Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1948/1949
Serie B
30-01-1949 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Lecce US 4 - 0 (0 - 0)
RETI: 49. Giraudo F.[A], 57. rig. Soffrido L.[A], 64. Giraudo F.[A], 88. Soffrido L.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Cerri Felice, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Borgogno Angelo, Gallea Cesare, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Giraudo Franco, Pietruzzi Mario, Frugali Fabio All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
LECCE US: Eberle; Ciccone, Realini; Gavazzi, Natale, Achilli (II) Ferruccio; Cardinali, Madini, Silvestri, Stabellini (II) Goffredo, Celani. All.: Magnozzi (II) Mario

Arbitro: Pizzato Angelo (Venezia)
Note
Angoli: 11-2. Spettatori: 5.000. Incasso: 1.400.000 lire. Giornata di sole primaverile, terreno pesantissimo a causa del disgelo. Inizio gara ore 14:30.

Commento
La… trilogia casalinga dell’Alessandria si è conclusa oggi in apoteosi. Complessivamente oggi il bilancio è: sedici gol fatti, uno subito. Prima avara di reti, la squadra alessandrina ha trovato ora un’improvvisa vena di gioco che la porterà sicuramente ad una tranquillante posizione di centro classifica. Come già il Pescara e l’Arsenaltaranto, il Lecce – terzo ospite del Sud – è stato superato in modo netto. Viste le condizioni del fondo, era facile prevedere, all’inizio dell’incontro, una larga segnatura. Le prima due azioni (una per parte) confermarono la previsione; e non tanto per il merito degli opposti attacchi quando per i topici sdruccioloni dei difensori che aprivano larghi, invitanti corridoi. Dopo 30” appena Giraudo e Frugali avevano superato nettamente la difesa del Lecce; pochi attimi dopo i granata di Magnozzi usufruivano già di un calcio d’angolo, estremo mezzo di difesa cui erano ricorsi i grigi per neutralizzare una loro veloce puntata. Si pensava quindi che su un terreno così impossibile l’Alessandria impostasse il gioco d’attacco su azioni d’ampio respiro, nascenti dal contropiede. Gli avanti locali si lasciarono invece trarre in inganno dall’invitante azione di tambureggiamento a massa, propensi a credere che a forza di tirare la rete di Eberle sarebbe capitolata. Sapete come succede in questi casi: un po’ per la bravura del portiere e dei terzini, molto per la fortuna che proprio sulla linea della porta fa sorgere improvvisamente – quando il portiere è già battuto – gambe, teste e schiene di avversari, l’Alessandria terminò il primo tempo senza aver segnato, pur avendo giocato sempre in area avversaria. I grigi ebbero una buona occasione di realizzare al 7’ quando la palla, battuta e ribattuta in un’interminabile mischia, fu alla fine deviata in corner da Eberle. Potevano ancora segnare al 16’ allorché Giraudo, dribblati già due avversari, indugiò un attimo e si fece soffiare la palla quando ormai era a pochi metri dal portiere. Verso la metà del primo tempo la sfuriata dei grigi ebbe una tregua: le gambe degli atleti risentivano il fango che ingoiava le scarpe e le restituiva grevi di zavorra. Fu una pausa breve: ecco l’Alessandria nuovamente in area lecce. Preso dalla nuova folata d’attacco, anche Cerri, terzino va spesso all’offensiva abbandonando Celani che può così fuggire e stringere al centro (37’) buon per l’Alessandria che Borgogno arriva in tempo e riesce ad interrompere la fuga mandando la palla lateralmente. Nella ripresa la partita mutò fisionomia. Il gioco, che invano si era atteso nel primo tempo, era svolto ora dall’Alessandria pacatamente, con la tranquillità derivante dalla sicurezza di sentirsi superiore. Però la prima azione pericolosa fu il Lecce ad impostarla. Siamo al secondo minuto di gioco: la palla è a metà campo; Scarrone potrebbe impossessarsene prima di Cardinali, ma rallenta la corsa. L’ala granata è pronta ad approfittarne, traversa il campo in un baleno; giunto in area tira a parabola, un tiro magnifico che supera Giorcelli uscito di porta, e che incontra… la traversa. L’occasione è sfumata e non si ripresenterà più. Ora gli sguardi non son che per l’Alessandria e per le reti che son nell’aria. Al 4’ su un fallo laterale, Gallea dà a Frugali che smista sulla sinistra