Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
19-02-1939 - Giornata: 20 - Pisa - Littorio


Pisa AC - Alessandria US 4 - 2 (3 - 1)
RETI: 10. Nicolini M. [Pi] , 17. Faccenda (II) N. [Pi] , 31. Bertoni (II) E. [Pi] , 66. Bertoni (II) E. [Pi] 38. Massiglia A.[A], 70. Pietruzzi M.[A]

Alessandria US Cassetti Bruno, Lombardo Umberto, Bigando Giovanni, Cresta (II) Lorenzo, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Di Santo Riccardo, Taverna Dante All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
PISA AC: Traverso; Strobbe, Verga; Freschi, Tonali, Mongero; Nicolini, Ponzinibio (II) Franco, Bertoni (II) Elio, Ciferri, Faccenda (II) Natale. All.: Csapkay Károly

Arbitro: Zelocchi Giuseppe (Modena) [Galligani, Vatteroni]
Note
Infortunati: 80’ Ciferri [P], 84’ Mongero [P, passato all’ala destra], 85’ Cassetti [A, sostituito in porta da Di Santo] Angoli: 1-3 oppure 2-3. Spettatori: 2.000 oppure 3.500 Tempo bello, terreno buono Inizio gara ore 14.30

Commento
Se le conclusioni della partita di ieri dovessero trarsi dal punteggio, si avrebbe l’impressione di un incontro combattutissimo, lottato dall'inizio alla fine. Invece, la cronaca deve essere oggi molto più arida. Il Pisa ha vinto nettamente, ma senza bisogno di strafare. Ha avuto fino dall'inizio una superiorità di gioco così chiara e convincente che nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio la certa vittoria. I punti sono stati la logica conclusione di questo equilibrio della squadra nerazzurra che ha marcato con un ritmo regolarissimo, senza intoppi ed anche senza voli lirici. Tutto il complesso dell’undici pisano ha dato questa precisa sensazione. La vittoria è venuta senza farsi eccessivamente pregare, così come il tono del gioco è stato modestissimo. Niente delle azioni velocissime, impeccabili, superiori come stile, come impostazione e conclusione dell’incontro con l’Ancona. Questo, forse, è dovuto al fatto che i grigi di Alessandria non hanno mai data la sensazione di poter minacciare, neppure da lontano, la sicura marcia del Pisa. Gioco piano e calmissimo nei due campi: i nerazzurri avrebbero, volendo, potuto dare di più. Non è stato necessario e pertanto essi hanno fatto bene ad adeguare il loro gioco a quello degli avversari. Da questa accorta tattica la vittoria non è diminuita, ma anzi ne esce la chiara dimostrazione delle possibilità della squadra di Pasolini, che può battere senza scomporsi un’Alessandria che non è poi una delle ultime del girone, tenendo stile di gioco e classe in riserva per le partite che impegnano fino agli estremi. Non sappiamo se i grigi abbiano avuta, ieri, una pessima giornata o se questo è sempre il tono del loro gioco. Scarsa reazione, sprecisione nei passaggi; solo a rari intervalli la squadra ospite manovra con esattezza, imponendosi più per la prestanzia fisica dei suoi uomini che per la qualità del gioco. Al contrario, i nerazzurri attraversano un periodo di forma splendente. Anche se, come è avvenuto oggi, l’impegno degli undici atleti è modesto, il gioco è sempre la resultante di idee chiare come concezione e come conclusione. La squadra si muove col sincronismo di una macchina. Passaggi che vanno di precisione sul piede del compagno, intesa perfetta fra uomo e uomo, fra linea e linea, costituiscono uno spettacolo di bel gioco, un godimento che il numeroso pubblico presente si è gustato insieme al bel sole primaverile. Tonali è stato anche ieri, nel primo tempo, un dominatore. Ma insieme a lui, tutti hanno risposto alle necessità del momento. Tempisti i terzini, a posto i mediani laterali, ottima la linea di attacco per il gioco, vario, scintillante, pieno