Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
10-04-1950 - Giornata: 31 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Prato AC 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 56. Arezzi G.[A] 32. Ferrari E. [Pr]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Vitto Luigi, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Bagliani Giuseppe, Bussetti Luigi, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Rawcliffe Frank, Piccione Andrea, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
PRATO AC: Tesi; Cambi, Clocchiatti; Trasmondi, Lamberti, Carissimi; Cappellini, Zorgo, Parvis, Toso, Ferrari Emilio. All.: Genta Mario.

Arbitro: Valsecchi Luigi (Milano)
Note
Angoli: 6-0. Spettatori: 8.000. Giornata calda e ventosa, terreno secco. Inizio gara ore 15:30.

Commento
ALESSANDRIA E PRATO IN LOTTA AFFANNOSA: 1-1 Due squadre pericolanti e disposte a giocare il tutto per il tutto per salvarsi. Questo vuol dire gioco col cuore in gola, il combattimento che prevale sulla tecnica, lo spirito aggressivo che la spunta sullo spirito d’ordine. Cosi è stata oggi la partita, ma più da parte dell’Alessandria che del Prato, il quale tatticamente meglio inquadrato, tendeva a portare la lotta su di un piano ove la compagine dei grigi non poteva tanto comodamente assestarsi. L’Alessandria ha vissuto per molti anni sugli interessi di un cospicuo capitale di gioco, ma ora anche le casseforti della tecnica, che erano fra le più fornite d’Italia, sono andate esaurendosi per quanto l’antica scuola faccia ancora capolino in alcuni giovani elementi come Albertelli e Bagliani e in misura minore in Dania. Bisognerebbe poter curare minuziosamente i giovani prodotti, non avere preoccupazioni di classifica, non trovarsi insomma sempre con l’ansia di fare un capitombolo nella serie inferiore. Un problema tecnico non lo si risolve che con tranquillità d'animo, ma ora bisogna correre dietro ai due punti con lo stato d’animo di chi va in cerca di un secchio d’acqua per salvare la casa che brucia. Ed è questa ansia che tradisce l’Alessandria, e che in certo modo ne corrompe il gioco. Oggi, senza dubbio, s’è comportato meglio il Prato che ha dimostrato un senso più pratico del gioco, aderendo meglio dei grigi alle tendenze nuove che vogliono palleggi limitati, spostamenti rapidi di uomini, azioni in profondità. Trasmondi, Cappellini, Zorgo, Toso, Carissimi, Ferrari, hanno realizzato un gioco semplice ma sempre in movimento ed efficace per la scioltezza della manovra e la presenza costante di un’idea, un piano, un’intenzione concreta. L’Alessandria affrontò l’avversario più con la volontà di sfondare che di manovrare. Rawcliffe, che ne comanda l’attacco, è un giocatore enigma: ha la tecnica ma gli manca il temperamento, in certi momenti valorizza il gioco dei grigi e in altri lo frena. Non scatta, non torna indietro, non si batte. È un elemento di lusso, mentre l’Alessandria avrebbe invece bisogno di un’operaio del gioco, ma sa però distribuire perché lo sorregge una visione chiara dell’azione e possiede inoltre la «castagna»: se capita, in giornata buona il suo tiro è folgorante. Fu appunto Rawcliffe che al 17’ del primo tempo, solo davanti al portiere, sbagliò da una quindicina di metri il tiro che avrebbe potuto portare l’Alessandria in vantaggio: questo errore pesò fino alla fine sulla sorte dei grigi. Al 31’ Ferrari, concludendo un'azione in linea, sferrava dal limite con l’esterno del piede sinistro un tiro tagliatissimo d’implacabile potenza: un vero capolavoro di tiro. La palla sfiorò la traversa e si insaccò in rete. Si doveva giungere nell’11’ della ripresa per registrare il pareggio dei grigi e lo otteneva Arezzi con uno spettacoloso tiro dal margine dell’area che il portiere nemmeno vide. Non mancarono all’Alessandria altre occasioni, sua è stata anche la prevalenza delle azioni, ma nei pressi della