Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
01-01-1939 - Giornata: 13 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Siena AC 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 89. Lenzi V. [Si]

Alessandria US Cassetti Bruno, Vitto Luigi, Petermann Franco, Bigando Giovanni, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Robotti Luciano, Cresta (I) Luigi All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
SIENA AC: Erbinovi; Manni, Passalacqua; Biasotto, Casalini, Pellegatta; Renoldi, Lenzi, Bandini, Dapas, Gambini. All.: Faroppa Vittorio

Arbitro: Limido Lorenzo (Milano) [Racchetti, Vezio]
Note
Rigore sbagliato: 17’ Ghidini [A]. Infortunato: 67’ Robotti [A, passato all’ala sinistra] Angoli: 0-0. Spettatori: 2.000 Inizio gara ore 14.30 Temperatura -6°, terreno instabile sgomberato dalla neve e ricoperto di sabbia

Commento
Dopo 17 minuti di martellamento alessandrino nell’area senese è scaturito un calcio di rigore contro gli ospiti e non realizzato da Ghidini che ha calciato un pallone troppo facile nelle mani di Erbinovi, allora si è avuta la stessa impressione che la partita non fosse altro che una ripetizione dell’incontro Alessandria-Atalanta. Anche allora i grigi avevano fallito nel primo tempo un rigore, avevano dominato, come hanno fatto oggi, da cima a fondo della partita, sciupando marchianamente occasioni da rete per incertezze dei propri avanti fino a giungere all’ultimo minuto dell’incontro completamente protesi all’attacco; allora fu Nicolosi a battere Cassetti con un tiro da oltre 30 metri, oggi è stato Lenzi ad infilare la rete alessandrina in modo magistrale su azione di contrattacco nelle ultime fasi dell’incontro. Partita segnata quindi, un po’ di sfortuna da parte della squadra alessandrina, ma anche notevole incapacità di realizzazione degli avanti grigi i quali nel corso della partita non sono riusciti a tenere la palla radente ed hanno difettato in prontezza nel tiro a rete. Contro la salda difesa toscana l’Alessandria ha opposto il solo trio centrale perché Cresta è stato pressoché nullo, forse per l’incapacità di mantenersi in equilibrio e Massiglia è stato colto con troppa frequenza fuori posto quando l’azione si riversava sul settore destro. Il gioco troppo localizzato degli alessandrini ha facilitato il compito dei difensori senesi. Tra le file dell’Alessandria ha esordito, meritandosi l’ammirazione e l’applauso del pubblico, il terzino Petermann, che si è dimostrato ottimo colpitore ed accorto nell’intesa col giovane Vitto. La mediana grigia ha faticato molto ed ha reso pochissimo per il solito difetto di non giocare in profondità con i propri avanti. Meritevole di plauso è stata in blocco la gagliarda compagine senese, sicura nel gioco difensivo anche nei periodi più critici sotto i reiterati attacchi dell’Alessandria; duttile la mediana nel doppio gioco di spola; pericoloso l’attacco, in particolar modo nel settore sinistro, con Gambini e Dapas, laborioso Bandini, sugli scudi Lenzi che è stato scaltro nel puntare decisamente a rete nell’ultima azione conclusiva. La cronaca non ha registrato nessun calcio d’angolo e ciò denota il gioco sicuro delle difese. Netta supremazia dei grigi che sciupano a ripetizione ottime occasioni da rete, dopo due falli di mano passati impuniti nell’area toscana, Passalacqua ne commette un terzo; questa volta l’arbitro Limido concede il rigore. Ghidini tira senza convinzione nelle mani di Erbinovi. L’azione del goal inatteso è venuta allo scoccare del 43’ di gioco su allungo di Casalini, Bigando di testa sul limite dell’area di rigore respinge breve; la palla sobbalza e finisce a portata di Lenzi, che in piena corsa, da circa 30 metri colpisce di rimbalzo magistralmente; il tiro fortissimo fa parabolare la palla sul terreno quasi sulla linea della porta, entra in rete per ritornare fulminea in campo. Cassetti si è gettato in ritardo in tuffo. Temperatura sei gradi sotto zero; metà degli spalti popolari ancora sotto la neve, campo gelato, ma coperto di sabbia. Difficile controllo della palla a causa del rimbalzo sul fondo ghiacciato, gioco duro ma non scorretto. Un solo incidente per carica di Biasotto contro Robotti: l’alessandrino si rialza contuso (22’ della ripresa) ed è costretto a scambiare il posto con Cresta. Sette calci di punizione dal limite contro il Siena, uno contro l’Alessandria. