Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
29-09-1946 - Giornata: 2 - Torino - Comunale


Juventus - Alessandria US 3 - 1 (3 - 1)
RETI: 4. Candiani E. [Ju] , 26. Astorri M. [Ju] , 45. Astorri M. [Ju] 39. Lushta R.[A]

Alessandria US Miglio Attilio , Borgogno Angelo, Rava Pietro, Bertoni (II) Elio, Arezzi Giuseppe, Tortarolo Francesco, Rosso Angelo Triestino , Rampini Sergio, Lushta Riza, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro All.: Borel (II) Felice Placido

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Sentimenti (IV) Lucidio, Foni, Varglien (II) Giovanni, Depetrini, Parola, Locatelli, Magni, Piola, Astorri, Candiani, Lipizer. All.: Cesarini Renato

Arbitro: Limido Lorenzo (Milano)
Note
Spettatori: 20.000. Incasso: 2.572.000 lire. Giornata estiva, terreno ottimo Inizio gara ore 15.30

Commento
Tre a uno. È il secondo e crediamo che sia anche l’ultimo tre a uno che subisce l’Alessandria. La squadra è in chiara ascesa. Dall’altra domenica a ieri decisiva trasformazione: il lavoro di preparazione continuerà, nascerà il gioco, dovrei dire rinascerà il gioco perché discende per li rami… alessandrini e doveva essere soltanto in villeggiatura. Il primo tempo disputato ieri dai grigi fu veramente una cosa notevole: azioni aperte, proposizioni d’attacco eleganti, fermezza difensiva che non occupava mai uomini più del necessario. Lacune ancora, ed era cosa logica, qualche manchevolezza specie nel lavoro delle mezze ali per le quali il centravanti Lushta preparava invano occasioni appetitose. Il ritorno di Lushta a Torino ha costituito uno spettacolo degno di attenzione. Quanta ricchezza di risorse nel gioco dell’ex bianconero! Oserei dire che ci voleva proprio la classe, la grande classe di Parola per ridurre al minimo le conseguenze dell’azione intelligente, varia, estrosa e positiva del nuovo alessandrino. Squadra in ascesa, ho detto, e sarebbe un peccato se l’Alessandria badasse più al risultato che al crescente rendimento degli uomini. Si avvertono squilibri nella compagnia e tali squilibri sono effettivi per alcuni evidenti divari di classe; è l’assieme che livellerà ogni cosa; date all’Alessandria una fluidità di gioco e vedrete una squadra come ieri s’è vista o intravista in certi momenti della partita. In questi appunti, io penso, sta il programma dei grigi. E bisogna tenere conto dell’avversario che era la Juventus, dalla difesa ermetica, dai mediani-motorini, con quel piccolo e scattante centravanti che sguscia da ogni parte, con quel Candiani che ha il trillo del diavolo. Non ancora a posto neanche la Juventus, ma sempre lei, parca, misurata, tutta economia e tutta slancio secondo le circostanze esigono. Provate a fare gioco nel dedalo difensivo dei bianconeri. Bisogna essere bravi davvero. Prendete l’iniziativa e andate avanti, dopo poco subite l’iniziativa degli avversari. Parola si stacca sempre più nel firmamento calcistico: astro di prima grandezza. La potenza del suo gioco è sempre nella tecnica più ortodossa, sfiora la migliore arte calcistica. Carlin dice che è fin troppo sicuro di sé. Ha ragione, ma anche Parola ha ragione di tanta fiducia in sé stesso. Niente se mi considero, molto se mi raffronto. Accanto a lui Varglien II e Foni. Due ospiti felici del «sistema». Sfruttano la posizione e il tempo dei maestri. Perfetti i collegamenti di Depetrini e Locatelli. Questo il dedalo; e sono tutti angoli irti, duttili, flessibili ma non spezzabili. Vedremo l’attacco con l’innesto dei boemi di cui si dice molto bene. Cesarini ha preferito lasciarli ancora all’allenamento contro la fretta dei perenni annunciatori di novità. C’è tempo: il campionato è lungo e non è uno spettacolo «a