Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
29-03-1936 - Giornata: 25 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Bologna AGC 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 90. Busani U.[A] 52. rig. Reguzzoni C. [Bo]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Robotti Luciano, Notti (I) Alfredo, Riccardi (I) Giovanni, Celoria Mario All.: Lombardo Umberto

Formazione avversaria
BOLOGNA AGC: Gianni; Fiorini, Gasperi; Donati, Andreolo, Corsi; Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni. All.: Weisz Árpád

Arbitro: Bevilacqua Gialma (Viareggio) [Anceschi, Moglioli]
Note
Infortunato: 16’ Donati [B, passato all’ala sinistra]. Angoli: 2-5. Spettatori: 8.000. Giornata calda e assolata, terreno elastico. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Il pubblico alessandrino stava già per abbandonare gli spalti e già il cronista stava pensando al modus per esaurientemente tessere l’elogio del Bologna odierno, dominatore e vincitore, quando la squadra grigia giungeva insperatamente al pareggio. 43’ della ripresa: a mezzo campo Parodi sta per impossessarsi della palla, ostacolato da Schiavio che – retrocesso in corsa – balza a sua volta per colpire il pallone di testa. C’è stata certo una carica del centrattacco bolognese nei confronti del mediocentro alessandrino, ma francamente non ci sentiremmo di parlare di spinta nettamente irregolare. Comunque, calcio piazzato. Tira Barale, quello stesso Barale che per una decina di volte almeno è stato chiamato in quest’ultimo periodo a infliggere tiri di punizione al Bologna. La palla spiove in area rossoblù dove sono addossati parecchi atleti. Fiorini è pronto per intercettare ma poi indugia una frazione di secondo nel rinvio. La palla gli scivola lungo il corpo, gli batte sulla scarpa, schizza verso sinistra dove Busani, a caso, riesce a toccare ed a mettere in porta da un passo. Tutte le reti sono reti e tutte fanno ugualmente punteggio. Sottilizzando si potrebbe anche dire che l’Alessandria ha pareggiato su punizione quello che il Bologna aveva ottenuto su rigore. Ma lo spettatore obiettivo non può a meno di pensare che difficilmente un punto è stato acciuffato in modo fortunoso come nel caso attuale. Dicendo «fortunoso» non intendiamo riferirci alla fattura del goal di Busani quanto piuttosto al fatto in sé dell’1-1, scaturito improvvisamente a due minuti dalla fine quando l’ospite aveva dato chiara impressione di meritare una franca e netta vittoria. E qui è il caso di accennare ad un sistema di direzione arbitrale che ci sembra più dannoso che utile. Non è la prima volta che un arbitro, costretto a decretare un rigore a favore di una squadra, si sente poi spinto diremmo quasi dal dovere morale di compensare l’undici che l’ha subito con una serie più o meno lunga di calci di punizione a favore; può ritrovarsi in tale operato la conseguenza di un sentimento umanissimo: desiderio di alleviare il bruciore di una scottatura col balsamo dei contentini. Ciò. Non impedisce però che si alteri un poco l’andamento della gara a rischio addirittura di modificarne il risultato concreto, come è avvenuto oggi. Il signor Bevilacqua, che aveva cominciato a dirigere in modo eccellente (facilitato più dal contegno degli atleti che dalla precisione dei guardialinee), nella ripresa ha peccato, a parer nostro, nel senso che abbiamo spiegato. Ed il Bologna è stato così, dall’eccesso di scrupolo equilibratore dell’arbitro, sensibilmente danneggiato. Da quanto si è detto traspare il valore della squadra bolognese. I rossoblù hanno cominciato ad imporre il loro sistema fin dai primi minuti imponendo ai grigi di giungere a Gianni di sorpresa. Senza troppo scoprirsi, essi hanno così giocato in superiorità progressiva, manovrando con bella tecnica e chiarezza di idee, con varietà di spunti e felici conversioni a rete. È mancata forse, nel primo tempo, la sventola decisiva per il goal, ma quanto ad organicità di squadra non c’era da sbagliare: il Bologna era in grado di comandare