Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1952/1953
Serie C
28-09-1952 - Giornata: 3 - Pisa - Arena Garibaldi


Pisa SC - Alessandria US 3 - 3 (0 - 0)
RETI: 66. Bassetti F. [Pi] , 69. Canonico E. [Pi] , 71. rig. Sabbatini V. [Pi] 61. Tagnin C.[A], 89. Savoini G.[A], 90. Savoini G.[A]

Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Gabbiani Mario, Generani Renzo, Bagliani Giuseppe, Vitto Luigi, Bey Carlo, Mazzucco Ezio, Testa Luciano, Tagnin Carlo, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PISA SC: Grandi; Berretta, Nicolini; Sabbatini, Romanelli, Meini; Baiocchi, Lenci, Prenna, Canonico, Bassetti. All.: Migliorini Cesare.

Arbitro: Mazzoni Ubaldo (Parma)
Note
Espulso: 85’ Bey. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Quello di oggi si potrebbe definire un incontro romanzato. Fino al 15’ della ripresa si è assistito, infatti, ad una incredibile serie di confuse scorribande nei due campi con ricco contorno di errori marchiani, culminati in altrettante facilissime occasioni sprecate. In questa gara di emulazione a rovescio ha fatto maggior spicco lo sbandamento pauroso di tutta la compagine nerazzurra, fatta eccezione per l’ottimo Bassetti, che ha tentato l’impossibile per galvanizzare l’attacco. Poi è venuto il fortunoso gol di Tagnin al 16’. E qui la partita ha cambiato di colpo la propria fisionomia. Il Pisa è scattato in blocco come ad un segnale prestabilito, si è insediato nell’area avversaria e cinque minuti dopo Bassetti, raccogliendo di testa una precisa centrata di Baiocchi, infilava imparabilmente la rete di Borriero. Ancora tre minuti di assedio, quindi con un altro guizzo Prenna colpiva il palo; la palla rimbalzava sul petto di Canonico, insaccandosi a fil di palo. A completare il fulmineo successo nerazzurro, Bagliani toccava il pallone in area con una mano: Sabbatini segnava così, rasoterra, la terza rete. I grigi apparivano sbalorditi e indispettiti e Bey dava una disgustosa dimostrazione colpendo, con un calcio a gioco fermo, Canonico (40’). L’arbitro, che aveva visto, espelleva il colpevole. Con un avversario di meno e tre reti all’attivo i pisani commettevano l’errore di vivacchiare sul vantaggio. Ne approfittavano subito gli intraprendenti ospiti che all’ultimo minuto, con una magistrale doppietta di Savoini, strappavano l’inopinato verdetto di parità. (Ferruccio Giovannini, «La Gazzetta dello Sport», 29 settembre 1952) C'era uno scarto di due reti al 43' della ripresa PAREGGIA IN EXTREMIS L'ALESSANDRIA A PISA: 3-3 I grigi alessandrini hanno pareggiato una partita che a tre minuti dalla fine con un secco 3-1 sembrava ormai irrimediabilmente perduta. Il pareggio degli uomini di Neri è venuto fuori in extremis con due goal nell’ultimo minuto, per merito dell’insidiosissimo Savoini che ha voluto così degnamente festeggiare il suo ventiduesimo compleanno. Ma la vittoria avrebbe anche potuto arridere ai giovani atleti in maglia grigia dimostratisi nettamente superiori ai neroazzurri, se il loro allenatore dopo che Tagnin aveva insaccato un pallone alle spalle di Grandi, non avesse arretrato con funzioni di terzo terzino il bravo Vitto, e a mediano l’interno destro Mazzucco indebolendo così la prima linea. Con soli quattro uomini all’attacco la squadra alessandrina perdeva quella vivacità che l’aveva caratterizzata per una buona metà del primo tempo, e all’inizio della ripresa subiva di conseguenza l’iniziativa dei pisani. Ciò permetteva ai locali – complice la fortuna e un po’ anche l’arbitro che ha fra l’altro concesso ai neroazzurri con troppa facilità un rigore per un involontario fallo di mano di Bagliani – di raggiungere gli avversari e superarli. Solo dopo aver subito tre reti Neri, compreso l’errore tattico commesso, rimetteva i suoi uomini nella loro naturale posizione, ed i grigi potevano così guadagnarsi il meritatissimo pareggio. Il taccuino registra nel primo tempo una traversa colpita da Savoini, senza dubbio il migliore dei ventidue uomini in campo. Nella ripresa, dopo che Nicolini ha salvato in extremis la porta pisana su tiro ancora di Savoini, l’Alessandria passa in vantaggio al 16’. Azione Savoini-Testa