sensazione», come dicevano i cari vecchi cartelloni dei caffè-concerto di un tempo. Nelle prime battute dell’incontro, Lushta aveva fatto delle belle cose. Lo vedemmo lavorare con astute finte, bloccare palloni difficili; ad un certo momento offrì a Rosso un pallone prezioso che l’ala si lasciò carpire da Sentimenti IV per una frazione di tempo. Ma mentre indugiavamo su questa scena, il gioco si spostò sull’area alessandrina e un fallo di un difensore contro Astorri dava alla Juventus il vantaggio di un tiro di punizione. Lo eseguì Candiani e fu la sua carta da visita di presentazione al pubblico torinese. Forse la palla sfiorò un difensore subendo una deviazione che poté ingannare Miglio, ma il tiro era perfetto per direzione e velocità. Così la Juventus andò in vantaggio. L’Alessandria accettò il fatto compiuto con calma e diede battaglia cercando di sfruttare la più bella giornata di Lushta. Fu un periodo buono per i grigi, culminato in un tiro angolato del centravanti che Sentimenti bloccò e in un pallone alto ma quanto mai insidioso di Coscia. Durò una ventina di minuti, finché non sopraggiunse la seconda rete della Juventus. Anche stavolta Candiani, che saettò verso la porta da almeno venticinque metri: stavolta Miglio si stava portando con esattezza sulla traiettoria del tiro, quando Astorri, nel gettarsi avanti, incontrò la palla cambiandone la direzione. Così il portiere dei grigi fu battuto senza colpa (25’). Si ebbe poi la rete dell’Alessandria. Cercò di evitarla alla Juventus l’arbitro fischiando un inesistente fuori gioco su uno scambio Lushta-Sotgiu che aveva eluso i difensori juventini; poi l’arbitro si ricredette e rimise lui la palla in gioco (strano caso di resipiscenza): se ne impadronì Lushta, avanzò resistendo alla pressione esercitata su lui dai difensori, e riuscì a scartarla con giudizio nell’angolo a sinistra. Prima che il tempo finisse, la Juventus accresceva il suo bottino. Veramente Lipizer, quando ricevette la palla, era fuori gioco, ma l’arbitro non se ne avvide: sul centro dell’ala intervenne Astorri che picchiò di testa dall’alto in basso, facendo battere la sfera giusto sugli stinchi del portiere. Miglio cercò di afferrarla, ma era già scivolata nell’interno della porta. Il secondo tempo fu piuttosto sporadico. Vampate di gioco e lunghe stasi. La Juventus non forzava, l’Alessandria non era più lesta e scattante come prima. Buoni momenti di Astorri, un abbraccio a Lipizer che poteva costar caro ai grigi, una scorreria di Foni conclusa con un tiro ben centrato che obbligò Miglio a deviare in angolo. Tornò in vista il centravanti alessandrino e fra le cose migliori della ripresa sono da ricordare una sua azione personale che soltanto Sentimenti IV riuscì a neutralizzare nel finale e un suo tiro a filo della traversa che sanciva un altro tentativo diretto dal giocatore. Per il resto, equilibrio di gioco e di azioni e padronanza della gara da parte dei difensori juventini. Partita corretta. Nessun risentimento del pubblico verso i… fuoriusciti juventini in gran numero nelle file alessandrine; anzi applausi a Rava per alcune sue belle battute. L’arbitro Limido, così così; e non si capisce quello sbandierare i fuori gioco da parte dei giudici di linea. Non s’era detto che di queste faccende dovesse occuparsene solo l’arbitro, limitandosi il compito dei giudici laterali ai falli di rimessa e ai calci d’angolo? Cerchiamo d’intenderci, altrimenti continuerà il sistema dei tre arbitri. Quello, se non erriamo, che l’AIA, e per essa Mauro, vorrebbero evitare. (Renato Casalbore, «Tuttosport», 30 settembre 1946) La prima considerazione che possono aver fatto i tifosi delle due fazioni alla fine