e comandava, forte della saldezza della difesa dove giganteggiava Fiorini. Si arrivava al riposo sullo zero a zero ma era chiara l’impressione che il Bologna dovesse segnare. Effettivamente non eran passati che sei minuti dall’inizio della ripresa quando Donati (trasferitosi all’ala destra fin dal primo tempo, con un solo occhio libero dalle bende) palleggiava abilmente con Sansone scartando Milano. Sansone, con un preciso allungo, offriva a Schiavio perfettamente appostato fra i terzini. Schiavio raccoglieva, superava Turino e Lombardo; da tre passi si apprestava a spingere in rete quando Lombardo stesso lo afferrava tra spalla e collo e lo atterrava malamente. Fallo così marchiano che il rigore decretato dall’arbitro non sollevava un solo zittio del pubblico. Reguzzoni si incaricava con un tiro in angolo più astuto che forte di realizzare la rete. Qui l’Alessandria si accasciava ed il Bologna prendeva a dominare in lungo e in largo. Ancora Schiavio e poi Fedullo erano caricati in area rudemente mentre si apprestavano al tiro. Reguzzoni coglieva un paletto e poi si vedeva bloccati dal portiere due tiri prepotenti; altre occasioni molteplici perdeva la compagine di Schiavio, perché non sospinta dalla necessità di assicurarsi più grosso bottino e perché, evidentemente, certa che al pareggio i grigi non potessero giungere più. Circa mezz’ora su questo ritmo. Infine i veltri, anche per la rinnovata intraprendenza degli ospitanti, ripiegavano sensibilmente senza dar mai l’impressione di essere in difficoltà. Gli ultimi dieci minuti erano di lieve vantaggio di iniziativa degli alessandrini, sospinti innanzi anche da una fioritura di punizioni a favore. La retroguardia dei veltri respingeva tutto con calma padronanza finché, a due minuti dal fischio finale, giungeva il goal del pareggio. Questo l’andamento della gara che ha visto il Bologna giocare sulla linea dello squadrone, di fronte ad un’Alessandria dominata inesorabilmente. L’Alessandria non è sembrata fresca e intraprendente come in altre occasioni non meno difficili. La squadra ha subito l’azione avversaria in modo sempre più netto e certo, senza un colpo di fortuna non avrebbe oggi potuto ottenere il punto che ha ottenuto. Vediamo gli uomini. Nel Bologna tutta la difesa ha giocato ottimamente. Gianni ha sbrigato il primo lavoro con prontezza e bravura: niente da fare per il goal. Fiorini è stato un dominatore incontrastato per tutti i novanta minuti. La rete è un infortunio che non gli si può imputare se non coll’attenuante della più nera disdetta. Sicuro e deciso il lavoro di Gasperi. Maini, improvvisato mediano dopo l’infortunio a Donati, ha avuto all’inizio un attimo di incertezza che poteva costare anche un autogoal, poi si è ripreso energicamente ed ha finito per giocare una gara pulita ed accorta. In netta ripresa Andreolo, non lontano dalla forma dell’inizio di stagione. Corsi, alle prese con un guizzante Busani, ha fornito una prova degna per puntiglio e continuità. Volitivo lo svantaggiatissimo Donati, all’ala; pronto e abile palleggiatore Sansone, ma troppo intestardito a far duetto di virtuosismo con Fedullo. Quest’ultimo ha lavorato assai meglio nella ripresa che nel primo tempo. Schiavio ha giocato una gara magnifica per varietà di costruzioni, numeri d’abilità e tempi nel sostenere gli urti avversari. Gli è mancato un poco il tiro. Reguzzoni è in forma, veloce e decisissimo nelle conversioni al centro. Anch’egli peraltro ha peccato talvolta nel tiro. Nell’Alessandria, Ceresa ha giocato con grande maestria parando palloni difficili e insidiosi. Lombardo ha giocato con estro e poderosità. Il fallo del rigore è stato da lui provocato a bella posta, come unico rimedio ad evitare guaio maggiore. Senza pecche notevoli il gioco del giovane sostituto di Borelli, Turino. La mediana ha manovrato in felice insieme nella prima fase di gara, poi è andata gradatamente disunendosi mentre Parodi è apparso provatissimo alla distanza. All’attacco il migliore è stato Busani, per velocità