Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1952/1953
Serie C
16-11-1952 - Giornata: 9 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Empoli FC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 71. Pietruzzi M.[A]

Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Gabbiani Mario, Vitto Luigi, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bey Carlo, Marchioro Danilo, Testa Luciano, Pietruzzi Mario, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
EMPOLI FC: Fioravanti; Pesaresi, Nicolazzini; Puccetti, Biancardi, Malinverni; Trevisani (IV) Silvano, Buda, Maluta, Rosati, Bernard. All.: Andreoli Piero.

Arbitro: Ferrari Silvio (Milano)
Note
Spettatori: 5.000. Giornata fredda. Inizio gara ore 14:30.

Commento
FATICOSO SUCCESSO DEI GRIGI SULL'EMPOLI: 1-0 È mancato poco che l’Alessandria festeggiasse il ritorno al suo pubblico – dopo due consecutive trasferte nel Sud che hanno fruttato tre punti – con un pareggio di fronte all’Empoli. La squadra toscana, rivelandosi senz’altro la più forte tra le compagini di Serie C esibitesi allo stadio Moccagatta, ha lottato da pari a pari con i grigi ed è stata piegata soltanto da una rete dell’anziano Pietruzzi, segnata dopo 72 minuti di gioco. Comunque tutto è bene, per i grigi, quello che finisce bene: l’Alessandria ha conservato la sua imbattibilità, ha aggiunto alla sua collana di successi un’altra vittoria ed è riuscita a rafforzare la sua posizione di seconda in classifica. Il tutto nonostante il pericolo, spesso rappresentato dall’Empoli, che ha perfino colpito un palo a portiere battuto. L’attenuante valida per la stentata affermazione dei grigi è presto trovata: tre componenti del quadrilatero sistemista-tipo (il mediano destro Generani e le mezzali Mazzucco e Tagnin) erano in tribuna, impossibilitati a giocare in seguito ad infortuni. Se ad assenze di tale importanza si può bene o male rimediare in trasferta quando l’obbiettivo della squadra è praticamente di fermare gli attacchi avversari, tale compito appare assai più difficile nelle partite di casa allorché bisogna creare un gioco capace di superare lo sbarramento difensivo degli antagonisti. L’Alessandria, ieri, non è riuscita che raramente a creare delle azioni da rete, un po’ per demerito di taluni dei suoi giocatori, molto per merito della solida difesa empolese, nella quale ha dominato il terzino sinistro Nicolazzini, in prestito dal Torino. L’allenatore toscano Andreoli ha fatto adottare dai suoi atleti, sin dall’inizio, una tattica di prudente copertura, con l’ala destra Trevisani arretrata. Ciò ha messo a disagio il settore sinistro della difesa alessandrina, impedendo a Masperi, preoccupato di non scoprire la sua zona, di giocare con il consueto ordine in appoggio dell’attacco. Tuttavia, l’Alessandria riesce ad esercitare nei primi minuti una pressione quasi continua, che potrebbe portare al goal al 4’, quando Bey «svirgola» malamente un pallone sfuggito al controllo di Nicolazzini, al 10’ allorché Testa spedisce a lato di poco, oppure al 18’ quando Pietruzzi non intuisce una finta di Testa su passaggio di Bey. Poi, mentre il gioco di Masperi e Gabbiani si fa più sicuro, cominciano Vitto e Bussetti, messi a dura prova dal fortissimo tandem di sinistra empolese, formato dall’ex juventino Rosati e dall’ex triestino Bernard. Appunto su un’azione impostata dall’ala sinistra toscana si crea il più grave pericolo per la rete alessandrina. Bernard si svincola abilmente dalla guardia di Vitto, raccoglie un lancio di Rosati e converge al centro del campo. Il centrattacco Maluta, che lo fiancheggia nell’azione, raccoglie l’esatto passaggio, ma Borriero esce a valanga e ferma il tiro con il corpo. In apertura della ripresa, dopo che Bernard ha fatto bruciare le mani a Borriero con un gran tiro dal limite dell’area, il tono agonistico della gara si rialza improvvisamente, in seguito alla mancata concessione di un rigore all’Alessandria. Il centrattacco grigio Testa, lanciato da Pietruzzi, fugge inseguito dal numero 5 empolese Biancardi che lo carica irregolarmente. L’arbitro Ferrari di Milano fischia fin troppo prontamente, ché Testa resiste alla carica ed entra in area di rigore dove viene atterrato da un difensore. La mancata osservanza della regola del vantaggio cambia in una punizione dal limite