dell’incontro può essere quella che l’Alessandria, pur battuta con tutta regolarità, non meritava forse il punteggio relativamente severo che le è toccato. L’undici grigi ha manovrato con franca disinvoltura, ha sovente attaccato, ma sempre si è trovato di fronte alla solida barriera formata dalla mediana e dall’estrema difesa bianconera. In ogni modo la prima linea alessandrina ha saputo essere insidiosa, contando abili palleggiatori quali Lushta e Coscia e giovani cui non manca senso di iniziativa come le ali Rosso e Sotgiu. In principio il gioco juventino è stato lievemente impacciato, ma poi è andato gradatamente sveltendosi e, specie per merito di Astorri e Candiani, ben coadiuvati anche da Piola e talvolta dalle ali, si sono potute ammirare anche azioni di un certo rilievo e di una qualche bellezza. L’insieme dell’attacco torinese è risultato, specie nella ripresa, più sbrigativo e tendente al sodo che non quello degli ospiti. Malgrado ciò tutte le segnature si sono verificate nel primo tempo. L’Alessandria ha cominciato dando l’impressione di essere magnificamente disposta. I grigi partivano all’attacco e l’organizzazione difensiva bianconera era subito messa alla prova. Su contrattacco Lipizer sbagliava un intervento e al 3’ un’azione e un centro di Lushta gettavano un po’ di scompiglio nelle retrovie torinesi, ma Varglien si incaricava di allontanare la minaccia profilantesi. Lo scattante Astorri fuggiva e puntava direttamente verso la porta e veniva arrestato qualche metro fuori dall’area di rigore da un evidentissimo fallo. La punizione veniva, da più che venti metri, battuta da Candiani: e il secco raso terra che ne scaturiva mandava la palla ad insaccarsi a fil di paletto sulla sinistra di Miglio. Poco dopo Lushta, solo e da fermo, aveva agio di sparare verso il bersaglio, ma il tiro risultava troppo alto. La Juventus subiva la sgroppata avversaria e all’11’ era costretta in angolo. Subito dopo si aveva un fallo di Magni che il medesimo batteva: Piola girava di testa, Miglio parava e poi i suoi difensori potevano districare a stento la minaccia che permaneva per qualche tratto davanti alla loro area. Al 14’ la Juventus era ancora in angolo, che si ripeteva sul medesimo lato. I contrattacchi bianconeri si concretavano in una nuova segnatura al 26’. Piola allungava il pallone a Candiani che era pronto a sparare in porta; qualche metro davanti al portiere Miglio, Astorri riceveva il pallone sul fianco e lo deviava astutamente in rete. L’Alessandria reagiva: al 28’ costringeva ancora la Juventus in angolo. Negli attacchi che la Juventus andava man mano elaborando e svolgendo, Miglio veniva a trovarsi costretto, al 34’, ad alzare in angolo un lungo tiro di Varglien venuto nella metà campo avversaria a seguire i suoi compagni di prima linea. Ancora un tiro secco di Candiani era parato a terra al 36’ e poi al 39’ un discusso fuori gioco di Sotgiu metteva l’arbitro in condizione di ritornare sulla decisione primieramente presa. Limido rimetteva in gioco lui stesso il pallone. Nella confusa azione che ne derivava, Lushta riusciva a farsi luce ed a segnare per la sua squadra mandando la palla raso terra proprio nell’angolo a destra di Sentimenti IV. Ma le distanze venivano prontamente ristabilite, poiché al 43’ Depetrini lanciava nuovamente Lipizer. L’ala sinistra fuggiva lungo la linea, centrava lungo e Astorri era prontissimo a rimettere di testa, la palla cadeva giusto sui piedi di Miglio che non poteva arrestarla e andava oltre la linea. La ripresa aveva inizio con nuove azioni juventine. Piola tentava al 4’ da ottima posizione di segnare, ma il pallone preziosissimo passava pochissimo al di sopra della traversa. Un