Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
23-04-1950 - Giornata: 33 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 43. Pernigotti L.[A] 26. Sloan J. [Ud] , 54. Roffi E. [Ud]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Gabbiani Mario, Scarrone Secondo, Vitto Luigi, Bagliani Giuseppe, Cipolla Manlio Italo, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Rawcliffe Frank, Arezzi Giuseppe, Pernigotti Luigi All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
UDINESE AC: Brandolin; Vicich, Zorzi (I) Luigi; Bergamasco, Feruglio, Marussi; Dalle Vacche, Perissinotto, Darin, Sloan, Roffi. All.: Olivieri Aldo.

Arbitro: Galeati Giovanni (Bologna)
Note
«Stampa Sera» e «La Gazzetta dello Sport» attribuiscono la seconda rete dell’Udinese a Roffi, «Corriere dello Sport» a Zorzi I. Infortunato Rawcliffe [A] all’89’. Angoli: 4-2. Spettatori: 9.000. Cielo grigio. Campo sdrucciolevole. Inizio gara ore 15.30

Commento
SPETTACOLO UDINESE AD ALESSANDRIA: 1-2 Pur nel disappunto della sconfitta, gli alessandrini devono ammettere che l’Udinese non ha rubato nulla, ieri al «Moccagatta». Né varrà in sede di commento dare eccessivo peso a quel palo che sul finire della gara ha respinto un pallone, su cui Rawcllffe aveva scritto l’esatto indirizzo della rete. Se goal fosse stato, il risultato numerico avrebbe sancito la parità; però sarebbe egualmente, rimasta l’impressione della evidente superiorità degli ospiti. L’Udinese si è adattata subito alle condizioni d’ambiente: capolista «a lungo corso », non soffre più ormai il pubblico ostile; come squadra da battere, sa a ragion veduta affrontare l’avversarlo, che vuol vincere per il punto d’orgoglio di superare il migliore; tecnicamente e fisicamente ben impostata, si uniforma con duttilità allo stato del terreno: se fangoso, affidando ai suoi Bergamasco, Darin e Sloan il compito di «torri mobili» d’attacco; se asciutto, facendo sfrecciare all’offensiva i veloci Roffi, Perissinotto e Marussi. Nulla da eccepire, la capolista della B è già in vista del porto. Non è di tutti i giorni, infatti, il passaggio dalla terza alla prima serie nel breve spazio di dodici mesi; un anno fa in quest’epoca l’undici friulano si esibiva in C al gioco della promozione. Una bella soddisfazione per Olivieri! Al fischio d’inizio di Galeati – che arbitro di lusso! – l’Alessandria scatta all’offensiva; c’è vitalità nel gioco dei grigi. Dania supera con frequenza l’ostacolo Zorzi I, Rawcliffe è sempre puntuale ad ogni chiamata, Albertelli e Pernigotti intessono duetti a ripetizione. Quindici minuti di gioco buono della squadra di casa, un quarto d’ora di manovra tessuta sulla spinta della velocità e dell’ardimento. Maturano due buone occasioni, ma Rawcliffe non riesce nel tiro ad azzeccare il rettangolo della porta. L’Udinese comincia qui a controllare la situazione; s’erge su tutto il gioco del quadrilatero bianconero: onnipresente il longilineo Bergamasco (un mediano con i fiocchi che gioca inforcando al naso un vistoso palo d’occhiali), attento il tecnico Marussi, insidioso sulla linea della classe pura l’esile Perissinotto, preciso e sgobbone Sloan. Il primo goal della giornata è merito di Sloan (26’): palla da Marussi all’irlandese, che a pochi metri da Giorcelli, inspiegabilmente fermo, riesce ad aggiustarsi la sfera ed a cacciarla nel sacco, Nella reazione all’insuccesso i grigi palesano tutti i loro difetti e le loro virtù. Se Scarrone è in palla e Bagliani fa buona guardia allo scattante