Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
10-11-1935 - Giornata: 7 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Ambrosiana-Inter AS 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 14. Milano L.[A], 53. De Stefanis P.[A] 36. Meazza G. [Am] , 57. Meazza G. [Am]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Ferrero Francesco, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Notti (I) Alfredo, Riccardi (I) Giovanni, De Stefanis Piero, Celoria Mario, Croce Aldo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
AMBROSIANA-INTER AS: Ceresoli; Vincenzi, Mascheroni; Pitto, Faccio, Sala Valentino; Porta, Demaría, Meazza, Ferrari Giovanni, De Vincenzi. All.: Feldmann Gyula

Arbitro: Scorzoni Raffaele (Bologna)
Note
Spettatori: 5.000 Pioggia in progressione, terreno fangoso e traditore Inizio gara ore 14:30

Commento
Sono stati contenti tutti; tutti meno forse il cassiere della società alessandrina che ha fatto conti troppo rapidi e raggiunto troppo poca cifra. Il tempo è stato, in realtà, inesorabilmente nemico ai giocatori ma, se ha così tenuto lontana dal Littorio la gran folla abituale degli incontri di cartello, non è valso però a smorzare l’ardore degli atleti che hanno offerto lo spettacolo di una competizione degna delle più belle tradizioni di Alessandria-Ambrosiana. Sono rimasti – si diceva – contenti tutti. Potranno dire i sostenitori grigi che nella mezz’ora iniziale del primo tempo e poi nella fase centrale della ripresa la squadra locale ha avuto occasioni più che propizie per raggiungere la vittoria. Potranno dire i sostenitori nerazzurri che, reagendo fieramente al ritmo martellante imposto dagli ospitanti, la squadra milanese ha avuto periodi di gioco classico e francamente redditizio e momenti nei quali era da chiedersi se fosse possibile giocare di più e meglio in tali condizioni di fondo. Sta di fatto che il 2-2 viene a premiare salomonicamente la sciolta azione in velocità dei grigi e la complessiva organicità tecnica dei nerazzurri. La squadra alessandrina è partita di scatto, badando a semplificare il più possibile le azioni ma studiando al tempo stesso i passaggi, studiando la presumibile traiettoria della palla sul terreno traditore, manovrando insomma con intelligenza tattica pari alla rapidità della concezione. E l’Ambrosiana, all’inizio, ha fatto fatica a tener dietro alla rivale. Dopo un quarto d’ora è giunto il goal alessandrino e col goal nuova lena per i grigi. Ma intanto i nerazzurri andavano rapidamente rinfrancandosi. Fino alla mezz’ora essi non riuscivano ad imporre a loro volta una superiorità, ma controbilanciavano le folate ricche di estro e ricche anche di ordine degli ospitanti, con manovra accorta, organica, sicura. Al 30’ circa i rivali erano già su di uno stesso piano in fatto di rendimento. E qui gli ospiti passavano decisamente alla controffensiva. Spenta appena la gran fiammata del gioco alessandrino, l’Ambrosiana rispondeva in forza, in classe, in istile. Dal trentesimo al quarantacinquesimo essa ha avuto il suo periodo più fulgido di gioco ed ha dato l’impressione di poter passare decisamente. Il goal del pareggio giungeva in effetti e poi parecchie altre volte il successo veniva sfiorato dagli attaccanti nerazzurri. Soltanto la volontà ferrea dell’Alessandria faceva sì che gli uomini resistessero al di là del pensato e si giungesse al riposo in parità di punteggio. Nel complesso un primo tempo nitido, lineare, vivacissimo, entusiasmante, malgrado le perfidie del terreno e la nuova pioggia dal cielo. Nella ripresa le squadre dovevano fatalmente risentire dello sforzo prodotto prima. Così il gioco è calato sensibilmente di tono. Tuttavia non si può dire che esso abbia languito. La Ambrosiana si è imposta nei minuti iniziali poi, coll’ardimento che le è caratteristico, l’Alessandria è riuscita a capovolgere ancora