Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
08-12-1946 - Giornata: 11 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Internazionale FC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 2. aut. Marchi S. [In]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
INTERNAZIONALE FC: Franzosi; Marchi, Passalacqua; Cominelli, Milani, Campatelli; Azzarini, Achilli (I) Camillo, Caccia, Cerioni, Zapirain. All.: Carcano Carlo

Arbitro: Agnolin Guido (Bassano del Grappa)
Note
Angoli: 9-0 (4-0). Spettatori: 13.000. Incasso: 1.500.000 lire. Bella giornata, terreno pesante Inizio gara ore 14.30

Commento
Si scandiscono mentalmente i minuti finali. Il campo è senza voce. Agnolin sembra il sadico Satrapo delle legioni grigie: unghie rose, cuori ipertrofici, volti emaciati. Un trillo. È la fine. I petti si gonfiano, il grido soffocato nella strozza per tre mesi esce smisurato, dilaga, avvolge gli attori della bella contesa. La vittoria è dell’Alessandria. Come il fiore sensitivo al raggio di sole primaticcio, così la passione dei simpatizzanti grigi si è schiusa all’evento. E la nuova si diffonde per la cittadina prima ancora che vi giungano gli araldi messaggeri. Si aprono le finestre per assistere alla sfilata degli spettatori trionfanti. Queste cose si vivono solo in provincia. Nelle grandi città le passioni sono divise; vittorie e sconfitte si smorzano nei caffè, nei cinematografi, nei ritrovi. Qui è un’altra cosa. Quelli che non hanno mai visto una partita fremono e gioiscono con la squadra. L’orgoglio della provincia respira anche attraverso lo sport. Superba contesa. L’Alessandria la dominò da capo a fondo. Inchiodò l’Inter nel suo campo e sottopose la difesa al più pericoloso e martellante assedio. Rifulse la bravura di Franzosi, numero uno in campo, scattante sulla palla, pronto nelle uscite, preciso nelle parate; fu messa a dura prova l’abilità di Marchi e di Passalacqua, venne risucchiata l’opera dei mediani Milani, Campatelli e Cominelli. Questi sei uomini non ebbero respiro per fronteggiare l’azione offensiva dei grigi, sicché l’attacco nerazzurro fu abbandonato a sé stesso e, privo di ogni appoggio, smarrì ben presto ogni sua efficacia. Ben diversa la condotta della prima linea dell’Alessandria. Essa manovrò in lungo e in largo, diede l’avvio ad un gioco di schietta impronta tecnica. Sul terreno pesante e sdrucciolevole venne fuori l’azione poderosa di Coscia, che ebbe bagliori di classe; acquistò rilievo la fatica di Pietruzzi, e le due ali Rosso e il giovane promettente Armano portarono un contributo fattivo e sicuro. Campeggiava la mediana dei grigi. Bertoni II, pure sorvegliando il centravanti avversario, non perdeva di vista la prima linea; dal piede di Tortarolo partivano i motivi per le trame; Arezzi rompeva con sicurezza ogni intenzione avversaria. L’azione dell’attacco alessandrino ebbe finalmente campo per farsi valere. L’azione fluida, raso terra, portava scompiglio nelle file nerazzurre, accendeva mischie furiose nell’area e la palla danzava di continuo davanti alla porta. Fu spesse volte sulla soglia, ma il «gatto magico», con i suoi balzi, parava tutto; i terzini respingevano, cacciando la sfera oltre la linea di fondo per ben nove volte nel corso della contesa. Peccato che Lushta, lanciato tre volte nel primo tempo con passaggi in profondità che avevano spiazzato la difesa avversaria, solo davanti alla porta, forse perché a disagio sul fondo pesante, abbia sciupato altrettante occasioni. Per il gioco svolto, per il suo predominio tattico l’Alessandria meritava una vittoria a più largo punteggio. L’azione del successo grigio avvenne nei primi minuti di gioco ed ebbe la collaborazione imprevista ma non necessaria di Marchi. Quattro passaggi e la palla è a Coscia che entra in area ed opera un tiro fortissimo. Franzosi, con un balzo felino, respinge col pugno; Rosso intercetta ed è pronto a centrare; Marchi di testa respinge ancora, e ancora Rosso ferma la palla che indirizza in rete. Il portiere è coperto e Marchi involontariamente sfiora col tacco la sfera che picchiando contro la facciata del palo entra in rete. Si comincia bene. L’Alessandria torna alla carica. Al 9’ Franzosi precede nello scatto Lushta troncando una bella azione dei