Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
06-04-1947 - Giornata: 27 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Fiorentina ACF 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 76. rig. Rava P.[A] 3. Della Rosa A. [Fi]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Romoli; Furiassi, Piccardi; Lamberti, Avanzolini, Magli (II) Augusto; Bollano Bisio, Della Rosa, Badiali, Gritti, Eliani. All.: Senkey (I) Imre.

Arbitro: Galeati Giovanni (Bologna)
Note
Infortunato: 52’ Coscia [A, rientrato al 77’ all’ala] Angoli: 8-3 (5-3). Spettatori: 10.000 oppure 12.000. Giornata soleggiata e ventosa, terreno asciutto Inizio gara ore 15.30

Commento
Che l’Alessandria navigasse in non felici acque era risaputo dal numeroso pubblico accorso oggi al Moccagatta, ma che a questa sorte così poco allegra vi concorresse anche l’arbitro, certo nessuno se lo sarebbe atteso. La fortunosa rete iniziale dei viola ha raggelato la squadra grigia, che ha stentato parecchio a ritrovarsi. E, anzi, per tutto il primo tempo essa ha, soprattutto, basato il suo gioco non su azioni tecnicamente costruite, ma su farraginose discese prive di mordente. Rava, Bertoni II e Pietrasanta facevano del loro meglio per dare avvio al gioco fiacco e inconcludente degli avanti. Rava giungeva spesso oltre la metà campo; ma, ahimè, l’attacco non ne combinava una buona: impreciso Coscia, farraginoso Lushta, inefficiente oggi Armano; c’era di che mettersi le mani nei capelli per il pubblico alessandrino, che col cuore in gola attendeva il successo a tutti i costi. Intanto sul capo dei grigi era caduta, dopo tre minuti, una grossa tegola: fuggiva Gritti e Pietrasanta era costretto a salvarsi in angolo. Il tiro di Eliani spioveva sulle teste dei giocatori ammassati in area. La palla rimbalzava sulla schiena di un difensore grigio, incontrava la testa di Della Rosa e Bodoira, tutto coperta non poteva che raccogliere in rete. Tutti si attendevano che, come era suo solito, l’Alessandria si riprendesse col passare dei minuti. E, invece, non fu così. Quella botta in testa annebbiò le idee già oscure non solo dell’attacco, ma anche della mediana: incertezze, apatia, mancanza di scatto. Dopo un accenno di reazione, diciamo un accenno, il gioco riprendeva a metà campo. I viola, che avevano visto cadere dal cielo quella manna, tentavano con un gioco di rottura e di ostruzionismo di impedire che il vantaggio sfumasse. E il loro compito fu facile, ché le rare puntate del quintetto alessandrino erano prive di mordente e, di quella tecnica tanto ammirata negli incontri con la Juventus e il Torino, nemmeno la più pallida idea. La palla, scarsamente controllata sul terreno secco, pareva fuggisse per forza d’inerzia da un piede all’altro e se un pericolo si profilava per i viola erano Rava e Tortarolo che cercavano di farsi avanti. Giungiamo così al secondo tempo. Due raffiche di Tortarolo e una di Lushta danno l’impressione che il vecchio orso stia risvegliandosi. Ma qui entra in scena Galeati, e questo non ci voleva per l’Alessandria. Lushta stentava a svincolarsi dalla difesa viola, purtuttavia le due azioni migliori furono stroncate da due evidentissimi rigori. La cosa contribuì a infuocare gli animi e l’incontro assunse un po’ di… vivacità. I giocatori si lanciarono all’arrembaggio. Confusione, azioni infuocate, idee sempre più nebbiose. Il primo fattaccio avveniva al 17’. Gli spostamenti di Bertoni II a mezz’ala destra, di Coscia (infortunato) all’ala destra e di Armano interno sinistro, mentre Pietruzzi