e intraprendenza. Sfasato Riccardi, privo del suo caratteristico tiro Notti, volenterosi e niente di più Robotti e Celoria. La cronaca dice che… sono stati complessivamente battuti cinque angoli a due in favore del Bologna. In compenso sono stati battuti ben [cifra illeggibile] calci di punizione a favore dell’Alessandria soltanto nell’ultima mezz’ora di gara. …Che al 18’ del primo tempo il Bologna ha passato il primo pericolo per un allungo sconsiderato di Maini al portiere, uscito dalla porta. Gianni toccava per miracolo colla punta delle dita e lo deviava. …Che al 40’ l’Alessandria ha visto Ceresa deviare in angolo un bel tiro di Fedullo; Fedullo, ancora, mandava poi, di testa, appena alto sul palo. …Che al 12’ della ripresa Ceresa ha parato in tuffo un pericolosissimo tiro di Reguzzoni. …Che al 14’ Schiavo e poi Fedullo sono stati impediti a tirare per cariche, dopo belle azioni personali. …Che al 24’ Celoria tirava alto in seguito alla prima azione ficcante dei grigi nel corso della ripresa. …Che al 30’ Reguzzoni, in seguito a riuscita fuga su passaggio di Andreolo, coglieva il palo della casa di Ceresa. Le azioni dei goal sono già state descritte in sede di commento. Giornata primaverile, terreno duro. Al 16’ del primo tempo Donati, scontratosi con Celoria, ne usciva con un occhio pesto ed enfiato; doveva lasciare il campo alcuni minuti e rientrava poi fasciatissimo per giocare ala sinistra. Mediano passava Maini. Nella ripresa l’attacco dei grigi assumeva il seguente schieramento: Busani, Riccardi, Notti, Celoria, Robotti. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 30 marzo 1936) ALESSANDRIA-BOLOGNA 1-1 Per quanto la conquista di un punto in campo avversario costituisca, di questi tempi, un autentico successo, pure i bolognesi hanno imboccato il sottopassaggio scuri in viso e manifestamente seccati. C’è da credere, anzi, che le parole di Gasperi e di Andreolo rivolte a Gianni non fossero proprio autentici complimenti… Gli è che la vittoria, tenuta saldamente in pugno sino ad un minuto dal termine, era sfumata per un pallone che, raccolto in mischia da Busani, aveva trovata diritta la via della porta rossoblù, senza che Gianni, premuto da compagni e da avversari, riuscisse a tentare la parata. Detto questo, non occorre nemmeno soggiungere che giuocatori e spettatori di parte alessandrina, dopo di essere apparsi rassegnati alla sconfitta, hanno accolto con le più alte manifestazioni di giubilo il punto del pareggio, punto che può essere decisivo per le sorti della squadra grigia, impegnata nella lotta per la salvezza. Questa partita dal finale entusiasmante ha avuto, nel suo complesso, più zone d’ombra che di luce. L’inizio parve molto promettente, perché un minuto non era ancor trascorso dal fischio di apertura che già Busani, centrando con bella precisione un pallone raccolto proprio al limitare del campo, serviva Riccardi mettendolo nella condizione di poter segnare di sorpresa. L’attaccante grigio ebbe un indugio che fu sufficiente a Fiorini per scattare e rinviare. Il periodo di giuoco che segui a questa folata d’apertura dei «padroni di casa» non fu bello per tecnica e neppure appassionante per vicende. Radi calci di angolo non portarono ad alcunché di concreto; i pochi e non fulminei tiri che partirono dai piedi degli opposti attaccanti trovarono pronte le difese a neutralizzarli. Il Bologna «combinava» a metà campo con il solito assiduo lavoro dei suoi due interni che hanno tendenze ed attitudini costruttive, ma era il solo Schiavio ad avventurarsi acrobaticamente in area di rigore e, per quanto all’Angiolino non difettassero intraprendenza e decisione, i grigi gli sbarrarono costantemente la via. L’Alessandria, dal canto suo, non trovava all’attacco il ritmo giusto. Celoria appariva evidentemente in imbarazzo nell’inconsueto ruolo di estrema sinistra; l’azione di Robotti restava, nonostante ogni sforzo, senza rilievo; Notti, al centro, denunciava difficoltà di ripresa, dopo i lunghi mesi di assenza; Riccardi, palleggiatore