angolo contro la Juventus al 6’ e uno contro l’Alessandria al 9’ su precipitosa fuga di Magni. Una magnifica azione provocata da Astorri veniva sfruttata da Magni all’11’. Il tiro era secco, ma la difesa dei grigi riusciva fortunosamente a salvare. Varglien provava al 13’ la resistenza della maglia di Rosso che gli era sfuggito poco al di qua della metà campo bianconera: la punizione veniva parata da Sentimenti in tuffo. Al 28’ Astorri in un suo nuovo ispiratissimo spunto veniva atterrato in piena area di rigore: l’arbitro non poteva fare a meno di arrestare l’azione, ma invece di accordare la massima punizione faceva arrestare il pallone sul limite dell’area. Al 33’ Sotgiu si produceva una distorsione al piede e usciva. Rientrava al 41’ al proprio posto, ma non poteva dare certo troppo aiuto ai suoi compagni, zoppicando visibilmente. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 30 settembre 1946) Il punteggio messo assieme da Candiani e dal portiere dell’Alessandria è severo per i grigi, i quali hanno giocato una partita piena di slancio. Un 2 a 1 avrebbe rappresentato un risultato conforme ad equità. La Juventus ha confermato le precedenti buone impressioni: la squadra denuncia sin d’ora una sicurezza di tattica e di gioco che legittima le speranze dei dirigenti e dei numerosi simpatizzanti. È una squadra che attende l’innesto di due ali che siano all’altezza degli altri reparti e chiede anche una maggiore garanzia in difesa. L’allenatore juventino non ha ritenuto opportuno far esordire i boemi testé giunti; ma uno di essi, e precisamente l’ala sinistra Korostelev, sarà a fianco di Candiani domenica prossima a San Siro. È imminente, inoltre, il ritorno di Sentimenti III che oggi ha giocato nella partita di riserve precedente l’incontro princiale. Ciò permetterà a Magni di arretrare a fianco di Varglien e dare maggior decisione e sveltezza al reparto difensivo. L’Alessandria non è mai stata dominata dalla Juventus, ma ha dato, al contrario, aperta battaglia. Nel momento che più la partita appariva incerta, il suo portiere ha avuto attimi di perplessità che sono costati ai grigi, ad esempio, il terzo punto. Per il resto, gli uomini alessandrini hanno retto il confronto da pari a pari cedendo alla maggiore decisione di tiro di un avversario: Candiani. Il neo-juventino non si è fatto pregare per stangare a rete. L’Alessandria ha giocato col «metodo». Borel che da qualche giorno ha assunto le redini della direzione tecnica, non si è sentito di schierare la squadra secondo il «sistema» senza prima addestrare al sistema stesso quelli ancora non ne hanno dimestichezza. Inoltre, ha sostituito l’inesperto Giorgino con un furbo di tre cotte, Lushta, il quale ha messo a dura prova i difensori bianconeri e più di una volta ha tentato il colpo risolutivo che soltanto la classe di Sentimenti IV poteva evitare. Ma l’Alessandria farà buone cose in campionato. Ha un elemento interessantissimo e di valore nel centro-sostegno Arezzi e Rava giganteggia in difesa così come Rampini e Sotgiu appaiono i più pericolosi all’attacco. C’è del materiale e c’è della volontà: e la squadra alessandrina dà l’impressione di essere la più cittadina delle squadre provinciali. L’Alessandria mancava, al 3’, il successo poiché un’incursione di Sotgiu metteva in grave pericolo Sentimenti IV; per contro, era invece la Juventus che al 4’, fruendo di un calcio di punizione da una trentina di metri per fallo di Arezzi su Astorri, si portava in vantaggio in quanto il tiro rasoterra di Candiani filava nell’angolino sinistro del portiere che si vedeva sbucare improvvisamente la palla dal muro difensivo e non riusciva a raggiungere la sfera. L’Alessandria non