dove si trova Giraudo, tiro e gol. Al 10’ Sotgiu, stretto al centro, devia di poco sopra la porta un «cross» di Frugali. Gli ospiti sono stroncati dalla fatica: i grigi (in maglia bianca però) conducono la danza a piacimento. Viene al 14’ il secondo gol: Giraudo fugge da metà campo evitando la carica di Ciccone e Natale. Potrebbe appoggiare l’azione su Frugali che lo affianca ma preferisce continuare nell’azione individuale. In area di rigore vien atterrato da Natale: rigore indiscutibile. Batte Soffrido con una leggera finta a sinistra infilando nell’angolo opposto. Un minuto dopo Giraudo, ricevuta la palla da Soffrido, ripete l’azione; ma stavolta perde, regolarmente, la palla. Si rifà però subito: al 18’ chiude infatti la terza azione consecutiva con la terza rete. Intanto Pietruzzi, toccato al piede passa all’ala destra sostituito da Sotgiu. Due calci d’angolo al 30’ e al 35’ fanno da tratto d’unione ad un gol di Pietruzzi (già ritornato al proprio posto) annullato, giustamente, per fuorigioco da Pizzato che ha diretto ottimamente. La partita è ormai finita. Gli spettatori frettolosi di raggiungere l’uscita non vedono l’ultima rete. È Soffrido a fuggire ancora da metà campo. Guadagnato un metro sullo scatto, la mezzala riesce a conservare il vantaggio fino all’entrata dell’area. Mentre Eberle si tuffa gli fa passare sopra il pallone che entra in rete a fil di palo. Sul bordo del campo Magnozzi scuote il capo: contro l’attuale attacco alessandrino non c’è niente da fare. Già, l’attacco! Tutta la squadra gioca in funzione di questo prolifico attacco; anche i terzini, come ebbi occasione di far notare più sopra, abbandonano spesso e volentieri le proprie ali per tuffarsi in area avversaria. È un gioco brillante. Ma non ortodosso: attenti in trasferta. Giraudo si è fatto notare per il palleggio; Soffrido per la vivacità; Sotgiu per la velocità; Arezzi per la potenza; ma chi più di tutti è piaciuto è Gallea. L’ex torinese ha conservato la chiarezza del gioco, la lucidità degli spostamenti repentini, la morbidezza del palleggio. Non è più impetuoso come alcun anni fa; forse non è ancora a posto atleticamente; ma è pur sempre un giocatore da Serie A. Del Lecce il migliore fu Eberle, il portiere. C’era anche Achilli II, fratello del nerazzurro. Gli assomiglia in tutto. Non intendevo alludere al gioco… (Renato Morino, «Tuttosport», 31 gennaio 1949) I rossi pugliesi hanno opposto un’accanita, rabbiosa, ammirevole difesa, specialmente nel primo tempo, quando la porta di Eberle, che è stato il migliore atleta degli ospiti sventando una seria perigliosa di assalta alla sua rete in modo spettacoloso. A quest’agile e abile difensore, che a volte è stato autore di un’audacia sorprendente per respingere stravaganti palloni provenienti da ogni settore, il Lecce deve essere grato se è riuscito ad evitare un più largo punteggio profilantesi fin dalle prime battute e che ben presto ha determinato un opprimente assedio all’estrema area dei rossi. Sfumata una fugace offensiva degli ospiti che peraltro ha costretto l’Alessandria in angolo al 1’ di gioco, e quindi un nuovo assalto reso vano dal tiro falloso di Achilli II che ha lanciato la sfera di cuoio sopra l’asta orizzontale, l’Alessandria ha assunto in seguito il comando delle azioni, manovrando sul fango, reso ormai tradizionale sul Moccagatta, e reso in alcuni punti ancor più tenace dal sole primaverile, con tale accorgimento da taglia fuori sovente dal vivo della lotta gli avversari. Ma, giunti in area di rigore, i grigi con i loro fitti passaggi resi vani dal terreno ancor più insidioso, non sono riusciti a passare sia per i pronti interventi di Ciccone, Realini e Natali, ma ancor più dagli acrobatici interventi di Eberle, che è stato il gladiatore più ammirato della giornata. I lunghi assedi e le rabbiose mischie create dai continui assalti di Frugali in magnifica ripresa ed artefice di numerosi, giudiziosi e pronti interventi che hanno creato lo scompiglio nelle file avversarie; di Sotgiu, il più insidioso e vivace dei contendenti; i tiri parabolici con le sfrecciate volanti di Giraudo, Soffrido e Pietruzzi si sono sgranati a ripetizione da tutte le direzioni contro il bersaglio