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 2 gennaio 1939) Dove soltanto l’Atalanta era riuscita a strappare faticosamente i due punti, il Siena ha conquistato l’intera posta nel finale di una partita che ormai sembrava cristallizzata sullo zero a zero. Il goal di Lenzi è venuto fulmineo ed inaspettato ad un minuto e mezzo dalla chiusura del giuoco, quando già la maggior parte del pubblico si avviava, rassegnato al… pareggio, verso l’uscita. Figurarsi come son rimasti gli amareggiati «tifosi» alessandrini quando la loro squadra, repentinamente, ha perduto anche il misero punticino del pareggio! Ma, d’altra parte, la troppo dura punizione subita dall’Alessandria non è stata del tutto immeritata e la condanna dei grigi scaturisce proprio dal fatto di aver giuocato un tempo enorme in area senese senza mettere in rete un solo pallone. Ancora di più: la squadra di Parodi non solo ha accusato un’esasperante sterilità all’attacco per tutto il corso della partita, ma ha dato l’impressione che non sarebbe approdata a nulla di concreto neppure se il giuoco fosse stato di 180 anziché di 90 minuti. Ma questo non è ancora tutto. L’Alessandria ha dato, con le sue mani, il decisivo avviamento al suo destino al 16’ del primo tempo, quando non ha saputo trarre profitto dalla fortuna unica costituita da un calcio di rigore. Ecco quindi che gli atleti in maglia grigia hanno ben poco da rimproverare al nume del calcio ed hanno moltissimo da rimproverare a se stessi… Il Siena, infondo, non è colpevole che d’avere sfruttato le debolezze dell’avversario. La tattica prestabilita era quella difensiva e ad essa gli uomini di Faroppa si sono attenuti scrupolosamente, lanciando, quando è stato possibile, rapidi contrattacchi verso la rete alessandrina. Il sistema ha dato frutti più copiosi del previsto, ma non è una cosa nuova che la squadra che si difende, mentre la rivale s’incaponisce in un vano e confuso assedio, prenda lo slancio e sorprenda l’incauta con una stoccata decisiva. Al lime di queste considerazioni, la prova dei bianconeri prende tono e risalto. Non è stato, il Siena, un undici toccato a vanvera dalla fortuna, se di essa si deve parlare, ha premiato generosamente chi ha saputo prenderla per i capelli, dopo essersi… offerta, inutilmente, più d’una volta, alla compagine locale. Ma, a parte tutto, fra l’Alessandria che ha attaccato per ottanta minuti ed il Siena che si è difeso per altrettanto, la figura migliore non ce l’hanno fatta i grigi. Disordine, nessuna chiarezza di idee nella muta alessandrina; tenuta sobria, attenta e al tempo stesso generosa nei difensori senesi. Impressione netta che abbiamo sentito in bocca agli stessi sportivi locali, cui non fa velo la passione di parte. E sì che dal principio sembrava che le cose non si mettessero bene per la squadra toscana, esitante e sbalestrata su un terreno di giuoco duro come il cemento per il gelo. L’Alessandria, meno a disagio, era partita a forte andatura e riusciva a penetrare fra le maglie bianconere con una sconcertante facilità. Ma, sorpassato senza danni il periodo dell’adattamento, il Siena continuava sempre più franco e finiva per sbarrare tutte le vie all’avversario snervato e preso dall’orgasmo. Il peso dell’incontro è gravato quasi esclusivamente sul sestetto difensivo, che se l’è