Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1952/1953
Serie C
14-12-1952 - Giornata: 13 - Venezia - Pierluigi Penzo


Venezia AC - Alessandria US 0 - 3 (0 - 1)
RETI: 27. Mazzucco E.[A], 69. Testa L.[A], 87. Testa L.[A]

Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Vitto Luigi, Generani Renzo, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bey Carlo, Mazzucco Ezio, Testa Luciano, Tagnin Carlo, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
VENEZIA AC: Romano; Bacchini, Mascellani; Castignani, De Angelis, Gozzi; Bares, Masetto, Valentinuzzi, Nordio, Stivanello. All.: Testolina Guido.

Arbitro: Righi Raoul (Milano)
Note
Angoli: 8-2. Spettatori: 4.000. Cielo coperto, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
I grigi a un punto dal Pavia capolista di Serie C L'ALESSANDRIA DOMINA SUL CAMPO DEL VENEZIA: 0-3 Tre reti valide segnate contro nessuna subita, un goal inspiegabilmente annullato, una traversa colpita a portiere battuto: questo il trionfale bilancio della partita giocata dall’Alessandria allo stadio di Sant’Elena contro il Venezia. Là dove il capolista Pavia era stato sconfitto, i grigi sono passati autorevolmente con un netto punteggio che conferma la superiorità esercitata in campo dagli alessandrini. La squadra piemontese è apparsa un po’ sbandata nel quarto d’ora iniziale, durante il quale alcuni difensori, a disagio sul terreno pesante, si sono venuti a trovare in difficoltà di fronte ai disordinati ma veementi attacchi avversari. In questo periodo la porta difesa da Borriero ha corso qualche pericolo, ma lo scattante portiere alessandrino è sempre riuscito a mantenere inviolata la propria rete. Al quarto minuto il mediano destro neroverde Castignani ha fallito di poco la mira con un colpo di testa a seguito di un calcio d’angolo battuto da Stivanello, all’8’ Borriero si è tuffato arditamente sui piedi dell’ala destra Bares evitando un goal che pareva sicuro. Due minuti dopo Stivanello, lanciato da Valentinuzzi metteva a lato di poco. A questo punto l’Alessandria si scuote, il centrosostegno Bagliani, apparso prima impreciso e nervoso, comincia a registrare il suo gioco e la difesa alessandrina si fa meno facilmente penetrabile. I quattro atleti del quadrilatero – Generani, Masperi, Mazzucco e Tagnin – presidiano la zona di metà campo e la gara viene ad assumere una fisionomia pressoché uguale a quella vinta dai grigi quindici giorni fa a Sanremo. Al 13’ Mazzucco, in una incursione nella zona di Savoini, supera tutti i difensori e depone la palla sul piede del centrattacco Testa, il quale caricato da un difensore, perde il momento buono per calciare. Due minuti dopo ancora il centrattacco grigio ha il pallone buono per la rete, ma il suo tiro finisce a lato di poco. Al 18’ il pubblico invoca la massima punizione a favore del Venezia per un fallo di mano in area – involontario – di Bussetti, ma il signor Righi, di Milano, non vede gli estremi di un penalty. Dopo questo episodio il gioco torna ad equilibrarsi. Il Venezia riparte di nuovo all’offensiva con un gioco volante che può mettere in imbarazzo la difesa alessandrina. I grigi, però, guidati dall’esempio di Bussetti e Vitto che stanno disputando una gara magistrale, resistono bene e riescono a sostenere senza danno l’impetuosa pressione del Venezia. Si giunge così al 27’ e l’Alessandria improvvisamente mette la sigla di un goal alla sua superiorità che si va allora accentuando. L’azione parte dal centrattacco Testa che spostandosi sulla sinistra, lancia a Savoini. Il numero 11 traversa basso da sinistra al centro e l’interno destro Mazzucco, giungendo di gran corsa, previene di un soffio