Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
08-12-1935 - Giornata: 10 - Bologna - Littorio


Bologna AGC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 40. Sansone R. [Bo] 71. Busani U.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Gastaldi Settimo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
BOLOGNA AGC: Gianni; Fiorini, Gasperi; Montesanto, Andreolo, Corsi; Maini, Sansone, Violi, Fedullo, Reguzzoni. All.: Weisz Árpád

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma)
Note
Angoli: 3-4. Cielo sereno, temperatura rigida, terreno viscido e sdrucciolevole. Inizio gara ore 14.30

Commento
La squadra bolognese non è riuscita a superare la prima della serie di gare che deve sostenere senza l’ausilio del suo condottiero Schiavio. La partita è terminata nel silenzio, sintomo del disappunto degli spettatori. Il Bologna non aveva vinto e la folla non aveva più nulla da dire: è rimasta attonita, con lo sguardo rivolto al terreno di giuoco; poi si è incamminata lentamente verso le uscite dello Stadio. Fuori, tra coloro che si incanalavano per il ritorno in città, serpeggiavano i commenti. Tendendo l’orecchio a discorsi la parola «sfortuna» era la più facile a cogliere. Aveva ragione la folla oppure il gioco si era compiuto in pena giustizia? Soverchiata a lungo dal vibrante e manovrato giuoco dei bolognesi, l’Alessandria presentatasi con una felice innovazione nel reparto di attacco, non ha mai mostrato orgasmo: si è difesa con nutrito schieramento di uomini; ha avuto alleata la fortuna in talune fasi del primo tempo e nella prima parte della ripresa (che è stato il miglior periodo del gioco bolognese) specialmente per virtù di un impercettibile fuori gioco che ha provocato l’annullamento di un magnifico punto di Fedullo e di un palo che ha respinto un imparabile pallone di Montesanto; ha svolto con esattezza il compito suo difensivo nel resto della gara senza rinunziare peraltro alle possibilità offensive; ed è riuscita poi a trovare un brillante finale che l’ha portata al pareggio. Occorre riconoscere che l’undici ospite non ha seguito un giuoco prudenziale, nel senso di interessarsi soltanto alla custodia della propria rete e conseguentemente di tenere sguernita la linea attaccante. L’Alessandria si è gettata nella contesa con rapidità e con franchezza ammirevoli. Tuttavia, pur tenendo in considerazione le belle doti espresse dall’Alessandria, tale giuoco è stato ben lontano dall’equivalere quello vivace, sano, agile, volitivo dei bolognesi. Misura di stile, frequenza di attacchi, grado di autorità, equilibrio di reparti, numero e qualità di tiri eseguiti contro l’opposta rete: questo è l’abbondante attivo dei rossoblù. La squadra ha saputo sovente palesare l’usuale buon indice di compattezza e di omogeneità e la serena fiducia nelle proprie forze. La linea di attacco, ammirevolmente governata dalla condotta di un Sansone in felice giornata, nei suoi migliori periodi, non si è smarrita in confuse azioni, ma ha giocato con soddisfacente padronanza. Lo stesso Violi, atteso con estremo interesse alla sua prima prova nel difficile ruolo, ha saputo battersi con intelligenza e con vigore: mai egli si è trovato fuori posto al momento di ricevere il passaggio e mai in ritardo sul tempo quando si trattò di prevenire l’azione del compagno per continuarla: e questa è intelligenza di giuoco. Bisogna perdonare all’ex reggiano alcune difettosità di tiro e badare più ancora che al rendimento odierno, che è pur stato soddisfacente, alle buone possibilità di un sostituto al suo primo esperimento. Queste possibilità sono tutt’altro che trascurabili. L’unico punto conseguito è stato la conclusione di un perfetto passaggio di Violi, passaggio che ha poi avuto la