Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
30-03-1947 - Giornata: 26 - Vicenza - Comunale


Vicenza AC - Alessandria US 4 - 2 (2 - 1)
RETI: 5. Conti (II) S. [Vi] , 32. Sperotto G. [Vi] , 51. Conti (II) S. [Vi] , 73. Sperotto G. [Vi] 39. Lushta R.[A], 58. Coscia A.[A]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
VICENZA AC: Romano; Parena, Grosso; Campana, Santagiuliana, Sandroni; Quaresima, Conti (II) Serafino, Sperotto, Carraro, Rebuzzi (I) Pietro. All.: Vecchina Giovanni.

Arbitro: Vannini Giuseppe (Bologna)
Note
Rigore sbagliato: 51’ Conti II [V, parato e rete sulla ribattuta]. Angoli: 1-3. Spettatori: 6.000. Incasso: 1.200.000 lire. Tempo piovoso, terreno pesante cosparso di sabbia e segatura. Inizio gara ore 15:30

Commento
Il risultato non nasconde possibilità di equivoco: la vittoria del Vicenza è maturata nel corso della partita in maniera netta, attraverso una superiorità dimostrata nei due tempi. L’Alessandria ha avuto momenti di brillante recupero e per due volte ha saputo raccorciare la distanza rimettendosi in corsa quando il passivo si faceva grave; ha anche lottato strenuamente, con impeto e con un evidente senso di orientamento, ma complessivamente è stata inferiore ai biancorossi. Certo il pubblico si aspettava un’Alessandria migliore. Giornata di poca vena oppure un abbassamento di tono? Effettivamente si sono potuti rilevare elementi tali da appoggiare questa seconda ipotesi. Poca freschezza, poco scatto, discontinuità frequenti sembrano appunto essere dovuti ad una stanchezza del resto giustificabile dopo la poderosa rincorsa compiuta dall’Alessandria per risalire dall’ultimo posto della classifica. Troppi uomini hanno oggi fatto naufragio e pochi invece si sono salvati per non far appunto pensare che la squadra grigia abbia perduto la sua bella lucentezza e che il suo gioco si trovi in un periodo di appannamento. Solo Coscia ed Armano (bel gioco, ma poco mordente) all’attacco, a tratti Tortarolo e Rava nei reparti arretrati sono stati gli uomini che si sono distinti. Anche gli altri due mediani, e specialmente Bertoni II, si sono battuti con bravura, ma il loro è stato esclusivamente un gioco di rottura. Più di qualche sbandamento in difesa. Molto a posto, solido, aggressivo il Vicenza. Se qualcuno poteva temere che la sconfitta di Genova avesse potuto segnare la fine di un periodo brillante della squadra vicentina, è stato oggi smentito. I biancorossi sono più che mai nel giusto grado di forma e tutta la compagine ha perciò estro, energia, incisività; anche se può occorrere, come oggi che un paio di giocatori azzecchino una brutta giornata (Quaresima e Campana, per esempio), poco conta perché gli altri sono a posto e riescono a supplire con slancio e con maggior chiarezza d’impostazione conservando alla squadra l’identica forza di penetrazione. Non ci sentiamo di gravare la mano nei riguardi della difesa per le due reti subite: momenti di disattenzione, ma l’assetto difensivo è tuttavia di una confortante solidità. Parena, Grosso e Santagiuliana sono una garanzia assoluta e Sandroni è un punto di forza nel suo speciale ruolo assegnatogli dal mezzosistema ora, pare, definitivamente adottato da Vecchina per la sua squadra. Ma l’elogio più vivo ci sentiamo di rivolgere alle due mezzali Carraro e Conti II. Sempre meglio Sperotto: si pensi che una fa questo giovane giocava in una squadra paesana nella sezione propaganda. Trenta minuti di superiorità vicentina hanno messo in evidenza, già nel primo tempo, le scarse possibilità dell’Alessandria di riuscire a guadagnare tutta o mezza posta. Due reti e parecchie splendide occasioni. I due gol sono stati realizzati da Conti II e da Sperotto al 5’ e al 32’. Spettacoloso il primo: un allungo di Grosso a Carraro, lunga azione individuale del mezzo sinistro che ha seminato gli avversari. All’inizio dell’area passaggio breve a Conti II che era corso a fianco del compagno, scatto fulmineo battuto Rava, tiro nell’angolo. La seconda rete l’hanno fatto