il portiere neroverde e devia la palla in rete da un metro. Goal fulmineo, scaturito da un’azione ben impostata e conclusa con prontezza da un atleta che era fino a quel momento il più pericoloso attaccante in campo. Il Venezia accusa il colpo e l’Alessandria, sullo slancio del vantaggio appena conseguito, scatena decisamente l’offensiva. Alla mezz’ora Tagnin conclude una brillante azione personale con un tiro sbagliatissimo. Al 37’ l’interno sinistro Tagnin lancia in profondità a Testa che vince di forza il duello con De Angelis e, giunto al limite dell’area, tira in corsa di destro: a portiere ormai battuto, il pallone rimbalza sulla traversa e torna in campo. Al 41’ ancora Testa, imbeccato alla perfezione da Mazzucco, si lascia precedere dal portiere che successivamente para un tiro di Savoini. Poi il tempo si chiude con un ardito intervento di Borriero il quale toglie il pallone a Nordio lanciato a rete. All’inizio della ripresa il Venezia, che spera ancora di salvare il risultato, riprende l’offensiva. Al 3’ Stivanello perde un’occasione d'oro calciando su Borriero che respinge a mani aperte e subito blocca la ribattuta dello stesso giocatore. Cinque minuti dopo una girata al volo di Bares su passaggio di Stivanello viene neutralizzata dal portiere grigio, mentre al 9’ e al 12’ l’ex alessandrino Valentinuzzi, ora centravanti del Venezia, e il mediano destro Castignani falliscono ancora la mira. A questo punto l’Alessandria prova nuovamente ad affacciarsi fuori dalla sua metà campo e subito la sua azione appare minacciosa. Tagnin passa in profondità a Testa che fugge, entra in area e segna con un prepotente tiro a mezza altezza. L’arbitro indica recisamente il centro del campo, poi, in seguito alle proteste dei neroverdi, si reca a consultare il segnalinee e annulla la rete per un dubbio fuori gioco di posizione di Mazzucco che aveva fiancheggiato l’azione senza parteciparvi. La decisione arbitrale spinge l’Alessandria ad intensificare la sua pressione. Al 24’ finalmente il numero 9 grigio può segnare una meritatissima rete valida. Su punizione dal limite per fallo su Masperi, Savoini devia lateralmente a Testa: tiro fortissimo. Goal. Testa – che dal giorno della vittoria alessandrina a Maglie non era più riuscito a segnare – appare ora scatenato e segna ancora con una prodezza personale. Il centravanti, ricevuta la palla da Savoini, pianta in asso due difensori e in corsa infila la rete con un gran tiro di destro. Terza rete per l’Alessandria, doppietta personale per Testa il quale ha siglato in questo modo cosi perentorio una partita che lo ha visto il migliore assoluto in campo. Bene anche tutti gli altri dell’Alessandria con particolare segnalazione per Mazzucco, Tagnin e Bussetti. Del Venezia non hanno sfigurato in confronto al gioco superiore dell’avversario il portiere Castignani e Nordio. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 15 dicembre 1952) Una salve di dischi commisti ad improperi, tale fu il commiato del pubblico veneziano da Sant’Elena. Le disapprovazioni, inutile dirlo, erano dirette al Venezia, battuto senza remissione, e a tratti financo umiliato dall’Alessandria. Ma non c’è stato niente da fare. L’avversario fu fortissimo, e se crepe e frattura affiorarono nell’undici neroverde, se la squadra fu messa a nudo in poche battute nella sua povertà di gioco, nella sua assoluta carenza di intesa, se insomma il Venezia fu oggi ben presto costretto a mostrare la corda, si deve alla superba prestazione dei grigi, che non hanno riciclato punti deboli. Il Venezia ha tentato, all’inizio dei due tempi, di vincere prima e di pareggiare poi, ma la sua fu una