Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
12-02-1950 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Reggiana AC 4 - 1 (2 - 0)
RETI: 26. rig. Rawcliffe F.[A], 36. Bussetti L.[A], 52. Rawcliffe F.[A], 79. Soffrido L.[A] 63. Biagi A. [Re]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Bussetti Luigi, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Rawcliffe Frank, Soffrido Luigi Vittorio, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Martinelli; Borri, Saccani; Panciroli, Ivaldi, Ganassi; Baruzzi, Antonini (I) Giuseppe, Scagliarini, Biagi, Dal Bon. All.: Antonini (I) Giuseppe.

Arbitro: Bernardi Leonello (Savona)
Note
Angoli: 2-5. Spettatori: 6.000. Giornata serena, terreno ottimo Inizio gara ore 14.30

Commento
RISVEGLIO DEI GRIGI CONTRO LA REGGIANA: 4-1 Una giornata di vena di Rawclìffe è venuta a buon punto, per dare una preziosa vittoria ai grigi, che da tempo ormai parevano abbonati alle sconfitte. Il centroavanti alessandrino, giocando in posizione arretrata, ha scombinato le trame difensive dei reggiani, orchestrando tutti gli attacchi della sua squadra e funzionando da cervello intelligente ad ogni avanzata: due volte ha «sfondato» di persona, due altre ha imbeccato giusto compagni pronti a realizzare, un’altra volta infine ha mandato il pallone a sbattere sul palo. Il bilancio dell’inglese è stato ieri nettamente all’attivo ed i risultati sono stati persino superiori al previsto: un successo - quello grigio – da incorniciare nella bacheca delle cose preziose. Fin dalle battute iniziali tutti ebbero modo d’accorgersi che il numero 9 dei padroni di casa era per l’occasione un osso duro; più di tutti, è naturale, Ivaldi, centromediano reggiano, che verso la mezz’ora, al 26’, ad essere precisi, esagerò il marcamento, trattenendo l’avversario con un’energia da placcatore di rugby. Sul calcio di punizione di Vitto, spiovente in area, Rawcliffe scoprì d’esser trattenuto a terra da qualcosa di più potente della forza di gravità e Bernardi non ebbe nemmeno un attimo di esitazione a concedere il rigore. Il comizio dei granata intorno all’arbitro non ebbe risultati e, un istante dopo, l’Alessandria sì trovò in vantaggio: il centroavanti si era vendicato, trasformando la punizione. La partita prese piega di normale amministrazione, senza che gli ospiti dessero modo al pubblico di ammirare troppe belle qualità di gioco: non chinarono il capo, ma rimasero sempre in nette condizioni di inferiorità. Al 36’, a logico coronamento dell’offensiva, i grigi raddoppiarono il bottino. Sotgiu-Rawclìffe-Bussetti: il mediano, che faceva capolino tra gli avanti, non perse tempo a far i calcoli delle possibilità e batté ancora Martinelli. Al 7’ della ripresa, Albertelli allungò a Soffrido che, per quanto ostacolato da Saccani, piegò un po’ a sinistra «telefonando» poi a Rawclìffe. Per l’inglese, ieri, era un invito a nozze, e del fausto evento fu testimone disperato il guardiano dei rossi, costretto per la terza volta a raccogliere la palla nella sua rete. Piccola sveglia reggiana (e piccolo sonnellino grigio) così per movimentare l’ambiente, con un goal realizzato da Biagi al 16’ dopo una bella azione di tutto l’attacco spiegato; ma nessun allarme per il risultato finale. A mettere i cuori in pace assoluta pensò Soffrido al 34’, dopo un duetto con l’onnipresente Rawclìffe. (Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 13 febbraio 1950) Finalmente un raggio di sole anche per l’Alessandria. Ed è il raggio di sole di due punti largamente guadagnati, con una vittoria che vale ad interrompere una sequenza di cinque grosse sconfitte consecutive, il raggio di sole per il sensibile miglioramento degli uomini dell’estrema difesa e la prova convincente dei giovani Gabbiani e Bussetti; ma soprattutto il raggio di sole per il gioco superiore di Rawcliffe: l’inglese è stato oggi di gran lunga il miglior uomo in campo e ha legato il suo nome alla vittoria, segnando e facendo segnare. Un regista bravissimo. È stato un incontro combattuto, veloce. Di ciò va dato merito anche alla Reggiana, la quale, contrariamente alle previsioni, non ha mai fatto la testuggine nella sua area, ma si è sempre battuta baldanzosamente. E gli avanti granata hanno saputo crearsi parecchie occasioni da rete, svanite nel nulla per l’imprecisione del tiro conclusivo. Al 26’ Bernardi, facendo la somma di tutti i precedenti falli in area