la situazione, a segnare il suo secondo punto, a minacciarne seriamente un terzo. Ma l’ingiusto non doveva verificarsi. Un guizzo di Meazza ridava l’equilibrio delle porte e l’equilibrio delle azioni. Decrescendo sempre come qualità e vita, ma non cadendo mai nell’inerzia o nel nervosismo, il gioco si protraeva fino al fischio finale senza altri goals. Tali le vicende di una gara che non ha lasciato a bocca amara né gli amanti nelle emozioni né i buongustai del calcio. L’Ambrosiana ha confermato oggi di essere in fase ascensionale. Su un terreno il meno acconcio al suo sistema essa si è adattata rapidamente ed ha avuto fasi di gioco superlativo. Si è trovata di fronte ad un’Alessandria in giornata di gran vena; altre compagini avrebbero forse perso la bussola nei due momenti in cui i grigi si sono portati in vantaggio. L’Ambrosiana non ha mai ripiegato e non si è mai data per vinta; essa ha dimostrato così classe e temperamento. Nel primo tempo gli attaccanti nerazzurri si sono troppo preoccupati di lanciare Meazza, solo Meazza. Il terreno non consentiva tale tattica. Ma a prescindere da questa tendenza e da qualche neo che riguarda singoli elementi, la compagine ha dato un’impressione di forza, di mobilità e di armonia superiori. Ceresoli non poteva parare i due goals. Il suo lavoro è stato nelle altre occasioni eccellente ed una sua parata nella ripresa ha sollevato applausi unanimi. Vincenzi ha giocato una grande partita in crescendo; neppure un colpo ricevuto alla gamba gli ha impedito di avere un finale spettacoloso. Mascheroni invece non era nel suo elemento. Lo stilista è emerso; il combattente e l’uomo pronto sul tempo non si son sempre rivelati. Pitto, forse il migliore in campo nel primo tempo, per sicurezza, puntiglio, rendimento pratico; in leggero calando nella ripresa. Si deve dire che il contrario di Faccio che, un poco assorbito dal ritmo bruciante della gara all’inizio, è stato vero padrone del campo soltanto verso la fine della contesa. Sala, colpito da una palla allo stomaco nei primi minuti, non si è più rimesso del tutto: la tenacia soltanto l’ha salvato. Porta va ritornando il Porta dei giorni migliori. Intelligenza, intuizione, padronanza sulla palla: ecco le sue doti precipue di oggi. Demaría ha svolto, principalmente nel primo tempo, un lavoro oscuro ma quanto mai redditizio, ed ha legato magistralmente coll’ala. Meazza non ha lavorato in quantità ma invece in finezza ed astuzia; ha distribuito palloni preziosi ed i due goals sono due numeri artistici del suo artistico repertorio odierno. Ferrari ha «sgobbato» come un giovanissimo e verso la fine era fra i più freschi dell’attacco: non si potrebbe fargli elogio migliore. De Vincenzi, ancora incerto nell’inconsueto ruolo, ha reso meno dei camerati. Ma parecchi palloni utili son venuti anche da lui. L’Alessandria ha giocato una partita eccellente sotto ogni aspetto. La più minacciosa verso rete è stata proprio lei. Essa ha impostato la partita per tenere l’iniziativa e ci è riuscita finché il fiato è venuto a mancare a qualche elemento. Solo allora la classe superiore degli avversari ha finito per imporsi. Ceresa ha sfoggiato parate superbe mentre i punti l’hanno giocato più di impeto che di tecnica; la mediana ha avuto in Ferrero un ragazzo modesto quanto redditizio; in Parodi un atleta che sa distribuire, sorreggere l’attacco e puntellare la difesa anche se manca dell’autorità del grande «perno»; in Milano un atleta generosissimo che ha brillato pur contro avversari come Porta e Demaría. L’attacco è stato, comunque, il reparto più fresco e dal rendimento più felice della squadra. Notti, attivo come ala, è stato un efficiente trascinatore come centrattacco: il più completo dei cinque. Il lavoro praticamente e quantitativamente più redditizio è stato peraltro svolto da Riccardi, infaticabile a metà campo e pronto