incomposta agitazione che gli avversari contenevano con sicurezza, forti di una organizzazione di squadra che lasciava poche speranze agli antagonisti, veloci ma confusi, volenterosi ma annebbiatissimi. E come è naturale finì per prevalere la «squadra» sull’«undici». Si aggiunga che il Venezia ebbe anche De Angelis fuori fase, così che la robustezza difensiva – presupposto indispensabile per il funzionamento del fattore campo – venne a mancare al momento buono, quando cioè si trattava di contenere lo scarto numerico e puntare al pareggio fino agli ultimi minuti. Viceversa, la partita si spense al 25’ della ripresa, alla seconda rete alessandrina, dopo aver minacciato di dilagare in un clamoroso successo piemontese almeno altre due volte prima di allora. L’Alessandria ha vinto con chiarezza e con pieno merito un incontro che forse riteneva più difficile. Non è sembrata squadra veloce, non un assieme di scattisti, ma un complesso di gente precisa nel tocco, padrona nel palleggio, esuberante di fiato, robusta nel finale. Il gioco vi è organizzato armoniosamente, l’intesa è assicuratissima, squilibri non se ne vedono. E gioca verticale e si affanna raramente e con pratica rudezze, insomma una piacevole compagine. Le fu tolto da Righi un gol che era gol e non fuorigioco (l’offside era di Bey, offside di posizione, ma l’azione l’aveva condotta solitariamente il centravanti, concludendo splendidamente; e Righi prima concesse, poi – protestando i veneziani, si era ancora sull’uno a zero – annullò, prendendo una topica) e non ebbe che un accenno alla protesta. Notevole la mole di lavoro svolta da Tagnin e Mazzucco e l’elegante sicurezza di Borriero. Ricorderemo pure la sfortuna di Testa, che ha colto qui il settimo palo del suo campionato, incocciando una traversa formidabile al 37’ del primo tempo. Poi, con due reti, si è tolta evidentemente una bella soddisfazione. Dei veneziani, accennato a De Angelis, confermato che difensori e mediani non hanno troppo da rimproverarsi, resta da dire degli attaccanti, i quali nemmeno questa volta hanno saputo risolvere il problema che tarpa le ali alla squadra. La rapidità di esecuzione, il tocca-vai necessario per concludere, restano nei sogni dei sostenitori. Valentinuzzi, ora come allora, corre, si sposta, distribuisce, ma lo fa con lentezza ed ingenuità. Nordio tende a personalizzare il gioco; Masetto è sempre in ritardo; le ali sono tutt’altro che fulmini. E per far cadere l’Alessandria di oggi ci sarebbe voluto invece un avversario deciso e veloce. La prima azione degna di nota è venuta all’8’. Bares è posto davanti a Borriero, ma la conclusione è mancata. Così accade al 10’ a Stivanello. L’Alessandria è lenta ad ingranare ed il Venezia dà l’impressione di reggere il confronto. Invece la prima puntata grigia mostra la diversa qualità del gioco degli ospiti, forse meno rapido ma certo ben più concettoso. E man mano che la partita si avvia, l’Alessandria sale, mentre il Venezia già comincia a disunirsi. Al 27’ la rete: da una rimessa laterale in area veneziana, Tagnin cava una debole centrata, irrompe Mazzucco e la palla è rovesciata dietro Romano. Al 37’ Testa è lanciato dalle retrovie, palleggia ed entra in area; viene sgambettato, ma si regge, e mentre Romano esce, tira cogliendo la traversa. Al 41’ ancora il centravanti sta per concludere, quando Romano sventa. Identica fisionomia di gioco nei primi minuti della ripresa. Al 3’ Stivanello è posto davanti a Borriero da Valentinuzzi; sparata ad occhi chiusi e rinvio di pugno del portiere; ripresa di Stivanello e calcio nel mucchio; ripresa ancora e parata di Borriero. Al 14’ la rete annullata di