di risorse… e di pericolosità. Bertoni ha sfoggiato oggi un gioco di testa magnifico ed ha dato tono e vita alla linea. I critici inguaribili, quelli che vorrebbero veder giocare sullo stesso tono tutti i 90 minuti, diranno che nel secondo tempo la squadra è calata. Siamo d’accordo, ma d’altra parte non riusciamo a comprendere perché i giocatori nerazzurri avrebbero dovuto continuare a sprecare energie preziose quando ben tre punti stavano a rendere sicura ed intoccabile la vittoria. Essi hanno naturalmente diminuito di tono, ma anche in questa giudiziosa fase di difesa, del resto non drammatica né pericolosa, non sono stati inferiori agli ospiti, poiché il secondo tempo si è chiuso con un punto per ciascuno. In conclusione, una bella partita ed una bella vittoria, gustata con calma e tranquillità senza le preoccupazioni e le ansie che caratterizzarono l’incontro con l’Ancona. Al fischio dell’arbitro i nerazzurri invadono l’area dei grigi. Rapide fughe nei due campi e subito si ha la sensazione che il Pisa sarà il dominatore, tanto il suo gioco è sicuro nel confronto diretto con l’avversario. Sono appena passati dieci minuti dall’inizio che Ciferri, avuto il pallone, investe con un tiro fortissimo il palo della casa di Cassetti. Il pallone torna in campo ed intorno si crea una breve mischia durante la quale il pallone cammina… sulle mani dei grigi che tentano di allontanare il pericolo. Alle proteste dei nerazzurri, richiedenti la punizione per il fallo, l’arbitro fa cenni di diniego, la situazione viene risolta da Nicolini che riesce a farsi luce ed a segnare imparabilmente. La reazione degli ospiti è modesta, anche per la vigilante opera della seconda linea. Il Pisa ritorna all’attacco e prima Ponzinibio, poi Faccenda impegnano il portiere dei grigi. Al 17’ Tonali passa precisissimo a Faccenda quasi sul fondo del campo. Tiro secco rientrante del bravo estremo nerazzurro ed il pallone, per la seconda volta, va a finire nel fondo della rete avversaria. Questa volta gli ospiti sono più decisi e si portano in area pisana, pur senza concludere. Massiglia e Pietruzzi impegnano con tiri modesti il portiere nerazzurro. Un bel tiro di Bertoni è parato da Cassetti a terra e respinto in angolo. Faccenda tira la punizione in modo magistrale: lo spiovente va un po’ indietro dal gruppo dei giocatori, rapido, velocissimo intervento di Bertoni che, di testa, sfiorando quelle dei compagni ed avversari avanti a lui, manda il pallone ad insaccarsi nella rete. Tre a zero. I nerazzurri possono giustamente prendersi un po’ di riposo anche se questo servirà a far muovere di più gli ospiti. Che la vittoria sia certa lo comprendono anche i grigi, accasciati sotto il peso dei tre punti. Nessuno si commuove pertanto se al 38’, a seguito di una mischia sotto la porta pisana, Massiglia può marcare il primo punto per la sua squadra. La ripresa ha una storia molto modesta. Il gioco è diaccio e si limita a scorrerie nei due campi. Verso il ventesimo minuto, il Pisa torna a giocare più veloce, dando alle azioni una maggiore pericolosità. Questo sprazzo darà subito i suoi frutti e si concluderà al 21’ con un altro punto di Bertoni a seguito di una perfetta centrata di Nicolini. L’ultimo punto viene… per forza d’inerzia. Una fuga di Taverna-Di Santo-Pietruzzi si conclude con un tiro di quest’ultimo che da due metri batterà Traverso. La reazione pisana è immediata. Ciferri, Bertoni, Faccenda impegnano Cassetti, mentre il gioco si appesantisce. Alcuni grossolani falli degli ospiti, dovuti certo alla stanchezza perché il gioco si è svolto in un ambiente di reciproca cortesia, non vengono rilevati dall’arbitro