dell’area quello che avrebbe potuto essere un tiro dal dischetto. Vitto sbaglia il calcio dal limite ma l’episodio ha dato una scossa all’Alessandria che si fa più aggressiva. Dopo aver corso un altro pericolo su punizione tirata da Trevisani (Borriero devia in corner) i grigi raggiungono il successo al 27’. Una rimessa laterale di Savoini fa giungere il pallone a Testa che di… testa devia a Marchioro il quale a sua volta e con lo stesso mezzo porge all’accorrente Pietruzzi. Il tiro al volo dell’interno sinistro – magnifico per potenza e precisione – si infila in rete a fil di traversa. Uno a zero. L’unica minaccia a questo risultato viene al 42’ quando il solito Bernard chiude una partita magistrale con un fortissimo tiro al volo che picchia sullo spigolo dei pali. Poi l’arbitro chiude una gara che ha visto Bagliani, Gabbiani, Borriero e Pietruzzi tra i grigi e i già citati Bernard, Rosati e Nicolazzini tra i perdenti, farsi notare tra i migliori in campo. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 17 novembre 1952) Il primo tempo era finito con un salomonico nulla di fatto che rispecchiava il perfetto equilibrio in campo: un equilibrio materiato del gioco scadente e scialbo di ambedue le squadre. L’Empoli teneva i remi in barca, ma pur mirando al nulla di fatto, era più volte sceso all’attacco sfiorando anche la segnatura al 26’ con Bernard, che metteva fuori un ottimo pallone. Da parte sua l’Alessandria, pur attaccando di più, palesava la poca consistenza del suo quintetto avanzato, ancora privo delle mezze ali titolari. Ma le emozioni nei primi 45’ sono venute nella ripresa. Incominciavano i toscani a spron battuto e al 5’ Gabbiani doveva salvare sulla linea, a portiere battuto. Al 9’ si ebbe l’episodio che avrebbe potuto dare altro andamento al punteggio: Testa, in piena area e col pallone fra i piedi, viene atterrato molto fallosamente da due difensori empolesi. Ferrari, che fino a questo momento aveva diretto egregiamente, inesplicabilmente portava la palla al limite per un inutile calcio di punizione: ed era invece rigore spaccato. L’episodio riscaldò pubblico e giocatori: l’Alessandria, che si era vista sfumare l’occasione più giusta e più propizia, sotto l’incitamento del pubblico si tramò pur non migliorando di molto il proprio gioco. La lotta aspra si trascinò fino al 26’, fino a quando cioè quasi inaspettatamente doveva sfociare nell’episodio risolutivo. Da tre quarti di campo Savoini opera una rimessa e dà a Testa, questi passa a Marchioro che imbecca Pietruzzi: l’anziano grigio, al volo, fa partire un tiro magnifico e il pur bravo Fioravanti è battuto senza scampo. Da questo momento alla fine le due squadre corrono gli identici pericoli: si salvano sempre i toscani, benché la loro difesa non sia più così stretta e compatta, si salva l’Alessandria, la cui retroguardia è difficilmente superabile. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 17 novembre 1952) Anche con un freddo intenso, circa 5.000 spettatori sono accorsi al Moccagatta per assistere all’atteso incontro con l’Empoli. Anche se il risultato della partita odierna sta a favore dell’Alessandria, non va dimenticato il magnifico comportamento dell’Empoli, che per tutta la partita ha giocato con impegno ed ha avuto azioni coordinate e degne di una squadra di valore. La sfortuna ha perseguitato, infatti, i giocatori azzurri; infatti, molti sono stati i tiri a rete che non hanno portato alla segnatura. Bernard è stato veramente il migliore uomo in campo con Nicolini, Trevisani e Maluta. Ma veniamo alla partita. Non si è avuto un solo minuto di tregua: il gioco velocissimo da parte dell’Empoli ha sovente messo in difficoltà i grigi, che nei primi dieci minuti hanno avuto una certa superiorità. Infatti, si ha al 6’ un corner in favore dei grigi stessi, tirato da Savoini, e due calci di punizione. Subito gli azzurri passano all’attacco e si hanno azioni di Bernard e Maluta che terminano con due belle parate di Borriero. Al 26’, Bernard, con un magnifico tiro, impegna la difesa grigia. Essendo uscito Borriero dai pali, Gabbiani libera e l’azione sfuma. Continua nel secondo tempo la superiorità dell’Empoli, che è costantemente nella metà campo avversaria, ed i tiri a rete si susseguono. Poche le uscite degli avanti grigi. È proprio durante