Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
17-11-1946 - Giornata: 9 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Sampdoria UC 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 62. Barsanti G. [Sa]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Borgogno Angelo, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Rosso Angelo Triestino , Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
SAMPDORIA UC: Bonetti, Piacentini, Zorzi (I) Luigi, Fattori, Borrini, Gramaglia, Fabbri (V) Edmondo, Barsanti, Baldini, Fiorini (I) Gustavo, Frugali. All.: Galluzzi Giuseppe.

Arbitro: Gamba Agostino (Napoli)
Note
Infortunato: Borgogno [A, passato all’ala]. Angoli: 7-3 (2-1). Spettatori: 8.500 Inizio gara ore 14.30 Presente il Commissario Tecnico della Nazionale italiana Vittorio Pozzo.

Commento
C’era un’aria di festa, oggi, sul campo dell’Alessandria e speranza e fiducia in tutti. Non pioveva più, le riserve grigie avevano battuto agevolmente per 4 a 1 quelle della Sampdoria e Guglielmi aveva compiuto applauditissimo un giro del campo. La nuova formazione dell’Alessandria, decisa soltanto all’ultimo minuto, incontrava il favore del pubblico e c’era in tutti una strana certezza di assistere al risveglio dei grigi. Il risveglio c’è stato, e clamoroso anche, ma purtroppo l’esito dell’incontro è stato ancora una volta sfavorevole. Gli spettatori che avevano fatto un tifo spettacoloso hanno accolto con un silenzio impressionante il fischio finale dell’arbitro, quasi increduli che la bella partita dei propri beniamini fosse finita con una nuova sconfitta. Il pubblico, bisogna dirlo, aveva ragione. Aveva ritrovato la sua squadra, gagliarda, resistentissima, dal gioco avviato verso una buona tecnica, anche se ancora non registrato all’attacco. Fino all’ultimo minuto aveva sperato almeno in un pareggio, che sarebbe stato forse un premio insufficiente per l’Alessandria. Ha dovuto invece ingoiare il più amaro boccone e passato in sbalordimento alcuni se la sono presa, platonicamente, coll’arbitro. L’amarezza, evidentemente, aveva bisogno di uno sfogo. Il preambolo ha già potuto dare una idea dello svolgimento della partita giocata senza un rallentamento da un capo all’altro. La Sampdoria, senza dominare, ha avuto a proprio favore il primo quarto d’ora, dopo di che l’Alessandria è passata decisamente all’offensiva. Cinque attaccanti bene sostenuti da Tortarolo e Arezzi hanno combinato azioni pregevoli, alcune sprecate per mancanza di accordo tra i singoli, tutte le altre sventrate dalla difesa avversaria in cui eccelleva Bonetti. Ma al 27’ solo un grossolano fallo di Gramaglia su Pietruzzi quasi libero in area di rigore salvava la rete sampdoriana. L’arbitro dopo una breve indecisione faceva battere soltanto una punizione dal limite che sfociava in un angolo senza conseguenze. I grigi insistono ma non riescono a raccogliere il frutto della loro superiorità. Anche un bellissimo colpo di testa di Coscia trova pronto Bonetti. Alla fine del primo tempo Coscia va a riposo con un fior di bernoccolo in fronte, opera di Fattori, e Borgogno con uno stiramento che costringerà la Alessandria allo sconvolgimento accennato nelle note. Malgrado la formazione estemporanea, l’Alessandria ribadisce nella ripresa la sua superiorità. Già al 2’ Sotgiu alza di poco il pallone sfuggito a Bonetti, al 3’ la Sampdoria è in angolo e al 7’ Lushta tira fuori. Dal 13’ al 17’ risveglio sampdoriano: un primo pericolo è sventato da Bodoira che si getta sui piedi di Frugali, ma al 17’ Barsanti può concludere una azione arruffata ma insistente, battendo irresistibilmente Bodoira. Da qui alla fine azioni continue dell’Alessandria e prodezze di Bonetti. Al 43’ l’ultima azione fulminea dei grigi, che avrebbe potuto dare facilmente il pareggio, è sciupata da Rosso quando tutta la difesa avversaria era stata superata, con un tiro in porta invece di passare ad uno dei tre attaccanti del tutto liberi. L’Alessandria, si è detto, ha suscitato ottima impressione. Superiori ad ogni elogio Bertoni II, un terzo terzino sistemista ideale, e Rava. Ottimo pure Arezzi che ha ritrovato la fiducia in se stesso. Ma tutti i grigi vanno elogiati