e portano immediate conseguenze. Ciferri è a terra contuso. Al 40’, una scenetta quasi comica: Bertoni, con la palla al piede, fila verso la porta. Cassetti esce e va incontro all’attaccante pisano. Nell’urto ha la peggio il portiere dell’Alessandria, il quale cade a terra. Via libera, dunque; Bertoni tira una cannonata che scuote il palo della porta. Riprende Bertoni stesso il quale, sempre a porta vuota, sbagliava ancora; Faccenda tanta anch’egli il non difficile tiro, ma la palla stregata va a finire fuori dall’area. Quello che è peggio che il bravo Cassetti è rimasto a terra e dovrà essere trasportato fuori del campo. Fra i pali lo sostituisce Di Santo, fino a quanto il fischio dell’arbitro non annuncia che la partita è finita. (Luigi Sani, «Corriere del Tirreno», 20 febbraio 1939) La partita è stata interessante solo a tratti, infatti ad azioni condotte con un certo discernimento tecnico (e ciò più spesso da parte pisana) hanno fatto riscontro lunghi periodi di gioco, specie nella ripresa, nei quali si sono avute poche discese ordinate e poca preoccupazione da parte degli atleti di curare i collegamenti, causa un senso di svogliatezza che si era impadronito di alcuni giocatori. Sulla fisionomia che l’incontro è andato assumendo dopo la prima mezz’ora di gioco assai brillante, ha forse influito il chiaro delinearsi della superiorità dei neroazzurri ed il vantaggio numerico che i locali si sono assai presto assicurato. Da una parte si era forse sicuri della vittoria, mentre dall’altra, pur non tralasciando di operare alcuni tentativi di reazione, si era forse convinti che le sorti della partita non avrebbero più potuto essere raddrizzate. L’inizio vede i neroazzurri all’attacco e dopo una punizione ben tirata da Ghidini al 2’ e bloccata da Traversa, gli ospiti sono costretti in difesa e corrono guai seri. Al 10’ si ha il primo punto pisano. Faccenda rimette al centro un difficile pallone che, raccolto da Ciferri, viene respinto; Nicolini replica e segna. Il Pisa insiste all’attacco e dopo un bel tiro di Ponzinibio al 14’ che finisce di poco a lato, ottiene al 17’ la seconda rete. Tonali lancia Faccenda, questi scatta veloce e conclude la spettacolosa fuga con un tiro micidiale che viola la porta di Cassetti. In seguito i grigi operano alcuni tentativi con Massiglia e Pietruzzi, ma senza risultato. Sarà invece il Pisa che segnerà ancora al 31’. Tiro di Ciferri deviato oltre la linea di fondo; angolo tirato da Faccenda, testa di Bertoni II, rete. Al 38’ l’Alessandria si aggiudica il suo primo punto. È Massiglia che risolve una mischia provocata da un’azione di Taverna, battendo Traverso. Nella ripresa le azioni sono più fiacche e meno precise. Vari tentativi, condotti con non troppa convinzione dalle due parti, poi al 21’ il quarto punto neroazzurro. Nicolini dà a Bertoni II e questi, in buona posizione, calcia in porta, Cassetti para in tuffo ma non trattiene la palla, che entra in rete. Al 25’ si ha l’ultimo gol della giornata: azione Taverna-Di Santo e tiro imparabile di Pietruzzi. Prima della fine i grigi sfiorano ancora il successo con Taverna ed il Pisa con tiri di Ciferri, Faccenda e Bertoni II. Al 35’ Ciferri si è contuso in uno scontro ed è uscito dal campo per due minuti e al 39’ Mongero, colpito ad una caviglia, si è fatto sostituire da Nicolini, andando ad occupare il ruolo di ala destra. A 5 minuti dalla fine Cassetti, in uno scontro con Bertoni II, si è infortunato ed ha abbandonato il terreno di gioco per non rientrarvi; a difesa della rete alessandrina si è posto il mezzo sinistro Di Santo. Particolarmente sfortunata per i locali, una fase di gioco al 