dei granata, concedeva il rigore per un abbraccio vistoso, troppo vistoso, a Rawcliffe che, davanti a Martinelli, stava per raccogliere un calcio di punizione battuto da Vitto. Lo stesso Rawcliffe, che già aveva colpito un palo a soli tre minuti dall’inizio, realizzava dagli undici metri. Al 36’ era Rawcliffe che, con un colpo di testa, dava il pallone a Bussetti, spintosi in avanti. Il tiro pronto e calibrato del mediano non perdonava. Nella ripresa scambio di posto tra Soffrido, zoppicante, e Dania. Al 6’ era appunto Soffrido che a conclusione di una pregevole azione personale, dava a Rawcliffe che non aveva difficoltà a segnare. I granata accorciavano meritatamente le distanze con una bella rete di Biagi al 16’. Al 34’, il più bel gol della giornata: Rawcliffe, tutto spostato sulla sinistra, si liberava di ogni avversario, poi dava a Soffrido che, libero, da venti metri batteva imparabilmente Martinelli con tiro perfetto e potente. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 13 febbraio 1950) Il risultato è bugiardo anche se si compiace di specchiarsi sulla infausta regola del quattro inaugurata fin dalle scorse stagioni dai granata sul campo Moccagatta. Bugiardo perché le fasi della gara non hanno mai specificato una differenza di simile peso tra la massa degli attacchi dei grigi e le contromanovre degli uomini di Antonini. Bugiardo altresì perché le occasioni da rete si sono equamente divise nei due campi lungo il corso dei novanta minuti di gioco. Bugiardo infine perché l’autenticità delle reti ottenute dai vincitori è messa in dubbio la prima dal solito, immancabile calcio di rigore e la terza da un fuori gioco limpido come l’acqua che sgorga dalla fonte. Forse parrà un paradosso parlare di rinascita della Reggiana proprio nel giorno in cui il passivo subito sembrerebbe più adatto a dare la stura alle ali del pessimismo, ma l’impressione è stata proprio quella di una esibizione coraggiosa, tenace, nettamente migliore delle ultime che l’hanno preceduta, anche se come queste alquanto sfortunata. Senza per questo cambiare di punto in bianco le carte in tavola ed affermare che i granata abbiano meritato il dieci con lode in profitto, possiamo azzardare l’ipotesi ottimistica che gli undici ragazzi si siano incamminati lungo la strada che parrebbe condurre alla riscossa. Quattro reti sembrano tante (e lo sono), ma prima bisogna seguire le fasi che hanno determinato via via le speranze, l’emozione, l’incertezza e la delusione di novanta divertenti minuti di gioco. Prendiamo il gomitolo della gara e cominciamo a sfilarlo. Non sono trascorsi che tre minuti di gioco che la faccia esterna della rete di Martinelli è scossa dal tremore di una cannonata di quelle che lasciano il segno dove toccano. Gliel’ha ficcata Rawcliffe come biglietto da visita di una gara che vedrà in lui il pilastro del movimento di offesa alessandrino. Ma la Reggiana non accusa la botta e risponde a tono per riequilibrare subito le sorti del bilancio: da Ivaldi la palla corre verso Biagi che fa in tempo a porgerla ad uno Scagliarini in vena di riscatto; Giorcelli esce a valanga, la sfera viene ugualmente scoccata, il palo esterno della casa grigia viene lievitata di una morbida carezza. Ma questo non è che il preannuncio di quello che verrà poi: siamo al 12’ ed Antonini si pone in azione dalla metà campo, caracolla palla al piede per venti metri, elude la vigilanza di Gabbiani, allunga a Baruzzi lanciatissimo; tiro fortissimo anche se troppo centrato ed il portiere riesce a deviare a mani aperte: Arezzi libera la minaccia. La Reggiana insiste con sferzate violente quanto veloci, impostando la gara sul ritmo infernale della «botta e risposta»; discende Soffrido a tutta birra, risponde Antonini costruendo con Scagliarini la più bella occasione della giornata: il centravanti ha un guizzo e la sfera fila verso Baruzzi che si libera del proprio difensore e si porta solo a contatto della rete alessandrina; pare cosa fatta, ed invece la palla colpita forse con precipitazione, vola maledettamente fuori. 18’ di gioco: la Reggiana si trova piazzata in avanti, l’Alessandria imbastisce una contromanovra e Sotgiu, servito in profondità da Rawcliffe, viene a trovarsi in posizione accomodante: tiro immediato, palla alle stelle. Niente di fatto. 