con passaggio di quest’ultimo sul centro all’accorrente Tagnin, che al volo calciava imparabilmente in rete. Un minuto dopo il pallone calciato da Testa viene respinto dal palo. Poi l’errata impostazione tattica dei grigi, che permette ai pisani, di pareggiare al 21’ con Bassetti e di passare in vantaggio al 24’ con Canonico. Due minuti dopo l’arbitro per un involontario fallo di mano di Bagliani accorda la massima punizione. Calcia Sabbatini, Borriero intuisce il tiro e si tuffa, ma il pallone gli sfugge per una sola frazione di secondo. Solo dopo aver subito il terzo gol la squadra alessandrina ritorna all’attacco con una prima linea completa e al 29’ Mazzucco impegna seriamente il portiere pisano. Al 40’ scambio di scorrettezze fra Bey e Berretta e calcio dell’ala destra a Canonico che sta sopraggiungendo. La mezz’ala pisana cade a terra dolorante, e mentre Bey viene espulso dall’arbitro. Quattro minuti dopo, al 44’, Savoini raccogliendo un passaggio di Testa calcia a rete e segna la seconda rete per l’Alessandria. Manca un minuto o poco meno: i grigi sono ora più vivaci e allo scadere del tempo su azione Mazzucco-Tagnin-Vitto-Testa, il pallone perviene a Savoini che realizza il terzo goal alessandrino. È il pareggio quanto mai meritato. Due secondi dopo l’arbitro fischia la fine. (Luciano Serani, «Stampa Sera», 29 settembre 1952) A tre minuti dalla fine dell’incontro, il Pisa conduceva per 3 a 1. Il primo tempo si era chiuso a reti inviolate, malgrado una sensibile superiorità manovriera degli alessandrini. E, diciamo francamente, anche la fortuna – una volta tanto – aveva favorito la squadra locale. Al 6’ di gioco, Tagnin aveva servito con sagace pennellata Savoini che, battendo sullo scatto l’impacciato Berretta e Romanelli, si era portato a tu per tu con Grandi, ormai fuori causa. Il suo tiro, diretto verso l’angolo sinistro della rete pisana, aveva mandato il cuoio a schiaffeggiare la traversa e Nicolini aveva rimediato alla meglio, deviando in extremis. L’attacco pisano si era fatto vivo sol al 10’, con un’azione di Canonico che costringeva un difensore grigio a deviare in angolo, senza esito. Ma era evidente che l’Alessandria – più «squadra» del Pisa – menava la danza, mentre le retrovie nerazzurre avevano spesso paurosi sbandamenti. Così, al 15’, su errore di Berretta, oggi in nera giornata, che falliva in pieno la palla, Grandi doveva coraggiosamente tuffarsi sui piedi dell’accorrente Savoini, che si apprestava a segnare comodamente. I contrattacchi del Pisa erano rabbiosi, anche se non organici: premendo sulle difese alessandrine si potevano ottenere quattro calci d’angolo in altrettanti minuti; ma tutti infruttuosi. Ne otteneva uno (il solo del primo tempo) l’Alessandria, e da questo per poco non avveniva il guaio: ché il colpo di testa di Tagnin sul conseguente tiro dalla bandierina gialla finiva a lato di un pelo. Il Pisa non viveva che per qualche prodezza individuale dei singoli: scarsa amalgama e irrilevante penetrazione. Premeva ancora l’Alessandria ed al 28’ Grandi doveva nuovamente intervenire – con un coraggioso tuffo in due tempi – sullo scattante Savoini, ancora sfuggito a Berretta. Un certo risveglio della squadra di Migliorini si registrava dopo la mezza ora: il debuttante Prenna lanciava ottimamente Baiocchi, che si veniva a trovare smarcato ed in felice posizione; ma il bolognese indugiava troppo e Gabbiani lo «bloccava» in tempo. Occasione sfumata banalmente. Ancora un angolo per il Pisa al 36’ e – sullo scadere del primo tempo (44’) – si aveva una azione pisana veramente degna di rilievo. Bassetti si «beveva» a ripetizione il suo guardiano Bussetti e centrava come sa far lui. La palla era a Prenna, che scartava un avversario e prendeva la mira: palla appena a lato, con Borriero spiazzato. La fisionomia dei primi 45’ di gioco non faceva – ad essere sinceri – pensare ad un esito finale che andasse più in là del pareggio, a meno che non si verificasse, nella ripresa, qualche «fatto nuovo». E di «fatti nuovi», nella ripresa, se ne sono verificati molti; anche troppi. Già al 2’ sembrava che l’Alessandria avesse tutte le carte in regola