40’, durante la quale la rete degli ospiti, rimasta indifesa, è salva solo per un caso della quinta capitolazione. Fra i migliori in campo, citeremo Verga, Faccenda, Nicolini da una parte e Massiglia, Taverna e Cassetti dall’altra. («Il Littoriale», 21 febbraio 1939) L’Alessandria e il Pisa hanno dato luogo a una gara i cui spunti di interesse e di stile si contano sulle dita di una mano. Dai grigi e dai neroazzurri, gli uni incerti e preoccupati in difesa gli altri abulici e slegati, si poteva pretendere di più e di meglio. Molti goal alcuni dei quali non del tutto convincenti come fattura e come impostazione tecnica, hanno infiorato un incontro il cui esito poteva essere forse poteva essere previsto in partenza. In complesso la vittoria dei locali è stata franca. Sulla consueta regola si sono mantenuti Tonali, Strobbe, i migliori. Hanno lavorato bene Bertoni II, Faccenda e Nicolini a tratti e piuttosto in ombra gli altri. Non sapremmo chi individuare fra gli ospiti: forse Parodi, Massiglia, Ghidini si distaccano leggermente come impostazione e classe, Cassetti si è fatto applaudire per diverse ardite parate. Il Pisa parte come al solito impetuoso e insiste all’attacco. Al 10’ raccoglie il frutto delle sue azioni: Nicolini in una mischia si fa luce e batte Cassetti. Al 17’ Faccenda, lanciato da Tonali, scende a catapulta, gioca la difesa grigia e segna con un magnifico tiro saettante. Al 31’ Bertoni II su calcio di angolo si aggiudica di testa la terza rete rubando il tempo a Cassetti. I distacchi si accorciano al 30’ per merito di Massiglia, l’attaccante più insidioso; ma il goal è un po’ colpa del terreno che devia la traiettoria della palla e inganna Traverso. Il periodo più interessante della ripresa dal 20’ al 30’ nel quale Bertoni (21’) e Pietruzzi (25’) riescono a concludere due belle azioni in linea ed eludere la guardia dei portieri opposti. Facili occasioni per aumentare il punteggio sono perdute per la troppa precipitazione e per la scarsa prontezza di Ciferri prima (21’) e da Bertoni poi (42’). All’ultimo quarto d’ora Nicolini e Mongero si scambiano di posto per contusioni di questo ultimo. Cassetti al 40’ esce dal campo per lacerazione dei tessuti alla gamba sinistra riportata in uno scontro con Bertoni. È sostituito da Di Santo. Partita in complesso scarsamente interessante. Bella giornata con temperatura primaverile. («La Gazzetta dello Sport», 20 febbraio 1939) PISA-ALESSANDRIA 4-2 Il Pisa ha vinto l’incontro nel primo tempo, durante il quale ha sfoggiato un gioco veloce ed assai pericoloso sotto rete. Intatti dopo solo dieci minuti si è avuto un punto di Nicolini. Al 17’ è seguito un secondo punto di Faccenda ed al 31’ un goal di Bertoni II su angolo. Dopo quest’ultimo smacco i grigi si sono ripresi e, al 38’, Massiglia ha potuto battere Traverso dopo una travolgente discesa. Nel secondo tempo i grigi hanno cercato invano di colmare lo svantaggio. Al 21’ ancora Bertoni II ha segnato. Un rabbioso contrattacco dei piemontesi si è concluso al 25’, con un punto di Pietruzzi. («La Stampa», 20 febbraio 1939) Forza Grigi! LA SALERNITANA AL LITTORIO I grigi sono tornati da Pisa con quattro palloni nella rete, due dei quali provocati dai terzini. È quindi facile comprendere che la difesa alessandrina si è trovata in una giornata nera: basti dire che il volenteroso Bigando ha giocato la più brutta partita di campionato. La cronaca ha precisato che l’incontro ha lasciato molto a desiderare. Coloro che erano presenti alla contesa hanno riferito che la squadra di Cattaneo con una difesa più equilibrata avrebbe lasciato imbattuta il campo pisano. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 25 febbraio 1939) RISULTATI Casale-Atalanta 0-2 (a tavolino; sospesa sull’1-2 al 66’ per invasione di campo) Fiorentina-Anconitana 2-0 Palermo-Pro Vercelli 4-1 Salernitana-Padova 1-0 Sanremese-Vigevano 3-1 Siena Spal 1-1 Venezia-Fanfulla 0-0 Verona-Spezia 3-0 CLASSIFICA: Atalanta, Fiorentina 26; Siena 25; Anconitana, Venezia 24; Pisa, Sanremese 22; Pro Vercelli, Verona 20; Fanfulla, Padova, Spal, Spezia 19; Palermo 18; Alessandria, Vigevano 17; Salernitana 15; Casale 8 Il punto sul campionato Tra i cadetti IL QUARTETTO SI E' SCIOLTO ma la situazione permane oscura Il mestiere dell'indovino per il torneo del cadetti diventa sempre più difficile e ingrato. Alla vigilia voi vi provate a stillare i più ponderati pronostici, basando le vostre previsioni sulle qualità tecniche delle squadre a confronto e sul loro passato più recente. Per non sbilanciarvi date magari larga preferenza ai risultati nulli. Siete soddisfatti e in cuor vostro pensate: «Stavolta 1'ho imbroccata». Alla domenica sera rimanete con un palmo di naso. Le vostre elucubrate previsioni della vigilia sono andate a catafascio e vi trovate dinanzi ai più impensati risultati. Niente da fare coi cadetti; per saperne qualcosa di preciso e di sicuro converrà attendere... la fine del torneo. Cosi è successo anche Ieri. Tra i risultati più inattesi, sono da mettere quelli di Siena, di Venezia, di Verona, ed anche, ma un po' meno, quello di Firenze. Incominceremo a parlare proprio di quest'ultimo, data la classe e la statura delle contendenti. C'era molta attesa attorno all'incontro dello Stadio Berta. Si voleva vedere da una parte se era vero che la Fiorentina fosse proprio in ascesa e fin dove potevano giungere le sue possibilità. Dall'altra parte si aspettava con curiosità la prova dell'Anconitana, par giudicare se le recenti disavventure dei marchigiani erano state frutto di un parziale oscuramento di forma o di una vera e propria crisi della squadra. La Fiorentina va La partita ha detto che la Fiorentina ha meritato la vittoria, senza peraltro dominare l'avversaria. In altre parole, l'Anconitana, pur perdendo, ha dimostrato di essere più che mai in piedi e disposta a vender cara la pelle. In nessun momento è apparsa nelle mani dell'antagonista e fino all'ultimo si è difesa con quella tenacia e quella caparbia volontà che le sono caratteristiche. Prova ne sia che uno dei due punti fu segnato su rigore. Comunque, il successo dei viola dev'essere considerato con la massima attenzione, soprattutto per le conseguenze che ne possono, derivare. Per intanto esso ha servito a riportare, dopo parecchie settimane, la squadra di Menti è sola in testa alla classifica. Non è certa ancora di rimanere cosi, dato che l'Atalanta, per gli incidenti successi a Casale e che hanno determinato la sospensione della partita, conta una gara in meno; comunque, sola o in compagnia in vetta alla graduatoria, abbiamo l'impressione che sarà assai difficile, d'ora in avanti toglierla di li. E veniamo alla partita di Siena Si aspettava dal bianco-neri, dopo le non troppo convincenti dimostrazioni contro lo Spezia e il Vigevano, una prova brillante, una prova che servisse a cancellare una impressione rimasta nell'animo di chi segue con simpatia i ragazzi di Faroppa. Invece anche ieri la compagine toscana è apparsa pigra, apatica, priva di mordente. E' vero che aveva a che fare con una squadra come la Spal che non è proprio da buttar via, è vero che il gol ferrarese devesi imputare ad un errore della sua difesa. Ma tutto ciò non basta per giustificare il comportamento dello Siena che aveva tutto l'interesse di sfruttare il vantaggio