20’: Sotgiu vuole rimediare al misfatto: raccoglie al volo una rovesciata di Albertelli e spara a piena velocità. Martinelli è in volo e la sfera si ferma nella sua presa fatale. Risponde Baruzzzi, ma il cuoio si perde ben presto a lato. E siamo al 25’. Finora le battute si sono susseguite rapide e secche come le fucilate di un cacciatore, finora l’aritmetica delle occasioni dice che la Reggiana può condurre teoricamente con due lunghezze di vantaggio. Adesso entra in scena l’arbitro. Bernardi di Savona vuole tenere fede ad una regola: quella di far crollare la Reggiana sotto il peso di una prima rete ottenuta con un calcio piazzato. Bernardi attende il momento propizio con la stessa rapidità con la quale il lupo gusta la preda che vuol divorare. E l’occasione viene. La palla viene in area, calciatavi da Vitto: e saltano contemporaneamente Ivaldi e Rawcliffe, due uomini egualmente forgiati nel ferro. Non c’è carica, tanto più che nessuno dei due giocatori finisce a terra e la stessa sfera si perde lontano, alle spalle dei due atleti. Per Bernardi di Savona invece sì. Fischia con decisione ed indica il dischetto bianco con una messa nuova negli annali del calcio: anziché avvicinarsi al punto dove deve essere deposta la sfera per il tiro, si allontana sempre più e dà quasi l’impressione di volersi addirittura… involare dal campo. Forse lo fa a scopo prudenziale, per sottrarsi all’assalto pressoché unanime dei giocatori granata in preda alla disperazione. Si sa come finiscono casi del genere: palla inequivocabilmente sul punto del rigore, tiro dello specialista in materia (al secolo Rawcliffe) e rete. Come volevasi dimostrare. Praticamente le sorti della Reggiana sono segnate a questo punto. Quando riprende il gioco infatti non c’è più scioltezza nei movimenti dei reparti i quali, costretti tra l’altro a sguarnire maggiormente il fronte difensivo nel tentativo di rimontare la corrente, provocano molti vuoti d’acqua nelle retrovie attraverso le quali possono più facilmente filtrare gli attaccanti avversari. Così dopo aver rischiato di ottenere il pareggio al 28’ su calcio d’angolo ed averne subito uno al 31’ abilmente parato da Martinelli, Bussetti viene a trovarsi al 35’ in buona posizione per raccogliere al volo un accorto passaggio di Rawcliffe e realizzare la seconda rete della giornata. Gli ultimi dieci minuti però sono di marca granata: una punizione di Ganassi a fil di palo al 37’ fa passare un brivido fra la folla mentre un secondo angolo a favore dei granata si perde nel nulla per il pronto intervento della difesa alessandrina. La dea bendata non sparge le proprie grazie neppure oggi nel campo granata. Se così non fosse, il tiro di Ganassi al 3’ della ripresa avrebbe miglior effetto; e se così non fosse, soprattutto, la confusa mischia del quinto minuto sotto la rete di Giorcelli con tiro finale di Dal Bon e carambola tra portiere, palo e linea della porta non finirebbe con un semplice calcio d’angolo senza esito. Invece effetto ha l’azione di contropiede dei grigi impostata al 7’, proprio nell’istante cioè in cui la Reggiana spara le sue migliori cartucce nel bersaglio del Moccagatta. Succede che Sotgiu sguscia indisturbato sul lato sinistro del campo e porge al centrattacco solo o rincorso da Ganassi a pochi metri da Martinelli: tocco e palla in rete di Rawcliffe, nettamente in fuori gioco. L’arbitro dice di no ed il terzo punto è fatto. Qui finisce il periodo di vena dell’Alessandria, che ha deposto sull’altare della partita tutte le sue energie. I suoi giocatori cominciano a risentire gli effetti del tremendo ritmo della gara e la giovinezza della Reggiana appare all’orizzonte. Un tiro magnifico di Scagliarini al 15’ a fil di palo apre la porta del successo che verrà un minuto dopo: è tutto merito di Biagi, fin qui poco continuo, che ha uno sprazzo brillantissimo che gli permette di partire da metà campo, di giocarsi tutti gli avversari, portiere compreso, e di insaccare a porta ormai incustodita; il pubblico applaude. Adesso comincia il serrate granata. Scagliarini lancia in profondità Dal Bon e l’estrema fa partire dal proprio piede una «folgore» che lamba senza colpire la casa di Giorcelli; Scagliarini insiste ed al 34’ si costruisce un suo capolavoro personale eseguendo una rovesciata mirabolante che sfiora soltanto il successo dopo aver fatto gridare al goal. I granata si gettano innanzi, si fa vivo anche Panciroli e nello spazio di tre minuti (dal 32’ al 34’) piovono due altri calci d’angolo. Pare quasi che maturi