cavata egregiamente nella ripresa (ma nel primo tempo se l’è vista brutta un paio di volte). Erbinovi, che ha raccolto molti palloni accuratamente filtrati dai terzini, ha svolto il suo compito non eccessivo con la solita bravura. Manni e Passalacqua hanno avuto nel terreno un nemico insidioso ma i loro interventi… sono stati quasi sempre felici e tempestivi, confermando le loro già provatissime doti di classe. Altrettanto lodevole l’opera tenace della mediana (Casalini un po’ a disagio sul terreno duro) che ha trovato un aiuto prezioso negli interni Dapas e Lenzi. L’attacco, sacrificato dalla tattica prestabilita, ha avuto modo di tener la scena troppo fugacemente per poter emettere un qualunque giudizio. Dell’Alessandria abbiamo già detto. Squadra forte in difesa, ma tentennante all’attacco, dove il difetto è stato più del sistema che degli uomini. Peccato, perché la compagine grigia è, nel complesso, una unità solidissima e quadrata. Massiglia è apparso il tiratore migliore, pure attraverso qualche incertezza. Ha arbitrato la gara, resa aspra dallo stato del terreno, il signor Limido. Direzione energica e sicura, che è valsa a tenere la contesa sui binari della correttezza. Il rigore contro il Siena ci è parso non adeguato alla «mano» di Passalacqua, ma probabilmente ha influito sulla decisione arbitrale, il fatto che poco prima lo stesso giocatore era incorso in un «fallo» identico. Ecco qualche rigo di cronaca. L’ambiente è suggestivo: un candore abbagliante domina la scena, sulla campagna, sui tetti, sulle tribune laterali, addirittura sepolte sotto uno strano di circa mezzo metro di neve. Il termometro segna quattro sotto zero, roba da ridere se si pensa ai quindici gradi di due giorni fa. Il pubblico, abbastanza numeroso, nereggia sulla gradinata centrale. Il campo, gelato, è coperto di sabbia. S’inizia con dieci minuti di ritardo per permettere la fine di un incontro di squadre minori. Erbinovi deve subito intervenire per sventare una seria minaccia. Primi scherzi della palla che fa balzi spettacolosi sul terreno durissimo, sottraendosi sul terreno durissimo, sottraendosi al controllo degli atleti. Al 13’, un tiro di Massiglia percorre tutto il fronte della porta senese e si perde fortunosamente a lato. Tre minuti dopo, l’episodio del rigore; su traversone di Massiglia, la palla batte su un braccio di Passalacqua: Ghidini effettua la massima punizione, ma il tiro è troppo centrato ed Erbinovi riesce a parare. Reazione senese e tentativo di Lenzi su azione di Bandini. Ma l’Alessandria riprende il comando ed al 24’ Passalacqua respinge di testa uno «spiovente» proprio sulla linea fatale. Attacchi dei grigi fino alla chiusura del tempo. La ripresa si riduce ancora a meno. Al 10’ una notevole azione Lenzi-Renoldi si conclude con un forte tiro di Gambini a lato. La pressione alessandrina non ha soste e al 28’ Erbinovi compie una magnifica parata su una palla di Robotti. A un minuto e mezzo dalla fine, il goal dei bianconeri: fuga e centro di Gambini, Lenzi da venti metri colpisce al volo la palla e la scaraventa in rete. Un goal folgorante, da manuale, che riscatta d’un tratto i periodi grigi e tecnicamente poveri della competizione. Facilmente immaginabile è la esplosione di giubilo dei giuocatori senesi, come l’attonito avvilimento degli atleti e dei «tifosi» alessandrini. (Marcello Corsini, «Corriere del Tirreno», 2 gennaio 1939) Nera giornata per i grigi, che hanno dominato per 80’ nell'estrema area dei bianconeri ed hanno anche fallito un rigore al 17’ del primo tempo. Gli alessandrini hanno ripetuto gli errori e li scontano nelle stesse circostanze della grave sconfitta subita nell'ottobre scorso per opera dell’Atalanta che vinceva all'ultimo minuto dopo essere stata nettamente dominata per tre quarti della disputa: allora come oggi i grigi hanno beneficiato