arretrava al centro della mediana, non avevano menomato l’attacco, al contrario gli avevano data un po’ di aggressività. Tutti in avanti; e da Pietruzzi partiva una staffilata che Romoli doveva arretrare oltre la linea bianca per riuscire nella parata. Urla della folla: rete evidente, Galeati dice di no. Proteste, effusioni verso Galeati, strette, discussioni e tutto finisce con un «palla in aria» per gioco interrotto. Ormai la scintilla era scoccata, il pubblico «bruciava» e i giocatori alessandrini si riscaldavo. Qui il pareggio, quando meno te l’aspetti. Fugge Lushta, giunge in area; il portiere gli ruba il tempo e gli toglie la palla, mentre Furiassi «para», logicamente, le velleità del centrattacco alessandrino. Galeati ci tira fuori un rigore, che Rava tramuta in rete. Ma Galeati pensa che, in fondo, arbitrare significa anche compensare. Dopo due minuti altro svarione. Lushta giunge solo in area, non gli resta che tirare: Piccardi lo afferra per un braccio, atterrandolo. Altro rigore troppo evidente. Galeati ci pensa e dà un altro colpo alla bilancia. Non è logico forse concedere due rigori in tre minuti. Qui la partita è finita. L’attacco alessandrino rotola in area viola, Rava e Pietrasanta spingono, Bodoira è fuori dall’area, forse come aiuto morale. Ma il fischio di Galeati troverà le due squadre ancora sull’uno a uno. I grigi nettamente inferiori all’aspettativa e alcuni elementi indiscutibilmente in declino. Armano, Pietruzzi e Arezzi irriconoscibili. Ripetiamo l’elogio per Rava, Bertoni II e Pietrasanta. Tortarolo ha avuto un primo tempo incerto, ma un’ottima ripresa. La Fiorentina squadra di poche pretese: foga, brio, scatto, ma pochissimo gioco. L’attacco ha vissuto sull’improvvisazione di Gritti e di Eliani. Furiassi, Piccardi e Magli II hanno bene figurato di fronte allo scarso rendimento dei diretti avversati. (Enrico Reposi, «Tuttosport», 7 aprile 1947) Al 1’ dell’ardente partita i grigi erano già battuti su calcio d’angolo effettuato da Bollano e trasformato di testa, nell’angolo alto, da Della Rosa, sorprendendo Bodoira. La partita che, secondo le previsioni dei più, avrebbe dovuto essere di facile appannaggio della squadra alessandrina, si è trasformata, invece, in un’affannosa lotta per gli uomini di Rava che attraversano un pauroso declino. Dopo la duplice sconfitta di Bergamo e di Vicenza, tale declino ha trovato una conferma nel comportamento odierno dei giocatori grigi i quali hanno perduto quell’ostinato cipiglio dei mesi scorsi quando nel fango e sotto le intemperie sapevano dominare anche il più forte e tecnico avversario. Col ritorno della bella stagione e sul terreno solido ed erboso, è scomparsa la bravura e l’elasticità degli atleti alessandrini ed anche l’odierno comportamento, di fronte ad una pattuglia che naviga in acque più pericolose, hanno dovuto combattere per giungere, quasi sul finire, al sospirato pareggio mercé un provvidenziale calcio di rigore. La crisi soprattutto incombe sulla linea attaccante che non riesce a segnare anche nelle condizioni più favorevoli. L’ala destra Armano, la promessa mancata o quanto meno non mantenuta, dopo il brillante comportamento di alcuni mesi fa, tende a spostarsi troppo al centro e così i suoi tiri a rete non più irresistibili come prima. Pietruzzi lavora come un dannato, ma conclude assai poco. Lushta è troppo individualista e persiste in un palleggio dannoso. Coscia il più attivo, come termine di collegamento tra mediana e attacco, e Rosso è apparso il migliore nello spunto finale