valorizzazione che dalla classe di Sansone ci si poteva attendere. A metà ripresa la decisione del nuovo centroavanti si è notevolmente affievolita: ma ciò è scusato da uno scontro fortuito quanto pericoloso. Poco costante è stato il rendimento di Fedullo, peraltro brillante autore del punto annullato. Attivo Maini. Reguzzoni ha denunziato le sue ancora precarie condizioni. Montesanto e Andreolo sostennero degnamente il giuoco dei compagni mentre inferiore alle sue possibilità è stato Corsi che ha reso assai difficile il compito del suo terzino, talvolta ingannato dagli errori del compagno. Lodevole la difesa di Fiorini. Gianni ha avuto l’infortunio che è costato il pareggio all’avversario; negli altri interventi, pochi in verità, è apparso abile e preciso. Della squadra ospite emersero Ceresa, vigile ed animoso, Borelli generoso e pugnace ma falloso, Parodi che ha svolto un lavoro ordinato e soprattutto redditizio, Riccardi e Gastaldi. Il primo tempo fu condotto in sensibile prevalenza dal Bologna che però era costretto in angolo due volte. Al 25’ si aveva il punto di Fedullo annullato per fuori giuoco di Violi. Un tiro di Montesanto ha picchiato sul palo al 35’. Gli atleti locali conseguivano un calcio d’angolo al 35’ ed il punto valido al 41’: Reguzzoni mandava a Violi che spostato sulla sinistra riusciva a rimettere di precisione a Sansone il quale con prontezza batteva Ceresa. La prima parte della ripresa fu nettamente favorevole ai bolognesi che costrinsero l’opposta difesa ad un lavoro difficilissimo; poi si ebbero alterni attacchi. Al 26’, in un’azione rapida, Riccardi tirava in porta, Gianni non riusciva che a respingere corto e Busani con facilità mandava in rete. In questo periodo di gioco si sono avuti due calci d’angolo per parte. (Erardo Mandrioli, «La Gazzetta dello Sport», 9 dicembre 1935) BOLOGNA-ALESSANDRIA 1-1 Questa battuta d’arresto imposta dalla coraggiosa squadra alessandrina non era davvero nelle previsioni, ma bisogna obiettivamente riconoscere che i grigi non hanno demeritato la divisione dei punti, anche se in ciò sono stati indubbiamente favoriti dalla giornata di scarso rendimento della squadra che comanda la classifica. Tutta la compagine rossoblù, e sarebbe grave errore incolpare Violi, il giovane sostituto di Schiavio, della mancata vittoria ché, anzi, la recluta si è fatta onore non deludendo le speranze degli sportivi e dei dirigenti, è apparsa inferiore al suo abituale rendimento. Il terzetto difensivo non è stato potente come altre volte e anche Gianni ha sulla coscienza il punto subito. La mediana, con un Corsi in nerissima giornata, ha giocato nettamente al di sotto delle sue possibilità; l’attacco, con Fedullo in non buone condizioni fisiche e con Sansone che per voler troppo fare ha spesso rallentato il ritmo dell’azione, ha difettato di forza di penetrazione. L’Alessandria ha lasciato una impressione favorevolissima. Il gioco dei grigi, fluido e veloce, è stato indiscutibilmente il migliore che si è visto in campo e ciò soprattutto per merito della linea mediana, che è stata la vera spina dorsale della squadra. Parodi, con gioco semplice e corretto, ma accorto oltre che potente e preciso, ha trovato modo di elevarsi anche sui due ottimi compagni laterali; il terzetto difensivo ha imbrigliato efficacemente gli attaccanti avversari. La prima linea grigia ha vissuto precipuamente delle prodezze di Riccardi e specialmente di Busani: la giovanissima ala destra ha poi costituito un’insidia permanente per la rete di Gianni. Cospicua la mole di lavoro smaltita da Celoria; un po’ impacciati nel concludere Notti e Gastaldi. Nei primi venti minuti il Bologna ha fatto registrare una lievissima superiorità a suo favore, ma le azioni degne di rilievo