nascere metà Rebuzzi I e metà Bertoni II, quest’ultimo deviando un pallone del primo: pronto Quaresima a superare Rava ed a servire Sperotto che riusciva ad evitare il ritorno del terzino. Qui l’Alessandria aveva un fiammeggiante recupero ed al 39’ una stringente azione Coscia-Lushta dava a quest’ultimo il mezzo di battere Romano. Sorpresi e fermi i difensori vincentini. Nella ripresa nuovo scatto del Vicenza e terza rete al 5’. Azione di Carraro, falciata di Arezzi a Conti II in area, rigore di Conti II che Bodoira parava a mani aperte, riprese dallo stesso Conti II e la palla nel sacco. I grigi si disunivano per due o tre minuti, poi passavano decisi alla controffensiva ed al 13’ raccorciavano le distanze: calcio d’angolo, breve mischia, tiro di Coscia, sorpresissimo Romano. Qualche momento di preoccupazione nelle file vicentine e poi un impetuoso ritorno che definitivamente inchiodava l’Alessandria: la quarta rete al 27’ (Campana-Quaresima-Sperotto) chiudeva virtualmente la gara. Il signor Vannini ha arbitrato egregiamente. (Andrea Tadiello, «Tuttosport», 31 marzo 1947) Con l’esibizione della squadra grigia sul campo di gioco vicentino non si può certo affermare che il pubblico locale abbia potuto riscontrare in essa i segni del complesso di gran marca. È una squadra che sa tutto osare, che mette un puntiglio sommo per giungere alla meta, ma come classe di singoli – tolta qualche eccezione che risponde ai nomi di un Bertoni e di un Rava – e come genio creativo, niente di eccezionale e comunque molto al di sotto di un Vicenza che pure non ha giocato certo la sua migliore partita, specie per quanto riguarda la difesa, battuta da due gol non irresistibili, particolarmente il secondo la cui inopinata realizzazione ha sorpreso gli stessi avversari. Per quanto riguarda poi l’attacco – in vena di larga segnatura – anche qui una grossa falla rappresentata da un Quaresima che, da quando è rimasto contuso ad una spalla (oggi però è guarito, e ben guarito) non ha più ripreso il suo estro e anche contro l’Alessandria è stato stranamente abulico, si è lasciato sfuggire facili occasioni, ne ha sciupate altre, ha infine indisposto il pubblico contro di lui. Nessun appunto sugli altri, neppure per Campana che non è stato il solito Campana di tutte le partite e che non ha potuto rendere come di consueto a causa di una contusione ad una gamba. Nel giudizio complessivo della partita, poi, troviamo che, contrariamente a quanto può dimostrare il punteggio con le sue due reti a favore degli ospiti, l’Alessandria è stata quasi sempre soggetta al sistema di gioco del suo avversario. Non che essa abbia servito da materasso, tutt’altro, ché il complesso grigio non ha mostrato di essere disposto a sottomettersi al gioco del Vicenza; questo, partito a piena andatura e portatosi in vantaggio fino dai primi minuti di gioco, sembrava dovesse imporsi di tutta autorità e in piena baldanza. E per non sottomettersi a questa superiorità, Bertoni e compagni non hanno trascurato i mezzi. Hanno giocato duro e Carraro, per citare un esempio, seguito poi dai casi di Sperotto e Campana, è stato costretto a lasciare per due volte il terreno di gioco in seguito alle carezze ricevute. Buon per tutti, e soprattutto buono per l’incontro, che l’arbitro Vannini (che qualcuno ha voluto indicare come ammalato di pignoleria) sia intervenuto sempre tempestivamente. Non sarà forse stato perfetto nella valutazione dei falli, ma le sue decisioni hanno impedito che la partita tralignasse. E questo è un merito tale da fargli perdonare qualche svista e qualche errata decisione. Pioggia leggera all’inizio e alla fine della partita. Terreno pesante e cosparso di sabbia e segatura per renderlo maggiormente praticabile. Due brevi uscite di Carraro perché toccato duro; una rete di Quaresima annullata dall’arbitro per precedente fallo di Carraro. Palla ai grigi all’inizio, pressione immediata in area vicentina. Ma è cosa di poco conto poiché il Vicenza si porta in vantaggio al 6’. Carraro