Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
03-11-1946 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Vicenza AC 0 - 2 (0 - 2)
RETI: 40. Quaresima B. [Vi] , 43. Cadei A. [Vi]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Pietruzzi Mario, Arezzi Giuseppe, Tortarolo Francesco, Rosso Angelo Triestino , Rampini Sergio, Stradella Carlo, Coscia Aristide, Lushta Riza All.: Borel (II) Felice Placido

Formazione avversaria
VICENZA AC: Romano; Parena, Foscarini; Grosso, Santagiuliana, Sandroni; Cadei, Conti (II) Serafino, Quaresima, Carraro, Rebuzzi (I) Pietro. All.: Spinato Pietro

Arbitro: Zelocchi Giuseppe (Modena)
Note
Angoli: 2-4 (0-2). Spettatori: 8.000 oppure 10.000. Incasso: 1.000.000 lire. Giornata di sole, terreno ottimo. Inizio gara ore 14:30.

Commento
C’è una cosiddetta squadra di calcio che divora milioni ad Alessandria, che si dichiara tabù e che non ammette neanche le più fondate critiche. E c’è pure un umile disoccupato che tira la carretta come può, che mangia come può e che sopporta da forte una vita di sacrificio. La cosiddetta squadra con l’eccezione di Rava, Bodoira (anche se quest’oggi è stato sfortunato) e saltuariamente di qualche altro, ingoia allegramente i milioni come se questo fosse l’unico suo compito assieme a quello di collezionare sconfitte. L’umile disoccupato, invece, sacrifica il sonno e ogni più onesto passatempo. Solo la sua serietà e la sua modestia gli fanno trovare qualcuno che gli procura il più essenziale e con questo va a stravincere la cento chilometri di marcia. Ma Guglielmi è uno sportivo sul serio… Né si pensi che questo sia un giudizio troppo severo. Il generoso pubblico alessandrino, che anche oggi è accorso numeroso e sempre pieno di speranza, ha applaudito la sua squadra quando è entrata in campo ma, esasperato e disgustato, ha espresso in due tempi e con due fischiate da primato il suo pensiero consono a quello soprascritto. Ha applaudito il generosissimo Rava, sempre l’uomo migliore in campo, ha applaudito Tortarolo, che oggi ha lavorato molto bene, ma pollice inesorabilmente verso per tutti gli altri che hanno confermato le loro gravissime manchevolezza. L’Alessandria aveva avuto un inizio promettente che suscitava speranze e che metteva subito in difficoltà gli avversari. Ma fu un fuoco di paglia: dopo meno di venti minuti la squadra era già sfasciata e viveva soltanto sulla improvvisazione. Inconsistente l’attacco, salvo qualche spunto di Lushta; uno spaventoso vuoto al centro della mediana, dove Arezzi era inesistente. Solo nella retroguardia – e quasi tutto il lavoro gravava sul gigante Rava – si poteva vedere qualcosa di organico. Malgrado il marasma, quell’attacco in cui Rampini emulava Arezzi, Stradella non sapeva smarcarsi, Coscia vagava inconcludente, quell’attacco – dicevamo – ha avuto parecchi palloni da gol tutti sprecati. Nella ripresa gli spostamenti effettuati tra i grigi, ma soprattutto la condotta di gara del Vicenza che mirava solo a difendere la vittoria e a cogliere gli avversari in contropiede, hanno permesso ai grigi di fare una figura meno pietosa, ma i vuoti paurosi sono continuati e l’attacco di nuovo non ha saputo approfittare delle più facili occasioni. Il giudizio dell’Alessandria non valorizza la vittoria del Vicenza: squadra modesta la biancorossa, e lo dicono i vicentini stessi, ma quanta volontà nei suoi uomini, quanta leale combattività, quanto fiato. Essa ha mostrato a chi vorrà capire quanto possano il senso del dovere, la disciplina e la preparazione. Il miglior reparto vicentino è stato quello difensivo nel quale Parena non ha fallito un pallone e Romano, che ha avuto più lavoro di Bodoira, si è esibito in due parate di alta