Darin, ci pensa Vitto a guastar la festa nelle retrovie. Tra gli attaccanti c’è Pernigotti che si dà da fare; ma Rawcliffe ha dimenticato a casa il manuale del tiro in porta, Dania e Albertelli presentano tutti i segni della scoppiatura completa, mentre Arezzi conferma l’errore di chi l’ha voluto mandare in campo come mezz’ala. In queste condizioni il goal può nascere solo da un ripicco. Ed è così che i grigi ottengono la rete dell’effimero pareggio: 43’, calcio di punizione tirato da Vitto, Rawcliffe devia al volo in porta, ma il palo respinge; nella mischia creatasi si fa luce Pernigotti, che riesce a trovare lo spiraglio giusto. Inizio di ripresa a ritmo serrato. Due schermaglie d’assaggio e si ha la rete del successo per gli udinesi, segnata da Roffi con tiro al volo susseguente ad un palo di Sloan. Ci vorrebbe ora la reazione degli alessandrini, ma mancano le possibilità fisiche per superare lo svantaggio. Passano i minuti e le difficoltà dell’impresa aumentano, ché al torpore dei muscoli s’aggiunge anche l’annebbiamento delle idee. Il guizzo finale di Rawcliffe, con palla stampata sulla traversa, non è stato che un episodio isolato. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 24 aprile 1950) Aveva dato tutto l’Alessandria, i suoi giocatori avevano speso il possibile e anche qualche cosa di più. A tre quarti dell’incontro, era palese, i grigi viaggiavano in riserva. L’Udinese, senza mai scoprirsi, comandava il gioco e riusciva a tenere la palla a metà campo, nonostante la rabbiosa volontà dell’avversario di arrivare oltre. La tattica della difesa senza rischi, del gioco tenuto lontano dalla propria area, riusciva in pieno agli ospiti, in virtù di una maggiore tecnica, ma soprattutto in dipendenza di una maggiore freschezza. Contenuta la sfuriata dei prodigiosi alessandrini, la capolista si era portata in vantaggio al 26’ con una fine ed elaborata rete di Sloan. Ripartivano gli alessandrini. Due volte Rawcliffe mise di un nulla il pallone appena sopra la traversa colpendolo di testa a pochi passi da Brandolin; poi, finalmente, al 43’, la sfera proveniente da una punizione, battuta da Vitto, si infilò di prepotenza fra i pali, dopo aver picchiato prima sulla traversa ad opera di Rawcliffe: il portiere udinese, con ammirevole prontezza, l’aveva alzata sfiorandola con la punta delle dita; il pallone, carico d’effetto, ritornò in gioco e Pernigotti lo scagliò dentro definitivamente. Raddrizzata la baracca, rimaneva da vedere quanto fiato avesse ancora in riserva. Riprese il gioco e i grigi risposero con lodevole bravura agli attacchi iniziali dell’Udinese. La gara era ancora apertissima. Alle manovre più ordinate della formazione ospite i padroni di casa rispondevano con folate non proprio ortodosse dal lato tattico ma parimenti pericolose. Al 9’, però, per lo scherzo cattivo di un pallone stregato, Giorcelli, uscito dai pali per fermare la più innocua delle palle, si era trovato di contro un pallone reso insidioso da uno strano rimbalzo su uno strato di terreno duro. La sfera saltò altissima e il portiere la dovette ributtare alla meno peggio con la punta delle dita. Appostato c’era Sloan che con estrema decisione indirizzò la sfera là, alla porta vuota; la traversa salvò tutto, ma soltanto per un attico, ché Roffi, avuto il pallone dal palo, lo rigettò nel sacco, rendendo vano il tentativo dell’accorrente portiere. Nuovamente in ritardo, l’Alessandria. Da capo per un altro inseguimento. Diedero tutto gli