di un calcio di rigore non realizzato, così da mutare completamente volto all'andamento e all'esito finale dell’incontro. Se è vero adunque che la fortuna non è stata eccessivamente propizia ai colori locali, è pure indiscutibilmente vero che nelle file dei grigi, specialmente tra gli attaccanti, mancava qualsiasi direttiva, ordine, tattica e perspicacia nei tiri a rete. I bianconeri sono scesi tra noi col fermo proposito di ritornare a casa immuni da sconfitta e a tal uopo hanno apprestato il loro gioco su una solida difesa: tre terzini, quattro mediani ed ancora Lenzi il centrattacco, a far da spola assiduamente e a dar man forte ai compagni arretrati nel tener soprattutto a bada l’immediato antagonista, l’agile Pietruzzi. Con uno sbarramento così robusto, l’attacco grigio ha dato la testa contro il muro e sovente l’ha anche perduta, senza nulla costruire, pur quando gli avversari hanno più volte vacillato ed il compito veniva in tal modo facilitato per cercare la dritta via del successo. Al 17’ l’occasione era più che facile per il calcio di rigore concesso su fallo di mano di Passalacqua, in una serrata azione sotto la rete di Erbinovi. Ma Ghidini ha calciato nelle braccia del portiere e l’attimo propizio è fallito in pieno. A tratti il Siena ha potuto liberarsi dell’assedio e lanciare Lenzi al contrattacco e due su puntate contro la rete di Cassetti hanno richiamato frettolosamente la difesa grigia al lavoro costringendola a salvarsi strenuamente. Nella ripresa, la fisionomia non muta. Assalto costante ma disordinato alla porta senese, lavoro calmo, metodico, immancabile dei difensori bianconeri sempre tempestivi, ed a volte anche fortunati nel frantumare le offensive avversarie. Tiri secchi e rapidi si sono alternativi nei tentativi di violare la rete toscana ma in complesso nervosismo ed affanno hanno prevalso in tali contingenti cosicché pochissimi palloni sui moltissimi manovrati in estrema area avversaria avevano la sigla del gol. Quando ormai gli animi si erano rassegnati al nulla di fatto ed il pubblico non troppo numeroso si apprestava a sfollare, era già ormai scoccato l’89’ di gioco, quando il pallone a metà campo veniva debolmente rinviato di testa da Bigando. Lenzi lo riprendeva, effettuava una breve veloce fuga, quindi scoccava il tiro da oltre venti metri. La palla picchiava sul terreno gelato a 3 metri dal portiere e rimbalzava forte sotto l’asta nell’angolo sinistro di Cassetti, senza che questi potesse in qualche modo fermare la fortunosa traiettoria della sfera di cuoio. Il gioco era fatto. Gioco sostenuto, con qualche scorrettezza, prontamente frenata dall’arbitro. Da segnalare neppure un calcio d’angolo in tutto il disputatissimo incontro. («Il Littoriale», 2 gennaio 1939) ALESSANDRIA-SIENA 0-1 L’Alessandria ha dominato nettamente per gran parte dell’incontro non ottenendo alcun punto per mero caso. Nel primo tempo i grigi hanno avuto una buona occasione per segnare facilmente, al 17’, ma Ghidini ha calciato il pallone fra le braccia di Erbinovi. Nella ripresa il Siena, pago di un possibile esito pari si è rinserrato nella sua metà campo, resistendo disperatamente. Nelle ultime battute si è invero avuto il colpo di scena, una debole azione di contrattacco del Siena ha visto una corta respinta, di testa, di Bigando, per cui pallone è finito tra i piedi di Lenzi il quale ha calciato verso Cassetti senza molta convinzione, ma la palla, battendo sul terreno gelato a tre metri dalla porta, è schizzata in rete sorprendendo il guardiano grigio. («La Stampa», 2 gennaio 1939) LA SECONDA GRAVE SCONFITTA CASALINGA L’Alessandria lo scorso anno aveva vinto a Vercelli e nella partita susseguente era stata battuta al Littorio dal Novara. Decisamente le vittorie dei grigi a Vercelli sono destinate a subire una pronta smentita. Anche quest’anno i giocatori