di giocare in casa propria. La Spal, intanto, ha compiuto un altro passo verso quella zona di centro della classifica che l'allontana dal pericolo della retro, cessione. Il Venezia, come il Siena, è incappato pur esso in un nullo casalingo che proprio non si attendeva e non ci voleva. Ma anche qui la colpa è quasi tutta degli ospitanti, 1 quali forse han preso troppo alla leggera un avversarlo che sul terreno si è dimostrato più coriaceo di quel che si credeva. La difesa del Fanfulla, quella difesa che passa per una delle migliori delle 18 squadre della B — come numero di «porte» passive es sa è solo battuta dal Venezia e dall'Atalanta — si è «retta come un muro dinanzi alle reiterate offensive dei nero-verdi e non c'è stato verso di passare. Dal confronto, chi ne guadagnò fu proprio la squadra di Lodi, una squadra che non ha detto ancora l'ultima parola. Occorrerebbe solo che, alla difesa cosi solida corrispondesse una linea di avanti un po' più redditizia; ed invece, guardate la classifica... Il "fattaccio,, di Casale Andato con molte speranze in quel di Verona, lo Spezia deve aver provato un'amara delusione. Pensate: i bianchi erano reduci da un successo sui forti pisani che li aveva tutti ringalluzziti, mentre i veronesi parevano non proprio a posto, dopo la secca sconfitta su Dita ad Alessandria. Ma è appunto il bruciore lasciato dalla batosta alessandrina che deve aver messo le ali ai giallo-blu. Fatto sta che, presi in velocità all'inizio, gli spezzini non furono più in grado di riprendersi e il Verona dominò largamente e meritatamente vinse. Cosi male devono essere rimasti i «bianchi» che nemmeno su «rigore» riuscirono a segnare, Sebbene con la squadra rimaneggiata è con un gioco non trascendentale la Sanremese è riuscita a piegare nettamente quel Vigevano che pure otto giorni prima aveva fatto stravedere con il Siena. Segno che la classe c'è in questa balda compagine ligure che tira avanti senza quattrini e cori una situazione sociale tutt'altro che definita. Tutto si oppone ai sanremesi, ma niente riesce a scoraggiarti. Una squadra ammirevole davvero. La giornata di ieri non è stata fortunata per le squadre piemontesi. Tanto l'Alessandria a Pisa che la Pro Vercelli a Palermo (del Casale parleremo dopo) sono incappate in una di quelle disavventure che lasciano dell'amaro nell'animo. Eppure nulla c'è da eccepire sui due risultati, che dalle cronache appaiono perfettamente, regolari. Più grave risulta la sconfitta della Pro che s'è trovata dinanzi ad un Palermo letteralmente trasformato. un Palermo che è riuscito coi suoi avanti realizzare un punteggio incredibile per chi conosce la ormai proverbiale sterilità della prima linea siciliana. Una dolorosa parentesi, questa, per la Pro Vercelli e l'Alessandria che dev'essere e sarà prontamente dimenticata perché conosciamo il cuore delle due compagini. A Casale si è avuto il fattaccio. Dopo un primo tempo tranquillo, chiuso con una rete a vantaggio dei nero-stellati, un'ennesima violenza del bergamaschi a danno dei giocatori locali ha fatto perdere la testa al pubblico che, Invaso il campo, ha costretto l'arbitro Ceccherini a sospendere l'incontro al 21' della ripresa. Non vogliamo e non possiamo giudicare l'avvenimento, non essendo stati presenti alla partita, ma certo il fatto è grave ed esso non può nemmeno essere giustificato da una comprensibile esasperazione del pubblicò di fronte all'atteggiamento continuamente provocatorio dei giocatori atalantini. Restiamo In attesa delle decisioni federali che, purtroppo, non mancheranno di essere severe nei riguardi della sfortunata compagine casalese. (La Stampa, 20/02/1939)