tiratore a rete. De Stefanis è una recluta che merita attenzione: il ragazzo è però «scoppiato» nella ripresa. Preziosa spola Celoria, troppo tardo nel tirare. Veloce e attento Croce. Chiarite quali sono state le fasi di superiorità in campo dell’una e dell’altra squadra, ci limitiamo qui a fissare i «momenti» fondamentali dell’avvincenti contesa. Bella azione Riccardi-Notti al 7’. Efficace tiro appena a lato di Ferrari al 12’. Al 15’ un brillante attacco che parte da Croce e si conclude con Riccardi, obbliga Sala ad intervenire precipitoso. La palla colpisce lo stomaco del nerazzurro e va in angolo. Tira a perfetta parabola Notti, appena lungo oltre la porta. I difensori nerazzurri sono leggermente spaesati avanti. Milano, appostato e libero, infila di testa da un passo. Angolo infruttuoso contro l’Alessandria al 20’ ed un altro al 25’: Ceresa strappa di giustezza la palla dal piede di Ferrari. Ancora angolo contro i nerazzurri al 30’. Al 34’ fuga di Porta e centro. Meazza, prontissimo, tira a rete di testa ma Ceresa, favorito anche dal terreno che frena la palla, riesce a bloccare in tuffo. Bellissima punizione tirata da Meazza al 36’: paletto e fuori gioco. Due minuti dopo una punizione tirata da Porta trova Ceresa pronto a parare di pugno. Al 38’ Ferrero commette un fallo su Ferrari. Punizione fulmineamente tirata da Ferrari stesso. La palla è a Meazza che si vede addosso i due terzini grigi. Meazza riesce, con un guizzo, a toccare ugualmente il pallone che, ingannando Ceresa uscito troppo a furia alle spalle dei terzini, va in rete blando e sornione: 1-1. Finale tutto ambrosiano. Due brillanti azioni dei nerazzurri al 4’ e al 6’ della ripresa. Vincenzi rompe al 7’ una riuscita fuga di Croce. Al 9’ Borelli dà la palla a Celoria che fugge fianco fianco a Notti. Palleggio volante tra i due e tutti i nerazzurri son tagliati in velocità. Notti, da dieci metri al volo, tira fortissimo, Ceresoli vola lungo la porta e riesce a deviare in angolo. Batte ancora Notti, appena corto. Mascheroni e De Stefanis sono sulla palla e l’alessandrino, più pronto, riesce a mettere in rete. Un minuto dopo De Stefanis, liberissimo, manda sul palo a porta vuota! Passano ancora tre minuti. Su azione nerazzurra partita dalla sinistra, De Vincenzi centra arretrato. Faccio allunga sul fronte schierato, Ceresa esce per parare ma Meazza, con un salto acrobatico all’istante propizio, riesce a prevenirlo ed a mettere in rete: 2-2. Due angoli consecutivi contro l’Alessandria al 23’. Scontro fra Croci e Vincenzi al 33’; Vincenzi, colpito alla gamba, esce per pochi minuti, sostituito da Sala. Rientrerà e giocherà benone. Dopo la gara peraltro, la gamba gli si sgonfierà sensibilmente. Finale a squadre fiaccate. L’arbitro Scorzoni ha diretto la gara con polso fermo ed intelligente discernimento nei falli. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 11 novembre 1935) ALESSANDRIA-AMBROSIANA 2-2 Le prime offensive sono di netta marca alessandrina e mettono in difficoltà l’Ambrosiana, poi De Vincenzi sposta l’azione in campo opposto e Meazza al centro, solo. sta per fulminare in rete: a grandi falcate interviene Lombardo e la minaccia è sventata. Altra magnifica azione in linea dei grigi, che al 14’ conquistano il primo successo: la palla è manovrata successivamente da Riccardi, Croce, De Stefanis e Notti, e Sala, per salvare la scabrosa situazione, devia in angolo. Notti effettua il tiro parabolico e Milano, di testa, manda in rete. Poco dopo Riccardi, su centro di Croce, sfiora il palo, mentre altri tre o quattro tentativi molto bene congegnati a metà campo naufragano in area di rigore in un mare di fango. Ritorna all’attacco l’Ambrosiana, più ordinata e precisa nelle sue discese: artefici, come sempre, Meazza e Ferrari, abilissimi costruttori di trame offensive. I grigi sono in angolo due volte, altrettante devono