che ha la palla scarta Arezzi e Bertoni, porge a Conti che batte Bodoira. Al 12’ Rava si produce in una sforbiciata per salvare la squadra da una rete quasi certa di Quaresima. È sempre il Vicenza al comando del gioco. Al 16’ Rebuzzi, lanciato da Grosso, serve Sperotto che smista a Quaresima, il quale però mette fuori. Al 17’ ancora una puntata di Sperotto che tira un fulmineo pallone parato in tuffo da Bodoira; poi è un susseguirsi di attacchi grigi. Al 32’ la seconda rete vicentina. È ancora Sperotto che, avuta la palla in precedenza da Quaresima, ha la possibilità di battere il portiere alessandrino. Al 38’ la rete dell’albanese Lushta il quale, servito a puntino da Coscia, può battere Romano. L’inizio della ripresa è a vantaggio dei grigi, ma il Vicenza reagisce presto. Al 6’ Carraro lancia il pallone a Conti; Arezzi sgambetta l’anconitano e Vannini decide il rigore. Lo batte lo stesso Conti che mette nel sacco. Al 13’ rete di Coscia al quale perviene il pallone battuto su calcio d’angolo. È una rete che sorprende l’intera squadra vicentina. Si ritorna però in area grigia e al 38’ – dopo che al 23’ era stato annullato per fallo di Carraro un gol di Quaresima – ecco la quarta rete vicentina: è ancora Sperotto che realizza su magnifica azione personale. (Pietro Toniolo, «La Gazzetta dello Sport», 31 marzo 1947) La partita non ha soddisfatto per due ragioni: prima, perché mai vi è stata incertezza nell’esito finale della contesa, ed una partita già segnata in partenza è sempre assai grigia per lo spettatore che ama il bel gioco e l’incertezza del risultato. Seconda: da un’Alessandria risalita ai margini della salvezza ci aspettavamo qualche cosina di più. Tardi sulla palla i grigi, impacciati nei movimenti, troppo «imbastiti» come si suol dire, e così il Vicenza ha potuto destreggiarsi a suo piacimento e vincere comodamente. Solamente nella ripresa, nel primo e nell’ultimo quarto d’ora, gli ospiti hanno avuto sprazzi di gioco leggermente pregevoli ed anche veloci. Ed in questa spezzettata mezz’ora l’Alessandria ha veramente impegnato la difesa vicentina, ma ha anche messo a nudo la scarsa incisività della sua prima linea. La vittoria premia giustamente l’undici migliore. Dell’Alessandria bene Bertoni, Lushta e Coscia; del Vicenza: Grosso, Sandroni, Conti e Carraro. Buono l’arbitraggio. («Corriere dello Sport del Lunedì», 31 marzo 1947) DALLA SCONFITTA CON IL VICENZA AL CONFRONTO CON LA FIORENTINA Dopo la sconfitta di Bergamo, si è aggiunta quella di Vicenza a comprova che le squadre in pericolo di retrocessione diventano imbattibili sul proprio campo. («Il Piccolo», 5 aprile 1947) RISULTATI: Bari-Juventus 0-1 Brescia-Roma 3-0 Fiorentina-Venezia 1-1 Genoa-Sampdoria 2-3 Lazio-Livorno 3-0 Milan-Atalanta 0-0 Modena-Bologna 1-0 Torino-Internazionale 5-2 Triestina-Napoli 3-0 CLASSIFICA: Torino 41; Milan, Modena 36; Juventus 35; Bari 29; Bologna, Napoli 27; Sampdoria 26; Genoa, Vicenza 25; Atalanta, Livorno 24; Alessandria 23; Internazionale, Roma 22; Fiorentina, Lazio, Venezia 21; Brescia 19; Triestina 16 MARCATORI 17 gol: Mazzola (Torino) 15 gol: Puricelli (Milan) 14 gol: Dalla Torre (Genoa), Gabetto (Torino) 13 gol: Astorri (Juventus), Baldini (Sampdoria) 12 gol: Ottino (Venezia), Verdeal (Genoa) 11 gol: Candiani (Juventus), Carapellese (Milan) Il punto sul campionato Il Torino era sempre più lanciato in vetta alla classifica dopo il successo ottenuto contro l’Inter mantenendo cinque punti di vantaggio sul Modena, vittorioso, di misura, contro il Bologna, per il gol di Cassani e il Milan che era stato stoppato, sul pari interno, dall’Atalanta. Una rete di Korostelev aveva dato alla Juventus il successo in casa del Bari. Tre reti segnate dalla Triestina nei confronti del Napoli: Zanolla e doppietta di Rossetti i marcatori della gara. Stesso punteggio a favore della Lazio opposta al Livorno. Ne i bassi fondi della classifica preziosa vittoria della Triestina opposta al Napoli: mattatore della sfida Rossetti autore di una doppietta.