dell’azione offensiva, ma i suoi tiri sono sempre falliti per un soffio. Se a queste deficienze organiche si aggiungono il nervosismo, l’orgasmo e l’amarezza subentrati dopo il gol iniziale di Della Rosa e l’incapacità di costruire attacco sfociante in una stoccata risolutiva, si comprende in quale stato d’animo si sia svolta questa tremenda tenzone in cui i viola, più calmi e più ordinati, hanno gareggiato con un’ammirevole volontà e decisione di salvare il prezioso vantaggio ed hanno fronteggiato i grigi lanciati ardentemente nella mischia ma privi di quella necessaria disciplina dei propri mezzi e di quella sana direttiva che regolano le azioni in sviluppo che conducono al successo. La Fiorentina, nel complesso, non ha denunciato nulla di eccezionale né in difesa né all’attacco. La sua modesta struttura che lo ha portato ad alti e bassi sulle ali della vittoria e nelle desolanti sconfitte, si è rivelata anche oggi, stilisticamente e tecnicamente, di una levatura mediocre, ma ha brillato per il suo spirito aggressivo, per l’indemoniata volontà di non essere sopraffatta, nel saper reagire a tutti gli attacchi avversari con sicurezza, con decisione, con spirito bizzarro a volte, ferrea, sempre solida e inesauribile, ponta ad infrangere il lavoro costruttivo avversario. Dopo il gol di Della Rosa, essa ha lottato ancora per aumentare il bottino e forse ci sarebbe riuscita se avesse manovrato con maggiore accorgimento e tatto. Tuttavia, alcune sue puntate hanno fatto trattenere il respiro ai mille spettatori. Così Eliani fuggendo tutto solo giungeva a contatto di Bodoira che, uscito dai pali, si scontrava con l’avversario e la palla finiva in angolo. Poi Gritti ripeteva l’impresa del compagno ed era ancora Bodoira che al volo salvava una situazione disperata. Ancora un tiro di Bollano sfiorava l’asta; poi la minaccia grigia si manifestava irruenta, insistente, ma priva di ordine e di coesione. I calci d’angolo e i calci di punizione si rinnovavano sovente. La rete di Romoli era bersagliata da tutte le parti, ma la palla sfiorava sempre i montanti o trovava una testa di un difensore protesa nel rimando. Si giungeva così al riposo su di un calcio di punizione di Bertoni II dal limite dell’area, che fischiava al lato del palo. Subito al 1’ della ripresa era Tortarolo – sono stati infatti i mediani ad essere i più pericolosi nei tiri a rete – che con una poderosa cannonata sfiorava il palo superiore. Poi era ancora Tortarolo ad impegnare il portiere viola che si salvava in modo sorprendente. Coscia, al 7’ della ripresa, duramente colpito alla gamba, finiva all’ala. Anche Bertoni II come Romoli sono stati vittime di duri scontri. Quindi un tiro di Pietruzzi veniva parato secondo l’impressione di molti entro l’area. Succedeva una vivace dimostrazione contro l’arbitro. Il gioco sostava alcuni minuti e pareva prendere una piega penosa; però l’arbitro teneva duro e il gioco riprendeva. Poi era un’altra azione tremenda sotto la rete di Romoli e ancora si reclamava il calcio di rigore per essere stato travolto Coscia nell’area fatale a pochi passi da Romoli. Ma anche questa volta l’arbitro teneva duro e manteneva ferma la sua decisione. Il gioco permaneva nell’estrema area fiorentina e finalmente i grigi pervenivano al successo dopo avere ottenuto numerosi calci di punizione, al 32’. Lushta, lanciato da Rava veniva… fraternamente abbracciato da Furiassi, proprio nel momento decisivo. Questa volta Galeati decideva per il calcio di rigore che Rava riusciva a trasformare. Negli ultimi minuti è stata una lotta veramente impressionante. Tutti i grigi premono da tutti i lati sotto la porta fiorentina; i difensori viola fanno miracoli per mantenerla inviolata da altri palloni. Con ferrea volontà, con abili spostamenti, con pronti interventi, i viola riescono a salvarsi dalla sconfitta. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport del lunedì», 7 aprile 1947) Pasqua magra per l’Alessandria e i suoi sostenitori. Un punto, un preziosissimo punti, se l’è preso la Fiorentina, che si è regalato così l’uovo più ambito e dolce. Ma se i giocatori viola vogliono fare le cose giuste, di tale uovo debbono fare omaggio su un ricco piatto d’argento all’arbitro Galeati. Ogni partita in cui si trova impegnata una squadra pericolante ha bisogno di un arbitro di polso e in buona giornata: Galeati, che ha polso e capacità, non era oggi in felice condizione e l’Alessandria, per una sua svista madornale, la più grossa fra tante altre, ci ha rimesso il famoso punto. Che i grigi non siano più quelli che hanno battuto i grossi calibri, non era sfuggito agli osservatori attenti. Manca ad essi la chiarezza di idee, un’attuazione intelligente del sistema e nei loro muscoli serpeggia la stanchezza. Ma queste pecche non sarebbero state sufficienti per impedire la loro vittoria contro una Fiorentina che non ha fatto altro che difendersi con tutti i mezzi per almeno ottanta minuti di gioco. Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine negli appunti del taccuino più scarabocchiati che scritti mentre la folla di innervosiva sempre di più. Sole, terreno asciutto, vento sensibilmente a favore dei viola nel primo tempo, dei grigi nella ripresa; elettricità in campo e sugli spalti. La partita era appena iniziata che Bertoni manda in angolo un pallone del tutto innocuo. Tira dalla bandierina Bollano con parabola perfetta: parapiglia a un metro da Bodoira che non opera la presa, Della Rosa mette in rete. Non era passato che un minuto e la Fiorentina adotta immediatamente la difesa più ermetica. Tre viola soli (e precisamente Bollano, Badiali ed Eliani) vagolano a metà campo, tutti gli altri, fiorentini e alessandrini, sono davanti a Romoli: i grigi attaccano ma senza ordine, facilitando la difesa viola e tenendo alto il pallone che è quasi sempre preda d’una testa avversaria. Non si passa, malgrado i tiri di Lushta, di Bertoni, di Rosso, di Arezzi. Gli angoli e le punizioni contro i viola si susseguono e anche Rava si spinge all’attacco: nulla da fare e Romoli para tutto quello che sfugge agli altri difensori. Solo al 27’ Bodoira deve buttarsi sui piedi di Eliani e mandare in corner un pallone pericoloso. Al 32’ Armano viene nettamente trattenuto su azione di calcio d’angolo, ma Galeati non rileva; al 34’ azione di Lushta che potrebbe dare il pareggio, ma il tiro finale del centrattacco grigio va fuori. Al 39’ ancora Galeati non concede all’Alessandria un calcio d’angolo e al 42’ una punizione di Bertoni va fuori di poco. Nella ripresa i grigi asserragliano subito la Fiorentina in pochi metri quadrati e già al primo minuto un’azione Armano-Lushta-Coscia dà il pallone a Tortarolo che sbaglia per un soffio il bersaglio. Al 6’ altra azione grigia con tiro ancora fuori di Rosso. Poi Coscia è uscito dal campo dall’8’ al 32’ per un calcio di Eliani. Al 9’ Rava è nuovamente sotto porta e dà un magnifico pallone a Tortarolo che impegna severamente Romoli; quindi, dopo un altro angolo al 15’ contro la Fiorentina, il fattaccio; nella lotta senza quartiere sempre nei