Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
26-04-1936 - Giornata: 28 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Lazio SS 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 38. Robotti L.[A], 89. Robotti L.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Robotti Luciano, Celoria Mario, Croce Aldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
LAZIO SS: Blason; Zacconi, Monza (II) Alfredo; Baldo, Ferraris (IV) Attilio, Viani; Guarisi, Bisigato, Piola, Camolese, Levratto. All.: Viola József.

Arbitro: Mastellari Raffaele (Bologna) [Anceschi, Barbieri]
Note
Angoli: 4-6 (2-3). Spettatori: 3.000. Giornata calda a tratti disturbata dal vento, terreno solido. Inizio gara ore 15.00

Commento
È stato il più bell’incontro dell’annata disputato allo stadio del Littorio, che il pubblico non ha gremito come l’importanza della posta e le attrattive della contesa meritavano. Bello per vivacità e velocità di azioni nei due campi, intessute di trame così ardite e pregevoli da capovolgere da un minuto all’altro l’esito della disputa, tirata a tutta andatura per novanta minuti, senza soste e con l’animo aperto alle più sostenute offensive. Le prime avvisaglie sono partite dai grigi che hanno invaso la metà campo azzurra impegnandone strenuamente la difesa. Al 5’ una fuga di Busani dava modo a Robotti di impegnare Zacconi; quindi il pallone ritornava a Busani, che sferrava un tiro obliquo deviato da Blason con un volo spettacoloso attraverso i pali. Al 7’ primo calcio d’angolo contro la Lazio, cui seguivano nuovi attacchi sviluppati da Riccardi-Croce-Busani e Robotti; mentre Celoria, lievemente arretrato, non riusciva a collegare efficacemente l’azione con i compagni di linea. La Lazio si riprendeva intanto e lanciava all’attacco Piola alquanto irruento e poco preciso ed al 20’ otteneva consecutivamente due calci d’angolo senza conseguenze. Ma tale offensiva finiva presto: cosicché erano ancora i grigi i protagonisti delle più accese mischie sotto la rete di Blason, il quale, al 26’, deviava in angolo un bolide calciato al volo da Riccardi. Nuovo ritorno offensivo di Piola con grave pericolo questa volta per Ceresa e nei successivi sviluppi intervenivano Guarisi e Bisigato contro i quali Lombardo, Turino e Parodi opponevano energici interventi così da sgomberare dalla minaccia il terreno. Al 38’ si aveva finalmente la prima azione risolutiva a favore dei grigi. Busani lanciato ancora velocemente lasciava in asso Viani, quindi mandava verso il centro un pallone spiovente che Riccardi deviava verso la rete. Blason uscito dai pali respingeva debolmente; nuovo intervento di Busani ed altra respinta difficoltosa di Monza. La palla perveniva così a Robotti, il quale effettuava da pochi metri un tiro rasoterra nel lato opposto a quello dove vigilava il portiere. Il pallone rimbalzava contro lo spigolo interno del palo e schizzava in rete fra un uragano di applausi. Immediata reazione azzurra che costringeva in angolo i grigi e nuove preoccupazioni per Ceresa, il quale nel tentativo di respinta giaceva a terra mentre il pallone percorreva tutto il settore della casa incustodita senza trovare un attaccante romano pronto a sospingerlo dentro. Nei primi minuti della ripresa la Lazio sviluppava subito un’altra ardita offensiva che la portava subito a stretto contatto con l’estrema difesa grigia. Bisigato prima, poi Camolese di testa battevano il pallone verso l’angolo sinistro della porta alessandrina, mentre il portiere con un salto acrobatico riusciva appena in tempo con la punta delle dita a toccarlo tanto da rimandarlo sul piede di Lombardo che liberava poi agevolmente. Ottima intesa all’8’ fra Busoni e Robotti, e terzo calcio d’angolo contro la Lazio; quindi immediato capovolgimento