una si queste azioni che i grigi riescono a segnare. Infatti, al 26’, segna Pietruzzi su azione di Testa e Marchioro. A questo punto, la partita diventa sempre più elettrizzante per l’impegno dei giocatori dell’Empoli, che danno tutti se stessi per raggiungere il meritato pareggio. Tutto è vano, ma anche i tifosi grigi che esultano alla vittoria della loro squadra sono convinti che un pareggio avrebbe pienamente soddisfatto e sarebbe stato un risultato che avrebbe premiato entrambe le squadre. (Luigi Poggio, «Il Tirreno», 17 novembre 1952) È stato l’incontro più accanito finora disputatosi al Moccagatta, con poche azioni tecniche e stilistiche. Una lotta sostenuta, in cui s’è badato prevalentemente a pervenire al successo, senza una precisa impostazione di temi organici e prestabiliti, lasciando all’improvvisazione dei singoli elementi il compito di tentare il colpo fortunoso. L’Empoli è apparsa la migliore compagine finora scesa tra noi. Salda nella mediana, dispone di abili ed astuti attaccanti, che hanno creato numerosissime azioni favorevoli nello sviluppo iniziale da far presagire una copiosa messe di punti. Ma, giunti in area, le loro idee si sono confuse, ed anche il bravo Bernard, il più veloce, scaltro ed insidioso di tutto il reparto attaccante biancazzurro, è mancato nel tiro finale. Solo un suo potente pallone, verso la fine della tremenda disputa, ha colpito la traversa sfiorando per un soffio il successo. L’Alessandria è stata superata dagli avversari nel gioco alto, nello smistamento, nell’iniziativa. La prolungata assenza di Mazzucco e di Dagnino e lo scarso rendimento di Bey, hanno neutralizzato l’efficacia penetrativa del quintetto di attacco, mentre negli altri settori vi è stata maggior disciplina e rendimento da far naufragare le veloci puntate avversarie. («Corriere dello Sport», 17 novembre 1952) UN ARTICOLO SUI “ GRIGI„ DI CARLO CARCANO L'imbattibilità continua, ma.... Ogni qual volta desidero far conoscere agli sportivi le mie impressioni sull’Alessandria, mi trovo in imbarazzo, perché temo di lasciarmi trasportare nel giudizio dal grande affetto che ho per i grigi. Comunque cercherò di descrivere il più sinceramente possibile quanto ho visto di bello (e questo mi riesce facile) e quanto invece ritengo suscettibile di miglioramento. Il bello è rappresentato dai lusinghieri risultati ottenuti sino ad oggi. Il meno bello è rappresentato invece dal non aver ancora raggiunto un soddisfacente gioco di squadra e dal saltuario rendimento di alcuni elementi. L’aver conservato l’imbattibilità anche dopo le due trasferte del Sud è servito domenica a far affluire sul campo malgrado la giornata fredda un pubblico discretamente numeroso e… rumoroso. I sostenitori alessandrini posseggono un particolare modo di esprimere il loro consenso e il loro disappunto. Quando approvano il loro entusiasmo si avvicina a quello dei tempi in cui si giocava sul campo agli Orti; ma questo entusiasmo li acceca al punto di riconoscere giusto solo ciò che fanno i loro «pupilli» e errato tutto ciò che fanno e l’arbitro e la squadra avversaria. Quando le cose non vanno per il loro giusto verso diventano irragionevoli, un tantino cattivi, criticano ferocemente e disertano il campo. La partita con l’Empoli nel suo svolgimento è risultata combattuta; dall’inizio alla fine l’incontro ha saputo creare quell’atmosfera di incertezza che dà l’affanno al tifoso. Al fischio finale dell’arbitro tutti hanno emesso un sospiro di sollievo, intavolando poscia discussioni sull’andamento della partita. E da queste chiacchierate si può trarre una precisa idea del concetto generale degli sportivi. Gli alessandrini, abituati nel passato ai più prelibati spettacoli in fatto di tecnica calcistica, non sanno oggi tollerare! Ma trascurando i critici in malafede (fortunatamente pochi) che gioiscono delle disavventure della squadra, abbiamo rilevato che gli altri esprimono nei loro commenti una maturità calcistica degna di considerazione. Fra tutte le discordanti opinioni, desidero ora inserire anche la mia, che è questa; il merito di essere imbattuti è dovuto più al generoso entusiasmo ed alla ferrea volontà degli atleti in maglia grigia che ad un reale e consistente gioco di squadra. Ciò che hanno fatto sinora ha del miracoloso! Dalla partita con l’Empoli ho