più che combattente, era sopraffatto della decisione della difesa bolognese. Il solo Busani faceva intero il suo dovere, ma senza troppa fortuna. Così, rimandi poderosi e giuoco alto spostavano l’azione nei due campi, senza che si creassero situazioni meritevoli del successo. L’azione dei difensori prevaleva su quella degli attaccanti e Parodi riusciva, almeno nella prima mezz’ora, a reggere vantaggiosamente il confronto con il più robusto Andreolo. Il Bologna, intanto, aveva dovuto modificare il suo schieramento per un incidente occorso a Donati. Il mediano rossoblù, scontrandosi di testa con Celoria, riportava una ferita che lo costringeva ad abbandonare il campo per qualche minuto, per rientrare, poi, fasciato sì da veder solo più con un occhio, all’ala destra, mentre Maini passava ad integrare la seconda linea. Gianni, uscito arditamente in piena area, poteva fermare del tutto fortunosamente un’avanzata dei «grigi»; un colpo di testa di Fedullo spediva la palla sopra il palo, ma nessuna delle due squadre poteva, prima del riposo, mettere un punto all’attivo. Dopo un così scialbo primo tempo, gli eventi decisivi maturano nella ripresa. L’Alessandria effettuava senza risultati i seguenti spostamenti: Celoria ad interno sinistro, Robotti all’estrema sinistra e Riccardi alla mezz’ala destra. Al 6’ Donati smistava a Sansone che poteva inviare a Schiavio. Scatto del centroavanti che sta per sbucare solo avanti a Ceresa, quando Lombardo, ritenendo disperata la situazione, s’aggrappa all’attaccante e lo piega a terra. Un fallo grosso così, che l’arbitro non può non punire con il rigore. Batte Reguzzoni, non troppo forte ma preciso, rasoterra sulla destra del portiere. Il Bologna è in vantaggio per uno a zero. Per venti minuti l’Alessandria tenta invano di reagire e sono i rossoblù a comandare il giuoco con bella sicurezza. L’azione del Bologna è quella della squadra sicura del fatto suo. L’imprecisione, il nervosismo, l’ansia per il risultato, lo sconcerto che regna tra gli avanti impediscono ai grigi di attaccare con profitto. Al 40’ è la base di un montante che respinge un tiro di Reguzzoni. L’Alessandria, provata, forse sfiduciata, convinta certo dell’inutilità dei suoi tentativi conduce senza mordente le ultime offensive. Parodi, esausto, è da tempo tra i terzini e neppure i laterali riescono ad alimentare l’attacco. Il Bologna si porterebbe in salvo i due punti se, al 44’, l’arbitro non punisse a metà campo un banale fallo di Schiavio. Tiro a parabola di Milano, intervento di testa di Riccardi in area, ove sono a ridosso, in mischia, attaccanti grigi e difensori rossoblù. Breve cincischiamento e tiro risolutivo di Busani, accolto nel modo descritto al principio di queste note. L’imparzialità vuol che si dica che il Bologna non avrebbe demeritato il successo. Credevamo la squadra petroniana minata da chissà quali mali, ma essa ci è apparsa, invece, solida, quadrata, sempre in possesso di un giuoco nitido e con uomini fisicamente a posto. Spettacolosa la coppia dei terzini, con un Fiorini meraviglioso per velocità, scatto, potenza, precisione. Tenace la mediana. La manovra dell’attacco è stata perfetta nella ripresa, ma i due interni hanno lavorato sempre in posizione troppo arretrata. Reguzzoni è in crescendo; Schiavio si è battuto bene. Squadra organica, nel complesso. Squadra che può aver molte speranze… L’Alessandria non ha avuto una gran giornata. Tutte le lodi a Ceresa, a Lombardo ed alla riserva Turino che fu tra i migliori; un «bravo» schietto a Busani, estrema di valore, ma nulla più della sufficienza agli altri. Nemmeno Milano c’è piaciuto. I maggiori guai li ha avuti l’attacco, mal congegnato in uno schieramento non indovinato. Il caldo, il valore degli avversari, le vicende sfavorevoli della gara hanno impedito ai grigi di sfoggiare la tradizionale vivacità di giuoco. In simili condizioni anche un solo punto è stato ben accetto. Un punto che può decidere del campionato in due opposti settori… (Luigi Cavallero, «La