in blocco con la sola raccomandazione, specialmente agli attaccanti ed a Pietruzzi, di non trattenere troppo la folla. Tutto non è perduto, lo ha detto anche Pozzo che ha assistito all’incontro, se l’Alessandria saprà giocare come oggi. Squadra angolosa e dura la Sampdoria: un portiere svelto come uno scoiattolo, una difesa sicura anche se si è trovata in più di una occasione negli impicci; all’attacco è brillato maggiormente il reparto destro, anche perché Frugali è stato quasi dimenticato dai compagni. Ottimi Fattori e Gramaglia. L’arbitro Gamba di Napoli non ha soddisfatto. Parecchi incidenti non gravi a Pietruzzi, Coscia e Borgogno, il quale ultimo nel secondo tempo dovrà passare all’ala destra, sostituito da Tortarolo. Pietruzzi retrocede a mediano, mentre Rosso è spostato a mezzo destro. A un quarto d’ora dalla fine ancora scambio di posto tra Rosso e Sotgiu. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 18 novembre 1946) Che dire di questa nuova sconfitta dell’Alessandria? Ecco, bisognerebbe raccontare per filo e per segno la partita, esaminare le possibilità che sono capitate alle due squadra, per poi trarne il bilancio. Che non sarebbe per nulla sfavorevole ai grigi. Necessità di spazio non ci consentono di dilungarci troppo nella narrazione minuta dell’incontro, ma, prima d’iniziare il nostro racconto è bene dire subito che l’operato dell’arbitro può avere nuociuto all’equità del risultato: meritava l’Alessandria un evidente rigore ma Gamba ricorse alla consueta misura di portare la palla fuori dell’area. Vecchie misure che la circolare Mauro condanna e che il pubblico condannò aspramente ieri. Si giocava da venti minuti. A cinque minuti dalla fine, Tortarolo sgambettava Fiorini in piena area. E questa volta il signor Gamba non emise nessun fischio, forse per pareggiare la partita. Ma, noi osserviamo, quando il primo fallo venne commesso, le squadre erano ancora alla pari e la gara avrebbe potuto assumere altra fisionomia, prendere altra piega, dopo invece fu tutt’altra cosa, ormai la Sampdoria aveva partita vinta e il contentino offerto all’Alessandria non disse proprio nulla. Le squadre, entrambe sistemiste, si sono equivalse come valore. Più pericolosi gli attacchi sampdoriani, più insistenti invece quelli alessandrini. Gara tirata a tutto vapore, giocata alla maniera forte con netta prevalenza ligure in questo gioco; gara vivace, interessante con rapidi spostamenti di gioco, con azioni alterne di attacco dove ancora una volta l’insufficienza degli avanti grigi si è palesata appieno. Non ho contate le occasioni sciupate nel corso dell’incontro; basti dire, tra l’altro, che Sotgiu sbagliò la rete a porta completamente vuota e da pochi metri! Per contro se l’attacco grigio pure giocando con impegno non seppe realizzare, tanto mediana quanto difesa ressero con bravura all’urto dei massicci avversari. Il sistema non è cosa che si possa assimilare di colpo, ma l’Alessandria ebbe nei suoi elementi uno schieramento indovinato tanto per Bertoni quanto per Arezzi e Tortarolo i quali diedero un buon contributo all’azione difensiva collaborando qualche volta anche con l’attacco sempre indeciso nella fase conclusiva. Così pure la Sampdoria ebbe nei suoi mediani il perno della squadra, soprattutto in Fattori ed in Gramaglia mentre Borrini preoccupato di un pericolo… inesistente, non seppe quasi mai incastrare il suo gioco in quello dei compagni restando quindi isolato dal resto della squadra. Gli avanti liguri condussero qualche buona azione di assieme, ma specialmente furono gli sprazzi di Baldini e di Fiorini a dare vita all’attacco, e si deve alla prontezza di Bodoira l’aver saputo frantumare le azioni al più delle volte create dall’insidioso Fabbri. Nella linea dei terzini emerse Rava la cui somma di lavoro si fece sentire verso la fine, buoni Piacentini e Zorzi mentre Borgogno duramente toccato in una mischia alla fine del primo tempo dovette relegarsi all’ala destra per tutta la ripresa. Si inizia con una fuga di Fabbri e conseguente fallo di Rava. Il fortissimo tiro di Baldini è fermato da Bodoira, la palla raccolta da Borgogno viene allontanata. L’Alessandria non tarda a