Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
01-05-1938 - Giornata: 31 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Padova AC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 38. rig. Coscia A.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Bigando Giovanni, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Torti (II) Luigi, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
PADOVA AC: Cavasin, Duimovich, Grassetto, Veratti, Rossi, Bettini (I) Gioacchino, Degli Esposti, Pavan, Orzan (II) Ermenegildo, Petron, Giaretta. All.: Wilhelm Wilmas.

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma)
Note
Angoli: 7-1. Pubblico molto numeroso. Giornata ventosa. Inizio gara ore 15.00

Commento
Segnando su rigore, l’Alessandria mantiene il primato Le prime azioni offensive sono partite dai padovani e Petron per due volte giunto a contatto della difesa grigia ha calciato completamente fuori rete; quindi al 10’ calcio di punizione contro l’Alessandria, quasi dal limite dell’area di rigore e anche questa propizia occasione è sfumata. I compagni di Parodi che giocano con il vento in favore riorganizzano le file e cominciano a premere sulla difesa degli ospiti. I tiri di Vecchi, Coscia e Robotti si rinnovano sovente e Cavasin è chiamato continuamente a sventare gli assalti avversari. Al 20’ rapido capovolgimento della situazione e Orzan da una ventina di metri tira raso terra, ma Ceresa non senza difficoltà blocca. L’Alessandria riprende le redini dell’attacco e tutto il Padova è raggomitolato in difesa contro gli assalti di Coscia, Torti e Caligaris il quale, con alcune stoccate dirette in rete, costringe il portiere a salvarsi in angolo. Le mischie sotto la porta dei bianco-scudati si ripetono ininterrottamente e la fortuna assiste gli ospiti anche quando la palla pare decisamente avviata in rete. Al 38’ Coscia da pochi passi scocca un nuovo potente tiro in porta dal lato opposto ove è piazzato Cavasin, ma il terzino Duimovich lo ferma in pieno con la mano e l’arbitro stavolta concede il calcio di rigore che lo stesso Coscia con tiro d’astuzia trasforma nell’unico punto valido della giornata. Nuova vigorosa pressione grigia e disperato salvataggio dei padovani i quali devono difendersi sul finire del primo tempo da altri due calci di punizione sfioranti l’asta superiore. Nella ripresa le sorti in parte si invertono. Gli ospiti godono del favore del vento la cui violenza è a tratti impressionante. Tuttavia l’iniziativa del gioco è sempre dei grigi e al 5’ Robotti su passaggio di Massiglia sferra un tiro obliquo che il portiere con un volo fantastico tra i pali riesce con la punta delle dita a deviare a lato. Poi al 12’ su calcio di punizione, Ceresa raggiunge in angolo oltre la traversa un potente tiro di Petron e quindi Pavan sul rinvio manda il pallone alle stelle. Il Padova appare ora maggiormente sfiduciato e sfasato. La prima linea come già nel primo tempo non riesce a organizzare in alcun modo un solido sistema offensivo e le rare puntate contro la rete di Ceresa partono isolatamente dall’iniziativa personale di qualche giocatore più intraprendente il quale non riesce neppure a raggiungere il bersaglio. Al 30’ a seguito di un calcio di punizione da metà campo Orzan spinge il pallone con la mano destra in rete e naturalmente l’arbitro annulla il punto. I grigi hanno ancora un buon risveglio e minacciano sovente la rete avversaria, ma il risultato non cambia. («Il Littoriale», 2 maggio 1938) ALESSANDRIA-PADOVA 1-0 Un calcio di rigore risolve la contesa Alessandria-Padova Le partite che si risolvono con un calcio di rigore lasciano, di solito, insoddisfatti persino i vincitori; furenti, spesso, gli sconfitti; dubbiosi, quasi sempre, gli spettatori e i critici. Diciamo subito che l’incontro fra grigi e biancorossi, per quanto risolto da un tiro di piazzuola, non deve aver lasciato né recriminazioni, né dubbi: la squadra che ha vinto ha meritato pienamente il suo successo, anche se questo ha potuto estrinsecarsi attraverso la franca trasformazione di una punizione massima. GIOCO NON ECCELSO – Bisogna, però, anche dire come si sia trattato