Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
22-03-1936 - Giornata: 24 - Torino - Filadelfia


Torino FBC - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 54. Baldi (III) F. [To]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Svageli Pietro, Celoria Mario, Gastaldi Settimo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
TORINO FBC: Bosia; Brunella, Ferrini; Gallea, Allasio, Ellena; Sudati, Baldi (III) Fioravante, Galli Remo, Bo, Silano. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma)
Note
Angoli: 7-2 (3-1). Spettatori: 5.000. Tempo piovoso, terreno sdrucciolevole. Inizio gara ore 15.00

Commento
TORINO-ALESSANDRIA 1-0 Tanto per cambiare, una partita sotto l’acqua. Pioggia fine, minuta, insistente, dal primo all’ultimo minuto. Campo più viscido che fangoso, quindi difficilissimo. Pubblico, malgrado l’intemperia, discretamente numeroso. Nella tribuna d’onore il Segretario Federale e numerose autorità. Primo tempo schiettamente brutto. Capitomboli e scivoloni in quantità: su quel terreno, scattar violentemente e lanciarsi in corsa, vuol dire compromettersi, non aver che una possibilità, quella di andare avanti in linea retta, o bene o male. Di giuoco preciso, di coesione come giocano le due squadre non si parla, né da una parte né dall’altra. La buona volontà e l’impegno dei contendenti riesce comunque a rendere interessante la contesa. Il pubblico rumoreggia quando, dopo una diecìna di minuti di giuoco, Lombardo tocca la palla colle mani in area e l’arbitro non concede il calcio di rigore. Per una mezz’ora circa il giuoco è relativamente equilibrato, poi gradatamente il Torino prende il sopravvento. Un’occasione d’oro per segnare si presenta all’Alessandria verso il trentesimo minuto: la migliore di tutto l’incontro. A seguito di una rapida avanzata sulla sinistra i grigi si aprono un varco attraverso alle maglie della difesa granata; più per caso che per calcolo la palla perviene a Riccardi, smarcatissimo. a quattro o cinque passi dalla porta. L’alessandrino scivola e sbaglia, prima di destro e poi di sinistro. Ma pure il Torino ha le sue occasioni di segnare – più numerose anzi – e le manca. Bo ne fallisce per suo conto due, una imprecisione, l’altra per precipitazione. Allasio con un fortissimo colpo di testa manca il bersaglio per mezzo metro. Galli e Bo si cambiano di posto verso la metà del tempo. Al riposo si giunge col Torino all’attacco ma a posizioni pulite in fatto di punteggio. Alla ripresa, Galli ritorna al comando della prima linea granata e Bo rioccupa il posto di mezz’ala sinistra. Posto in cui mostra di trovarsi in imbarazzo e dove non riesce a combinare gran che. I granata attaccano con insistenza. La difesa alessandrina ha il suo da fare per difendersi. Capitola di sorpresa, questa difesa, al 10’. Fugge Silano fin quasi alla linea di fondo ed eseguisce un bel centro alto. In area di rigore tre o quattro uomini saltano contemporaneamente per ricevere il centro. Dal groviglio la palla schizza via con gran forza quasi ad angolo retto nella direzione del palo sulla sinistra di Ceresa. Tutti, portiere compreso, si voltano a guardare come in attesa che il pallone esca a lato: esso infila invece, di precisione, l’angolo alto della rete. La precisa deviazione alla palla è. stata inflitta dalla testa di Baldi. Gran giubilo nelle file granata. Il periodo che seguì fu il migliore dell’incontro. Esso vide l’Alessandria partire in reazione e protendersi tutta all’attacco. Tenendo la palla a terra, impegnando l’avversario e compromettendolo ogni volta come la natura del terreno consentiva, i grigi snodavano azioni su azioni di ottima fattura. Essi giungevano così con frequenza all’area di rigore torinese, dove però regolarmente perdevano ogni forza penetrativa, o per la mancanza di personalità del centroattacco o per la indecisione ed imprecisione del tiro di tutti quanti gli avanti. Durò poco più di un quarto d’ora questa esibizione di bel giuoco alessandrino. Poi, poco per volta, l’impeto degli ospiti si smorzò come se la convinzione nella possibilità del pareggio venisse a mancare. Gli attacchi dei grigi si fecero allora sempre più radi ed il Torino, a base di slancio e di volontà, tornò a dominare. Sudati venne a trovarsi due volle in ottima posizione e sciupò tutto, e Galli impegnò Ceresa in una parata difficile. Proprio negli ultimi minuti il portiere alessandrino, deviando in angolo con un gran tuffo un bel tiro basso proveniente dalla