Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1945/1946
Misto B-C
24-03-1946 - Giornata: 21 - Vercelli - Leonida Robbiano


Pro Vercelli US - Alessandria US 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 28. Rosso A.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Cassano Luigi, Pietrasanta Piero, Ellena Giacinto, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Rosso Angelo Triestino , Bassi Luigi, Stradella Carlo, Rampini Sergio, Frugali Fabio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Fabbri; Beretta, Pramaggiore; Oppezzo, Mocca, Pondrano; Barbero, Minghetti, Tieghi, Carasso, Coltella. All.: Bajardi (I) Luigi

Arbitro: Silvano Ermanno (Torino)
Note
Spettatori: 5.000 oppure 8.000. Incasso: 460.000 oppure 700.000. Inizio gara ore 15.30 Secondo il tabellino di «Tuttosport» nelle file della Pro Vercelli giocò Pramaggiore, mentre «La Gazzetta dello Sport» cita Testa.

Commento
Da dieci anni – assicurano i vercellesi – non si era visto il campo sportivo così gremito: circa ottomila persone ed un incasso primato non inferiore alle settecentomila lire. Ma quale delusione per questa marea di gente, e quale delusione anche i dirigenti della Lazio, del Vicenza, del Torino e della Doria attirati tutti qui dalla fama di Tieghi! Tutti gli occhi erano puntati sul giovane centravanti vercellese, considerato, forse un po’ prematuramente, l’astro nascente del calcio italiano. Non neghiamo con ciò a Tieghi la stoffa del centravanti dell’avvenire, ma egli è ancora troppo grezzo e per il momento la sua sola qualità è la stoccata che non perdona. Per sfruttare questa qualità gli occorre l’ausilio di abili interni che sappiano mettergli la palla sul piede. Contro gli alessandrini questo ausilio è mancato in pieno e Tieghi, per tutta la partita, ha girato a vuoto, in posizione avanzata alla ricerca affannosa di palloni che non è mai riuscito ad azzeccare. Però un’occasione da gol l’ha avuto, al 5’ del primo tempo, ma l’ha sciupata malamente, sparando tra i piedi del portiere un tiro da tre metri. Con questo madornale errore i vercellesi hanno dato uno schiaffo alla fortuna che ha mutato poi di campo. Al 28’ era Stradella che, lanciato da Arezzi, saltava via letteralmente i terzini vercellesi e filava solo verso la porta di Fabbri, il portiere gli si faceva incontro, i terzini accorrevano puntigliosamente per sventare il pericolo; i quattro uomini si urtavano e cadevano formando un confuso groviglio, la palla sgusciava fuori lateralmente e finiva sul piede di Rosso che segnava a porta vuota. Per gli alessandrini doveva essere il gol della vittoria. Era stata questa la prima azione degli ospiti perché sino a quel momento il portiere vercellese non aveva toccato un solo pallone. Insistente era stata sin dall’inizio la pressione della squadra locale, pressione che è continuata anche dopo il gol alessandrino per proseguire per buona parte della ripresa. Ciò vi dice come la mediana vercellese, imperniata sul generoso Mocca, abbia lavorato senza sosta per sospingere i propri avanti all’attacco. Ma gli avanti avevano le idee annebbiate e ciascuno agiva per proprio conto. Nella ripresa poi hanno fatto di peggio: troppo spesso hanno invertito di posto così che lo schieramento è venuto ad assumere le formazioni più impensate. È vero anche che il compito degli attaccanti vercellesi è stato reso estremamente difficile dalla granitica difesa alessandrina, che ha avuto in Cassano un vero e proprio gladiatore. Sicuro e possente nelle sue tempestive entrate, egli ha rotto sul nascere ogni azione avversaria palesandosi di gran lunga il miglior uomo in campo. Anche la mediana ha giocato una grande partita e si deve soprattutto ad Arezzi se la squadra alessandrina, nonostante il persistente martellamento dei bianchi, ha mantenuto la sua bella saldezza e ha potuto distendersi ad ogni suo richiamo. Gli avanti non hanno svolto grande attività hanno lavorato soltanto a sprazzi con fugaci puntate in profondità ed ogni loro azione è partita da Arezzi che ancora una volta è apparso un regista incomparabile. Dopo questa visione panoramica della partita, la cronaca si riduce a ben poco. Al via, scattano subito i vercellesi ed al 5’ Tieghi manca la favorevole occasione cui abbiamo già accennato e che avrebbe, in caso di riuscita, cambiato il volto alla partita. I bianchi comunque insistono, ma i difensori alessandrini, più veloci sulla palla rompono ogni azione. Il gioco si mantiene nell’area dei grigi. Al 12’ angolo per i vercellesi, al 17’ duetto Tieghi-Coltella, ma Cassano sventa ogni pericolo. Al 21’ un’azione Arezzi-Frugali-Stradella si conclude con un tiro alto del centromediano alessandrino. Il gioco si fa sempre più ardente. I vercellesi premono sempre di più, ma le loro azioni sono slegate e caotiche e si