Testa. Poi decisamente l’Alessandria in avanti e le due reti di Testa a conclusione della superiorità degli ospiti; al 25’ su calcio piazzato battuto da Savoini, che tocca al centravanti il quale mette dentro; al 42’ su azione personale di Testa, lanciato da Mazzucco. Il Venezia colleziona calci d’angolo (sei nella ripresa ed otto in totale, contro due) ma non ne ricava nulla. (Giulio Novaro, «La Gazzetta dello Sport», 15 dicembre 1952) DOPO LA VITTORIOSA TRASFERTA DI VENEZIA I “grigi,, si apprestano a ricevere il Vigevano Fervono i preparativi per la celebrazione del quarantennio di fondazione dell’Alessandria U.S. A Venezia l’Alessandria ha confermato la solidità della sua inquadratura conseguendo una vittoria che è stata decantata da tutti i critici come capolavoro di tecnica di potenza. L’affermazione ci lusinga, e tutti gli sportivi della provincia ne hanno gioito, perché intravedono dopo quarant’anni, una squadra che gioca con la maestria del passato mentre tutti i componenti della squadra formano una famiglia giovane e sana di principi, ed entusiasta di essere degna della stima dei dirigenti e di tutta la massa sportiva. A Sanremo i ragazzi di Neri erano emersi in virtù di una tecnica scintillante, ed a Venezia si sono imposti per potenza del gioco d’attacco. L’Alessandria è apparsa anche in perfette condizioni fisiche, ed è doveroso rivolgere da queste colonne un vivo plauso al prof. Scamuzzi che cura la preparazione atletica della squadra. Il giornalista Giulio Novaro, inviato speciale della «Gazzetta dello Sport», nel suo commento ha scritto: «L’Alessandria non è sembrata squadra veloce, non un assieme di scattisti, ma un complesso di gente precisa nel tocco, padrona del palleggio, esuberante di fiato, robusta nel finale». Tutti i giocatori sono stati degni di elogio, ed anche le ali incominciano ad inserirsi nel gioco sconcertante e travolgente del reparto di punta. Occorre considerare che da poche partite questi ragazzi giocano al completo, e che le doti di tecnica e fisiche dei giocatori sono maggiormente adatte per il terreno pesante. Pensiamo perciò che il rendimento della compagine sia ancora suscettibile di miglioramenti. […] Invero questo nostro corsivo ci pare superfluo quando tante ne potete leggere su quotidiani sportivi e non. Dovremmo dirvi allora che il «bufalo» Testa – e chi lo tiene? – ha pianto quando s’è vista annullare la valida rete (ma poi…). Raccontare che Generani è stato accolto a Voghera, al giungere dell’automotrice, dall’entusiasta saluto dell’altoparlante ferroviario… Aggiungere lo stupore della carovana grigia alla stazione di Alessandria nel vedersi accolta da oltre un centinaio di tifosi – alle due di notte – che hanno urlato di gioia all’apparire dei beniamini... (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 20 dicembre 1952) RISULTATI: Empoli-Sanremese 1-1 Lecce-Parma 0-1 Livorno-Arsenaltaranto 0-1 Mantova-Maglie 1-0 Reggiana-Pavia 0-1 Sambenedettese-Pisa 1-1 Stabia-Piacenza 1-2 Vigevano-Molfetta 1-0 CLASSIFICA: Pavia 20; Alessandria 19; Arsenaltaranto, Mantova 15; Empoli, Livorno, Parma, Piacenza, Venezia 14; Pisa 13; Sanremese 12; Maglie, Molfetta, Vigevano 11; Sambenedettese 10; Lecce, Reggiana, Stabia 9 Il punto sul campionato Terza vittoria di fila per la capolista Pavia che aveva vinto, di misura, in casa della Reggiana con l’Alessandria che era rimasta a distanza di un punto. In terza posizione si era insediata l’ArsenalTaranto, al terzi risultato vincente di fila, vittorioso a Livorno a pari con il Mantova che aveva battuto le Maglie. Colpo in trasferta del Piacenza in casa dello Stabia, fanalino di coda con Lecce e Reggiana.