Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
13-03-1938 - Giornata: 24 - Verona - Via Bentegodi


Verona AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 26. Zandali [Ve]

Alessandria US Ceresa Ugo, Bigando Giovanni, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Pernigotti Aldo, Robotti Luciano, Celoria Mario, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
VERONA AC: Micheloni, Gorretta, Felini, Zamperini, Bernardi, Stefanini, Bianchi (I) Giovanni, Bonesini, Zandali, Andreis, Biagini. All.: Vanicsek János

Arbitro: Salvatori Lelio (Roma)
Note
Rigore sbagliato al 56. da Robotti [A]. Pubblico molto numeroso. Giornata bellissima, terreno ottimo. Inizio gara ore 15.00

Commento
VERONA-ALESSANDRIA 1-0 La partita è stata quanto mai emotiva ed incerta fino all’ultimo minuto. Il Verona, in una giornata di grazia, ha saputo demolire la muraglia avversaria costituita da una retroguardia molto efficiente. L’Alessandria non si attendeva di trovarsi innanzi ad una inquadratura così potente e resistente. Gli ospiti, nondimeno, avrebbero potuto benissimo terminare l’incontro in pareggio. Avrebbero, abbiamo detto, e lo sarebbe stato se all’11’ del secondo tempo Robotti non avesse lanciato sulla traversa del montante un calcio di rigore concesso per netto fallo di mano del terzino veronese Gorretta. Sarebbe stato il pareggio perché il Verona si era posto in vantaggio nella prima ripresa, e precisamente al 26’ in seguito ad un calcio d’angolo di Biagini. La palla veniva respinta da un difensore alessandrino così debolmente che il centro attacco Zandali metteva in rete. L’Alessandria non si smontava e con ripetuti attacchi si avvicinava sempre più all’aria avversaria impegnando seriamente il portiere. Le azioni dell’Alessandria però non erano nella ripresa così chiare, così nitide e così calme come nel primo tempo. Forse la mancanza di fede ha fatto sì che l’Alessandria al temine dei 90 minuti non abbia segnato. («La Stampa», 14 marzo 1938) Il capolista non realizza un rigore e perde a Verona La partita ha avuto un primo tempo giocato piuttosto con calma e con freddezza. Gli ospiti non si sono impegnati e si sono lasciati spesso guidare nell’impostazione delle azioni dai giallo-blu. Dopo che questi ebbero segnato il loro punto gli alessandrini hanno un po’ accelerato il ritmo, senza però eccessivamente impegnarsi. Verso la fine del primo tempo hanno potuto beneficiare di un calcio di punizione di seconda tirato a pochi metri dalla porta che però non ha avuto effetto. La ripresa è stata molto più interessante perché giocata con più animo, con più velocità e decisione. L’Alessandria ha dimostrato in parte quello che sa fare. Si è impegnata di più, ma non è riuscita a contenere la pressione veronese che si è maggiormente sviluppata per l’impegno, per la velocità e per la compattezza dei reparti giallo-blu. Un rigore che l’arbitro Salvatori ha concesso all’11’ contro il Verona per un fallo di mano assolutamente involontario compiuto da Gorretta, lontano dalla porta, non ha fruttato all’Alessandria il pareggio, perché Robotti lo ha calciato contro la traversa ed il pallone è schizzato fuori. Verso la fine del secondo tempo il Verona avrebbe anche potuto segnare ulteriormente tanto maggiori furono le azioni da rete combinate e portate volenterosamente e con estremo ardore nell’area di Ceresa. («Il Littoriale», 14 marzo 1938) LA MEDIOCRE PARTITA DELL'ALESSANDRIA A VERONA Non ci sono palliativi che possano attenuare la sconfitta in campo veronese; l’1-0 poteva essere, senza esagerazione, un netto 3-0. Forse un risultato più disastroso nel punteggio sarebbe servito a dare un colpo di frusta a quei giocatori incomprensibilmente inconcludenti, che non conoscono e forse non amano il loro mestiere di calciatori e provocano amare disillusioni ai loro dirigenti ed alla massa sportiva che vive le sue ore di passione attorno alla squadra locale. Il reparto della squadra che ha giocato in modo pietoso è stato il trio centrale d’attacco. Si sapeva che Celoria, essendo fuori dal suo ruolo abituale, non avrebbe potuto, sul terreno duro, essere il condottiero e lo stoccatore ideale, ma uomini che vantano un gioco tecnico ed intelligente, come Coscia e Robotti, si sono comportati peggio di Celoria e non hanno mai assunto la responsabilità di tentare la via della rete. Se si pensa che nel secondo tempo la pressione dell’Alessandria è stata costante (Bigando e Rosso hanno giocato mezz’ora a metà campo) e che nessuno del trio centrale ha tentato con convinzione la via della rete, torna conto di dubitare circa la fede che dovrebbe sorreggere questi giocatori. Nell’area di rigore avversario Coscia e Robotti hanno svolto un lavoro