affatto di uno spettacolo trascendentale; gioco di marca non eccelsa è stato esibito dalle due rivali al Littorio alessandrino. La squadra grigia ha solo accennato l'inizio di una buona ripresa dopo i tentennamenti, le traversie (e la batosta) ultime. Il Padova ha riconfermato la caratteristica già fatta notare: quella di non essere ancora una squadra che sa battersi con autorità fuori casa. Malgrado gli incoraggiamenti e le laute promesse crediamo che la compagine patavina non riuscirà quest'anno ad assurgere alla massima divisione. Ancora un anno di permanenza nella serie cadetta non potrà che giovarle, concorrendo a farle acquistare quell'affiatamento, quella spigliatezza e quell'amalgama che oggi sembrano ancora farle difetto. Ieri il gioco che possono svolgere Alessandria e Padova non si è potuto avvertire che allo staio latente; il vento, piuttosto forte e, a tratti, addirittura impetuoso ha certo guastato tutto quanto avrebbe potuto rappresentare autentico spettacolo calcistico. La palla viaggiava piuttosto pazzamente sugli eolici vanni, tenacemente tetragona ai tentativi di controllo su di essa esercitati e recidivamente ribelle a qualsiasi tendenza alla precisione. I giocatori più possono aver campo di esibire le loro buone qualità quanto più aumentano le avversità ambientali. Grigi e biancorossi, senza farsi torto, hanno mostrato di perdere abbastanza la tramontana quanto più imperversava... lo scirocco: non hanno, in una parola, saputo sopperire con l'abilità personale alla difficoltà climatica. È parso, in complesso — per quanto si trovassero di fronte due delle più autorevoli rappresentanti della Serie B — che il gioco che si sa sfoggiare nella cadetteria sia di marca leggermente inferiore a quello che può essere nelle possibilità delle rappresentanti, anche non maggiormente in vista, dei ranghi della A. L'Alessandria, e questo conferma l'autentica legittimità della sua vittoria, è parsa più solida, più squadra della sua avversaria di ieri. Buoni elementi non mancano tra i bianchi; anche come reparti il Padova sfoggia un efficiente terzetto difensivo e una mediana che supplisce con elevato rendimento atletico a qualche evidente manchevolezza tecnica. Una mezza delusione hanno rappresentato i tanto decantati bombardieri della prima linea. Petron ha avuto qualche discreto passaggio e una puntata personale verso rete, terminata però miseramente. Orzan, il centravanti dal piede alla trinitrotoluene, è mancato quasi in pieno: uno o due tiri piuttosto «racchi» e un pareggio. Veramente magnifico tale pareggio, ottenuto però con un elegante colpo di mano assai difficile ad essere avvertito, anche dai più prossimi alla zona nella quale avveniva l’azione. La... verosimiglianza di tale pareggio era sottolineata dal senso di gelido stupore che si diffondeva tra il pubblico; ma Dattilo, attento e vigile, non se la lasciava fare e, con chiare segnalazioni, ristabiliva i limiti della verità. Tra i meriti, non pochi, del direttore dell'incontro si deve segnare anche questo. UNA SOLIDA ALESSANDRIA - L'Alessandria ha fornito una prova piena di slancio e permeata di determinata volontà. La squadra grigia – almeno per quella sensazione di superiorità sulle compagne di serie che provoca negli scrutatori del suo gioco – merita pienamente la promozione. Non somiglia più, neppure da lontano, all'antica Alessandria, maestra di stile e civetta di eleganze; la nuova è più solida, più sostanziosa. Non è accolta di assi ma neppure rifugio e collezione di mediocrità. Tra i suoi migliori: Coscia, Torti e Vecchi. Rosso ha avuto una respinta per ogni pallone capitatogli a tiro; Ghidini è stato un esempio di continuità e di tecnica sagacia, Bigando, strenuo combattente, spesso eccessivamente spericolato. Un elogio finale – e isolato – vogliamo riservare al portiere veneto Cavasin: un giovane che, se non si guasta... col crescere potrà diventare qualcuno. La sua squadra può essergli grata di aver perduto solo per un calcio di rigore. Numerose sono state le sue buone parate; una poi, su tiro di Torti sferrato da quattro passi, è parsa addirittura miracolosa. Parata da «ex-voto» per