Stampa», 30 marzo 1936) L’incontro tanto atteso e temuto dai grigi che attraversano un periodo di annebbiamento si è concluso alla pari, come nel dicembre scorso. I grigi hanno battagliato a lungo, senza segnatura: e solo a 30” dalla fine sono pervenuti al pareggio in seguito ad una tremenda mischia sotto la rete di Gianni, risolta felicemente da Busani. Il risultato pari premia in fondo lo spirito agonistico e la volontà dell’Alessandria, mentre in realtà il Bologna è apparso atleticamente e tecnicamente superiore in campo. Va inoltre rilevato che al 16’ del primo tempo Donati si è scontrato duramente con Celoria e veniva colpito all’occhio destro. Ritornava in campo al 20’ con l’occhio ammaccato e da mediano passava all’ala destra, cedendo il suo posto a Maini. Al 1’ di gioco, a non meno di tre metri solo davanti alla porta bolognese, Riccardi magnificamente servito da Busani si indugiava talmente da fallire un’ottima occasione. Poi il Bologna iniziava una serie di attacchi – artefici Sansone, Schiavio e Reguzzoni – alcuni respinti dalla difesa, altri dal portiere. Dopo l’incidente a Donati si accendeva una nuova mischia sotto la rete di Gianni, il quale usciva dai pali per stroncare un assalto sviluppato da Notti e Riccardi; con un volo toglieva la palla sul piede dell’attaccante grigio e Fiorini la deviava poi verso il centro, dove Busani, in un’arruffata mischia con un colpo di testa concludeva vanamente. Al 20’ nuovo pericolo per Gianni; Notti si incuneava tra i terzini, quindi sferrava il tiro e Riccardi ne seguiva la traiettoria, Gianni usciva di corsa, deviava il pallone che Gasperi rinviava poi sicuro. Al 36’ la porta bolognese correva un altro gravissimo pericolo. Da metà campo Parodi serviva Busani che convergeva verso il centro tutto solo, Gasperi con una rincorsa prodigiosa riusciva giusto a intervenire e deviare in angolo, rotolando a terra. Il terzino bolognese si rialzava alquanto indolenzito, ma la rete era salva. Poco dopo era Ceresa che correva lo stesso pericolo tanto da riuscire a mala pena a deviare in angolo un tiro insidioso di Fedullo a fil di palo. Nella ripresa al 6’ Schiavio si lanciava minaccioso verso la rete alessandrina; Lombardo interveniva e travolgeva duramente l’attaccante bolognese. L’arbitro senza indugio concedeva il calcio di rigore che Reguzzoni realizzava con tiro perfetto. Il Bologna attaccava in seguito per un quarto d’ora quasi ininterrottamente ma senza aumentare il vantaggio. Quindi il predominio era degli alessandrini sino, si può dire, alla fine e al 44’, in seguito a una punizione battuta da metà campo per un fallo commesso da Schiavio ai danni di Riccardi, Milano batteva la punizione e Riccardi deviava di testa il pallone verso Gianni. Ne seguiva una mischia tremenda, finché Busani, con tiro diagonale, infilava a mezz’altezza la rete. Così la partita finiva, qualche secondo dopo, con esito pari. («Il Littoriale», 30 maggio 1936) All’ultimo minuto della partita Busani ha riportato le squadre alla pari con un potente tiro, in seguito a mischia provocata da un calcio di punizione, proprio quando i grigi parevano rassegnati alla sconfitta. Chiuso il primo tempo a reti inviolate, i grigi commettevano al 7’ della ripresa un marchiano fallo per opera di Lombardo contro Schiavio nell’area di rigore. Reguzzoni, con un tiro radente, batteva Ceresa e l’Alessandria si accascia di fonte allo smacco subito La squadra dei veltri di Schiavio ha vivamente impressionato per la saldezza di ogni reparto ed il rinnovato vigore degli attaccanti. Donati, in uno scontro con Barale, riportava una contusione ad un sopracciglio che lo costringeva a giocare nella ripresa con un occhio bendato. Anche tra i grigi si ebbe a lamentare un fortuito incidente di Robotti ed il susseguente spostamento di questo giocatore all’ala sinistra, e lo scambio di posto fra Riccardi e Celoria. La partita si è iniziata con l’Alessandria contro sole. Tutte le autorità presenti e gremiti gli spalti. Poche battute ed ecco i grigi