grigi. Dovranno passare 18’ prima che l’Inter possa avere respiro. Milani passa a Zapirain che fugge e dà a Cerioni. Indugio del mezzo destro e Rava può rinviare. Poi Armano al 20’ e Pietruzzi al 29’ conchiudono due belle azioni che Franzosi neutralizza. Alla mezz’ora Lushta si fa soffiare ancora un pallone prezioso dal portiere nerazzurro. Ancora tiri di Arezzi e Armano al 32’ e al 36’, poi, al 39’, altra occasione perduta da Lushta su un allungo in profondità di Coscia. Il centravanti libero e solo davanti alla porta tira debolmente. Una pacchia per Franzosi. Nella ripresa si accentua il dominio dei grigi perfettamente a punto fisicamente; per contro l’Inter denuncia via via lo sforzo sostenuto. Un tiro di Pietruzzi, poi una bella azione tra Lushta e Armano provoca un’uscita fortunosa di Franzosi che coglie la palla di striscio col piede e riesce ad evitare una rete sicura deviando sul fondo. L’attacco alessandrino non dà requie. Si snoda con rapidità e ritmo piacevole in una serie di passaggi che solleticano le vanità dei sostenitori. La cronaca si infittisce di spunti interessanti. Gli uomini della prima linea si esibiscono a turno nei tiri; anche Lushta si riprende e la difesa e la mediana nerazzurra spesso travolte alternano abilità a fortuna per negare all’avversario il premio di un’altra rete. Così ha vinto l’Alessandria. Più che la vittoria in sé, interessante ai fini della classifica, conta il modo com’è stata ottenuta. La squadra ha assorbito il sistema e la prima linea, fino a ieri croce dei tifosi, è stata oggi la loro delizia. Fa gioco, tira in rete spesso e volentieri, anche troppo spesso (incredibile, ma vero!) se si considera che talvolta un passaggio in più ad un attaccante meglio piazzato può ottenere miglior successo. L’Inter ha nelle sue file delle individualità di classe, ma la squadra che vanta una magnifica difesa e una seconda linea dotata di atleti che sanno ricamare sul terreno, balbetta invece all’attacco. Oggi, questo, non ha avuto possibilità per mostrarsi e nei rarissimi spiragli, concessigli dall’avversario, è naufragato negli spunti privi di mordente di Zapirain, che pure possiede un bel tocco di palla. La prima linea opera senza convinzione, sembra priva di squadra dorsale. Tutta la squadra sente il disagio di questa precaria situazione. Agnolin diresse la contesa da par suo. Corse… con gli occhi più che con le gambe e non gli sfuggì nulla. Nel corso degli applausi ebbe la sua parte; meritata. (Piero Molino, «Tuttosport», 9 dicembre 1946) Finalmente! L’Alessandria ha rotto oggi l’incantesimo conquistando la prima vittoria. Anche nell’ardente disputa odierna, la linea attaccante non ha saputo realizzare efficacemente, pur avendo svolto un gioco pregevole a metà campo. Ha assediato, nella ripresa in modo particolare, l’area neroazzurra: ha piazzato numerosi tiri a rete che solo l’alta classe e l’eccelsa bravura di Franzosi sono riuscita a frustrare, mentre moltissime altre occasioni sono andate perdute nel mare delle incertezze e degli errati tiri. Lo stesso punto conquistato al 2’ del primo tempo è stato concretato dall’intervento di Marchi che ha finito di deviare in rete, col piede, nell’angolo opposto di Franzosi, la palla calciata da Rosso. E su questo fortunoso punteggio si sono chiuse le ostilità nel senso che i restanti 88 minuti hanno visto accesissime dispute, molto ardenti e prolungate nella metà campo nero-azzurra, insidiose e fulminee, a volte, quelle milanesi, ma nessuna di esse è riuscita a concretizzarsi. Difetto, questo, comune ai due attacchi che mancano di precisione, tattica, decisione e rapida intuizione nello sfruttare il momento propizio. I grigi hanno innestato Armano all’ala destra: il suo esordio è stato ottimo. Scatto, velocità, tiro preciso, sono le qualità di questo giovane esordiente. Rosso, spostatosi all’ala sinistra ha gareggiato con il collega in modo egregio, mentre Lushta al centro, ha mancato diversi tiri. A posto tutto il sestetto difensivo. Nell’Inter ottimo Franzosi; incerti e fallosi a volte i terzini. L’attacco è veramente il «tallone d’Achille» per la parte destra. Cerioni e Zapirain, i due sudamericani, sono bravi palleggiatori ed anche abili giocatori. Devono però ambientarsi e disciplinare il