infrangono inesorabilmente contro la muraglia difensiva alessandrina. La folla incita i propri beniamini, ma al 28’ ecco la doccia fredda: gli alessandrini, come si è detto, trovano la via del gol. Con l’inizio della ripresa, la partita non muta fisionomia. Sono sempre i vercellesi che hanno l’iniziativa, ma non riescono a superare lo schieramento difensivo dei grigi. Cominciano allora i mutamenti nel quintetto di punta. Minghetti retrocede a mediano, Oppezzo passa all’ala e Barbero al posto di interno. Ma il ripiego non serve a nulla. Sono invece gli alessandrini che contrattaccano e su un calcio d’angolo Fabbri si distingue nella sua prima parata. Al 22’ altro pericolo per i bianchi. Rosso scende velocissimo, stringe al centro ma da pochi metri spara alto. Gli avanti vercellesi cambiano ancora di posto. Tieghi passa all’ala sinistra, sostituito da Carasso, mentre Coltella gioca interno. Anche questo nuovo schieramento non produce migliori frutti. Numeroso sono le mischie sotto la porta di Diamante, ma la difesa alessandrina riesce sempre ad avere il sopravvento e verso la fine i vercellesi, esausti si dichiarano vinti. Gli ospiti, alleggeriti dalla insistente pressione, attaccano a loro volta e per poco al 38’ non colgono un secondo gol: Rampini lancia Rosso che fila solo su Fabbri il quale deve gettarglisi fra i piedi per soffiargli la palla. È l’ultima bella fase della partita ottimamente diretta dall’arbitro Silvano. (Giovanni Bollini, «La Gazzetta dello Sport», 26 marzo 1946) Nonostante fosse giornata di elezioni a Vercelli, la questura volle ugualmente autorizzare la disputa della partita fra bianchi e grigi, in seguito alle ampie assicurazioni che l’ordine pubblico sarebbe stato rispettato. E il pubblico vercellese, che fin dalle prime ore della mattina era accorso alle urne, poteva poi riversarsi sul campo, formando imponente e festosa cornice con la notevole massa di sportivi alessandrini venuti in treno speciale e con numerose macchine a centellinarsi, di presenza, la vittoria dei grigi. Disciplinati i giocatori e il pubblico, ma qualche invettiva all’indirizzo dell’arbitro non è mancata. Silvano aveva superbamente diretto la partita fino al 28’ del primo tempo. La Pro, scattata alla garibaldina fin dall’inizio, premeva nell’area di Diamante e già nei primi minuti Tieghi si era mangiato un’occasione d’oro, solo davanti al portiere. Veloci azioni, fluidità di gioco, pronti interventi di Cassano e Pietrasanta intenso lavoro di Arezzi, entusiastici appelli «forza Pro» e «forza grigi». Ma al 28’ un evidente fallo di mano a opera di un difensore grigio, a pochi passi da Diamante, provoca un solo urlo del pubblico: rigore. L’arbitro che ha visto bene, fa segno di continuare il gioco, i bianchi si arrestano e, nell’azione di contropiede, la palla giunge in campo avversario a due grigi, i quali filano rapidi verso Fabbri, che si butta disperatamente al salvataggio. L’ala destra Rosso, però, non ha difficoltà a mettere in rete. I bianchi, così doppiamente puniti, accusano il colpo. Il pubblico, pur imprecando alla mala sorte, se la piglia con l’arbitro e Silvano, resosi perfettamente conto del suo involontario infortunio, in quanto dal suo atto di tolleranza derivarono imprevedute e dannose conseguenze, cerca di correre ai ripari. Ma il rimedio è peggiore del male: la partita precipita, le azioni si esauriscono a due terzi del campo, e raramente la palla arriva ai portieri. La ripresa non offre più nulla di interessante. Lentezza di azioni dei bianchi, e continue scappate… a vuoto di Tieghi, che non ne imbrocca una. Indizi di confusione. Ogni bianco parla un linguaggio che il compagno non capisce e il solo Mocca non si dà per vinto. In tali frangenti giganteggia Cassano, s’impone Pietrasanta, si prodiga Arezzi, i quali portano meritatamente in salvo una preziosa vittoria. Al fischio finale abbracci fra i giocatori grigi in campo, e tra i tifosi alessandrini fuori. («Tuttosport», 25 marzo 1946) RISULTATI: Biellese-Savona 4-2 Casale-Vogherese 2-1 Cuneo-Sestrese 1-0 Piacenza-Ausonia 1-0 Vigevano-Novara 1-0 CLASSIFICA: Vigevano 28; Alessandria 26; Pro Vercelli 25; Piacenza 24; Novara 23; Casale 23; Biellese 20; Vogherese, Sestrese^ 18; Savona 14; Ausonia* 11; Cuneo 10. *: una gara in meno; ^: una gara in più Il punto sul campionato La penultima giornata aveva visto il Vigevano ottenere un’importante successo sul Novara: i lombardi avevano mantenuto la leadership della classifica con due punti di vantaggio sull’Alessandria che aveva vinto sul terreno della Pro Vercelli, terza in graduatoria. A una lunghezza dalle bianche casacche il Piacenza che era riuscita a sconfiggere, di misura, l’Ausonia. Successo, di misura, del Casale sulla Vogherese. Importante vittoria del Cuneo, ultimo, sulla Sestrese.