classe. Bene tutta la mediana e sbrigativo e minaccioso nella sua semplicità l’attacco con Quaresima, pericolo numero uno in tutte le azioni di contropiede e Rebuzzi, suo degno compagno. All’inizio le azioni alessandrine si snodano piacevoli, ma subito salta agli occhi la imprecisione dei grigi nel tiro conclusivo. Sbaglia Stradella, sbagliano Lushta, Pietruzzi e Arezzi e al 9’ Rampini, libero, fallisce la più facile delle occasioni. Soltanto Coscia non sbaglia, perché odia il tiro in porta. Al 10’ soltanto il Vicenza può scendere in attacco, ma Rava rompe. Al 18’ due prodezze di Romano su tiri conclusivi di Tortarolo e Lushta, gli unici due bei tiri di tutta la partita. Da questo momento l’Alessandria diventa tutta confusionaria e tutta slegata ma il Vicenza, pur spingendosi sotto, non si fa minaccioso. Ottiene un angolo al 33’, ma non sa impedire qualche ritorno all’Alessandria. Al 40’ Pietruzzi non riesce a fermare Rebuzzi che centra: Bodoira esce, ma non afferra la palla che, ripresa da Quaresima, finisce in rete. Al 43’ punizione dal limite contro l’Alessandria: tira lento ma astutamente Santagiuliana, riprende Cadei liberissimo che segna. Giornata di sole e terreno in ottime condizioni. Nessun incidente. Nella ripresa Stradella ha scambiato il posto con Lushta e Pietruzzi con Rampini. Zelocchi ha diretto bene. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 4 novembre 1946) Di fronte alla più modesta compagine finora incontrata i grigi hanno mostrato la più palese incapacità a realizzare, anche quando le occasioni sono apparse numerose e propizie, allorché bastava solo un semplice tocco al pallone per far capitolare la difesa avversaria. Invece la pattuglia alessandrina dopo un brillante inizio, durato non più di dieci minuti, a poco a poco si è disunita, è calata di tono, di ardore combattivo, fino a subire il predominio dei biancorossi, non preoccupante, ma insistente, calmo, ordinato, così da preparare inevitabilmente il successo. Mentre la linea mediana grigia ad eccezione di Tortarolo, che ha lottato fino alla fine strenuamente è mancata quasi sempre nel sorreggere l’attacco, già incerto, quella vicentina ha continuamente rifornito, invece i propri avanti che senza eccellere, hanno impegnato sovente la difesa locale, fino a superarla due volte sul finire del primo tempo. Al 40’ infatti su traversone di Rebuzzi, Bodoira respingeva debolmente rimanendo a terra; interveniva fulmineo Quaresima che da due passi metteva in rete. Al 43’ calcio di punizione contro i grigi, quasi dal limite dell’area di rigore. Tirava Santagiuliana o meglio allungava trasversalmente la palla a Cadei che trovava l’area sguarnita di difensori e segnava il secondo punto. Nel secondo tempo Lushta è passato al centro, Stradella all’ala sinistra, Rampini a mediano e Pietruzzi a mezzo destro. Nella ripresa i grigi come già nel primo tempo, si sono sovente portati a contatto del portiere Roma, ma Lushta, ripetutamente, e poi Stradella, Rosso ed altri hanno fallito tiri su tiri fra l’esasperazione del pubblico che ha abbandonato avvilito e deluso il campo per questa nuova clamorosa sconfitta della sua squadra. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport del lunedì», 4 novembre 1946) Nuova grave sconfitta dell’Alessandria. Che cos’ha questa squadra che non riesce a districarsi dal vicolo cieco degli insuccessi continuando a rotolare giù da una china pericolosa che potrebbe condurla in fondo al baratro? Qui non si vuole continuare a concedere attenuanti invocando la mala sorte o qualche cosa di simile, occorre che i tecnici grigi si pongano di fronte alle loro responsabilità, risolvendo una situazione grave che potrebbe diventare irrimediabile. Il