sinistra dell’attacco granata, impedì che il Torino aumentasse il punteggio. Negli ultimi minuti ancora, il mediano degli ospiti, Milano, si feriva abbastanza seriamente al ginocchio destro a seguito di uno spettacoloso capitombolo in uno scontro con un avversario. Il fischio che poneva fine all’incontro trovava l’Alessandria all’attacco ed il Torino prudentemente chiuso in difesa. Il Torino, a seguito di infortuni e contrattempi diversi aveva dovuto mettere in campo Bo nella posizione di mezz’ala sinistra. Il piccolo granata non è costruttore adatto per tale compito, né era da attendersi che alle necessità del nuovo ruolo potesse di colpo adattarsi. Egli non fu, del resto, il solo attaccante granata a lavorare n modo confuso ed impreciso. La intera linea tirò avanti più per impeto che per giuoco nitido. Meglio, al confronto, si portò la seconda linea, e meglio ancora l’estrema difesa. Bosia non ebbe a che fare con palloni difficili, ma Ferrini, su un terreno così difficile, si mostrò buon colpitore e diede prova di discernimento nella scelta del tempo. Bene si portò pure Brunella. Allasio non ha la visione tattica del giuoco di un Janni, ma ha fiato, robustezza e padronanza della palla a sufficienza: insistendo nel ruolo dovrebbe migliorare. La vittoria dei granata fu, tutto considerato, pienamente meritata. Quella di ieri era un’Alessandria un po’ squinternata. Il primo tempo fu condotto dai grigi in modo scadente. Poi, quando arrivò lo smacco del pallone di Baldi, la squadra si riprese. Essa ritrovò improvvisamente il suo tono tecnico ed ebbe sprazzi di giuoco costruttivo pregevole. Salvo naufragare ogni volta che doveva, nell’area di rigore avversaria, porre il tocco finale al proprio lavoro. Di questa incapacità di concludere, uno dei motivi va ricercato nelle palesi difficoltà che incontrava Svageli ad adattarsi alle circostanze: il nuovo centroavanti alessandrino non par fatto per un terreno del tipo di quello di ieri. Ha bisogno di campo secco e regolare. A maggior agio parvero trovarsi i suoi compagni. Riccardi è un buon tecnico: tiene la palla a terra, corre, serve bene la sua ala, passa con discernimento al compagno smarcato. Peccato che a questo bel giuocatorino manchi qualche cosa in peso e statura. L’altra mezz’ala, Celoria, è. al confronto, lavoratore più greggio e robusto. Buona è la linea mediana, dove Parodi ha continuità ed intuito. Milano fu il miglior elemento di questo settore della squadra: possiede intelligenza nel piazzamento, giudizio nell’intervento ed ottime idee in fatto di giuoco costruttivo. Dei due terzini, Lombardo fu di gran lunga il migliore. Ceresa fu sorpreso dal colpo di testa di Baldi che diede luogo alla rete della sconfitta: è problematico comunque che egli fin lassù arrivasse anche se avesse tentato la parata. Ad ogni modo si riabilitò deviando in angolo l’ultimo tiro granata della giornata: salvò un punto sicuro. Malgrado le condizioni del terreno, l’incontro si svolse senza grossi incidenti o scorrettezze ed ebbe carattere di piena regolarità. (Vittorio Pozzo, «La Stampa», 23 marzo 1936) Non si può affermare che l’Alessandria abbia giocato peggio del Torino, ma i granata hanno segnato un goal – un magnifico goal – ed hanno avuto ragione. Il gioco è stato piuttosto scadente durante tutta la prima parte dell’incontro. Il Torino si è presentato con una formazione di prima linea che sembrava non volesse assolutamente funzionare a dovere. Bo messo a mezz’ala sinistra non appariva come una soluzione ideale; qualche indecisione e lo stato del terreno, che non era tale da favorire i palleggi rapidi e precisi, facevano sì che per tutto il primo tempo si assistesse ad un gioco sonnolento e di marca piuttosto scadente. La situazione cambiava radicalmente aspetto nella ripresa: i granata si riprendevano alla meglio, seguitavano ad attaccare – come del resto avevano fatto anche durante i primi quarantacinque minuti – ma con maggiore decisione e velocità. Veniva la segnatura dell’unico goal della giornata: prodezza personalissima di Baldi che è stato così ancora una volta il risolutore della partita per la sua squadra. Un punto segnato con un’acrobatica girata di testa, su un lungo ed alto centro di Silano. Con tale azione Baldi ha riconfermato le sue doti di avanti che sa mettere a profitto le situazioni di gioco anche quando essere appaiono più difficili. Un pallone «pescato» con un salto improvviso, che ha letteralmente sorpreso il portiere Ceresa il