difendersi da calci di punizione, altre ancora è Ceresa che deve intervenire a sventare l’insidia. Ma al 36’ ecco il pareggio dei neroazzurri: in seguito ad un calcio libero da trenta metri effettuato da Ferrari, Ceresa respinge debolmente, la palla batte contro il palo e rimbalza in campo, tosto raccolta da Meazza; questi, benché ostacolato dai terzini, che tentano serrarlo in una morsa, riesce a sospingere il pallone mentre il portiere, a terra, non riesce raggiungere la sfera di cuoio che, lentamente, rotola in rete. Il primo tempo si chiude con una nuova offensiva grigia creata da Notti che passa a De Stefanis un ottimo pallone, fortunosamente deviato in angolo, senza effetto. Nella ripresa l’Alessandria inizia con Notti al centro un metodico attacco che porta, all’8’, alla conquista del secondo punto: fuga impressionante di De Stefanis che devia in corsa a Riccardi e questi allunga in profondità a Notti il quale, senza indugi, scocca il tiro verso l’angolo sinistro. Ceresoli, con un volo impressionante tra i pali, riesce con la punta delle dita deviare la palla in angolo. Notti effettua ancora il tiro e De Stefanis, con un colpo di testa, manda in rete. Grande esultanza in tribuna e sugli spalti scarsamente popolati, mentre la pioggia ha ripreso scrosciare insistente rendendo il terreno maggiormente pesante e causa di continue alterazioni nello svolgimento del giuoco. Subito dopo i grigi sono nuovamente all’assalto della rete di Ceresoli: questi, impegnato da Notti, esce e rimanda, ma De Stefanis interviene prontamente e mentre il portiere lo insegue l’ala grigia scocca il tiro a porta vuota: il palo laterale devia la palla a lato. Allo scoramento per il facile successo mancato, si aggiunge, in seguito, l’inaspettato pareggio e, quindi, il timore della sconfitta. Infatti al 12’ un lungo passaggio al centro di Faccio invita Ceresa ad uscire dai pali, ma mentre tenta, con un balzo, di effettuare la respinta, Meazza, lasciato indisturbato, lo precede, spicca agile il salto, colpisce di testa il pallone che finisce in fondo alla rete. L’Ambrosiana, imbaldanzita, aumenta la pressione offensiva: due calci d’angolo ed alcuni calci di punizione sono fischiati contro la rete grigia, minacciata da altri seri pericoli. Poi nuova vigorosa riscossa condotta da Notti, il più attivo e redditizio in campo alessandrino, e due volte Ceresoli è a un soffio dall’essere battuto: l’alta sua classe lo salverà dalla sconfitta in due interventi veramente spettacolosi. Al termine delle ostilità i contendenti, stanchi, quasi irriconoscibili per il fango che li ricopre, insoddisfatti per l’esito della durissima partita risoltasi senza vinti né vincitori, ricevono un lungo applauso dal pubblico per il loro generoso comportamento. («La Stampa», 11 novembre 1935) Nemmeno contro i neroazzurri la sorte è stata propizia ai grigi che, dopo avere segnato due punti magnifici, sono visti raggiungere dagli avversari. L’Alessandria, per l’assenza di Busani, ha incluso in squadra De Stefanis spostando Notti all’ala destra. Ma visto che nulla si concludeva, nella ripresa Notti ha riassunto il posto abituale di centrattacco mandando all’ala il giovane De Stefanis. Le prime offensive sono di pretta marca alessandrina. L’Ambrosiana dopo avere subito la pressione degli avversari deve incassare il primo punto al 14’. La palla è manovrata da tutta la prima linea alessandrina e deviata poi in angolo. Notti effettua il tiro e Milano di testa segna. Dopo un’efficace raffica grigia, l’Ambrosiana riesce a rimontare gli avversari e al 36’ segna il punto del pareggio. Un calcio di punizione da oltre trenta metri, effettuato da Ferrari, dà modo a Meazza, incuneandosi tra i terzini, di segnare mentre il portiere grigio era ancora a terra. Si segna a porta vuota. Nella ripresa Notti, al comando dell’attacco riesce a portare i suoi