pubblico è stato oggi fin troppo paziente, ha atteso l’azione che poteva dare il successo con una pazienza veramente certosina, poi quando si è accorto che la sua attesa era frustrata dal cattivo gioco della squadra, allora si abbandonò a motti salaci verso i giocatori, contribuendo maggiormente a rendere il gioco della squadra più oscuro di quanto lo fosse in precedenza. L’Alessandria è una squadra dove i difetti sovrastano di gran lunga i pochi pregi. Ha avuto anche oggi la sua buona sorte di sfortuna, ma questo non basta ad assolverla dalle molte lacune che sono affiorate qua e là nel corso della partita. Quando una compagine attacca in prevalenza per una buona mezz’ora spiegando una manovra tutt’altro che disprezzabile senza riuscire a concretare questa sua superiorità per l’assoluta insufficienza del suo attacco, e quando, costretta in difesa tre o quattro volte, si lascia infilare due reti derivanti più dall’orgasmo dei suoi elementi che dal valore degli avversari, è segno evidente che questa compagine al problema tecnico deve unire quello morale che ha pur esso una grande importanza. Le azioni semplici diventano complicate, quello che in condizioni normali viene risolto nel modo più naturale ecco invece creare tutta una serie di difficoltà che vanno ad incidere sul gioco e, come naturale riflesso, sul comportamento della squadra. E poi ancora: quel suo gioco che sa di improvvisazione, che non segue una linea logica, che si sfalda al più leggero contatto, che manca di decisione nei momenti più delicati, che si annebbia anche quando splende il sole, tutto, ripeto, si risolve a danno della squadra stessa e dei suoi uomini. I quali, occorre dirlo, hanno lottato con bella continuità, specialmente nei primi venti minuti quando i mediani laterali con precisi interventi riuscivano a sospingere l’attacco fino ai margini del successo, ma qui avveniva il naufragio. I terzini vicentini, contro un simile attacco, ebbero buon gioco e la mediana, che nei primi momenti parve sommersa dal gioco veloce dei grigi, si riprese poco a poco imponendosi alla distanza con la sua azione chiara, semplice e redditizia. La partita, come ho detto, sembrava di sicuro appannaggio dell’Alessandria che era riuscita a permanere nell’area vicentina per un lungo periodo di tempo; poi incominciò il Vicenza a mettere fuori il becco dal suo guscio ed allora si vide con quanta facilità il suo attacco filtrasse tra le linee alessandrine senza per altro riuscire a sfondarle per l’onnipresenza di quel colosso che è Rava. Ma l’insistenza dei vicentini doveva cogliere il successo al 40’ quando, in seguito ad un malinteso tra Arezzi e Pietrasanta, l’ala sinistra Rebuzzi poté effettuare uno spiovente verso Bodoira. Il portiere alessandrino cercò di intercettare il pallone, ma il suo intervento costò caro alla squadra, perché la palla, respinta corta, andava sul piede di Quaresima che l’accompagnava in rete. Tre minuti erano trascorsi quando, su una punizione contro l’Alessandria, Cadei, completamente libero a pochi metri dalla rete, riusciva a segnare il secondo punto. Nella ripresa l’Alessandria operò una serie di spostamenti: Lushta passò a guidare l’attacco, Rampini giocò mediano, mentre Pietruzzi s’incastrava tra gli avanti e Stradella finiva alla sinistra. Parve per un momento che la soluzione dovesse dare buoni fritti perché Stradella dopo pochi minuti in una discesa dell’attacco ebbe la possibilità di segnare, ma da due metri mandò la palla a lato; poi fu di turno Lushta a sbagliare, solo, avanti al portiere, ed infine a segnare una rete viziata da fuori gioco. Vampate. Il Vicenza, calmo ed ordinato, approfittando delle spinte in avanti dell’Alessandria, imbastiva tre