locali, dopo aver finalmente raggiunto la prima vittoria esterna, si sono fatti battere sul campo amico anche dal Siena. Si è avuta la brutta copia della partita con l’Atalanta: netto predominio dei grigi, che si permettono il lusso di non realizzare un calcio di rigore, ordinata difesa degli ospiti, errata impostazione degli attacchi alessandrini, colpo di frusta finale dei toscani con incerta parata di Cassetti. Cassetti si è lasciato sorprendere dal tiro di Lenzi; meglio ancora, si lascia «pescare» fuori tempo nei tiri da lontano. Vitto, calmo, preciso, deciso e pronto nei ripiegamenti. Petermann si è guadagnato i galloni di regista della difesa. Buon colpitore, intelligente e sicuro negli interventi, ha «rimesso» in campo alcuni palloni laterali da grande giocatore. Ghidini ha dovuto fronteggiare il reparto sinistro senese assai pericoloso ed ha giocato leggermente arretrato. Parodi è stato notevolmente inferiore a Casalini suo diretto avversario. Bigando è stato disorientato a causa del cambiamento di ruolo. Massiglia – come al solito – fuori tempo, fuori forma e quasi sempre fuori posto. Fibbi, buon palleggiatore a metà campo ma in ritardo nel tentare il tiro. Pietruzzi si è trovato in un vicolo cieco; sempre fra tre avversari; non una palla radente, sfruttabile; senza ali onde appoggiare le azioni. Robotti come Fibbi ha lavorato molto ma spesso ha rinunciato alla responsabilità del tiro. Cresta da qualche domenica è giù di corda e come ala, sul terreno accidentato, lascia molto a desiderare. Ha avuto la vittoria spesse volte, nel primo tempo, a portata di… piede. L’Alessandria è stata buona in difesa. La mediana gioca sempre col rallentamento e non sa allargare il gioco e sveltirlo contro squadre che si attengono ad una tattica difensiva. L’attacco ha giocato troppo al centro compreso Massiglia e qualunque difesa avrebbe avuto buon gioco a fermarlo. L’Atalanta segnò con Nicolosi da 30 metri e anche Lenzi ha segnato da 30 metri; perché Cattaneo non pretende dagli avanti grigi maggior decisione nel tiro a rete e soprattutto perché non si gioca più con palla radente? («Il Piccolo», 7 gennaio 1939) RISULTATI: Atalanta-Fiorentina 1-1 Casale-Verona 1-0 Fanfulla-Anconitana 1-2 Padova-Vigevano 3-2 Palermo-Pisa 1-0 Pro Vercelli-Spezia 3-0 Spal-Salernitana 3-1 Venezia-Sanremese 1-0 CLASSIFICA: Atalanta 18; Anconitana, Padova, Fiorentina, Venezia 16; Siena 15; Sanremese, Verona 14; Alessandria 13; Pro Vercelli, Vigevano, Fanfulla 12; Pisa, Spal, Spezia 11; Palermo 10; Salernitana 8; Casale 7. *: una gara da recuperare. IL PUNTO SUL CAMPIONATO Nel breve giro di due tappe l’Atalanta avrebbe potuto mettere fra sé ed i più vicini inseguitori una distanza tale da poter essere colmata soltanto nel caso di tre sue sconfitte contemporanee ed altrettanti successi dei rivali. Invece il primo tentativo è per metà fallito. Merito della Fiorentina che messa alla frusta dal pericolo che una sconfitta avrebbe rappresentato per le sue probabilità […] giuoca un primo tempo eccellente. Non mancano rivali temibili al secondo posto. Ne è rimasto fuori il Verona: il Casale si è infatti rammentato di essere l’erede di quell’undici nerostellato che sul proprio terreno aveva sempre dato seri dispiaceri ai gialloblù. Vi si piazza invece con molta fatica il Padova e con un’autorità sulla quale dovranno meditare il capolista e molte altre squadre di testa, l’Anconitana; il Venezia, per non smentire le sue abitudini, non ha giocato una grande partita per battere la Sanremese. Ma vi è un’altra segnalazione da fare: la riscossa del Siena. Con la seconda sconfitta casalinga, l’Alessandria rischia di essere messa al cospetto della «zona pericolosa» nella quale Pro Vercelli, Spal e Palermo sono riusciti ad accumulare punti preziosi. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 4 gennaio 1939)