tratto questi giudizi sui giocatori grigi; Borriero ha confermato in più di una occasione di essere in buona forma, e così i due terzini. L’anziano e generoso Vitto rappresenta tuttora un difficilissimo ostacolo da superare, ed il contributo da lui dato al sestetto difensivo è formidabile. Il giovane Bagliani ha poi disputato una grande partita: inesorabile custode del centro attacco avversario, ha dimostrato. coi suoi tempestivi interventi, di avere ripreso la fiducia e la forma che nel passato lo avevano reso oggetto di particolare attenzione da parte degli inviati speciali delle grandi società. Bravo Masperi, pur non sfigurando non mi è parso brillante come al solito. Bey potrebbe rendersi più utile se evitasse inutili palleggi e fosse più sbrigativo nel servire i suoi compagni. Marchioro merita un elogio particolare; considerare questo generosissimo giocatore un «rincalzo» è errato. In occasione della partita di Pavia avevo fatto rimarcare il grande lavoro che svolge nei 90 minuti di gioco, oggi posso aggiungere che questo lavoro lo svolge con concetti tecnici di non trascurabile pregio. Il rendimento di Testa dovrebbe essere superiore all’attuale; se non lo è il motivo non deve essere a lui imputabile. Come si sa il centroavanti vive del gioco dei compagni. E se il gioco si svolge alla rinfusa, senza un elaborato concetto tecnico, deve per forza rimanere in mezzo al campo in attesa della combinazione fortuita per tentare la via della rete. A Pietruzzi potrà qualche volta venire meno la continuità nell’azione o la prontezza di esecuzione in ciò che la sua esperienza gli suggerisce; ma non gli verrà mai meno il grande desiderio di rendersi utile alla squadra. E infine, che dire di Savoini? Questo giocatore può fare di più e di meglio di quanto ha fatto domenica. Ed ora siamo giunti all’ostacolo più difficile, rappresentato dalle due consecutive trasferte di Parma e Sanremo. L’imbattibilità è in pericolo e quindi, cari ragazzi, vedete di stringere i denti per conservare intatta in classifica la casella delle «partite perse». Tenete duro e «forza grigi». (Carlo Carcano, «Il Piccolo», 22 novembre 1952) DOMANI I GRIGI A PARMA Rientrano Tagola e Generani - Forse in squadra anche Mazzucco Pietruzzi, rammentando il 40º di attività federale dell’Alessandria U.S., al 28’ del secondo tempo, rifacendosi alle frasi storiche, si è detto: «Abbiamo atteso 40 anni, ora basta!». E ti ha fucilato in porta una sventola al fulmicotone che ha fatto esplodere il «Moccagatta» in un boato raramente raggiungibile. Mario, il «cavalluccio» dei grigi, deve averlo donato, quel memorabile goal, al bravo Bo [«in procinto di lasciare l’Italia per il Perù dopo 24 anni di attività presso l’Alessandria U.S.»], che, tutto commosso, se ne stava esultante ai bordi del campo. Due cari vecchi amici che si riconoscono e, senza parlare, si dicono tante cose. Sì, perché Pietruzzi, che non parla, dice molto di piedi Bo che tace! Ma allora, chi parla in questa squadra? Il monopolio è a Borriero. Ed invero riconosciamo al biondo Piero che oltre alle parole ha anche i fatti. Brillanti, come quelli di domenica. La vittoria in gran parte è anche sua. (Ukri, «Il Piccolo», 22 novembre 1952) RISULTATI: Arsenaltaranto-Pisa 2-0 Lecce-Mantova 2-0 Livorno-Maglie 1-0 Pavia-Piacenza 2-1 Reggiana-Parma 1-0 Sambenedettese-Molfetta 1-2 Stabia-Sanremese 1-0 Venezia-Vigevano 0-0 CLASSIFICA: Pavia 14; Alessandria 13; Venezia 12; Livorno 11; Arsenaltaranto, Empoli, Sanremese 10; Piacenza 9; Molfetta, Parma, Pisa, Sambenedettese 8; Lecce, Mantova, Maglie, Reggiana, Vigevano 7; Stabia 6 Il punto sul campionato Il Pavia aveva mantenuto la leadership del campionato grazie alla quarta vittoria consecutiva ottenuta a spese del Piacenza, sconfitto di misura. In seconda posizione, ad una sola lunghezza l’Alessandria, solitaria per via del pari in cui era incappato il Venezia nel match contro il Vigevano, penultimo: i lagunari si erano fermati dopo tre successi consecutivi. Terza vittoria consecutiva del Livorno, opposto alle maglie. Unico successo esterno della giornata quello del Molfetta sul campo della Sambenedettese. Importante vittoria dello Stabia, fanalino di coda del torneo, che aveva battuto la Sanremese. Il derby emiliano aveva sorriso alla Reggiana che ha avuto ragione del Parma.