o quattro discese, dove soltanto la classe di Rava poteva arginare le sciolte avanzate; poi erano ancora i grigi a premere con il loro gioco d’arrembaggio che faceva serrare in difesa una quindicina di giocatori, ma il pallone – che pareva stregato – non riusciva a varcare la soglia di Romano. E così finì la partita, tra la delusione del pubblico che volle applaudire soltanto Rava per la sua indiscussa bravura dimostrata nel corso dell’incontro. Ed anche i vicentini ebbero i loro applausi. La compagine è composta di elementi agili e combattivi, tutto fuoco e semplicità di gioco. Non cerca vie astruse per giungere al successo, sa attaccare bene e difendersi meglio. Santagiuliana si mise in evidenza per la sua azione lineare e corretta, i terzini buoni colpitori e gli avanti pronti, scattanti e decisi. Oggi tiri se ne videro pochi; fu una partita, si può dire, senza tiri pericolosi, tanto che i portieri non ebbero un lavoro difficile; una partita vinta dalla squadra più ordinata, più calma e più sicura nel suo gioco. L’Alessandria, come ho detto, è stata battuta soltanto per mancanza di una linea attaccante che sapesse sfruttare le occasioni propizie. Il nuovo insuccesso, ripeto, pone i grigi di fronte a gravi responsabilità; occorre rimediare nel modo migliore, ritoccando la squadra nei punti debole che non sono soltanto all’attacco. Eccellente l’arbitraggio di Zelocchi. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 4 novembre 1946) La squadra "grigia" croce e delizia degli sportivi alessandrini IL SERENO GIUDIZIO DI UN EMINENTE CRITICO SPORTIVO La collana delle partile negative dell’Alessandria continua ininterrotta senza che la «grande ammalata» dia segni di miglioramento. Intorno ad essa si aggirano troppi tecnici e sinora abbiamo visto applicare solo dei palliativi non adatti a sanare il male che si propaga in modo preoccupante. Per la cronaca, contro il Vicenza l’Alessandria ha subito due reti realizzate entrambe nel primo tempo in seguito ad altrettanti errori della difesa. L’attacco ha sciupato precisamente nove azioni da reti, la mediana si è distinta solo in Tortarolo. Tirando le somme la sconfitta… è giustificata. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 9 novembre 1946) RISULTATI: Atalanta-Milan 1-3 Bologna-Modena 1-0 Internazionale-Torino 1-3 Juventus-Bari 6-0 Livorno-Lazio 1-1 Napoli-Triestina 2-0 Roma-Brescia 2-1 Sampdoria-Genoa 3-0 Venezia-Fiorentina 3-0 CLASSIFICA: Bologna 13; Juventus 12; Modena, Roma 10; Torino, Vicenza 9; Sampdoria 8; Bari, Livorno, Napoli 7; Milan, Atalanta, Venezia 6; Brescia, Genoa, Internazionale, Lazio 5; Fiorentina 4; Triestina, Alessandria 2. *: una gara da recuperare MARCATORI 9 gol: Amadei (Roma) 6 gol: Baldini (Sampdoria) 5 gol: Astorri (Juventus), Candiani (Juventus), Puccinelli (Lazio), Puricelli (Milan) 4 gol: Bertoni I (Brescia), Del Medico (Modena), Piola (Juventus), Quaresima (Vicenza) Il punto sul campionato Lo scontro diretto in vetta alla classifica aveva premiato il Bologna che aveva sconfitto il Modena con il gol di Cappello nel primo tempo: era la sesta vittoria dei felsinei in campionato, la seconda sconfitta per i canarini che erano stati superati dalla Juventus autrice di una netta affermazione contro il Bari. Il Torino aveva espugnato il campo dell’Inter con le reti di Ossola, Gabetto e l’autogol di Cominelli. Tris del Venezia che aveva battuto la Fiorentina con la doppietta di Ottino e il gol di Pernigo. In rimonta la Roma aveva trionfato sul Brescia. Importante vittoria ottenuta dal Milan in casa dell'Atalanta: mattatore della gara Puricelli autore di una doppietta. Il derby della Lanterna aveva sorriso alla Sampdoria che era riuscita a battere il Genoa.