si dava per vinta e nei suoi contrattacchi tre volte costringeva la Juventus in angolo… ma erano ancora i bianconeri a segnare al 26’ su un tiro improvviso e incontrollato di Candiani involontariamente corretto da Arezzi. Ancora un angolo contro la Juventus e due contro l’Alessandria. Al 39’ Sotgiu e Lushta tagliavano fuori la difesa juventina e puntavano a rete; il gol pareva inevitabile quando l’arbitro Limido fischiava erroneamente il fuori gioco; accortosi dell’errore, rimetteva in gioco egli stesso la palla la quale perveniva a Lushta che segnava con un rasoterra alla destra del portiere. Allo scadere del tempo Lipizer, fuggito in fuori gioco, dosava al centro un pallone che Astorri, di testa, indirizzava in porta. Miglior abbracciava la palla ma poi se la lasciava sfuggire in rete. Nella ripresa, il gioco non accennava a diminuire d’intensità. Gli attacchi juventini si alternavano con i contrattacchi alessandrini e Candiani e Lushta erano i più assidui nel tirare in porta. Al quarto d’ora Sentimenti si faceva applaudire per una difficile parata in tuffo su tiro di Sotgiu. Ancora interventi dei portieri per le incursioni di Lushta e di Astorri, ma il punteggio non cambiava. Gli ultimi dieci minuti erano senza storia se si toglie l’uscita dal campo di Sotgiu, scontratosi con un avversario per brevi istanti. (Bruno Slawitz, «Corriere dello Sport del Lunedì», 30 settembre 1946) ATTESI ALLA PROVA I "GRIGI" CONTRO IL CORIACEO BOLOGNA Contro la Juventus la squadra alessandrina, pur uscendo sconfitta per 3 a 1, ha dimostrato notevole miglioramento e lascia sperare in un efficiente rendimento nelle prossime partite. La cattiva giornata di Miglio, che apparve emozionato, ha cagionato la sconfitta che poteva essere evitata dal rinvigorito gioco della nostra squadra. Le reti sono siate segnate nel primo tempo da Candiani e Astorri per la Juventus, da Lushta per l’Alessandria e nuovamente da Astorri. Nella ripresa il risultato non ha subito varianti e ciò denota che i grigi sono molto più in fiato che non nella partita col Modena. («Il Piccolo», 5 ottobre 1946) RISULTATI: Brescia-Napoli 2-1 Internazionale-Atalanta 0-1 (giocata il 28 settembre 1946) Lazio-Torino 1-2 Livorno-Roma 4-1 Modena-Bari 0-1 Sampdoria-Fiorentina 1-0 Triestina-Milan rinviata al 1º gennaio 1947 Venezia-Genoa 2-1 Vicenza-Bologna 0-3 CLASSIFICA: Bologna, Juventus 4; Torino 3; Atalanta, Bari, Brescia, Genoa, Lazio, Livorno, Modena, Napoli, Roma, Sampdoria, Venezia, Vicenza 2; Triestina, Fiorentina, Internazionale 1; Milan, Alessandria 0 MARCATORI 4 gol: Amadei (Roma), Astorri (Juventus) 3 gol: Puccinelli (Lazio) 2 gol: Bertoni I (Brescia), Bonaretti (Bologna), Cappello (Bologna), Dalla Torre (Genoa), Del Medico (Modena), Di Benedetti (Napoli), Gabetto (Torino), Galassi (Bologna), Pernigo (Venezia), Verdeal (Genoa), Verrina (Napoli) Il punto sul campionato Dopo due giornate di campionato a comandare la classifica erano state Bologna e Juventus. I felsinei erano passati con autorità sul campo del Vicenza con la doppietta di Galassi e il gol di Biavanti mentre i bianconeri erano riusciti a sconfiggere l’Alessandria. Prima vittoria stagionale del Torino che aveva espugnato il campo della Lazio con Gabetto e Mazzola. Di misura il Genoa era stato sconfitto in casa del Venezia: decisivo Pernigo a pochi minuti dalla fine del match. Caduta casalinga dell’Inter sconfitto dall’Atalanta: decisivo il rigore realizzato ad Gallo. Grande prestazione del Livorno che aveva nettamente sconfitto la Roma. Un gol di Bertoni a otto minuti dal termine aveva permesso al Brescia di sconfiggere il Napoli. La gara tra Milan e Triestina era stata rinviata per motivi di ordine pubblico.