni giocano sul campo alessandrino. Alla partita assistevano S.A.R. il Duca di Bergamo e tutte le autorità della provincia. («Il Piccolo» di Genova, 28 settembre 1936) Alla fine della partita gli sportivi alessandrini si sono guardati a vicenda in viso in un interrogativo purtroppo doloroso. Quella che fu la bella e tecnica compagine vessillifera della provincia non è stata oggi che l’ombra della organica Alessandria, degna e temuta avversaria delle più forti squadre italiane. Il Novara è uscito dal campo alessandrino con una vittoria meritata e raggiunta nella ripresa dopo di aver dimostrato nel confronto degli alessandrini maggior potenza nel trio difensivo, scioltezza di azioni nella mediana, chiarezza di concezione nel lavoro degli avanti e padronanza del tiro. In sintesi, una squadra ordinata se non una grande squadra. Il Novara ha stabilito oggi sul campo alessandrino un vero record: 9 calci d’angolo contro i grigi nei confronti di uno subito. Ciò dimostra la fragilità della mediana alessandrina e l’incertezza del trio difensivo. Chiodi preferito a Ceresa fra i pali della rete non è stato certo all’altezza del portiere titolare. Fermi ed imprecisi i terzini. I punti deboli dell’Alessandria già denotati nelle partite contro il Bologna e a Milano sono balzati alla luce ancora oggi in modo evidente. Parodi e Banchero, rispettivamente centrosostegno e centroattacco dell’Alessandria sono stati due mediocrità nei confronti di Mornese e di Romano. La squadra grigia ha pagato caro oggi l’errore di aver indebolito eccessivamente i suoi quadri e di aver venduto ancora alla vigilia del campionato due giocatori ancor troppo utili come Costenaro e Notti. Fra gli attaccanti alessandrini c’è stato buio pesto; solo Massiglia e Menighetti (questi solo nel primo tempo) esordienti nelle file dell’Alessandria, sono stati all’altezza della situazione. Banchero si è reso minaccioso solo nella ripresa, allorché è passato a coprire il ruolo di interno sinistro. Croce e Robotti hanno giocato senza infamia e senza lode. Messe a nudo le manchevolezze dell’Alessandria, si può comprendere come la combattiva ed ordinata compagine novarese abbia potuto fare da padrona in campo avversario. L’elogio più completo deve accomunare gli undici atleti in casacca azzurra che si sono prodigati con slancio e tattica per il raggiungimento della insperata e clamorosa vittoria. La cronaca è breve. 0-0 nel primo tempo: azioni alterne e maggior chiarezza di azioni negli ospiti, tre calci d’angolo, 2 contro l’Alessandria, 1 contro il Novara. Nella ripresa al 1’ Robotti realizza un calcio di rigore accordato per fallo di Bonati su Croce. L’Alessandria ritorna subito all’attacco ma il suo sprazzo di energia è un vero fuoco di paglia… alessandrina, poiché con rimandi precisi Galimberti e Bonati infrangono le sporadiche azioni dei grigi. Al 6’ Romano ristabilisce il pareggio con un tiro sotto la traversa che sorprende Chiodi; ed al 14’ Bellini segna il secondo punto a conclusione di un’azione in linea e di un assalto alla rete degli ospitanti. Due calci d’angolo contro l’Alessandria e una incursione di Bellini nell’area avversaria. Il novarese a contatto con Turino cade e rimane a terra quasi sulla linea di fondo. Il gioco sta per riprendere, ma per renderlo regolare Chiodi afferra per i piedi Bellini e lo trascina di un metro fuori della linea bianca: il contuso reagisce sferrando calci; l’arbitro interviene ed espelle entrambi. Bellini raggiunge gli spogliatoi portato a braccia perché ancora stordito in seguito alla contusione riportata. Il gioco riprende rabbiosamente da parte degli alessandrini e pericoloso da parte dei novaresi e mentre nel finale l’Alessandria è protesa all’attacco e sfiora il successo con un bolide di Banchero, che è respinto dalla traversa, registriamo una fuga di Romano che giunto nei pressi dell’area alessandrina evita l’intervento di Chiodi e segna la terza rete per il Novara fra il giubilo dei numerosi sostenitori scesi ad Alessandria a rincuorare la squadra azzurra. («La Gazzetta dello Sport», 28 settembre 1936) LA BATOSTA SUBITA DAI GRIGI Nelle nostre osservazioni di sabato abbiamo accennato ai punti fermi della squadra grigia (Banchero e Parodi) e purtroppo non abbiamo avuto torto. Intorno a questi centri attualmente sfasati hanno giostrato mediocremente gli altri 9 giocatori, permettendo al Novara, più organico e volenteroso, di aggiudicarsi una vittoria che ha schiantato come un colpo d’ariete le speranze e l’entusiasmo degli sportivi locali. La squadra alessandrina è apparsa barcollante in ogni reparto, priva di sistema di gioco, confusionaria all’attacco, squinternata nella mediana, fragile nella difesa che, incapace di far meglio, ha cercato di salvarsi aggrappandosi agli avversari, dando luogo, in ispecial modo Turino, a giuste dimostrazioni di biasimo da parte del pubblico alessandrino. Non abbiamo mai registrato sul campo alessandrino 10 calci d’angolo durante una partita dei quali 9 