quale, osservandone la traiettoria, poteva avere tutte le ragioni di credere che il tiro andasse a finire oltre la sbarra. Viceversa quella traiettoria spiovente si è corretta in aria e la palla è andata ad insaccarsi in rete finendo in un angolo e passando proprio sotto la traversa. Punto che l’attento guardiano dell’Alessandria non può avere sulla coscienza, ma che torna tutto a merito del suo realizzatore. Dopo tale episodio l’Alessandria, invece di abbattersi, si è rinfrancata ed ha cominciato ad esibire un gioco piacevole fatto di rapidi ed esatti passaggi, tutti eseguiti raso terra. Il Torino ha così avuto un periodo in cui mediana e difesa hanno avuto parecchio da fare. Se i grigi non sono pervenuti al pareggio si deve ascrivere a lode dei difensori torinesi che non hanno mai perduto né la calma né il senso della misura e del tempo sugli interventi più difficili. Gli avanti alessandrini hanno però da parte loro avuto il torto di non mostrare troppa convinzione nelle proprie possibilità, precisamente nelle fasi che avrebbero potuto essere risolutive. Al momento di cercar di risolvere le buone combinazioni intessute sciupavano tutto o con temporeggiamenti fuor di luogo o con tiri sferrati in anticipo o parecchio difettosi in direzione. Un’altra partita, dunque, che il Torino ha risolto a suo favore con un solo episodio. Un giudizio esatto sul comportamento delle due squadre in questa partita non si può esprimere con sicurezza; lo stato del terreno era tale che riusciva prima di tutto difficile mantenervisi sopra in equilibrio. Malgrado le molte difficoltà, parecchi uomini delle opposte schiere hanno avuto modo di farsi notare. Così i due portieri che pur non essendo chiamati a fornire interventi di eccessiva difficoltà se la sono cavata senza commettere un solo errore. Anche i quattro terzini non hanno mai fallito i loro interventi. Tra i grigi particolarmente si è distinto il giovane Turino: un elemento che potrà certo avere un buon avvenire. Calmo, ma con dinanzi a sé una chiara visione dei suoi compiti e perfetto esecutore di essi, il centromediano Parodi, bene coadiuvato dal resto dei suoi compagni Barale e Milano. In prima linea i migliori sono stati Riccardi e Celoria. Dei torinesi, oltre quella del blocco difensivo, non è stata negativa la esibizione del mediano Gallea, sostituto di Prato. Allasio per quanto non in giornata ideale ha ugualmente fornito un lavoro assiduo e proficuo. La prima linea ha risentito del rimaneggiamento. Bo è subito apparso alquanto spaesato nel ruolo di interno sinistro. Ciò ha portato spesso qualcuno degli altri avanti a imporsi delle lunghe ed estenuanti peregrinazioni per tutta la vastità del campo. Così Silano ha sovente voluto insistere troppo in azioni personali, scorrazzando magari a lungo prima di passare il pallone ai compagni. Poco e malamente curato Sudati. Galli ha avuto qualche scatto pericoloso e così Baldi che ha saputo essere anche di ausilio alla difesa nei periodi in cui i grigi attaccavano con insistenza per quanto con scarsa pericolosità. L’arbitro Dattilo è stato attento ed equanime. Il pubblico gli ha rimproverato di essere passato sopra ad un fallo di mani di Lombardo in area di rigore all’inizio della partita, fallo però di cui sarebbe stato piuttosto arduo stabilire l’intenzionalità. Pioggia quasi continua; terreno assai sdrucciolevole. In un breve periodo del primo tempo Bo e Galli si sono scambiati di posto. Alla ripresa il Torino ha riassunto la formazione iniziale. Nelle file dell’Alessandria, dopo circa venti minuti di gioco della ripresa, si è avuto scambio di posto tra Busani e Svageli. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 23 marzo 1936) Il terreno, sdrucciolevole per la pioggia caduta che ha ripreso a cadere durante la partita, ha reso dura la partita, ha reso dura la fatica delle due squadre. L’Alessandria che lotta ormai con l’acqua alla gola per evitare la retrocessione ha dovuto cedere, sebbene a denti stretti, al Torino. Il quale presentatosi ancora una volta in formazione rimaneggiata per l’assenza di Janni, Zanello, Buscaglia e Prato ha colto la vittoria nel secondo tempo con una rete di Baldi, segnata di testa su centro di Silano. L’Alessandria ha messo in vista ancora una volta le sue doti e i suoi difetti: una squadra che svolge un bellissimo giuoco a metà campo, ma priva di mordente in area di rigore. Il Torino è stato superiore sempre all’avversario; ha avuto occasioni