Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
12-02-1939 - Giornata: 19 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Verona AC 3 - 0 (1 - 0)
RETI: 39. Pietruzzi M.[A], 69. Pietruzzi M.[A], 79. Taverna D.[A]

Alessandria US Cerruti Agostino, Vitto Luigi, Bigando Giovanni, Ghidini Ferruccio, Parodi Pasquale, Cresta (II) Lorenzo, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Cresta (I) Luigi, Taverna Dante All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
VERONA AC: Casirago; Godi, Felini; Bellesini, Bernardi, Sabadini; Conti, Bonesini, Di Prisco, Facci, Biagini. All.: Vanicsek Janos

Arbitro: Forni Cellino (Trento) [Butteri, Rigatti]
Note
Infortunato: 85’ Cresta I [A] Angoli: 6-3 Giornata soleggiata, terreno sodo Inizio gara 14.30 Interruzione al 30’ per un minuto di raccoglimento in memoria di papa Pio XI, morto il 10 febbraio 1939.

Commento
La compagine alessandrina, duramente colpita dai severi provvedimenti disciplinari per gli incidenti di Venezia e che non hanno riscontro assolutamente in circa trent’anni di esemplare attività esplicata dal maggior sodalizio sportivo locale, ha dovuto supplire all’assenza dei tre giuocatori squalificati e dell’attaccante Robotti, contuso, per cui sarà assente dai campi di gioco per almeno un mese, con quattro riserve, che hanno assolto lodevolmente il loro compito. La levatura tecnica degli ospiti non è apparsa di gran pregio, tuttavia i veronesi hanno profuso tesori di attività, che non hanno avuto fortuna per la tenace combattività offensiva e difensiva dei grigi. Costoro hanno attaccato subito con fervore e decisione, costringendo gli animosi avversari ad un duro lavoro di rotture e di rimandi, salvandosi più volte da perigliose situazioni, calci di angolo e di punizione sferrati dal limite dell’area di rigore: al 35’ un potente traverso di Fibbi in corsa fischia a lato, quindi al 40’ il primo punto: Massiglia fugge veloce all’ala, converge verso il centro e Pietruzzi al volo manda di testa nell’angolo alto della rete di Casirago. Nella ripresa altre due cannonate di Fibbi sono bravamente respinte dal portiere, preludio di un assedio alla rete veronese che sarà violata altre due volte ancora da Pietruzzi al 24’, su azione Massiglia-Cresta II ed al 34’ da Taverna il quale, con azione personale, dopo aver superato tre avversari, spara da oltre venti metri una fucilata, che lascia senza scampo l’estremo difensore. Gioco sbrigliato e veloce nei due campi, più realizzatore nel settore grigio dominato dalla ferma volontà di emergere. («Il Littoriale», 14 febbraio 1939) Rispetto alla formazione schierata a Venezia, l’Alessandria ha cambiato cinque giocatori. Cresta II e Taverna, i nuovi mediano destro e ala sinistra, sono stati tra i migliori in campo. Contro questa squadra ampiamente rinnovata il Verona ha lottato con bravura senza però spingersi completamente all’attacco. Tra i grigi sono distinti Bigando, Cresta II e Ghidini; l’attacco ha migliorato il proprio gioco per il ritorno in forma di Massiglia, per l’ottimo lavoro di Fibbi, per le doti realizzatrici di Pietruzzi e per le incursioni pericolose di Taverna lanciato saggiamente da Cresta I. Del Verona la difesa ha giocato una bella partita. Al 39’ Pietruzzi di testa rovescia da oltre dieci metri nell’angolino destro a lato di Casirago. Nella ripresa al 24’ Cresta II serve Massiglia che passa in profondità a Pietruzzi; il centravanti spedisce in rete. Al 34’ l’esordiente Taverna si rende protagonista della terza rete, la più bella della giornata, realizzata su azione personale. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 13 febbraio 1939) ALESSANDRIA-VERONA 3-0 I grigi, benché mutilati di 3 giocatori squalificati e di Robotti, seriamente contuso, sono scesi in campo con quattro riserve che hanno giocato con molto impegno e rendimento. La prima rete, dopo un lungo battagliare sotto la porta di Casirago, è stata segnata al 40’ da Pietruzzi, che ha deviato il pallone di testa. Nella ripresa il gioco è aumentato di tono e dì aggressività, e, al 24’, è stato ancora Pietruzzi, su azione Massiglia-Cresta II, a segnare il secondo punto, mentre al 34’ Taverna, la giovane riserva giocante all’ala sinistra, dopo aver superato parecchi avversari, ha sparato una cannonata, conquistando il terzo punto. («La Stampa», 13 febbraio 1939) I GRIGI A PISA IN UNA NUOVA FORMAZIONE La squadra di Cattaneo, ampiamente rimaneggiata per l’assenza dei tre