ritrovarsi, sicura in Bertoni incomincia a condurre buone avanzate, la squadra si porta innanzi, non sfrutta una decisa avanzata di Pietruzzi, fallisce con Sotgiu un buon passaggio di Lushta, in seguito troppo proiettata innanzi si vede costretta a correre in difesa perché Baldini sfuggito a Bertoni può offrire la palla a Fiorini. Un tuffo tempestivo di Bodoira e la rete è salva. I sampdoriani urgono con rapidi palleggi tra mediani ed avanti, Fattori si mette in luce per la sua azione decisa, ma il pericolo che per qualche momento si era addensato sotto la rete alessandrina scompare quando Rava intervenendo in una situazione difficile imbecca Rosso che fugge e tira a lato. È l’Alessandria che usufruisce per prima di un calcio d’angolo (17’) senza nessun risultato, quindi ancora Pietruzzi impegna Bonetti. Tre minuti dopo l’azione del rigore non concesso. Scambio di posto e palleggio in profondità tra Lushta e Pietruzzi, questi avanza, sorpassa Zorzi, entra in area, Gramaglia, credo, la rincorre e con un chiaro sgambetto lo butta a terra interrompendo un’azione forse decisiva. Sapete quello che fece l’arbitro: la punizione provoca un calcio d’angolo e Coscia di testa per poco non infila in rete. Una breve parentesi per un fallo di Fattori su Coscia, ed in seguito la Sampdoria sferra due o tre attacchi impetuosi dove la bravura di Bodoria riesce a neutralizzare le avanzate di Baldini e di Fiorini. In una mischia dove un gruppo di giocatori resta impantanato sul terreno ne esce fuori malconcio Borgogno (42’). Dovrà nella ripresa passare ala destra. Tortarolo occuperà il suo posto. Sono appena passati tre minuti dopo un tiro di Rosso parato da Bonetti che a Sotgiu si ripresenta la più bella occasione per segnare. Arezzi riesce ad allungare allo zoppicante Borgogno, questi allunga forte verso il portiere avversario il quale manca letteralmente la presa; il pallone è sul piede di Sotgiu a pochi metri dalla rete, il tiro però si alza e sorvola sulla traversa. Usciti dal pericolo, i giocatori liguri inscenano due o tre buone discese, certo le migliori della partita. Con palleggio svelto gli avanti mettono Fabbri nella possibilità di fuggire a Rava. Il piccolo giocatore stringe e traversa lungo la porta, sulla palla irrompe Frugali, ma Bodoira lo previene di quel tanto che gli consente giungere sulla palla e salvare (14’). L’azione sampdoriana continua e sfocia nella rete della vittoria. È di scena ancora Fabbri, nella difesa alessandrina si nota un asserragliarsi di uomini; tre o quattro stanno a disputarsi la palla finché questa perviene a Barsanti che con tiro trasversale segna (18’). I grigi accusano il colpo, poi partono decisi approfittando anche di un rilassamento avversario; un tiro di Pietruzzi obbliga Bonetti a deviare in angolo, da questo ne nasce un altro (25’) ed ancora un terzo nello spazio di pochi minuti, quindi è la volta dell’Alessandria di rifugiarsi in angolo interrompendo una fuga di Fabbri. Riprende la teoria alessandrina dei calci d’angolo, in due minuti (30’-32’), il secondo culminato con un poderoso tiro di Coscia parato benissimo da Bonetti a terra. L’incalzante azione dell’Alessandria continua, le occasioni si presentano […]. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 18 novembre 1946) Evidentemente la compagine alessandrina non è rientrata nella massima divisione sotto una buona stella. Benché sia nota la deficienza della linea attaccante, che non riesce a realizzare il gioco nel momento conclusivo, tuttavia la pattuglia di Rava ha svolto oggi complessivamente, e quasi ininterrottamente franche, decise e sciolte azioni, che hanno costretto in grande prevalenza la Sampdoria in una strenua, assillante difesa e anche quando il bravo Bonetti era battuto la palla, manovrata forse con troppo orgasmo, o manifesta indecisione, non è riuscita a vulnerare l’estremo baluardo. Questa sistematica iattura si è rivelata oggi ancora in misura maggiore perché, se c’è stata una compagine che ha giocato all’attacco per almeno 70 minuti e ha profuso ardore, decisione e spirito combattivo altissimo, è stata proprio quella alessandrina, che avrebbe giustamente meritato la vittoria. Invece