pressi del portiere viola, un pallone battuto e ribattuto perviene a Pietruzzi che tira deciso; Romoli, anche perché coperto dagli uomini che gli fanno barriera davanti, vede tardi il pallone e riesce ad attanagliarlo oltre la linea fatale. Sarebbe il pareggio uno a uno più che meritato: ma Galeati è di parere contrario anche davanti alle accorate proteste dei giocatori grigi. Il pubblico fischia e protesta; qualche scalmanato tenta (ma invano) il salto della rete e per qualche minuto nessuno capisce più niente, poi torna una calma relativa e l’arbitro alza lui stesso la palla a metà campo. Riprende l’assedio, ma tutti sono nervosi, i viola spediscono fuori campo tutti i palloni che capitano loro: cercano di guadagnar tempo in tutti i modi e si difendono con tutti i mezzi. Intanto nell’Alessandria Bertoni passa all’attacco scambiandosi il posto con Pietruzzi e l’assedio continua. Al 32’ finalmente anche l’arbitro vede Furiassi abbracciare Lushta che con il pallone fra i piedi si trova a tre metri da Romoli: rigore grosso come una casa e Rava realizza. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 7 aprile 1947) CONTRO L'AGGUERRITA SAMPDORIA DOMANI A GENOVA Sono previsti cambiamenti della formazione I timori di una sorpresa da parte della Fiorentina, che in tutto il campionato aveva raccolto un solo punto fuori di casa, purtroppo, si sono avverati. L’Alessandria è stata di manica larga verso la squadra viola, concedendo la divisione della posta, mercé la cooperazione dell’arbitro Galeati, il quale dopo aver annullato due validissime reti alla Juventus, sul campo del Napoli, ha fatto il possibile per inimicarsi il pubblico alessandrino. Agevolata con una rete realizzata su mischia nei primi minuti di gioco, la squadra ospite con una tattica ostruzionista riuscì ad imporre il gioco alto mettendo l’orgasmo nelle file dei grigi. Nel corso della gara è affiorata la mancanza di penetrazione dei nostri interni ed il malvezzo delle ali di voler incunearsi al centro anziché effettuare le parole nell’area avversaria. Nel secondo tempo Rava, su calcio di rigore, ristabiliva la parità. Da notare che il portiere avversario aveva parato un tiro oltre la linea della rete, ma l’arbitro Galeati non concedeva il punto. («Il Piccolo», 12 aprile 1947) RISULTATI: Atalanta-Bari 3-0 Bologna-Torino 1-1 Internazionale-Vicenza 1-2 Juventus-Genoa 2-1 Livorno-Brescia 2-2 Roma-Milan 1-1 Sampdoria-Lazio 1-1 Triestina-Modena 0-1 Venezia-Napoli 0-1 CLASSIFICA: Torino 42; Modena 38; Juventus, Milan 37; Bari, Napoli 29; Bologna 28; Sampdoria, Vicenza 27; Atalanta 26; Genoa, Livorno 25; Alessandria 24; Roma 23; Fiorentina, Internazionale, Lazio 22; Venezia 21; Brescia 20; Triestina 16 MARCATORI 17 gol: Mazzola (Torino) 15 gol: Puricelli (Milan) 14 gol: Baldini (Sampdoria), Dalla Torre (Genoa), Gabetto (Torino) 13 gol: Astorri (Juventus) 12 gol: Ottino (Venezia), Verdeal (Genoa) 11 gol: Candiani (Juventus), Carapellese (Milan), Korostelev (Juventus) Il punto sul campionato Il Bologna era riuscito nell’impresa di costringere al pareggio la capolista Torino, ne aveva cosi approfittato il Modena che, con una rete di Cassani, aveva trionfato sul terreno della Triestina, ultima in classifica. Di misura, la Juventus aveva vinto con il Genoa agganciando il Milan in terza posizione fermato sul pareggio in casa della Roma: di Losi e Clocchiati i gol. Successi per 1-0 del Modena in casa della Triestina e del Napoli a Venezia con la decisiva rete di Santamaria. Tre reti inflitte dall’Atalanta al Bari.