si equilibravano. Fedullo al 13’ costringeva con un colpo di testa Ceresa a una difficile parata. Al 20’ Gianni respingeva di pugno un difficile pallone indirizzato verso la rete in seguito ad un calcio d’angolo. Anche per il rimanente del tempo il Bologna attacca in leggera prevalenza e dopo un punto di Fedullo, annullato al 25’ per fuori giuoco, e due angoli, uno per parte (quello contro l’Alessandria permetteva a Montesanto di stampare l’impronta del pallone sul paletto destro), al 40’ Sansone, a coronamento di un’azione Fedullo-Violi, batteva nettamente il portiere alessandrino. Nei primi venti minuti della ripresa, quando Violi costringeva Ceresa a difendersi deviando in angolo, si è avuta l’impressione che l’Alessandria lasciasse completamente l’iniziativa agli avversari, ma quelle per il Bologna era una cara illusione che ben presto svaniva. All’11’ e al 15’ due fughe dello scattante Busani provocavano altrettanti angoli contro la rete bolognese. Poi, dopo una respinta di Ceresa, era Gastaldi che chiamava al lavoro Gianni. Preludeva, questo tiro, al pareggio. Infatti, al 26’ un pallone manovrato dalla mediana perveniva a Riccardi che da un a ventina di metri e più operava il tiro. Gianni non riusciva a bloccare e il pallone, rimbalzato di qualche passo indietro, veniva raccolto da Busani e spedito nella rete bolognese, tra il comprensibile disappunto della folla. Due minuti dopo Riccardi e Busani erano protagonisti di un’altra insidiosa azione. Poi l’Alessandria si chiudeva in prudente difesa, lasciando ai soli Busani e Gastaldi il compito di portare l’offensiva. Il convulso finale era di marca bolognese. Ma tutto si concludeva con una serie di mischie più o meno intricate che terzini e portiere alessandrini sistematicamente sventavano riuscendo così a condurre in porto un onorevolissimo pareggio. Terreno pesante, pubblico abbastanza numeroso. («La Stampa», 9 dicembre 1935) Settanta minuti di intensa pressione non sono valsi a modificare l’esito che contrasta con la condotta delle due squadre. Il Bologna che oggi ha avuto nemica accanita la fortuna s’è visto sottrarre una giusta vittoria da un cumulo di circostanze; errori arbitrali e disdetta. L’assenza di Schiavio si è ripercossa decisamente nelle fasi conclusive; e per quanto Violi si sia prodigato non ha saputo trarre profitto dalle occasioni creategli dalla incessante attività dei compagni di linea. Vi è altresì da rilevare che il settore offensivo abile nella impostazione delle azioni e travolgente nello sviluppo è mancato nel tiro finale. La squadra bolognese nel complesso ha riconfermato la sua organica potenza e il suo sano impianto. L’Alessandria, veloce, benché troppo fallosa, ma con un amalgama lodevole, ha svolto un gioco piacevole. Robusta in difesa e sagace e onnipresente nella mediana nella quale è emerso come un colosso Parodi, ha beneficiato largamente della longanimità dell’arbitro. Nel primo tempo il Bologna preme con insistenza sfiorando ripetutamente il successo con frequenti tiri che la difesa respinge fortunosamente. Un punto di Fedullo è annullato al 25’ ma finalmente al 40’ Sansone, su un allungo di Violi, mette in rete districandosi da una fitta mischia. Nella ripresa il Bologna attacca senza posa, ma l’Alessandria vigila e non desiste dai suoi tentativi di pareggiare; pareggio che ottiene al 26’; l’azione nasce da Gastaldi che invia al centro, Celoria raccoglie e indirizza in rete, Gianni para ma non può trattenere il pallone, Busani raccoglie pronto e batte il guardiano bolognese. Il Bologna accusa il colpo, si disunisce e subentra un dannoso orgasmo che impedisce ai locali di ottenere la vittoria, per quanto non siano mancate loro le occasioni. («Il Littoriale», 9 dicembre 1935) LA