porta avversaria il suo gioco si dissolveva. In certi momenti il suo impeto prendeva quella cadenza affannosa e disorientata dei puledri senza briglie; una squadra, insomma che suscitava più la commozione che l’ammirazione, ora scatenata ora sperduta, sospinta talvolta da un soffio di ispirazione sentimentale ma raramente avviata su di un binario chiaramente tracciato. La divisione in parti eguali del bottino traduce in numeri questa situazione. Ed a noi sembra che la traduca esattamente. (Ettore Berra, «La Stampa», 11 aprile 1950) La squadra grigia ha perduto oggi buona parte delle sue speranze di permanenza in B e, quel che è peggio, ha perduto giocando una delle peggiori sue partite. Era la prima volta in questo campionato che la squadra giocava due partite consecutive nella stessa formazione, ma gli stessi uomini che avevano dominato il Pisa, giocando bene, hanno oggi sfigurato in pieno contro il Prato, ottenendo il pareggio soltanto per un tiro indovinato di un mediano. Si è vista oggi una partita che l’arbitro Valsecchi non ha sempre tenuto in pugno, priva di ogni spunto tecnico, giocata con disordine e orgasmo da tutti i ventidue uomini ma specialmente dagli alessandrini. Sarebbe una partita da dimenticare subito se le sue conseguenze non si rivelassero pericolosissime per l’Alessandria. Nel disordine imperante non sono mancate ai locali le occasioni di segnare, ma tutte sprecate per precipitazione e imprecisione. Del resto la qualità del gioco non ha mai meritato il premio della segnatura. L’Alessandria ha raccolto sei angoli nella sua pressione contro nessuno del Prato, il quale però ha il merito di aver colto la sua rete sull’unica azione veramente organica di tutto l’incontro. Infatti, dopo un inizio favorevole agli ospiti, e dopo favorevolissime occasioni sbagliate da Rawcliffe e Dania, al 31’ Trasmondi dava a Cappellini, che passava a Ferrari completamente libero: tiro, e rete senza che Giorcelli, forse disturbato dal sole, potesse intervenire. Nella ripresa, all’11’, Arezzi, ricevuto il pallone da Albertelli, sparava prepotentemente con assoluta precisione in rete da quaranta metri. Tutto qui. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 11 aprile 1950) Partita di scarso contenuto tecnico. L’Alessandria, oggi sfasata e abulica, è riuscita a raggiungere il pareggio grazie ad un poderoso tiro di Arezzi quando il Prato era già in vantaggio per merito di Ferrari, che ha segnato grazie anche al sole che ha abbagliato Giorcelli ingannandolo sulla traiettoria della palla. Nel secondo tempo numerose azioni da rete sono state sciupate dagli alessandrini. Il risultato ha premiato la combattività dei pratesi in lotta come i grigi per salvarsi dalla retrocessione. («l’Unità», 11 aprile 1950) Avevamo previsto nelle note di presentazione dell’odierna disputa, le difficoltà, da parte degli alessandrini, di superare gli animosi avversari, anch’essi attanagliati dal gorgo della retrocessione. Le nostre previsioni non sono andate errate: i grigi si dibattono in difficoltà che sembrano aumentare, in relazione alla maggiore capacità richiesta per superare la crisi e portarsi in zona di sicurezza, che sembra, invece, sulla prova di oggi, allontanarsi sempre più paurosamente. Debole e sbandata è apparsa soprattutto la mediana, che è mancata prevalentemente al suo duplice compito: sorreggere la difesa ed alimentare l’attacco. Questo è stato attivo e battagliero nei due tempi; ha lottato apertamente contro la decisa e solida difesa pratese, ma ha fallito troppe situazioni lineari, invitanti al tocco finale per concludere positivamente le offensive sviluppate. Il fatto di non essere riusciti a segnare nel primo tempo, quando la possibilità di vulnerare l’estremo baluardo difensivo azzurro è apparsa più volte a portata… di piede, è indice esatto della sterilità dell’attacco grigio, mancante di direttiva, decisione