Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
27-06-1948 - Giornata: 41 - Genova - Luigi Ferraris


Sampdoria UC - Alessandria US 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 22. König E. [Sa] , 77. Bassetto A. [Sa] , 89. König E. [Sa] 5. aut. Pietruzzi M.[A]

Alessandria US Rognoni Carlo, Tortarolo Francesco, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Pietruzzi Mario, Armano Gino, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Tosi Luigi Domenico, Frugali Fabio All.: Dadone Umberto con D.T. Erbstein Ernő Egri

Formazione avversaria
SAMPDORIA UC: Lusetti; Vicich, Zorzi (I) Luigi; Bertani, Ballico, Gramaglia; Rebuzzi (II) Italo, Bassetto, König, Barsanti, Baldini. All.: Baloncieri Adolfo.

Arbitro: Marchetti Armando (Milano)
Note
Angoli: 3-7. Spettatori: 8.000 o 6.000 («Stampa Sera»). Tempo ideale, terreno soffice ed erboso. Inizio gara ore 17:00.

Commento
La rassegnazione da una parte, la sicurezza dall’altra, il caldo da tutte e due hanno fatto sì che venisse al mondo la più tranquilla delle partite malgrado si trattasse di quella della salvezza per la squadra genovese. Ma la Sampdoria ebbe subito il regalo d’una autorete e dopo un quarto d’ora segnò un altro gol, cosicché si trovò presto nella condizione idilliaca per giocare sul velluto. Ma il fatto è che giocò male sempre e buon per lei che sua avversaria era appena l’Alessandria: una squadra condannata, una squadra modesta, una squadra incompleta. Infatti dopo i due gol iniziali la partita degnerò in una sequenza di azioni frammentarie senza costrutto e senza nesso, in cui i passaggi mal fatti costituirono sempre la nota stonata della contesa. Bisognò arrivare a 13’ dalla fine perché ciò avvenisse e subito dopo venne il bis cosicché si deve dire che il 4-0 ha un sapore troppo amaro per l’Alessandria e appare un risultato troppo pingue per la Sampdoria. Si giocava da 5’ quando in un’azione serrata sotto la porta dei grigi, Baldini deviò di testa a König che puntò sul gol ostacolato inutilmente da Pietruzzi il quale tentò allora la rovesciata, mandando invece il pallone nella sua rete. Non ci voleva per l’Alessandria che tentò allora una debole reazione costringendo la Sampdoria a salvarsi in angolo rasentando l’autorete al 14’. Ma al 22’ una rimessa di Gallea venne raccolta da Baldini che puntò sul gol. Passò poi indietro a König dal piede del quale partì il pallone della seconda punizione per la squadra alessandrina. Da questo punto fino a un quarto d’ora dalla fine la partita stagnò in un gioco mediocre nel corso del quale la Sampdoria alternò frequentemente al comando dell’attacco König e Baldini senza per questo riuscire a dare al suo quintetto una migliore organicità. Ma al 32’ Baldini lanciò Bassetto che filò tutto solo sul gol mentre Tortarolo e Di Gennaro convergevano precipitosamente al centro: però prima che uno dei due arrivasse e quando già il portiere era uscito dai pali, il mezzo destro sampdoriano calciò nel mezzo della porta vuota e realizzò la terza rete. A un minuto dalla fine l’azione si ripeté prendendo spunto dallo stesso Baldini ma con protagonista König il quale trovò il più serio ostacolo nel conseguimento del successo nel proprio compagno Barsanti che tallonandolo, cercò in tutti i modi di dare a lui la zampata finale al pallone della quarta rete. (Luigi Caserza, «Tuttosport», 28 giugno 1948) Facile il successo della Sampdoria, per quanto l’Alessandria si sia sempre esemplarmente battuta da cima a fondo, ed in linea tecnica sia anzi apparsi migliore dei blucerchiati. Ma la Sampdoria, che ha disposto di una difesa eccellente, è riuscita sempre a mandare a vuoto le trame degli attaccanti grigi, i quali, a dire il vero, hanno sciupato anche banalmente qualche bella azione. In complesso, la Sampdoria, pure scentrata all’attacco, è riuscita, grazie al valore dei suoi cannonieri, ad ottenere una significativa quanto preziosa vittoria che, messa in relazione al risultato di Roma, la pone senz’altro al sicuro. Il primo tempo ha visto una maggiore insistenza della Sampdoria, la quale dopo cinque minuti andava in vantaggio. Un’azione impetuosa di König e Bassetto veniva arrestata dalla difesa grigia, che peraltro s’impappinava. Mentre Rebuzzi abbandonava la rete, Pietruzzi colpiva la palla nell’intento forse di mandarla in angolo, ma la colpiva male ed infilava senz’altro il pallone in rete. L’Alessandria reagiva con convinzione e Armano si faceva protagonista