che pareva invincibile per l’ostinato, instancabile ed onnipresente intervento di quel diavolo volante di Eberle, fortunato a volte ma anche sorprendente nei suoi fortunati interventi. Così nei primi 45’ delle ostilità, il Lecce è apparso lievemente superiore per struttura tecnica ed abilità di manovra all’Alessandria battendosi con lo stesso immutato fervore e ardore fino alla fine e riuscendo così a mantenere inviolata la sua rete benché abbia subito dieci calci d’angolo ed altrettanti calci di punizione, mentre i tiri ben diretti alla roccaforte abbiano superato di gran lunga il numero delle dita delle due mani. Il crollo è poi venuto nella ripresa. I giocatori, stanchi per la lunga contesa, stremati per le condizioni del terreno che ne hanno stroncate le forze anzitempo, hanno ceduto dopo una fuga di Cardinali che ha tirato alto e la palla è stata respinta dal palo; Silvestri la riprende a soli due metri da Giorcelli, ma il centrattacco pugliese, non si sa come, manda la palla sopra la traversa, mancando così una facile occasione da gol. Due minuti dopo Pietruzzi imita Silvestri: giunto a pochi passi da Eberle manda la palla alle stelle. Ma al 4’ Giraudo, con un tiro spettacoloso, riesce a segnare il primo gol. Ora i grigi sono lanciati a gran velocità; essi manovrano sull’estrema destra che per le migliori condizioni del campo offre maggiori possibilità di manovra. Si ripete l’assedio del primo tempo, e al 13’ si ha una fuga di Giraudo da oltre metà campo che arriva a pochi passi da Eberle. Natale non trova altro rimedio che allungare una gamba e mandare a terra Giraudo. Calcio di rigore: Soffrido, con un tiro rasoterra, segna il secondo punto. Segue al 16’ un nuovo intervento offensivo degli ospiti intessuto da Cardinali, ma il tiro è debole e Giorcelli blocca agevolmente. Al 19’, su azione di Scarrone che lancia Soffrido, la palla perviene ancora a Giraudo che, con le spalle rivolte alla rete, riesce a rovesciare in porta il terzo punto per i grigi. Al 23’ Achilli II giunge a pochi passi da Giorcelli ma anche questa facile occasione viene malamente sciupata. Al 30’ il Lecce subisce l’undicesimo calcio d’angolo, mentre l’Alessandria subisce a sua volta il secondo. Ora i grigi rallentano alquanto la pressione e gli ospiti si spingono nella metà campo alessandrina. Un tiro di Cardinali finisce alto sulla rete al 41’. Un minuto dopo è Celani che dopo aver percorso una quarantina di metri velocissimo sferra un tiro che manda alta la palla. Poi, un gol di Sotgiu annullato per fuori giuoco e al 43’ una fuga di Soffrido da oltre metà campo: superati tutti gli avversari, va incontro ad Eberle che cerca disperatamente di uscire dai pali ed ostacolare l’avversario; ma Soffrido, con un balzo, supera il portiere e scaraventa in rete il quarto pallone. Poche battute ancora e poi la fine di questa elettrizzante contesa. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 31 gennaio 1949) L'ATTACCO ALESSANDRINO TRAVOLGE IL LECCE: 4-0 È stato, su per giù, il bis di domenica scorsa, benché il Lecce sia apparso più saldo e combattivo dell’Arsenaltaranto; specie in porta, dove Eberle è riuscito a mantenere inviolata, nel primo tempo, la rete, nonostante il continuo assalto dei grigi. Nella ripresa l’Alessandria, in netta costante ascesa, continuava a premere, e al 4’ Giraudo segnava il primo punto. All’11 altra fuga di Giraudo che, superati tutti gli avversari, veniva atterrato in area da Natale: il calcio di rigore era trasformato da Soffrido. Al 19’, su azione di Scarrone, che, con Borgogno, ha notevolmente contribuito al successo dei grigi, Giraudo marcava il più bel punto della giornata. A due minuti dalla fine, altra fuga spettacolosa di Soffrido: Eberle usciva dai pali, ma non era in grado di scongiurare la rete. («Stampa Sera», 31 gennaio 1949) Partita interessante che ha messo di fronte di due squadre desiderose entrambe di un’affermazione data la poco felice posizione in classifica. Nel primo tempo il Lecce, forte in difesa dove ha giganteggiato il portiere Eberle, ha saputo tenere testa in modo ottimo alla squadra alessandrina, che ha esercitato una costante pressione sulla porta avversaria; ma le azioni non hanno