e di mordente. Non così si possono volgere a proprio vantaggio le competizioni, quando viene a mancare il requisito elementare per giungere alla grande meta, che oggi non rappresentava un ostacolo addirittura insormontabile. Da queste premesse appare chiaro quanto sia stata aspramente combattuta, nei due campi, la disputa. La lode va a la Prato, che, pur non elencando meriti particolari, ha saputo disciplinare meglio le sue forze, dare una più decisa e sbrigativa azione allo sviluppo dell’attacco, con precisi allunghi della palla, tocchi esatti, tiri ben dosati che hanno messo più volte a dura prova l’abilità di Giorcelli. Il gioco si è fatto sovente duro e falloso; scontri dolorosi si sono verificati più volte; energici richiami dell’arbitro e ripetute punizioni hanno costellato questo brutto ed iroso scontro di due unità pericolanti e smaniose di salvarsi. («Corriere dello Sport», 11 aprile 1950) Non tornare a mani vuote VARIATA LA FORMAIZONE DEI "GRIGI" A LODI A riposo Arezzi, Sotgiu e Bussetti rientrano Pernigotti, Gabbiani e Cipolla Contro il Prato l’Alessandria ha giocato una partita mediocre; i grigi hanno sciupato troppi palloni e l’imprecisione sulla palla, in particolar modo nei passaggi, ha fatto sì che le azioni di attacco si capovolgessero in pericolo per la nostra difesa. Abbiamo notato, nel marasma quasi generale, che le ali Dania e Sotgiu tengono troppo la palla, rendendo vano il tentativo di travolgere i difensori avversari, anche se modesti. Per giunta, alla eccessiva individualità delle nostre due estreme, i mediani laterali non hanno controllato come richiede il «sistema» le proprie mezze ali e Giorcelli, accecato dal sole, si è lasciato sorprendere da una palla alta non imparabile. Il punto perduto contro la volonterosa squadra pratese incatena ancora l’Alessandria nella zona di retrocessione e desta serie preoccupazioni in considerazione al rendimento dei singoli giocatori in precarie condizioni di fiato. Per fortuna anche il Catania non è andato oltre al risultato pari sul proprio campo contro il Siracusa, dimodoché la posizione dei grigi in confronto alle squadre sicule resta invariata. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 aprile 1950) RISULTATI: [9 aprile 1950] Arsenaltaranto-Cremonese 3-0 Empoli-Pro Sesto 2-1 Legnano-Brescia 2-2 Modena-Salernitana 1-0 Pisa-Fanfulla 1-2 Spal-Reggiana 0-0 Spezia-Napoli 0-2 Verona-Livorno 5-1 [10 aprile 1950] Catania-Siracusa 1-1 Vicenza-Udinese 2-2 CLASSIFICA: Udinese 45; Napoli 43; Brescia, Modena, Spal 41; Legnano 38; Livorno 35; Pisa 33; Cremonese 32; Spezia 31; Vicenza 30; Fanfulla, Salernitana 29; Siracusa 28; Verona 27; Alessandria, Catania, Empoli 26; Reggiana 25; Arsenaltaranto 23; Prato 22; Pro Sesto 11 MARCATORI 24 gol: Bertoni Et. (Brescia) 17 gol: Brighenti R. (Modena), Goldaniga (Fanfulla), Rawcliffe (Alessandria) 16 gol: Darin (Udinese), Masoni F. (Cremonese) 15 gol: Micheloni (Siracusa) 14 gol: Giorgetti (Salernitana), Quaresima (Vicenza) 13 gol: Bartolini (Livorno), Ciccarelli (Spal), Dalcerri (Fanfulla), Malavasi (Spezia), Pozzan (Verona), Pozzo (Spezia), Tavellin (Verona) Il punto sul campionato Pareggio della capolista Udinese in casa del Vicenza con il Napoli che ridusse a due i punti di distacco dalla capolista friulana: i partenopei espugnarono Spezia con Todeschini e Suprina. Il rigore di Soerensen diede al Modena la vittoria contro la Salernitana che permise ai canarini di agganciare Brescia e Spal, fermate sul pareggio rispettivamente da Legnano e Reggiana. Il Verona rifilò cinque reti al Livorno. La rete decisiva di Mussino permise al Fanfulla di trionfare a Pisa. Secondo successo di fila per l’ArsenalTaranto che battè la Cremonese, in rete Battistelli, doppietta e Luzzi, scavalcando il Prato, fermato sul pari ad Alessandria e portandosi a due punti dalla Reggiana che non andò oltre lo 0 a 0 a Ferrara.