della situazione con fuga di Levratto, palla al centro e tiro a rete e salvamento in angolo. Successivo intervento pauroso di Guarisi e pronta azione di Parodi poi nuovamente Piola tentava da lungi di sorprendere Ceresa con un forte tiro trasversale efficacemente fermato dal portiere. Altra fuga di Levratto, centro al volo e tiro di Piola sopra l’asta trasversale. Breve sosta a metà campo e poi Busani scappava velocemente, mandava la palla a Robotti e questi a Croce. Senonché Blason era pronto alla presa e lanciava i suoi compagni avanzati che ritornavano minacciosi sul terreno dei grigi. La solida difesa alessandrina non cedeva però di un palmo, non tentennava un attimo. Attenta, giudiziosa, tempista essa sventava ogni insidia così da difendersi in altre contingenze perigliose: un attacco di Guarisi al 30’ e poi due altri calci d’angolo al 35’ ed al 37’. Brevi schermaglie con rilassamento della Lazio disorientata, stanca e delusa; a pochi secondi dalla fine ecco un nuovo intervento di Barale e poi di Milano che allungava il pallone togliendolo dal piede di Guarisi. La coraggiosa ala sinistra alessandrina avanzava velocemente di una decina di passi, serviva in profondità Robotti il quale senza indugi sferrava un secco tiro che si insaccava nell’angolo destro della rete di Blason. Il pubblico andava in visibilio e poco dopo l’arbitro fischiava la fine di questa tremenda disputa. Dalla cronaca schematica dell’incontro appare evidente come l’Alessandria abbia attaccato in prevalenza nel primo tempo concludendo le rinnovate e robuste offensive con un punto alquanto fortunoso dovuto in parte al palo compiacente che ha deviato in rete il pallone. Nella ripresa la Lazio ha dominato quasi a suo piacimento mutando direttiva ai tentativi che si sono ripetuti al centro, a sinistra ed a destra. Ma in tale periodo è mancato quasi sempre il coordinatore e l’artefice conclusivo alle direttive sagaci che avesse la capacità di superare la difesa avversaria e batterla al momento giusto. Piola era oggi alle volte troppo irruento ed alle volte completamente fermo, sfocato, privo di quell’estro di improvvisazione che fa di lui indubbiamente uno dei migliori condottieri di attacchi calcistici. Bloccato il biondo vercellese dall’attenta e poderosa difesa grigia, tutto il sistema offensivo azzurro è venuto pressoché a mancare e quei trenta o quaranta minuti di azioni giocate sotto la rete di Ceresa ne hanno visti ben pochi veramente pericolosi per l’estremo difensore grigio. Blason è stato invece molto più impegnato e direttamente per tiri effettuati dagli attaccanti locali, ed indirettamente per le notevoli raffiche abbattutesi presso la sua casa e che solo l’abilità di Zacconi e di Monza hanno infranto tempestivamente. In conclusione il successo dei grigi tenacemente conteso fino all’ultima battuta è pienamente meritato anche se un pizzico di fortuna ha collaborato con la squadra locale che in fondo si è dimostrata più attiva, volenterosa ed intraprendente prodigandosi fino alla fine con ammirevole animo e valore sperimentato. («Il Littoriale», 27 aprile 1936) I giocatori e il pubblico alessandrini hanno accolto con viva soddisfazione la fine della cavalleresca partita combattuta oggi al campo del Littorio fra i grigi dell’Alessandria e gli azzurri della Lazio. La vittoria odierna è di particolare importanza per i locali ai fini della classifica. Il pericolo della retrocessione, infatti, se non è del tutto scomparso, sta in certo qual modo venendo meno. La tattica dell’Alessandria è stata ottima: pur senza mancare al compito di sorreggere gli attaccanti la linea mediana è scorsa; pur senza mancare al compito di sorreggere gli attaccanti la linea mediana è accorsa sovente sulla linea dei terzini. E il gioco di