avuto conclusione o per la troppa precipitazione degli avanti grigi o per il pronto e deciso intervento dei due terzini del Lecce e del portiere. Così è finito il primo tempo sullo zero a zero. Nel secondo tempo il Lecce inizia a forte andatura. Cardinali impadronendosi della palla scende velocemente verso Giorcelli, ma il suo tiro alto passa fra le mani del portiere, rimbalza contro il palo e ritorna in campo; raccoglie Madini, ma la troppa precipitazione gli giuoca un brutto scherzo ed egli tira alto sul palo. Subito dopo al 4’ Giraudo segna il primo goal della giornata con un traversone da sinistra a destra, che sorprende Eberle e si insacca con forza in rete. Al 7’ Giraudo sbaglia una magnifica occasione; al 10’ il centroavanti alessandrino, ricevuto un passaggio da Gallea, fugge tutto solo verso in porta avversaria: Natale battuto in corsa gli allunga uno sgambetto in area e l’arbitro decreta il rigore che Soffrido non ha difficoltà a realizzare. Il Lecce con due punti al passivo lotta ancora con tenacia ma il suo giuoco si fa un tantino rude. Al 19’ su punizione battuta da Scarrone il pallone finisce a Soffrido che gira a Giraudo, il quale segna il terzo goal della giornata. Ancora al 43’ l’Alessandria aumenta il suo vantaggio per merito di Soffrido che lanciato da Arezzi giunge con la palla in porta dopo aver scavalcato anche il portiere. Terreno di giuoco pesantissimo a causa del disgelo che ha costretto a un vero sforzo fisico i ventidue atleti. Si sono distinti Eberle, Natale e Cardinali del Lecce, Scarrone, Giraudo, Sotgiu, Gallea e Frugali dell’Alessandria. («Il Nuovo Piccolo» di Genova, 31 gennaio 1949) DOMANI I "GRIGI" IN TRASFERTA A PARMA Gli allenamenti - Solita la formazione - Forse domani a Parma i « grigi» in maglia grigia Il 9-0 ottenuto contro il Taranto aveva lasciato l’impressione di un successo che non sarebbe rimasto isolato, ed infatti, nonostante la coriacea difesa dei granata di Lecce, nei quarantacinque minuti della ripresa gli attaccanti grigi per quattro volte sono riusciti a battere l’ottimo Eberle. Per tutto il primo tempo la sarabanda degli attacchi alessandrini è rimasta infruttuosa, non come nelle passate partite, per l’insufficienza del tiro dei nostri avanti, ma in virtù della bravura del portiere Eberle, che aiutato dai pali, dalla fortuna e coadiuvato da due validi terzini era riuscito a mantenere intatta la propria rete. Nella ripresa, sulla metà campo più praticabile, Giraudo è stato il vero animatore del nostro attacco ed un condottiero intelligente e ben coadiuvato. A nastro avviso l’Alessandria ha giocato meglio contro il Lecce che contro il Taranto: è la squadra che incomincia a funzionare, le reti segnate sono frutto di azioni ottimamente congegnate. Le reti sono state segnate due da Giraudo e due da Soffrido. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 febbraio 1949) RISULTATI: [18ª giornata, 22 gennaio 1949] Seregno-Arsenaltaranto 3-1 [23ª giornata] Brescia-Spezia 1-0 Como-Arsenaltaranto 2-0 Cremonese-Pescara 3-0 Pisa-Verona 2-2 Salernitana-Legnano 1-0 Seregno-Reggiana 0-0 Siracusa-Pro Sesto 1-0 Spal-Parma 5-0 Venezia-Napoli 3-2 Vicenza-Empoli 4-1 CLASSIFICA: Como 35; Vicenza 34; Cremonese 30; Venezia 27; Empoli, Napoli, Salernitana 26; Brescia, Pisa, Verona 24; Siracusa, Spal 23; Alessandria, Spezia 21; Legnano 20; Lecce 19; Pescara 18; Pro Sesto, Arsenaltaranto, Parma 17; Reggiana, Seregno 16. *: una gara da recuperare. MARCATORI: 16 reti: Zecca (Venezia), 14: Rinaldi (Pescara), 13: Badiali (Spal), 11: Soffrido (Alessandria), Meroni (Como), Frizzi (Spal). Il punto sul campionato Con una tranquilla vittoria contro l'Arsenale Taranto il Como mantiene la testa della classifica mantenendo a distanza il Vicenza, frustato dal gol iniziale dell'Empoli ma capace di rimontare e vincere 4-1 nella ripresa. La Cremonese ha avuto bisogno di una mano dalla buona sorte per battere il Pescara. L'arbitro ha negato agli abruzzesi un evidente rigore quando le due squadre erano ancora sullo 0-0. Il Napoli chiude in vantaggio il primo tempo a Venezia ma nella seconda parte di gara si scatena il capocannoniere Zecca che, con una doppietta, ribalta il risultato a favore dei lagunari.