Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1942/1943
Serie B
06-06-1943 - Giornata: 34 - Brescia - Stadium


Brescia AC - Alessandria US 5 - 0 (3 - 0)
RETI: 8. Martelli D. [Br] , 17. Martelli D. [Br] , 26. Martelli D. [Br] , 71. rig. Albini C. [Br] , 90. Romanini U. [Br]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Pochettini Mario, Foglia Mario, Lacelli Francesco, Novara Libero, Opisso Gianbattista, Fibbi Arrigo, Tossio Ferrero, Rossi Francesco, Orsi Franco All.: Baloncieri Adolfo

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Olivieri; Albini, Petermann; Perazzolo, Cadario, Mariani; Calzolai, Arcari (IV) Bruno, Romanini, Martelli, Ferrari. All.: Bánás József

Arbitro: Bianchi (Firenze) [Ghizzoni, Stucchi]
Note
Angoli: 5-1 (2-1). Cielo coperto, giornata afosa Inizio gara ore 15.30

Commento
Ore 17:15, la partita è finita, lo spettacolo continua. Il Brescia ha vinto cantando la romanza del suo gran gioco tra applausi e consensi. Ha vinto da gran signore senza difficoltà, ma la vittoria chiara e sonante potrebbe anche perdere molta della sua importanza. È legata al filo fragile di un’altra gara. Silenzio ed ansie, poi la grande notizia. Ora gli applausi e i clamori vanno alle stelle. Lasci lo stadio e ti accompagna la eco dell’entusiasmo popolare. La squadra azzurra ha scritto oggi sul suo libro d’oro una delle pagine più belle, ha scritto a caratteri di scatola una grande parola: «promozione». E questa parola corre di bocca in bocca, fa, rapida, il giro di tutte le contrade e la città è in festa. La partita è finita, ma lo spettacolo continua e continuerà a lungo; bisogna festeggiare, dicono (ed hanno pienamente ragione), questo Brescia che è ritornato in Serie A. Un ritorno in grande stile giacché a fugare i dubbi formulati dopo l’inciampo della scorsa domenica, la formazione bresciana non ha molto faticato offrendo di fronte alla squadra grigia una prova di capacità e di superiorità davvero considerevole. Si dice a volte, per rendere bene l’idea di una superiorità schiacciante, di un attacco a tambur battente. Questa volta il Brescia ha picchiato sodo dal principio alla fine, senza pause, senza rallentamenti, sempre a tambur battente. Ed ha battuto forte! Il netto punteggio non è ancora l’espressione esatta della superiorità degli azzurri, anche se Roggero ha sulla coscienza almeno un punto. Ma quante e quante volte, specie nella ripresa quando il successo era ormai sicuro, gli attaccanti bresciani si sono lasciati sfuggire la buona occasione? Ma lasciamo a parte punteggio e superiorità, prendiamo il gioco degli azzurri, rileviamo piuttosto il notevole miglioramento della squadra e dei singoli. La classe indubbia di qualche elemento ha portato la sicurezza della manovra, l’agilità del movimento concatenato. Un Cadario in piena forma, un Cadario che corre, arriva su ogni palla, indovina ogni passaggio ed ogni intercettamento, un Arcari che fa da maestro a dei compagni già abili. Poi dietro Perazzolo e Petermann e Albini, un triangolo che fa da spina dorsale. L’impianto di squadre c’è, e gira tutto ora. Gioca, piace e rende questa squadra. E si spiega la resa clamorosa dell’Alessandria che, di fonte a tanto avversario, non ha potuto far altro che battersi con grande volontà ed accanimento. Un primo tempo di gran gioco e di netta superiorità, Martelli mette a segno la prima stoccata all’8’ su azione di Ferrari. Palla lunga di Arcari sulla sinistra, girandole dell’ala in vena di prodezza e poi, su un rimpallo, Martelli riprende, tira e segna nell’angolo a destra. Continua superiorità azzurra e secondo gol al 17’. Questa volta parte dalla destra, da calzolai in fuga: centro, rapida correzione di Arcari, tiro alto al volo di Martelli. Roggero si lancia, attanaglia la palla che poi si lascia però sfuggire nel sacco. La danza in area grigia non ha soste. Terzo gol al 27’: punizione battuta da Arcari, palla fortissima che il portiere respinge e Martelli raccoglie infilando tra i pali. La ripresa è meno brillante. La superiorità bresciana è oramai tanto manifesta che la gara non trova più alcun spunto vivace. Ci sono le occasioni sbagliate (quante Calzolai!), ci sono un paio di «mani» in area lasciati impuniti, poi l’inevitabile (fallo netto col braccio di Bigando) rigore trasformato da Albini (26’) e il gol finale allo scadere del tempo. È Arcari che imposta l’azione portando la palla sino all’imboccatura della rete dove Romanini gli dà il facile colpo di grazia. Così il Brescia ha superato a pieni voti l’esame finale. Promosso, promosso in Serie A dopo tante ansie e tante incertezze. Promosso per merito di una volontà di società e di squadra, di una direzione e di una esecuzione perfettamente equilibrate e concordi che hanno dato, specie in questo finale, il massimo delle loro possibilità. Il giovane presidente Carlino Beretta, l’anziano allenatore Banas, i noti Olivieri, Perazzolo, Cadario, Arcari accanto ai Re Dionigi, Martelli, Romanini, Petermann, al fedelissimo Albini e a tutti gli altri, hanno riportato il gagliardetto azzurro alla massima divisione. Riportato dopo tanti anni giacché questo Brescia ch’era caduto in Serie B nel 1932 per ritornare immediatamente in A nel 1933 era ricaduto ancora nel 1936 senza riuscire più a sollevarsi. Ora la grande meta è raggiunta. Anche per gli azzurri si apre un capitolo nuovo della storia calcistica sociale già densa di vicende e di episodi notevoli. (Nino Oppio, «La Gazzetta dello Sport», 7 giugno 1943) Facile vittoria del Brescia che ha conquistato il diritto di entrare in Serie A. I punti sono stati segnati da Martelli all’8’, al 17’ ed al 26’ del primo tempo e nella ripresa da Albini su rigore, al 26’, e da Romanini al 44’. («Il Lavoro», 7 giugno 1943) BRESCIA-ALESSANDRIA 5-0 La chiusura del campionato è stata per i grigi una sonora sconfitta veramente imprevista. Si attendeva dall’Alessandria un finale più serio, invece a Brescia sono ritornate l’apatia, la mancanza di reazione e la cattiva giornata… di qualche elemento. Per fortuna la posizione in classifica era già sicura ed il risultato non ha portato conseguenze. Tra i giocatori è mancato, senza preavviso, il centrosostegno Viano che è stato sostituito da Lacelli. Il reparto difensivo ha girato a vuoto e Roggero ha avuto una delle sue giornate nere. («Il Piccolo», 12 giugno 1943) RISULTATI: Anconitana-Novara 2-1 Napoli-Modena 0-1 Padova-Pisa 3-1 Pescara-MATER 1-1 Savona-Fanfulla 1-0 Siena-Udinese 3-1 Spezia-Pro Patria 2-0 (giocata ad Apuania Carrara) riposa: Cremonese CLASSIFICA: Modena 45; Brescia 43; Napoli 41; Pisa, Pro Patria 37; Spezia 35; Cremonese 32; Fanfulla, Pescara 31; Anconitana, Padova 30; Alessandria, MATER 28; Siena 27; Udinese 26; Novara 25; Savona 18. VERDETTI: Brescia e Modena promosse in Serie A; Novara, Savona e Udinese retrocesse in Serie C; Palermo escluso dal campionato alla 30ª giornata.