alessandrini, e raccolsero ben poco: due corner, due calci inutili dalla bandierina, largamente bilanciati da un’azione che a portiere superato vide la palla, calciata da Sloan, morire lentamente al di là della porta incustodita. Al 40’ l’Udinese, ormai quasi certa della vittoria, dovette però cogliere dal suo repertorio alti numeri di bravura. L’Alessandria, e sembra veramente un miracolo, ebbe ancora uno spunto. I bianconeri lo contennero con un certo orgasmo. È proprio sul finale, mancavano cinquanta secondi, Rawcliffe, raccogliendo la sfera nuovamente dalla destra, girò al volo un pallone micidiale. Un tonfo secco di cuoio contro legno: il pallone aveva picchiato tra palo e traversa per terminare contesissimo in calcio d’angolo. Rawcliffe rimase anzi a terra nella mischia susseguente il corner: rimase a terra fino al fischio di chiusura e venne poi trasportato a braccia agli spogliatoi. Una stupenda gara. Agonistica e corretta, vinta dalla squadra migliore e persa da una formazione che per generosità non avrebbe demeritato il pareggio. E ancora un perfetto arbitraggio di Galeati. Sotto un tappeto di erbetta appena nata, quattro di dita di patina appiccicaticcia hanno reso oltremodo faticoso il compito dei giocatori. Cielo grigio. Al 25’ della ripresa, Cipolla ed Arezzi si sono scambiati di posto. Angoli: 4-2 (primo tempo 1-2) a favore dell’Alessandria. Spettatori 9.000 circa. (Alberto Ambrosini, «La Gazzetta dello Sport», 24 aprile 1950) I grigi hanno ceduto nella ripresa, battuti da due punti beffardi e strani – uno per tempo – complice la difesa, incerta e titubante nelle due contingente, mentre in altre situazioni è apparsa attenta e vigile da stroncare le velleità offensive della poderosa avversaria. Indubbiamente l’Udinese è apparsa più registrata, disciplinata e organica in tutti i settori; una compagine robusta e stilistica insieme, che pienamente giustifica l’alta sua forma e il rendimento consacrato dalla sua invidiabile posizione in classifica, non più insidiabile da alcun concorrente. L’Alessandria, d’altra parte, inferiore in ogni reparto, ha giocato un’onesta partita e sfiorato più volte il successo, specialmente nel primo tempo; tra gli altri, due tiri di Rawcliffe hanno fallito per un soffio il bersaglio. Poi, nella ripresa, s’è accasciata, dopo il punto della vittoria bianconera, e per lungo tempo è stata costretta ad una dura difensiva. Ha, quindi, avuto un elettrizzante finale, e anche qui il pareggio è stato più volte lambito da alcuni tiri pericolosi; ma è mancato sempre il tocco preciso per giungere all’agognata affermazione. Con la sconfitta odierna, la posizione dei grigi si fa sempre più critica, e certo si dovrà lottare fino all’ultimo per sfuggire alla retrocessione. («Corriere dello Sport», 24 aprile 1950) Forse si è deciso, al «Moccagatta», il destino di due squadre. L’Udinese, travolgente, irresistibile, ha scavalcato con sempre più sorprendente autorità la tradizionale trappola del fango alessandrino e si è messa in tasca, forse definitivamente, il passaporto per la Serie A; l’Alessandria ha perduto, insieme ai due punti preziosi di una partita casalinga che poteva essere decisiva agli effetti della sua salvezza, il centravanti Rawcliffe (18 gol), vittima di un grave incidente e costretto a due mesi di riposo. Nel momento decisivo della lotta la perdita del valoroso centravanti inglese potrebbe essere decisiva per i grigi. La situazione della gloriosa società piemontese appare disperata: la trasferta di domenica ad Empoli potrebbe segnare la condanna definitiva. E l’attacco alessandrino, che fino ad oggi era vissuto esclusivamente delle prodezze di Rawcliffe, ha poche frecce nel suo arco per poter superare gli ardui accadimenti che attendono l’Alessandria sulla strada della salvezza. L’Udinese, invece, ha confermato ancora una volta le sue illimitate possibilità. Olivieri ha potuto concedersi il lusso di tenere a riposo atleti come Miniati, Civili, Snidero e Farina senza risentirne danno alcuno e l’Udinese è passata ancora una volta su un terreno difficile ed infuocato con l’autorità della squadra di classe superiore. (Ezio De Cesari, «Corriere dello Sport», 25 aprile 1950) Una trasferta difficile I GRIGI AD EMPOLI LOTTERANNO PER LA SALVEZZA Senza Rawcliffe domani il quintetto Contrariamente alle previsioni l’Alessandria ha sprecato, domenica, la sicurezza della permanenza in Serie B perdendo contro i bianconeri dell’Udinese, capolista del girone. La partita, dopo uno sprazzo tecnico dei grigi, si è offuscata ed alcuni nostri uomini, non in buona forma come Dania, Vitto, Arezzi e Giorcelli, hanno pregiudicato l’andamento della partita. L’affannosa ricerca dell’azione da rete portata avanti con i reparti che scricchiolavano, nonostante tutta la buona volontà da parte dei giocatori, ha cozzato contro l’ordinata difesa udinese e contro la solita sfortuna che si accanisce contro i grigi. L’arbitraggio del sig. Galeati non è stato dei più felici, e ne comprova il fatto di non aver concesso il rigore a favore dell’Alessandria su evidente fallo di mano di un terzino bianconero, dopo che pochi minuti prima Rawcliffe era stato colpito malamente in area di rigore. Le reti della squadra veneta sono state realizzate causa l’intempestività di Giorcelli incerto nell’uscita e tardo nel rialzarsi quando, fallita la presa in una prima parata, era rimasto a terra ad assistere al susseguirsi dell’azione. Mancanza di lucidità nei riflessi che da vario tempo hanno messo in ombra il nostro pur abile portiere. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 29 aprile 1950) RISULTATI: Brescia-Pro Sesto 3-1 Livorno-Prato 3-1 Modena-Fanfulla 5-0 (giocata il 24 aprile 1950) Napoli-Empoli 4-1 Pisa-Catania 1-2 Reggiana-Arsenaltaranto 4-1 Siracusa-Spezia 0-4 Spal-Salernitana 4-1 Verona-Cremonese 3-2 Vicenza-Legnano 0-3 CLASSIFICA: Udinese 49; Napoli 46; Spal 45; Brescia 44; Modena 43; Legnano 42; Livorno 39; Spezia 35; Cremonese, Pisa 33; Vicenza 31; Catania, Fanfulla, Salernitana, Siracusa 30; Verona 29; Alessandria, Reggiana 27; Empoli 26; Arsenaltaranto, Prato 23; Pro Sesto 11 MARCATORI 27 gol: Bertoni Et. (Brescia) 19 gol: Rawcliffe (Alessandria) 18 gol: Goldaniga (Fanfulla) 17 gol: Brighenti R. (Modena) 16 gol: Darin (Udinese), Masoni F. (Cremonese) 15 gol: Bartolini (Livorno), Colombi (Spal), Micheloni (Siracusa), Tavellin (Verona) 14 gol: De Vito (Spal), Giorgetti (Salernitana), Molina G. (Legnano), Quaresima (Vicenza), Scagliarini (Reggiana) Il punto sul campionato Il Napoli e la Spal conquistarono la vittoria, con lo stesso identico punteggio, rispettivamente contro Empoli e Salernitana rimanendo in scia della capolista Udinese. Tris del Brescia inflitto sulla retrocessa Pro Sesto. Sono state cinque le reti inflitte dal Modena ai danni del Fanfulla. La Reggiana agguantò l’Alessandria, in quint’ultima posizione, con il successo sull’ArsenalTaranto con i pugliesi a pari punti del Prato che fu battuto nettamente a Livorno.