facilissime, sbagliate, poi, nella fase finale o per precipitazione o per indecisione nel tiro in porta. La rete è stata segnata al 9’ del secondo tempo. («Il Littoriale», 23 marzo 1936) Largamente incompleto, il Torino ha faticato parecchio a piegare la volitiva e tenace squadra alessandrina e il punto della vittoria è venuto solo nel secondo tempo dopo che le due squadre avevano fatto a chi giuocava peggio. Dopo la rete ottenuta dai granata al 19’ della ripresa con una spettacolosa rovesciata di Baldi, la partita parve migliorare tecnicamente, ma più per merito degli ospiti che degli ospitanti. I grigi infatti si portarono con maggior decisione all’attacco per cercare di annullare lo svantaggio con animo e costanza sotto la rete torinese con una serie di azioni manovrate a terra velocissime malgrado il terreno sdrucciolevole per la pioggia caduta durante tutto l’incontro. L’Alessandria ha sentito la mancanza di Notti che non è stata mai attenuata dalla buona volontà di Svageli e di Busani. Le difficoltà accusate da Bo nell’adattarsi al terreno pericoloso e la mania di Silano di voler tener troppo il pallone hanno reso confuso l’ordinato lavoro di Baldi e di Galli. («Il Lavoro», 23 marzo 1936) Il terreno sdrucciolevole per la pioggia caduta e che ha ripreso a cadere durante l’incontro, ha reso dura la fatica alle due squadre. L’Alessandria, che lotta con l’acqua alla gola per evitare la retrocessione, ha dovuto cedere, sebbene a denti stretti, al Torino, il quale presentatosi ancora in formazione rimaneggiata per le assenze di Janni, Buscaglia e Prato, ha colto la vittoria nel secondo tempo con una rete di Baldi segnata di testa su cento di Silano. L’Alessandria ha messo in luce ancora una volta le sue doti e i suoi difetti. Una squadra che svolge un bellissimo giuoco a metà campo, ma è priva di mordente in area di rigore. Il Torino come qualità di gioco è stato superiore sempre all’avversario; ha avuto delle occasioni facilissime sbagliate poi nella fase finale o per precipitazione oppure per l’indecisione di Sudati nel tiro in porta. Proprio a questo giocatore si sono presentate le migliori occasioni. La rete è stata segnata al 9’ del secondo tempo nel modo già detto. («Il Piccolo» di Genova, 23 marzo 1935) UNA'ALTRA SCONFITTA Nell’ultimo periodo di questo quanto mai strano campionato, la squadra grigia, nelle partite esterne, dopo lotte strenue ed incerte, si vede costretta ad uscire dal campo sconfitta per il distacco di una sola rete. Sono però i due punti che sfumano mentre ancora si elevano le lodi alla tecnica e simpatica compagine grigia. La squadra locale ha, come le consorelle che vanno per la maggiore, i suoi difetti, i punti deboli, le fragilità dei reparti provocati dai continui incerti spostamenti, ma ha anche poca fortuna. Non vogliamo con questo asserto scusare la posizione in classifica dei volonterosi grigi, ma mettere in giusto rilievo che nel gioco del calcio molte partite si perdono per un colpo mancino della sfortuna. Domenica a Torino l’attacco alessandrino non ha saputo rendersi pericoloso: Svageli è stato in ombra, Gastaldi e Celoria non tirano, Busani a Torino non ha fortuna. Riccardi, che è apparso migliorato, ha fallito una facilissima occasione. Da quando Svageli è passato a sostituire Notti, con Robotti ad interno destro, l’innovazione non appariva fuori luogo, ma col ritorno di Riccardi al posto di Robotti, per un complesso di concezioni di indole tecnica il ruolo di centroattacco doveva essere affidato a Notti. Buona la prova di Turino al fianco di Lombardo e perdonabile l’errore di Ceresa che è costata la sconfitta della squadra. II bravo portiere grigio, in special modo nelle partite giocate su campo viscido, non deve fidarsi troppo della traiettoria della palla quando questa, sia al volo sia radente, si avvicina ai suoi pali. Complessivamente la squadra ha giocato con volontà per tutti i 90 minuti di gioco. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 28 marzo 1936) RISULTATI: Ambrosiana-Napoli 4-2 Bari-Brescia 1-1 Bologna-Sampierdarenese 0-0 Fiorentina-Palermo 2-1 Genova-Lazio 3-2 Roma-Milan 0-0 Triestina-Juventus 1-0 CLASSIFICA: Torino 32; Bologna 31; Juventus 30; Roma 28; Ambrosiana, Triestina 27; Lazio, Fiorentina 24; Genova 1893 23; Bari, Milan 22; Napoli 21; Alessandria 20; Palermo, Sampierdarenese 19; Brescia 15 MARCATORI 22 gol: Meazza (Ambrosiana) 19 gol: Piola (Lazio) 11 gol: Gabetto (Juventus) 10 gol: De Vincenzi (Ambrosiana), Rocco (Triestina)