nell’area avversaria: interventi di Donati e Fiorini contro Celoria, resi vani da un ottimo palleggio dell’alessandrino e susseguente passaggio a Riccardi; pochi metri dividono l’attaccante grigio dalla rete di Gianni, ma il neo-Nazionale indugia nel tiro e Gasperi libera fortunosamente. Susseguono pericolose situazioni sotto l’area bolognese e parate di fortuna di Gianni. Pressione dei grigi. Un angolo per parte e termina il primo tempo. Nella ripresa, i veltri rimaneggiano l’attacco e Donati passa all’ala destra sostituito da Maini. Al 7’ allungo di Andreolo a Schiavio; il centroavanti rossoblù si libera di Parodi ed entra nell’area di rigore ostacolato da Lombardo: il bolognese ha la meglio e precede l’avversario, ma nell’attimo di scoccare il tiro a rete Lombardo lo afferra trascinandolo a rete. L’arbitro decreta giustamente il rigore contro l’Alessandria e Reguzzoni con un tiro radente e fortissimo realizza il punto per la squadra bolognese. Gli alessandrini di fronte allo smacco subito aumentano il disordine dei reparti ed il Bologna domina; si ha un palo di Reguzzoni a conclusione di una velocissima fuga ed al 44’ per fallo di Corsi su Riccardi, Barale manda la punizione nell’area avversaria; sussegue una mischia ed un fallo di mano di un terzino rossoblù, ma Busani fulmineo manda in rete con un tiro trasversale che lascia sorpreso Gianni. («Il Piccolo» di Genova, 30 marzo 1935) Il risultato va considerato equo in relazione allo spirito agonistico profuso dalle due compagini; tuttavia indiscutibilmente il Bologna è stato il migliore in ogni settore per iniziative, velocità e per impostazione del gioco. Nel campo grigio note tristi e poco liete: se la difesa è apparsa ben salda malgrado l’assenza di Borelli, la mediana ha denunciato in tutti i suoi componenti lacune e debolezza a volte impressionanti. Solo Busani si è salvato. Il punto del Bologna è stato segnato al 6’ della ripresa da Schiavio. Ai 30” dalla fine l’Alessandria riesce a pareggiare su calcio d’angolo per merito di Busani. («Il Lavoro», 30 marzo 1936) IL PAREGGIO DI DOMENICA Il Bologna, in netta ripresa, ha fatto vedere i sorci verdi agli sportivi alessandrini che domenica erano accorsi numerosi al Campo del Littorio. Il fatto nuovo della linea d’attacco con Notti al centro e Celoria all’ala sinistra non ha dato il risultato previsto perché Celoria era indisposto, Riccardi non ancora in perfetta forma, Notti incerto. La mediana ha giocato con impegno ma è rimasta nella propria area e specialmente Parodi ha insistito nel passaggio al compagno laterale anziché far viaggiare le ali. Lavorando sempre con la palla al piede Parodi ha finito per esaurirsi. Buona la difesa anche se Lombardo dopo il fallo grossolano del rigore ha giocato con orgasmo. Ceresa migliora a grandi passi. Turino si conferma un ottimo elemento. L’Alessandria, nel primo tempo allorché Robotti non era ancora «scoppiato», ha fatto cose buone e nella ripresa giocò demoralizzata dal vantaggio raggiunto dall’avversario. Circa i calci di punizione, Barale ci pare indicato a tirare quelli da metà campo mentre quelli a ridosso dell’area di rigore dovrebbero essere calciati da un giocatore in possesso di un tiro forte come ad esempio, Celoria, Milano, Gastaldi e Turino. Al 7’ della ripresa il Bologna ha segnato su rigore ed al 44’ Busani batteva Gianni con un tiro trasversale susseguente a una mischia provocata da un calcio di punizione effettuato da Barale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 4 aprile 1936) RISULTATI: Bari-Fiorentina 0-0 Brescia-Palermo 0-1 Juventus-Roma 1-3 Lazio-Torino 1-1 Milan-Triestina 0-0 Napoli-Genova 1893 2-1 Sampierdarenese-Ambrosiana 1-0 CLASSIFICA: Torino 33; Bologna 32; Juventus, Roma 30; Triestina 28; Ambrosiana 27; Lazio, Fiorentina 25; Bari, Genova 1893, Milan, Napoli 23; Alessandria, Palermo, Sampierdarenese 21; Brescia 15 MARCATORI 22 gol: Meazza (Ambrosiana) 19 gol: Piola (Lazio) 12 gol: Gabetto (Juventus) 10 gol: De Vincenzi (Ambrosiana), Rocco (Triestina)