giocatori squalificati e di Robotti, è riuscita ugualmente a battere il Verona. Nei primi 30 minuti di gioco il martellamento dei grigi è stato costante, ma la compagine avversaria si era accartocciata nella propria area facendo barriera di fronte alla rete del bravo Casirago. Un magnifico colpo di testa di Pietruzzi ha aperto la via della vittoria alessandrina. Le altre due reti, segnate in modo irresistibile, hanno palesato la netta differenza di gioco tra le due contendenti. Vittoria della volontà e rivincita contro tutte le avversità che in questi ultimi tempi hanno travagliato la squadra alessandrina e dimostrazione di maggiori possibilità quando si potrà fare affidamento su tutti i giocatori. Bisogna considerare che dalla partita di Venezia la nostra squadra ha cambiato ben 5 giocatori (Vitto, Cerutti, Pietruzzi, Taverna e Cresta II, questi due ultimi esordienti in prima squadra). Taverna ha dimostrato di possedere qualità di giocatore di alto rendimento. Dopo il primo tempo incerto per l’emozione è andato in crescendo fino a realizzare una rete su azione personale, chiara, irresistibile nel palleggio e superba nel tiro. Taverna ha innanzi a sé un avvenire luminoso. Cresta II aveva promesso a Cattaneo di giocare correttamente. Il suo gioco è stato semplicemente superbo come abilità nel fermare l’azione avversaria e concezione tecnica nella costruzione delle fasi di contrattacco. Il minore dei Cresta si è guadagnato i galloni meritandosi le simpatie e gli applausi del pubblico. Pietruzzi è apparso ancora legato nell’azione, ma ha dimostrato di essere un promettente centroattacco. Il resto della squadra ha giocato con prodigalità. In netto miglioramento di forma Massiglia; un gladiatore Bigando; fuori fase e stanco Vitto. Incerto è apparso il portiere Cerruti. I due interni, Fibbi e Cresta, hanno avuto fiato per 50 minuti; poi sono scoppiati. Fibbi si è deciso a tirare in rete ed ha effettuato alcuni tiri insidiosi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 18 febbraio 1939) RISULTATI Anconitana-Casale 2-0 Atalanta-Salernitana 3-0 Fanfulla-Palermo 1-0 Padova-Fiorentina 1-3 Pro Vercelli-Venezia 0-1 Spal-Sanremese 2-0 Spezia-Pisa 1-0 Vigevano-Siena 1-0 CLASSIFICA: Anconitana, Atalanta, Fiorentina, Siena 24; Venezia 23; Pisa, Pro Vercelli, Sanremese 20; Padova, Spezia 19; Fanfulla, Spal, Verona 18; Alessandria, Vigevano 17; Palermo 16; Salernitana 13; Casale 8 Il punto sul campionato Il campionato nazionale di calcio LA CACCIA AI PUNTI e una normalità di gioco da ristabilire Con l'inizio del girone di ritorno il campionato è proprio entrato in una fase critica. Molte squadre vanno male, troppi giuocatori sono stati messi fuori combattimento, troppi arbitri perdono le staffe allorché le partite diventano battaglie. Un brutto insieme di cose. Cosa è successo? Tutti i mali vengono direttamente dalla classifica. I distacchi son cosi minimi, in ogni settore, che nessuna unità accetta sportivamente un'eventuale sconfitta. I giuocatori sono tenuti sotto pressione, sono spinti a lottare con tutti i mezzi. Vogliono vincere. Vincere a tutti i costi. Ne consegue che alla domenica l'avversario è preso di mira, come se il calcio fosse una gara ad eliminazione. Ed ecco il Bologna tartassato e costretto a sostituire tre dei suoi elementi migliori; il Liguria privato di cinque titolari. Detto ciò, si deve soggiungere che in infermeria quando solo quelli che hanno avuto le botte più secche, mentre molti trascinano i loro malanni da un campo all'altro. In tal modo si livella» il valore delle squadre. I più forti a volte non vincono per l'apatia con la quale giuocano (è il caso dell'Ambrosiana dì fronte al Milan), ma più spesso sono costretti a perdere punti sia perché i loro schieramenti sono forzatamente incompleti, sia perché gli avversari sbarrano la via con tutti » mezzi. Messosi questa china, il campionato va male e minaccia di essere falsato nei suoi risultati tanto per quanto riguarda le prime quanto per le ultime posizioni. Si invocano rimedi. Si chiede che gli arbitri siano severi, ma si verificano anche dei casi nei quali i direttori di gara tirano innanzi alla meno peggio per evitare grossi guai e poi non mettono le cose a posto neppure nel loro consueto rapporto alle autorità federali. Sarebbe quindi opportuno, a parer nostro un richiamo secco della Federazione stessa, che certamente si preoccupa del buon andamento generale del torneo. (La Stampa, 14/02/1939)