intesa contro il sistema difensivo è stato inesorabile per gli ospiti. La linea degli attaccanti di questi ultimi non ha mai potuto tessere azioni in linea perché i grigi le frantumavano al loro nascere. Piola, marcatissimo, ben poche volte è riuscito a calciare palloni pericolosi mentre i suoi compagni sono stati ben fermati da Milano, Barale, Lombardo e Turino, volenterosi e continui. Passando agli altri dell’Alessandria, ottimi Busani, Robotti e Croce che sostituiva Gastaldi contusosi domenica scorsa. Della Lazio salvo il trio difensivo, generosi Baldo e Viani fra i mediani e degli attaccanti redditizio il gioco di Camolese. La Lazio subisce il primo calcio d’angolo al 7’ dopo che Riccardi impegnava senza convinzione il portiere laziale. I grigi pervengono spesso all’area avversaria ma Celoria sciupa varie volte per mancanza di precisione. Un angolo contro i grigi al 10’ e uno a loro favore al 25’. Il gioco è ora alterno. Parodi regge degnamente il contro con Ferraris IV che sospinge i compagni all’attacco. Il primo goal dei grigi, scaturisce al 38’, Parodi tira un calcio di punizione quasi a metà campo, Barale raccoglie e fa pervenire a Busani. Il centro dell’ala destra dell’Alessandria è deviato dalla traiettoria da Monza. La palla finisce a Robotti che senza indugio calcia nell’angolo destro basso della rete di Blason. Il contrattacco azzurro non ha per effetto che calcio d’angolo. Sono ancora i grigi che prima della fine del tempo impegnano Blason per merito di Croce. Nella ripresa la Lazio parte a grande andatura; al 1’ un’azione in linea dei laziali impegna Ceresa in un difficile salvataggio che sventa la minaccia di un ben aggiustato colpo di testa di Camolese. Per 10 minuti l’Alessandria ha un netto sopravvento ma i suoi attaccanti un po’ per indecisione un po’ per sfortuna non riescono a concludere. Un calcio d’angolo contro la Lazio al 10’ e uno contro l’Alessandria al 13’ non hanno alcun effetto. Ottimamente sospinti dalla mediana i grigi compiono ancora incursioni nell’area degli avversari. Blason è impegnato seriamente ancora per due volte. Degna di nota anche un’azione Celoria-Croce, dopo di che al 25’ si ha un calcio d’angolo contro la Lazio. Al 30’ una punizione contro i grigi dal limite dell’area di rigore è malamente sciupata da Camolese che passa breve a Ferraris IV provocando l’intervento dei difensori grigi. Tiri di Celoria e di Riccardi a cui gli azzurri fanno eco con azioni partite dai piedi di Baldo e di Viani in conseguenza delle quali ottengono due angoli al 35’ e al 37’ senza esito. Nel contrattacco l’Alessandria perde un’ottima occasione di consolidare il punteggio per colpa di Croce che fallisce di pochi passi (41’). Pareva già che la partita fosse inchiodata sul punteggio di 1-0 quando l’Alessandria perveniva al suo secondo punto. Si era allo scadere del tempo. Un palleggio Celoria-Croce si concludeva con il passaggio di quest’ultimo a Robotti, a molti sembrato in fuori gioco. Il centro attacco dell’Alessandria punta decisamente su Blason. Mentre questi sta per uscire, la palla si incassa in rete. («La Gazzetta dello Sport», 27 aprile 1936) ALESSANDRIA-LAZIO 2-0 Le prime avvisaglie sono partite dai grigi che hanno invaso la metà campo degli azzurri, impegnandone strenuamente la difesa; al 5’ una fuga di Busani dava modo a Robotti di impegnare Zacconi, quindi la palla ritornava a Busani che sferrava un tiro obliquo deviato da Blason con un volo attraverso i pali. Al 7’, primo calcio d’angolo contro la Lazio a cui seguivano nuovi attacchi sviluppati da Riccardi, Croce, Busani e Robotti. La Lazio si riprendeva, lanciava all’attacco Piola e, al 20’, otteneva consecutivamente due calci d’angolo, senza conseguenze, ma erano ancora i grigi ad attaccare e Blason al 