di alcune belle discese che però non venivano a conclusione. Era invece ancora la Sampdoria che, al 22’, aumentava il vantaggio su azione portata da Baldini, che metteva in difficoltà i terzini avversari. Una debole respinta di Rosetta veniva raccolta da König, il cui tiro infilava la rete di Rognoni, dopo aver rimbalzato su una gamba di Tortarolo. Nell’altro d’interessante per tutto il primo tempo, se non una brillante azione di König sul finale, il cui tiro era però impreciso. Nella ripresa l’Alessandria attaccava a lungo, collezionando calci d’angolo, e sciupava anche qualche bella azione, finché nell’ultimo quarto d’ora la Sampdoria reagiva decisamente, e al 32’ Bassetto raccoglieva un passaggio in profondità di Baldini e filava tutto solo verso la rete avversaria, battendo sul tempo Rognoni. All’ultimo minuto Bassetto e König, serviti ancora da Baldini, avanzavano soli, scartavano il portiere avversario, e toccava poi a König dare il colpo di grazia alla palla. In campo sampdoriano, da citare la bella prova di Lusetti, Zorzi, Gramaglia e Ballico. Nell’Alessandria si sono distinti Rognoni, Tortarolo, Gallea e Armano. (Renzo Bidone, «Corriere dello Sport», 28 giugno 1948) QUATTRO SOSPIRI DI SOLLIEVO DELLA SAMPDORIA CONTRO I GRIGI I grigi, una volta tanto, si erano impegnati e la dea bendata era invece mancata all’appuntamento; la disdetta, tradotta in termini numerici, suonava male nelle quattro reti di distacco: sul treno del ritorno i mandrogni si erano fatti imprestare il «mugugno» dai colleghi genovesi. Rognoni aveva disputato una gran bella partita; Tortarolo, da terzino, si era battuto da leone, così come Gallea e Rosetta nella mediana; persino l’attacco – l’attacco fantasma fatto a «ti vedo e non ti vedo» – aveva destato palpiti d’illusione. Tutto giusto, tutto vero. Ma l’assenza di un uomo deciso, pronto alle stoccate decisive negli attacchi inconcludenti, l’assenza di un filo organizzatore, d’un elemento d’ordine ha fatto sentire duramente il suo peso. Erano passati appena cinque minuti dal fischio iniziale del milanese arbitro Marchetti, quando König e Bassetto piombavano nell’area degli ospiti: Rosetta e Pietruzzi da un lato, Rognoni dall’altro tentavano di fronteggiare il pericolo, combinando un grosse pasticcio. Toccava il pallone Rosella, poi un blucerchiato; Pietruzzi dava il malaugurato colpo finale ed alzava verso la sua porta, nell’angolino a fil di palo, lasciando a mani vuote l’esterrefatto Rognoni: papera «da manuale». Una così rapida segnatura poteva far prevedere un disastroso andamento della gara; ed è appunto qui che bisogna far un elogio all’Alessandria, che, anziché mettersi in ginocchio, si buttò decisa allo sbaraglio. Tentò, ritentò, anche senza riuscire, ma la sfortuna volle accanirsi, dandole una seconda mazzata al 22’. Scendeva Baldini, che s’era scambiato di posto con König (e l’altalena dei cambiamenti doveva ripetersi poi più volte) e passava al centro attacco: tiro violento, Rognoni in traiettoria giusta, gamba di Tortarolo, schizzo del pallone in rete. Questa volta era inutile imputare il «colpo» a qualcuno: l’unico responsabile era il caso. Ma i grigi reagivano ancora. Sul finire del primo tempo ed all’inizio della ripresa si fecero sotto con animo, sì da far ritenere ormai maturo il punto. Tanto che nessuno se ne sarebbe stupito o avrebbe potuto protestare. S’incaricarono però gli avanti di sprecare le occasioni più belle e di mandare in fumo il lavoro duro della mediana, intenta a spezzettare le controffensive della Sampdoria, cui la velocità di Baldini, la classe di Bassetto, o l’estro di König davano sempre brio e pericolosità. Con l’Alessandria così protesa in avanti, i blucerchiati ebbero il compito facilitato. Se Ballico, Gramaglia e Zorzi non duravano infatti troppa fatica a controllare le offensive grigie, agli attaccanti era facile filare tra la allentate maglie della difesa avversarla. Nacquero così, su due rovesci di fronte, gli ultimi due gol. Scappò Bassetto al 32’, rendendo vani gli interventi di Rognoni e di Di Gennaro; fuggirono in coppia al 44’ König e Barsanti, arrivando indisturbati, di pari passo in porta, dove toccò al centroavanti la sigla della rete. Sul sospiro di liberazione (allegri, ragazzi: non si retrocede più!) finì la gara. Una gara che in fondo aveva divertito; era marciata sulle linee del pronostico, dando la salvezza ai genovesi, senza umiliare nel contempo i vinti. Persin troppo, a