SQUADRA GRIGIA NEI RILIEVI DI UN GIORNALISTA BOLOGNESE Le doti di ricupero della squadra alessandrina si sono rivelate al Littoriale di Bologna contro gli invitti capofila della classifica. Il nostro «filo di speranza» di sabato scorso non era fuori luogo. Nelle file grigie, gli uomini per comporre una squadra forte ci sono; purtroppo la formazione dei reparti non era stata nel passato indovinata. L’innesto di Barale, di Celoria e di Gastaldi ha dato nuovo tono e maggior sicurezza d'azione. Il commento della partita non sarà nostro, perché ci paleserebbe troppo ottimisti e facili agli entusiasmi. Lasciamo quindi la parola al redattore sportivo dei «Resto del Carlino» di Bologna: «Da molti anni vediamo giocare l’Alessandria, unica superstite nella massima divisione delle squadre piemontesi del quadrilatero, e sempre ci suscita la migliore delle impressioni. I quadri costantemente si rinnovano e nuove e fresche energie sono immesse nei suoi quadri. Ma quel suo giuoco ampio, a largo respiro e anche piacevole, rimane inalterato e si fa ammirare. Sul campo del Littoriale, la squadra grigia ha dato una novella dimostrazione della sua magnifica attrezzatura, talché più di una volta ci è occorso di chiederci come il Torino abbia potuto, otto giorni prima, facilmente passare sul suo terreno. Certo i grigi devono aver conosciuto una giornata oscura perché contro il Bologna hanno invece combattuto una bella partita e, come lo scorso anno, hanno saputo strappare un esito pari, che è tanto più degno d'elogio in quanto i rossoblù hanno lottato con ardore e hanno creato nei pressi della porta alessandrina numerose azioni assai pericolose salvate per l’estrema decisione della difesa. Il reparto arretrato dei grigi è veramente formidabile e il trio sa formare un baluardo difficilmente sormontabile. Il giovane Ceresa in porta ha tutte le doti di coraggio e di intuito che faranno di lui uno dei più quotati difensori italiani, mentre davanti gli stanno due terzini, Lombardo e Borelli, altrettanto validissimi e che sanno districarsi con foga e sicurezza, ben coadiuvati da una mediana quanto mai solidissima e degna del più alto encomio. Questa è imperniata su un atleta di eccelsa classe: Parodi infatti al centro ha giganteggiato e indubbiamente è stato il miglior uomo in campo. Efficace nel coadiuvare i terzini, l'alessandrino ha altrettanta abilità ed efficacia nel servire gli avanti allargando alle ali con passaggi precisi. Milano alla sinistra altrettanto redditizio; alla destra Barale, ritornato in isquadra dopo lunga assenza, è apparso un po’ inferiore ai compagni, ma ha tenuto onestamente il suo ruolo e ha contribuito a rendere il reparto oltremodo potente e di grande aiuto per i compagni. La linea d'attacco, considerata nel suo assieme, sa sviluppare belle azioni a base di passaggi veloci a largo respiro, però non sa essere altrettanto pericolosa nei momenti decisivi. Ad ogni modo Riccardi, Notti e in particolar modo Busani, hanno saputo emergere sugli altri. In complesso, come abbiamo detto, una bella compagine che senza ricorrere a rudezze ha tenuto brillantemente il campo e non si è lasciata mai travolgere anche quando il Bologna ha insistentemente puntato verso la sua rete». («Il Piccolo», 14 dicembre 1935) RISULTATI: Ambrosiana-Sampierdarenese 3-0 Fiorentina-Bari 2-2 Genova 1893-Napoli 2-2 Palermo-Brescia 3-2 Roma-Juventus 1-1 Torino-Lazio 0-2 Triestina-Milan 1-0 CLASSIFICA: Bologna 17; Torino 14; Genova 1893, Juventus 12; Ambrosiana, Napoli, Roma 11; Milan, Triestina 10; Fiorentina, Lazio 9; Palermo 8; Alessandria, Sampierdarenese 7; Bari, Brescia 6 MARCATORI 12 gol: Meazza (Ambrosiana) 9 gol: Piola (Lazio) 7 gol: Silano (Torino) 5 gol: Busidoni (Triestina), De Vincenzi (Ambrosiana)