nuovamente in vantaggio precisamente all’8’ in seguito a una fuga di De Stefanis. Questi devia in corsa a Riccardi il quale a sua volta allunga in profondità a Notti, che scocca il tiro fortissimo. Ceresoli, con volo impressionante, riesce, con la punta delle dita, a deviare in angolo. Notti batte il corner e De Stefanis con una testata segna il secondo punto. L’Ambrosiana riesce nuovamente ad ottenere il pareggio al 12’. In seguito a lungo passaggio al centro di Faccio, Ceresa esce dai pali e mentre tenta di effettuare la respinta, Meazza, lasciato indisturbato, lo precede e colpisce di testa la palla mandandola in fondo alla rete; anche questa volta incustodita. («Il Littoriale», 11 novembre 1935) AMBROSIANA COSTRETTA AL RISULTATO PARI (2-2) Le nostre previsioni della vigilia si sono avverate a metà; ma se una vittoria grigia avesse concretato l’incontro della partita, l’Alessandria era ben degna di tanto onore. Contro uno squadrone come quello dell’Ambrosiana che rifornisce alla Nazionale un nucleo di otto giocatori, e cioè Ceresoli, Mascheroni, Pitto, Faccio, Porta, Demaría, Meazza e Ferrari, i grigi hanno opposto una squadra rabberciata per l’assenza di Busani; con un Ferrero giù di forma ed un nuovo centroattacco, De Stefanis, in condizioni sommarie di allenamento. In tali condizioni di inferiorità la squadra alessandrina è riuscita ad emulare in linea tecnica lo squadrone avversario lasciandosi sfuggire la vittoria per un soffio. La cronaca della partita è stata un modello di alterna fortuna e di emozioni intense, ricca di azioni tecniche e di virtuosismi individuali. Al primo goal alessandrino segnato magistralmente da Milano su calcio di angolo, tirato alla perfezione da Notti, gli ospiti ristabilirono il pareggio per merito del loro pupillo Meazza. Nella ripresa Notti mandava un bolide di rara potenza e precisione nell’angolino alto della rete milanese, ma Ceresoli con un balzo spettacoloso deviava in angolo. Notti sulla punizione rimetteva al centro dove De Stefanis ancora di testa mandava in rete. Poco dopo ancora Meazza otteneva il pareggio per la sua squadra. Nel restante dell’incontro l’Alessandria si lasciò sfuggire occasioni d’oro per aggiudicarsi la vittoria. Il trio difensivo, pur giocando con ammirevole combattività, ha peccato di intesa; troppo sovente terzini e portiere si trovarono a contatto creando mischie paurose. La mediana ha accusato il punto debole in Ferrero e l’attacco ci ha presentato un Croce discontinuo, un Celoria coi difetti dello scorso anno, un Riccardi in magnifico crescendo, un Notti di grande rendimento tanto all’ala quanto al centro e un De Stefanis che costituisce un’incognita. Quest’ultimo non era in condizioni fisiche da poter giocare in una partita così difficile ed infatti dopo mezz’ora di gioco non era più in grado di rincorrere la palla. Un giocatore se ha la stoffa del centroattacco, può sostenere anche il ruolo di ala destra e l’esempio è stato convincente con Notti. De Stefanis ha palesato chiarezza di concezione al centro e potrà forse affermarsi in avvenire; per ora, in tali condizioni di allenamento, non può occupare il posto di Notti e ci sono nelle riserve giocatori che danno maggior affidamento. Fino a quando manca Busani, Croce potrebbe occupare il suo vero posto di ala destra e Gastaldi coprire il ruolo di ala sinistra. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 novembre 1935) RISULTATI: Brescia-Lazio 3-1 Juventus-Bari 0-0 Milan-Bologna 1-2 Napoli-Torino 0-1 Palermo-Genova 1893 0-1 Roma-Fiorentina 0-1 Sampierdarenese-Triestina 2-2 CLASSIFICA: Bologna 13; Torino 10; Genova 1893, Juventus, Roma 9; Milan 8; Ambrosiana, Napoli 7; Brescia, Palermo, Sampierdarenese, Triestina 6; Alessandria, Lazio 5; Fiorentina 4; Bari 2 MARCATORI 8 gol: Meazza (Ambrosiana) 7 gol: Piola (Lazio) 6 gol: Silano (Torino) 5 gol: Busidoni (Triestina)