qualcosa di nuovo in campo granata ed invece la messe è raccolta ancora una volta dagli uomini in maglia grigia: un nuovo scatto di Rawcliffe dà il via ad un guizzo di Soffrido; bel colpo al volo, tagliente, rete imparabile. Stavolta la partita è definitivamente chiusa. Il commento migliore balza dalle nude note di cronaca che hanno messo in rilievo una rinnovata ansia di fare dei giocatori e spunti brillanti anche di atleti che ultimamente erano apparsi in evidente periodo di sfasamento. Il tallone d’Achille della squadra aveva nome attacco. Oggi il quintetto di punta ha fatto gioco e soprattutto ha bersagliato a più non posso lo specchio avversario. Precipitazione in certi casi, molta sfortuna in certi altri non hanno permesso di raccogliere i frutti del copioso lavoro. Ma qualcosa di meglio si è visto. Scagliarini ad esempio ha giocato con animosità, ha impegnato i settori opposti ininterrottamente, ha distribuito e tirato. Una sua rovesciata poi avrebbe meritato indubbiamente sorte migliore. Antonini ha ricalzato le scarpe a bulloni per infondere ai propri ragazzi animo e forza e c’è riuscito. Baruzzi ha fallito, è vero, una facilissima occasione iniziale ma ha avuto campo di rendersi ugualmente pericoloso nel corso dei rimanenti minuti di gioco. Panciroli è emerso alla distanza. Ha cominciato un poco a rilento ma ha svolto un secondo tempo imponente per mole di lavoro e per continuità. Va considerato poi che la mancanza di Montanari ha impedito alla linea di mezzo di svolgere il proprio compito con la solita continuità, soprattutto perché Ivaldi, tempista e giocatore di posizione, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per tenere a freno un Rawcliffe scatenato e sempre in cerca di libertà. Saccani e Borri hanno tenuto il loro posto con impegno mentre sulla scheda personale di Martinelli non va segnalata alcuna responsabilità nelle azioni che hanno condotto alla quadruplice marcatura dei grigi. Insomma, un bilancio numericamente passivo, ma una passività bugiarda. Ed il perché lo abbiamo già detto. (Laerte Guidetti, «Reggio Democratica», 14 febbraio 1950) Lottare con volontà per la salvezza DOMANI A BRESCIA LA SQUADRA GRIGIA Sotgin e Soffrido infortunati, verranno sostituiti dai giovani Piccione e Carelli L’Alessandria è ritornata finalmente alla vittoria sul proprio campo contro la Reggiana che lotta anch’essa nella zona del pericolo. Il successo numerico (4-1) non sancisce una netta superiorità di classe, ma semplicemente un maggior rendimento dopo una partita giocata con impegno, ma con una intesa ancora embrionale. Gabbiani, Bussetti, Rawcliffe e Vitto sono stati i più attivi e l’incontro ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che la nostra squadra gira quando l’attacco uniforma il suo giuoco a quello di Rawcliffe. Concludiamo asserendo che i grigi hanno vinto ma non convinto. («Il Piccolo», 18 febbraio 1950) RISULTATI: [22ª giornata] Vicenza-Cremonese 2-2 (giocata il 9 febbraio 1950) [24ª giornata] Arsenaltaranto-Catania 2-1 Empoli-Brescia 0-1 Livorno-Pisa 0-0 Modena-Vicenza 4-1 Prato-Napoli 1-0 Pro Sesto-Cremonese 0-1 Salernitana-Legnano 1-2 Siracusa-Udinese 2-1 Spal-Verona 2-1 Spezia-Fanfulla 0-0 CLASSIFICA: Udinese 35; Brescia* 32; Modena, Spal 30; Napoli, Livorno 29; Cremonese 27; Legnano, Pisa, Spezia* 26; Siracusa, Salernitana, Vicenza 23; Fanfulla, Verona 21; Alessandria, Catania, Reggiana 19; Empoli, Arsenaltaranto, Prato 17; Pro Sesto 7. : una gara da recuperare. *: due gare da recuperare MARCATORI 16 gol: Brighenti R. (Modena) 15 gol: Bertoni Et. (Brescia), Goldaniga (Fanfulla) 14 gol: Masoni F. (Cremonese) 13 gol: Darin (Udinese), Rawcliffe (Alessandria) 12 gol: Malavasi (Spezia), Micheloni (Siracusa), Pozzo (Spezia), Tavellin (Verona) 11 gol: Ciccarelli (Spal), Colosio (Brescia), Conti U. (Livorno), Giorgetti (Salernitana), Quaresima (Vicenza) Il punto sul campionato La ventiquattresima giornata segnò la quarta sconfitta stagionale della capolista Udinese per mano del Siracusa con il Brescia che riuscì a portarsi ad un punto di distacco, vincendo a Empoli, grazie a Bacchetti. In terza posizione il Modena rifilò quattro reti al Vicenza e la Spal che, di misura, superò il Verona. Il risultato più sorprendente della giornata vide il Prato battere il Napoli con il gol di Michelini con lo stesso punteggio la Cremonese espugnò il campo della Pro Sesto, ultima in classifica.