dir la verità, più di quanto ci si aspettava. Nessun incidente, pubblico 6.000 persone circa: i sampdoriani avevano preferito il mare al campionato. (Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 28 giugno 1948) La cambiale dei grigi era già scaduta senza possibilità di rinnovo. Ciononostante essi sono scesi a Genova forse solo per far onore a quella firma, dando magari una dimostrazione di capacità tecniche e stilistiche antica maniera, atte a far rimpiangere la loro dipartita dal salotto dell’aristocrazia calcistica. Ma non sono riusciti neppure a realizzare questo minimo programma. Al 5’ di gioco essi avevano già dato l’addio agli ospitanti un gol e prima che scadessero i 45’ di rito piegavano le spalle sotto il fardello di una seconda rete segnata da König. In quel primo tempo in realtà l’Alessandria non esistette, se non come singoli atleti, neppure molto convinti e tanto meno decisi a vendere cara la pelle. Nella ripresa la squadra di Rosetta mutò metodo, si fece più ardita, tentò un gioco rasoterra alquanto arzigogolato ma sufficientemente incisivo almeno sino all’area di rigore ed ebbe un buon venti minuti di netto predominio, senonché i suoi avanti paventavano il tiro a rete e non vennero fuori che dei calci d’angolo. Poi, come sempre accade quando si buttano alle ortiche le migliori occasioni, tornò a farsi viva la Sampdoria e allora non ci fu più salvezza per l’Alessandria. Due altre reti piovvero nel sacco di Rognoni; una fu di Bassetto che lanciato in profondità da Barsanti, rubò il tempo al guardiano grigio e gli pose il pallone alle spalle; l’altra fu di tempo massimo, si trovò la palla liberissimo con a fianco il compagno Barsanti. Si vide allora un duetto di blucerchiati dietro una sola palla, una rete sguarnita per il tentativo di uscita di Rognoni e, infine, due uomini e una palla nel sacco. Quattro a zero. Potevano essere di più, potevano essere di meno. Ma non ha alcuna importanza. Quello che conta è che la Sampdoria ha messo nella cassetta di sicurezza alla banca della classifica le credenziali per l’anno prossimo. Fra i migliori di oggi in una partita priva di emozioni nonostante la posta in palio, Lusetti, Zorzi, Ballico e König fra i padroni di casa; Rosetta, Gallea, Armano e Tortarolo fra i grigi. (Aldo Merlo, «La Gazzetta dello Sport», 28 giugno 1948) CON L'INCONTRO CON IL MILAN CHIUSO IL CAMPIONATO Occorre preparare una forte squadra in grado di risalire in Serie A Anche a Genova, contro la Sampdoria, i grigi hanno conosciuto la sconfitta con un punteggio netto (4-0) e la cronaca ha registrato due autoreti a favore dei liguri e la mancanza di tiro a rete dei nostri avanti, cosa nota dall’inizio del campionato, e che lungo le tappe del doloroso calvario qualche volta ha spinto all’esasperazione gli stessi giocatori della difesa. Si è sempre detto che non vi erano altri giocatori da sostituire ai titolari «infruttiferi», ma si è continuato ad applicare il sistema con gli avanti inconcludenti e con un portiere non adatto al sistema. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 3 luglio 1948) RISULTATI: [40ª giornata, 20 giugno 1948] Bari-Juventus 2-1 Genoa-Triestina 2-1 Internazionale-Napoli 1-0 Lazio-Fiorentina 5-0 Livorno-Atalanta 2-0 Lucchese-Roma 2-2 Modena-Sampdoria 1-1 Salernitana-Bologna 2-0 Torino-Milan 2-1 Vicenza-Pro Patria 1-0 Riposa: Alessandria [41ª giornata, 20 giugno 1948] Bari-Livorno 3-0 Bologna-Juventus 1-1 Fiorentina-Genoa 4-0 Milan-Vicenza 3-2 Napoli-Lucchese 5-0 Pro Patria-Atalanta 2-0 Roma-Salernitana 1-0 Torino-Modena 5-2 Triestina-Internazionale 4-3 Riposa: Lazio CLASSIFICA: Torino* 65; Juventus, Milan, Triestina 49; Atalanta, Modena 42; Bologna 40; Fiorentina 39; Bari, Lazio, Pro Patria 38; Internazionale 37; Genoa, Livorno, Lucchese, Roma, Sampdoria 35; Napoli, Salernitana 32; Alessandria 29; Vicenza 26. *: una gara in più MARCATORI 27 gol: Boniperti (Juventus) 25 gol: Mazzola (Torino) 23 gol: Gabetto (Torino) 21 gol: Bassetto (Sampdoria) 19 gol: Amadei (Roma), Conti U. (Lucchese) 18 gol: Pernigo (Modena) Il punto sul campionato Era stato tutto deciso in testa ed in coda. Se il Torino aveva già vinto il campionato con alcune giornate di anticipo, mancavano le ufficialità delle retrocessioni in Serie B. Oltre al già retrocesso Vicenza, si erano aggiunte l’Alessandria, la Salernitana, sconfitta, di misura, in casa della Roma e il Napoli nonostante la netta vittoria ai danni della Lucchese.