26’, deviava in angolo un bolide calciato al volo da Riccardi. Nuovo ritorno offensivo di Piola con grave pericolo per Ceresa. Al 28’ si aveva finalmente la prima azione risolutiva a favore dei grigi; Busani fuggiva ancora velocemente lasciando in asso Viani, quindi mandava verso il centro un pallone spiovente che Riccardi deviava verso la rete; Blason usciva dai pali e respingeva debolmente nuovo intervento di Busani ed altra respinta di Monza, la palla perveniva così a Robotti, il quale effettuava da pochi metri un tiro raso terra dal lato opposto ove vigilava il portiere il pallore urtava contro lo spigolo del palo e schizzava in rete. Immediata era la reazione degli azzurri che costringevano in angolo i grigi e Ceresa, nel tentativo di respinta, restava a terra, mentre il pallone percorreva tutto il settore della casa incustodita senza trovare un attaccante romano pronto a sospingerla dentro. Al 1’ della ripresa la Lazio sviluppava subito un’altra ardita offensiva che la portava a stretto contatto coll’estrema difesa grigia; Bisigato prima, poi Camolese di testa, battevano la palla verso l’angolo sinistro della porta di Ceresa e questi, con un salto acrobatico, riusciva appena in tempo con la punta delle dita a toccarla, tanto da rimandarla sul piede di Lombardo che liberava. Un’ottima intesa, all’8’, tra Busani e Robotti portava al terzo calcio d’angolo contro Blason, quindi immediato capovolgimento della situazione con fuga di Levratto, palla al centro, tiro a rete e salvamento in angolo. A questo seguiva un intervento pericoloso di Guarisi. Poi era nuovamente Piola che tentava da lungi sorprendere Ceresa con un forte tiro trasversale efficacemente fermato dal portiere: altra fuga di Levratto, centro al volo e ancora tiro di Piola sopra l’asta trasversale. Dopo una breve sosta a metà campo, Busani scappava velocemente, mandava la palla a Robotti e questi a Croce, senonché Blason era pronto alla presa e lanciava i suoi compagni avanzati che ritornavano minacciosi nel terreno grigio. Robotti al 44’ controllava il successo con il secondo punto. («La Stampa», 27 aprile 1936) DALLA VITTORIA SULLA LAZIO ALLA PARTITA CONTRO LA ROMA Nella più bella partita dell’annata come ordine di gioco ed impegno nella lotta, l’Alessandria ha fermato la forte e cavalleresca compagine azzurra guidata dal nazionale Piola. Tutta la squadra grigia merita il più caldo elogio. Ceresa è stato imbattibile, scaltro Lombardo e superbo Turino che non ha messo fuori un solo pallone. Prodigo Barale, cauto Parodi che aveva il compito di controllare Piola, e meraviglioso Milano che ha giocato forse la più bella partita dell’annata. L’attacco ha funzionato egregiamente anche se all’occhio dello spettatore le occasioni da rete sono state più numerose di quelle realizzate. Busani ha impegnato costantemente la difesa avversaria, redditizio il gioco di Riccardi nel coordinare il reparto, intelligente Robotti anche se ancora privo di scatto nelle azioni di sfondamento, laborioso Celoria ma impreciso nei tiri, sorprendente il lavoro svolto da Croce imbeccato astutamente da Stürmer. Le reti sono state segnate entrambe da Robotti al 38’ del primo tempo ed al 44’ della ripresa. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 2 maggio 1936) RISULTATI: Ambrosiana-Torino 4-0 Bari-Bologna 0-0 Brescia-Milan 1-2 Genova-Fiorentina 2-2 Juventus-Sampierdarenese 7-2 Palermo-Napoli 2-2 Roma-Triestina 1-0 CLASSIFICA: Bologna 36; Roma 35; Torino 34; Ambrosiana, Juventus 33; Triestina 31; Milan 28; Fiorentina 27; Alessandria, Genova 1893, Lazio, Napoli 26; Bari 25; Palermo, Sampierdarenese 23; Brescia 16 MARCATORI 25 gol: Meazza (Ambrosiana) 19 gol: Piola (Lazio) 17 gol: Gabetto (Juventus) 12 gol: Busoni (Napoli), De Vincenzi (Ambrosiana)