loro gioco che potrà ancora migliorare. La cronaca non dice gran che. Si inizia con un tiro violento di Coscia parato magnificamente da Franzosi, che subito dopo respinge un altro bolide di Pietruzzi; quindi la palla perviene a Rosso, che manda deciso in rete. Marchi, nel tentativo di respingere la palla, finisce per mandare in rete. I grigi hanno un predominio di parecchi minuti. Poi il gioco si capovolge e Rava deve intervenire e salvare una difficile occasione. Ritorno offensivo grigio che si concreta con quattro calci d’angolo consecutivi e quindi un calcio di punizione dal limite tirato da Arezzi: Lushta manca ancora un facile pallone da pochi metri, poi seguono due tiri magnifici di Cerioni, salvati a fil di palo da Bodoira. La ripresa è quasi prevalentemente giocata dall’Alessandria in area nero-azzurra. Sovente Franzosi deve intervenire e particolarmente su due tiri di Rosso e di Armano. A tratti il gioco si sposta sotto la rete di Bodoira ma senza eccessive preoccupazioni. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport del lunedì», 9 dicembre 1946) È un risultato che non fa una grinza. Vogliamo dire che il lettore il quale non abbia assistito alla partita non deve lasciarsi ingannare dal fatto che l’Alessandria ha vinto in grazia dell’autorete di cui s’è reso disgraziatamente protagonista il grande Marchi. L’Alessandria è del tutto a posto con la coscienza, l’Alessandria ha largamente meritato d’aggiudicarsi questa sua prima vittoria. Il che, in altri termini, significa risultato assolutamente regolare. La verità è che la celebre malata, dopo essere apparsa in via di guarigione, è in grave ricaduta. I medici fan di tutto per guarirla, la piglian per ogni verso, cercano di tenerle su il morale, ma non ce la fanno a rimetterla in gambe. Il male ha attanagliato l’Internazionale e sembra non volerla lasciare. Adesso continueranno le cure (l’ala destra Volpi dovrebbe arrivare questa settimana, dopo che già era arrivata in volto a Rio de Janeiro e un guasto all’apparecchio ne ha impedito l’immediato proseguimento del viaggio, per cui la partenza definitiva dovrebbe avvenire mercoledì), poi ne riparleremo. Intanto – dopo aver detto che, fortunatamente per Milani, non si tratta di forte appendicite e quindi si potrà evitare un intervento operatorio – vediamo come oggi la squadra nerazzurra ha perduto la posta sul campo alessandrino. A posto la difesa (dove Marchi, come abbiamo già rilevato, ha disputato una bellissima partita, indipendentemente dall’infortunio iniziale, e Passalacqua non è stato da meno del compagno, e Franzosi è riapparso nelle condizioni più felici), assidura lavoratrice la mediana (nella quale Cominelli è stato l’elemento più redditizio e Milani è un po’ calato alla distanza e Campatelli è apparso talvolta svogliato), la squadra all’attacco non è praticamente vissuta. Soltanto nel primo tempo s’è avuto qualche buono spunto di Cerioni ed il solo Achilli s’è fatto favorevolmente notare per l’intera gara, ma per il resto nulla. Detto questo, è chiaro che l’intero peso della partita ha finito per gravare sui reparti arretrati, in ispecie sul terzetto di retroguardia, e allora balza evidente all’occhio il merito primo e non indifferente d’aver impedito allo spigliato attacco alessandrino di segnare per via diretta malgrado abbia giocato per una ottantina di minuti in area avversaria. Date una letta alle note di apertura: l’Alessandria conta all’attivo nove calci d’angolo, senza averne subito alcuno. È una riprova della supremazia manifestata dalla squadra dall’inizio alla fine dell’incontro. E badate che Lushta (il meno efficace attaccante dell’Alessandria) s’è mangiato almeno due gol, uno poi in maniera madornale, e fu al 44’ del primo tempo, quando il centravanti, servito da Pietruzzi, si trovò solo soletto a due o tre metri dalla porta e riuscì ad alzare la palla di quel tanto che bastò per farle sorvolare la traversa. Non si fa del senno di poi affermando che se l’attacco alessandrino avesse contato oggi su di un perno più sbrigativo nell’azione e più centrato nel tiro a rete, la vittoria dei grigi avrebbe potuto assumere più voluminose proporzioni indipendentemente dalla bravura dei difensori nerazzurri. Andata al comando allorché non