scampato goal. Per la cronaca diremo che l'Alessandria ha attaccato per oltre due terzi dell'incontro. Le azioni del Padova sono sembrate, più che altro, dimostrative. Ceresa di pericoli, veri e propri non ne ha corsi. Ed ecco la scena madre. Dopo una successione di serie minacce per la rete patavina, e molte prodezze di Cavasin, Coscia sferrava un tiro violentissimo, diretto in pieno nel rettangolo fra i pali; il pugno di Duimovich, forse del tutto involontariamente, respingeva il bolide. Pericolosa azione interrotta decisamente. Senza incertezze Dattilo indicava il dischetto; Coscia aggiustava, prendeva una ingannevole rincorsa e batteva Cavasin, sulla sinistra, mentre costui giustamente accennava a tuffarsi a destra. Goal senza remissione. Il presidente del Padova può, a quanto sembra, ritirare dalla banca quello che aveva depositato sub-conditione, per i. suoi ragazzi. (Umberto Maggioli, «La Stampa», 2 maggio 1938) LA VITTORIA DI DOMENICA Come prevedevasi, la partita Alessandria-Padova ha tenuto avvinto il pubblico per tutti i 90 minuti di gioco e la squadra locale, tornata combattiva come nei suoi giorni migliori, è riuscita a «chiudere in vantaggio la importante ed incerta contesa. Pubblico e squadra si sono fusi in una sola volontà e, quantunque la vittoria sia stata di stretta misura, la dimostrazione di forza dell’undici locale è stata ampia e persuasiva. Tutta la squadra va elogiata. Anche i giocatori meno in efficienza si sono prodigati per il conseguimento della preziosa vittoria che ha rinsaldato la posizione in classifica. Parodi è stato il dominatore del campo nel vero senso della parola e ci stupisce che i giornalisti torinesi non se ne siano accorti. Ghidini ha lavorato con tecnica. Caligaris non gli è stato inferiore. Bigando, tenuto a freno da Rosso, ha fatto piazza pulita in tutte le situazioni. Ceresa, parato il primo tiro radente di Orzan, ha messo il chiavistello alla sua rete. Coscia ha realizzato il rigore calciando come Carcano ai suoi tempi migliori. Partenza quasi laterale al pallone, ondeggiamento nei pochi passi di rincorsa, finta di tiro sulla destra e tocco del pallone a mezz'altezza, alla sinistra del portiere. L'ottimo Cavasin è stato perplesso e ha accennato la parata sulla destra. Rete magnifica. («Il Piccolo», 7 maggio 1938) RISULTATI [29 giornata, 24 aprile 1938] Anconitana-Verona 0-0 Brescia-Pisa 1-3 Messina-Modena 0-1 Padova-Sanremese 2-1 Palermo-Novara 1-1 Pro Vercelli-Venezia 5-1 Spezia-Taranto 1-1 Vigevano-Cremonese 3-0 Riposa: Alessandria [30. giornata] Cremonese-Pro Vercelli 2-2 Messina-Novara 1-3 Modena-Brescia 2-0 Pisa-Vigevano 2-2 Sanremese-Spezia 0-0 Taranto-Palermo 1-0 Venezia-Anconitana 0-2 Riposa: Verona CLASSIFICA: Alessandria, Modena* 40; Novara 38; Padova 36; Pisa 34; Verona, Anconitana 33; Sanremese, Venezia* 32; Pro Vercelli 31; Palermo, Vigevano 29; Spezia 24; Brescia, Cremonese 17; Taranto 16; Messina* 15. IL PUNTO SUL CAMPIONATO La ripresa del Novara non fa altro che rendere sempre più incerta la lotta; ed a tre tappe del traguardo si può dire che ad essa non sia ormai più estranea neppure l’Alessandria […] il [cui] risultato non è stato del tutto confortante giacché il Padova, pur indeciso come sempre in prima linea, resiste bene e perde soltanto su rigore. A Messina gli azzurri, segnato un gol nelle prime battute, hanno abbastanza agevolmente incasellato la posta totale; il Modena ha trovato nel Brescia un avversario irriducibile. La giornata registra un bel successo dell’Anconitana a Venezia; sarebbero bastati la metà dei punti perduti in casa per poter quotare i giallo-rossi per la promozione dopo un solo anno di permanenza in Serie B. Le orme dell’Anconitana sono calcate dai Vigevanesi, che hanno pareggiato a Pisa; anche la Pro Vercelli ha pareggiato a Cremona ma il risultato è a favore dei grigio-rossi che l’hanno conseguito giocato a ranghi ridotti; e la serie delle affermazioni esterne è completata dal nulla di fatto dello Spezia a Sanremo. Il Taranto, battendo il più tecnico ma poco realizzatore Palermo, ha passato il fanale di coda nelle mani del Messina. («Il Littoriale», 4 maggio 1938)