in una sporadica e fugace controffensiva ligure, Bodoira a terra e ostacolato dal sole cadente è stato battuto da un tiro a media altezza e che poteva essere respinto agevolmente. E su questo fortunoso punteggio si sono chiuse le accese ostilità con una nuova sconfitta dei grigi, tanto più pungente quanto immeritata. La crisi, adunque, continua ad infierire sui colori locali. Della Sampdoria ben poco c’è da dire. Essa ha giocato prevalentemente in difesa e nei suoi rari attacchi, fronteggiati dai terzini o dall’ottimo Bodoira, nel primo tempo come nella ripresa, il comando delle azioni è stato sempre assunto degli alessandrini che l’hanno mantenuto a lungo. Al 27’ del primo tempo Pietruzzi vola con il pallone verso Bonetti ma è travolto in pieno nell’area di rigore. L’arbitro concede il fallo fuori dalla linea fatale. Poi Sotgiu calcia alle nuvole un facile pallone a porta vuota. Rosso sfiora due volte i pali, mentre altri tiri precisi ma poco dosati sono bloccati o respinti dal portiere. Nella ripresa Borgogno, azzoppato, è passato all’ala sinistra, Tortarolo a terzino e Pietruzzi a mediano. Al 17’ abbiamo il punto ligure: fugge Frugali che rompe l’assedio alla sua rete, manda verso il centro e Barsanti, appena fuori dell’area di rigore, tira e segna il gol della vittoria. Invano i grigi tornano all’assalto e si battono ancora con cipiglio e vigore, reagendo all’ingrata sorte. Le occasioni propizie si rinnovano ancora per gli alessandrini, ma nessuno dei cinque attaccanti riesce ad approfittarne. La partita di campionato è stata preceduta da un incontro amichevole tra le riserve dell’Alessandria e quelle della Sampdoria, vinto dai grigi per 3 a 1. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport del lunedì», 18 novembre 1946) VERRA' DA VENEZIA LA PRIMA VITTORIA DEI GRIGI? E’ atteso Kovacs con due attaccanti ungheresi Dopo la nuova sconfitta contro la Sampdoria il pubblico che 15 giorni prima aveva sonoramente fischiato i grigi, lasciò il campo mortificato, imprecando contro l’avversa sorte. Ancora un arbitraggio infelice ha privato la squadra alessandrina della vittoria. Nelle nostre note di sabato scorso avevamo espresso il desiderio di poter registrare il ritorno alla normalità dell’Alessandria anche se la vittoria ci fosse stata negata per motivi vari. E fu proprio così! Dimodoché il pubblico si è sentito in dovere di applaudire i grigi i quali hanno giocato col massimo impegno; tale comportamento lascia sperare in un prossimo risveglio e in un miglioramento in classifica. Tutto il sestetto di retroguardia ha funzionato egregiamente mentre il reparto di attacco, attacca ma non conclude. Discontinue le ali, lenti e sempre arretrati i due interni Pietruzzi e Coscia. Impantanato Lushta. («Il Piccolo», 23 novembre 1946) RISULTATI: Bari-Venezia 1-0 Bologna-Lazio 3-1 Fiorentina-Vicenza 4-1 Genoa-Modena 1-1 Milan-Livorno 2-2 Napoli-Atalanta 3-1 Roma-Juventus 1-5 Torino-Brescia 4-0 Triestina-Internazionale 0-0 (sul campo neutro di Udine) CLASSIFICA: Bologna 15; Juventus 14; Torino 13; Bari, Modena 11; Livorno, Napoli, Roma, Sampdoria, Vicenza 10; Milan* 9; Fiorentina, Genoa 8; Internazionale, Lazio, Venezia 7; Atalanta 6; Brescia, Triestina* 5; Alessandria 2. *: una gara da recuperare MARCATORI 9 gol: Amadei (Roma) 7 gol: Puccinelli (Lazio) 6 gol: Astorri (Juventus), Baldini (Sampdoria), Piola (Juventus) 5 gol: Candiani (Juventus), Mazzola (Torino), Puricelli (Milan), Rebuzzi I (Vicenza) Il punto sul campionato Netta e meritata la vittoria del Bologna contro la Lazio che aveva permesso ai felsinei di mantenere il primato in classifica con i gol di Bonaretti, Galassi e Taiti. Cinquina della Juventus, distanziata di una lunghezza dalla vetta, ottenuta sul campo della Roma. Quarta vittoria consecutiva del Torino, terzo in classifica, che aveva segnato quattro reti al Brescia con Mazzola, doppietta, Grezar e Loik. Il gol Cavone aveva dato i due punti con cui il Bari aveva sconfitto il Venezia permettendo ai pugliesi di agganciare il Modena al quarto posto visto il pareggio degli emiliani in casa del Genoa. Tris del Napoli all’Atalanta: mattatore del match Romagnoli autore di una doppietta.