era ancora scaduto il secondo minuto di gioco (azione sulla destra dell’attacco, centro di Armano, tiro si Coscia, gran pugno di Franzosi, palla a Rosso, centro basso e assai forte, leggerissima «sfiorata» del corpo di Milani, netta deviazione indietro, tutta sulla sinistra del sorpreso portiere, impressa alla sfera da un piede di Marchi), l’Alessandria ha tirato via imperterrita e ardita, sicura alle spalle dov’era protetta dall’ottimo Pietrasanta, cui Rava ha dato man forte mentre Bodoira non ha mai avuto serio lavoro da sbrigare, forte nella mediana imperniata sul robusto Bertoni e completata da un Arezzi e da un Tortarolo a postissimo, rapida, decisa, sempre pericolosa all’attacco. In questo ultimo reparto l’esordiente Armano s’è guadagnato la simpatia e la fiducia di tutti. Pietruzzi e Coscia hanno svolto una gran molte di intelligente lavoro e Rosso ha creato un sacco di difficoltà ai difensori opposti. Un’Alessandria come quella d’oggi non dovrebbe fallire troppe altre prove. Fate che riesca a risolvere favorevolmente il problema del centravanti (Armano, il toccasana? Sono in parecchi a crederlo, qui) e poi bisognerà riparlarne. Tenerla d’occhio, lo sappiano i suoi futuri antagonisti. Energica e sicura la direzione tecnica del signor Agnolin. Nelle file dell’Alessandria Armano ha esordito in Serie A. Nessun incidente. Verso la fine dell’incontro, Campatelli è divenuto centravanti e Caccia mediano sinistro. (Danilo Mazzucato, «La Gazzetta dello Sport», 9 dicembre 1946) CONTRO IL COMBATTIVO LIVORNO L'ALESSANDRIA RICONFERMERA' LA SUA VOLONTA' DI RINASCITA La vittoria dei grigi è giunta, in ritardo ma ancora in tempo utile per rimettere la squadra sulla giusta via e verso una posizione migliore. Indipendentemente dal punteggio l’Alessandria si è imposta tecnicamente all’Internazionale; è stata una dimostrazione di bel gioco che acquista maggior valore poiché scaturita dall’applicazione del sistema che sovente attenua la bellezza delle azioni interrompendole con un gioco tipicamente ostruzionista. Di fronte ai nerazzurri che applicavano un metodo molto in ribasso per l’inefficienza della linea d’attacco e la svogliatezza della mediana anche se costituita da uomini di valore, i grigi hanno avuto buon gioco e per 90’ hanno obbligato gli ospiti ad una strenua difesa basata sul valore individuale di Franzosi, Passalacqua e Marchi. La rete della vittoria è scaturita al secondo minuto di gioco a conclusione di un fuoco di fila di tiri che hanno portato l’orgasmo nella retroguardia nerazzurra. La squadra grigia merita, tutta, il più alto elogio, e l’appassionato incitamento del pubblico ha dimostrato che la nostra massa sportiva, finalmente, può essere orgogliosa dei suoi atleti. («Il Piccolo», 14 dicembre 1946) RISULTATI: Bari-Napoli 1-0 Bologna-Juventus 0-0 Brescia-Triestina 2-2 Fiorentina-Atalanta 1-0 Genoa-Lazio 3-0 Milan-Venezia 3-2 Roma-Modena 0-0 Torino-Livorno 3-2 Vicenza-Sampdoria 1-5 CLASSIFICA: Bologna, Juventus, Torino 17; Modena, Sampdoria 14; Bari 13; Roma 12; Milan, Livorno 11; Fiorentina, Genoa, Napoli, Vicenza 10; Lazio 9; Atalanta, Brescia, Internazionale, Venezia 8; Triestina 6; Alessandria 5. *: una gara da recuperare MARCATORI 10 gol: Baldini (Sampdoria) 9 gol: Amadei (Roma) 7 gol: Mazzola (Torino), Piola (Juventus), Puccinelli (Lazio) 6 gol: Astorri (Juventus), Candiani (Juventus), Puricelli (Milan) 5 gol: Bassetto (Sampdoria), Bertoni I (Brescia), De Andreis (Lazio), Gabetto (Torino), Ottino (Venezia), Rebuzzi I (Vicenza) Il punto sul campionato Il big match di giornata si era concluso a reti inviolate: Bologna e Juventus avevano pareggiato, senza reti, il match più importante della giornata consentendo al Torino vincitore contro il Livorno di raggiungere le due formazioni in vetta alla classifica: i granata erano alla sesta vittoria consecutiva. Nulla di fatto tra Roma e Modena. i canarini erano stati raggiunti dalla Sampdoria che aveva nettamente espugnato in terreno del Vicenza. Il gol di Gregorin aveva dato alla Fiorentina la vittoria contro l’Atalanta. Sempre di misura il Bari aveva battuto il Napoli. Al termine di una gara avvincente e combattuta il Milan si era imposto contro il Venezia. Il Genoa si era facilmente imposto ai danni della Lazio.