contro l’Alessandria e 1 a suo favore. Non abbiamo mai assistito ad una partita così umiliante per gli sportivi, così squallida di contenuto tecnico, come quella di domenica. Un solo giocatore si è salvato dalla mediocrità: Massiglia; e buona impressione ha lasciato Menighetti, nel primo tempo. […] Noi non possiamo credere al tracollo alessandrino perché, anche volendo, non si può giocare sempre male come domenica. I nuovi assunti hanno mancato alla prova, é vero; ma i titolari non possono essere caduti di colpo nella nullità. Il risveglio dovrebbe verificarsi in breve tempo. Speriamo si tratti di stordimento più che di sonno letargico. Lombardo, Turino, Barale, Ceresa e Parodi sono 5 giocatori del sestetto di retroguardia che lo scorso anno si comportarono meglio dei sestetti di retroguardia di varie squadre che vanno per la maggiore. Oggi l’Alessandria non è solo incerta all'attacco; nelle tre partite di campionato si è dimostrata debole soprattutto nel reparto difensivo. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 3 ottobre 1936) RISULTATI: Ambrosiana-Bologna 0-1 Bari-Genova 1893 1-0 Lazio-Triestina 2-1 Lucchese-Milan 0-0 Napoli-Juventus 0-1 Sampierdarenese-Fiorentina 1-1 Torino-Roma 2-0 CLASSIFICA: Bologna 5; Bari, Genova 1893, Juventus, Lazio, Torino 4; Fiorentina, Lucchese, Milan, Roma, Sampierdarenese 3; Ambrosiana, Napoli, Novara, Triestina 2; Alessandria 0 MARCATORI 4 gol: Meazza (Ambrosiana), Piola S. (Lazio) 3 gol: Capra (Milan), Pantani (Genova), Romano (Novara) 2 gol: Dibenedetti (Roma), Gabetto (Juventus), Gobbi (Genova), Rizzotti (Novara), Silano (Torino), Stella (Fiorentina), Violi (Bari) Il punto sul campionato Vetrina del Campionato di Calcio DAL BOLOGNA ALL'ALESSANDRIA scendendo i gradini della classifica La vetrina del campionato espone grosse novità. Il Genova non è più primo ed il posto suo l'ha preso il Bologna, detentore dello scudetto. Le due squadre torinesi si fanno sotto ed è un peccato che nel momento in cui esse mirano a balzare ancora più innanzi debbano trovarsi di fronte. Il Bari, pur con un'inquadratura modesta, s'è conquistato un buon posto e resta fra le poche unità imbattute. La Roma, regolarmente sconfitta dai «granata», ha perso gran numero di posizioni. La Fiorentina fa raccolta di pareggi e, se non riesce ad emerge- momento di aver rimpianti, di muovere critiche od accuse. Bisogna agire, lavorare, avere ancora fede ed entusiasmo. Il passato non conta; si deve lottare al presente, e senza tentennamenti. I più forti II discorso sui «grigi», la situazione dei quali meritava un esame, ci ha fatto perdere di vista i più forti. Il Bologna è alla sua seconda vittoria esterna ed ha ormai ampiamente rimediato al punto perso in casa. La squadra campione è ancora quella che offre il miglior aspetto di solidità ed è sintomatico il fatto che già alla terza giornata i «titolati» sono al primo posto. L'unità — se pure non può evitare di tanto in tanto i trabocchetti che sono disseminati sulla via che ha da percorrere — è più solida di ogni altra ed ha il temperamento che occorre in campionato. Batterla sarà affar serio, sbalzarla dal ruolo di «vedetta» riuscirà assai difficile. L'assetto del Bologna non fa prevedere una rinuncia dei «rosso-bleu»; al contrario induce a pensare che, per arrivare alla vittoria finale, i conti bisognerà proprio farli con i petroniani. Il Torino viene su alla garibaldina. Dategli un avversario forte, ditegli che sarà un miracolo se riuscirà a batterlo ed ecco che la squadra lanciandosi nella lotta fremente di volontà vi offrirà uno spettacolo non comune di gagliardia. Domenica dieci secondi dopo il fischio d'inizio Mosetti già aveva l'area sua invasa dalla muta degli avanti granata ed al trillo di chiusura Prato e compagni erano ancora all'attacco. Polmoni d'acciaio hanno i ragazzi e si capisce come piacciano tanto a chi cerca, nel calcio, emozioni e lotta. Avevamo detto, se non andiamo errati, che c'era da aspettarsi il colpo d'ala della Juventus: Cambiano gli uomini ma la squadra è sempre quella. Ditele che è arrugginita, che non va, che ha falle grosse così ed essa vi smentirà con una gara giudiziosa, con un risultato sensazionale. Non vuol essere giudicata, vuol fare tranquilla la sua strada. Con serietà, con metodo, con fede. Eccola, pertanto, a un punto dai primi. Eccola alla pari col Genova che pure bruciava le tappe, col Torino che va sull'onda dell'entusiasmo popola re. E' lì, pronta ad aiutare ancora più avanti. Ora aspetta i «granata» sul suo terreno. Affila le sue armi. Borei è pronto. Difesa e mediana sono a posto. La grande lotta trova la Juventus più forte, non una Juventus rassegnata. Ci sarebbe da dire dell'Ambrosiana, ma forse è meglio attendere perché adesso si sarebbe troppo severi. Si potrebbe parlare del Novara, ma anche il successo degli «azzurri» merita conferma. Molte squadre hanno una infinità di piccoli mali da sanare. Lasciamole lavorare in pace. (La Stampa - Luigi Cavallero, 29/09/1936)