negativo. Per giunta, la tendenza di Celoria a spostarsi al suo posto abituale di interno sinistro ha fatto sì che per oltre un’ora l’attacco alessandrino abbia giocato tutto spostato nel settore di Vecchi, esaurendosi in un lavoro di passaggi superflui, controllabilissimi. Non una sola volta Coscia e Celoria hanno avuto l’intelligenza di spostare il gioco improvvisamente sull’altro versante e tutta la superiorità alessandrina è sfumata nella mediocrità costruttiva dell’attacco. Le ali hanno giocato una buona partita (Vecchi non tira più in rete); ma se sul settore sinistro si è giocato un’ora, su quello destro la palla ha sostato non più di due minuti. Pessimo orientamento quindi nella distribuzione degli attacchi. Di fronte a tale pietosa esibizione, che si ripete da qualche tempo, i tecnici dell’Alessandria, non potendo contare su Torti, avrebbero dovuto porre rimedio spostando Celoria a mezzo sinistro, Robotti al centro e Coscia ad interno destro. È notorio che Coscia gioca indifferentemente destro e sinistro, anzi calcia perfettamente col destro e da questo piede sono partiti 4 dei 5 tiri da lui realizzati durante il campionato (una rete è stata segnata di testa). Il sestetto di retroguardia ha giocato in modo meraviglioso e con un altro attacco, in relazione alle occasioni create dai mediani, l’Alessandria avrebbe raggiunto una clamorosa affermazione fuori casa. L’arbitro della partita, sig. Salvatori, ha fatto di tutto perché l’Alessandria non uscisse battuta ed è doloroso il rilevare che in tutta la partita sono stati effettuati dai nostri avanti soltanto due tiri da oltre 20 metri, uno di Celoria e l’altro di Pernigotti; un calcio di punizione dal limite è stato ripetuto, ma di fronte a Parodi si sono schierate le maglie grigie, ferme come pilastri allo scopo di chiudere il bersaglio al tiro del compagno. Anche un «due calci» nell’area veronese, a 4 metri dai pali, è stato sciupato nel modo più marchiano da Coscia, per mancanza d’intesa e di percezione. Nelle nostre note di sabato scorso avevamo rilevato che Robotti non era il giocatore più adatto a tirare i calci di rigore e si sperava che tale incarico venisse affidato ad altri. Se Robotti avesse realizzato domenica la massima punizione, il Verona, già asserragliato in difesa, sarebbe indubbiamente caduto di schianto. Robotti ha così tirato 9 calci di rigore e ne ha sbagliati 5; gli altri, realizzati sono stati quasi sempre toccati dai portieri nei tentativi di parata. […] Domenica, prima di tirare, ha voltato la schiena al portiere, in attesa del fischio dell’arbitro, ed è bastato questo particolare per dimostrare che non si sentiva tranquillo e non voleva essere influenzato dal portiere; in tali condizioni di spirito, era assurdo pretendere un tiro piazzato da parte di Robotti. Infatti, la palla battuta con troppa veemenza, è finita alta sulla traversa; ma se fosse stata più bassa avrebbe urato contro il portiere. L’Alessandria ha perduto così l’occasione di lasciare imbattuta e forse vittoriosa il campo del Verona. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 marzo 1938) RISULTATI Cremonese-Anconitana 3-1 Messina-Vigevano 0-0 Modena-Spezia 3-2 Palermo-Brescia 1-1 Pisa-Sanremese 3-1 Pro Vercelli-Taranto 7-0 Venezia-Padova 3-1 Riposa: Novara CLASSIFICA: Alessandria 31; Novara, Modena, Venezia 29; Padova 28; Verona 27; Pisa* 26; Pro Vercelli, Anconitana 25; Sanremese, Vigevano 24; Palermo 23; Spezia 17; Messina 14; Cremonese 13; Brescia* 12; Taranto* 8. *: una gara in meno IL PUNTO SUL CAMPIONATO A riposo per disposizione di calendario, il Novara è stato indirettamente favorito dai risultati delle partite di domenica, in quanto che l’Alessandria ha dovuto cedere, sia pur di stretta misura, sul campo veronese, e il Padova ha invece perso più nettamente a Venezia; perciò i compagni di Caimo non hanno perso altro terreno sulla capolista alessandrina, e hanno sempre un punto di vantaggio sul Padova: con la differenza, però, che l’Alessandria deve ancora sottostare al suo turno di riposo. Intanto incombente minaccia per i due primi seggi della classifica, Modena e Venezia (i «canarini» domenica l’hanno sputata per il rotto della cuffia contro uno Spezia insospettatamente battagliero, i veneziani alla presenza incitatrice di 11.000 spettatori hanno battuto nettamente i padovani con tre reti di Diotalevi), hanno potuto superare il Padova, e si apparigliano al secondo posto della graduatoria, rendendo perciò oltremodo incerta la lotta pei due primi posti. Fra gli altri risultati della giornata merita contro di segnalare il nuovo grosso punteggio della Pro Vercelli e il sorprendente pareggio del Brescia a Palermo. («Il calcio illustrato», 16 marzo 1938)