per segnare. Nuova entrata a vuoto di Berretta (ci spiace dover citare gli errori di questo giovane prodotto pisano, ma la cronaca non può essere che veritiera) che permette al biondo e bravissimo Tagnin di sparare in rete indisturbato, mentre Grandi gli si era fatto incontro in un disperato tentativo. Gol? No. Nicolini – il più a posto dei difensori del Pisa – respingeva di testa sulla linea fatale, mettendo in angolo. Nulla di fatto. Ma il Pisa dava palesi segni di risveglio e, pilotata dagli scatti spesso irresistibili dell’astuto Bassetti, si portava all’arrembaggio della rete alessandrina. Al 7’, Canonico scattava su di un buon «servizio» di Meini e tirava con l’esterno del piede, da destra, cogliendo in contropiede Borriero. La palla rotolava lentamente lungo tutta la linea di porta senza trovare un piede che la spingesse nel sacco. Poi (12’), Prenna si presentava con una pregevole falcata e forte tiro finale, che Borriero riusciva a malapena e deviare in angolo, senza pratico effetto. Sembrava che il Pisa dovesse sfondare e… passava invece l’Alessandria. Su veloce controffensiva degli ospiti, un difensore pisano falliva in pieno l’intervento, ponendo Tagnin in condizione di tirare con bravura verso l’angolo destro della rete di Grandi. Pareva che la palla dovesse finire a lato e questa impressione deve aver avuto anche il portiere pisano, che non accennava neppur la parata. Invece, il pallone finiva in fondo alla rete. Doccia fredda. Ne derivava un comprensibile sbandamento nei ranghi del Pisa e ne approfittava Savoini, sfuggendo a Nicolini (che si era scambiato di posto con Berretta) per operare un ficcante tiro. Stavolta era un montante della casa di Grandi a dire di no. Lo scampato pericolo metteva le ali ai piedi dell’undici pisano. Il «mezzo sistema» praticato dai grigi, con Vitto terzino volante, rendeva praticamente assai libero Meini, il quale si esibiva in felici «servizi» agli uomini di punta. Già al 20’ Prenna si rendeva pericoloso con una deviazione di testa, all’indietro. Borriero non poteva che alzare la palla sopra la traversa. Angolo infruttuoso. Ma, in quattro minuti, le sorti della partita sembravano ormai decise. Un Pisa battagliero e quasi trasformato, come dalla bacchetta di una fata benefica, riusciva a segnare, una dopo l’altra, ben tre reti. Sentite. Al 21’, Sabbatini metteva sul fronte dell’attacco un prezioso pallone. Ne faceva tesoro Bassetti, benché marcato a dovere, per raccogliere di testa, battendo nettamente Borriero. Al 23’ (dopo che un dosato tiro di Lenci era finito appena a lato), Bussetti si salvava in angolo dal solito Bassetti. Tirava Baiocchi: palla respinta; mischia risolta da Canonico con abile colpo di testa e secondo goal pisano. Due minuti dopo, Vitto colpiva nettamente di pugno la palla, che non era riuscito a fermare altrimenti, in piena area di rigore. Mazzoni non esitava, indicando il dischetto bianco tra le inutili proteste degli alessandrini. Il rigore era affidato allo specialista Sabbatini, che operava la nota finta, battendo poi facilmente lo sbilanciato Borriero. L’Alessandria reagiva sì con una certa vigoria, ma nessuno pensava a un cedimento totale delle retrovie nerazzurre. Senza troppo orgasmo si giungeva al 44’ della ripresa, con l’Alessandria in dieci uomini a seguito della giusta espulsione dell’ex pisano Bey, che aveva colpito con un calcio Canonico mentre questi era senza palla. Il pubblico già cominciava a sfollare soddisfatto del risultato, certo migliore del previsto e del prevedibile per l’andamento della gara. In tre minuti (compreso quello di recupero), l’Alessandria pareggiava: la realtà romanzesca. Colpa evidente dei difensori pisani che – con la stessa tenacia di Penelope – sembravano voler distruggere con i loro errori quanto di buono erano riusciti a fare gli attaccanti in un pregevole secondo tempo. Al 44’, su calcio di punizione per inutile scorrettezza di Romanelli, tirava Tagnin e Nicolini respingeva. Saettava ancora Savoini e Grandi doveva raccogliere la sfera dall’angolo sinistro della sua rete. Sarebbe bastato (sistema forse antisportivo, ma sempre utilissimo in tali frangenti) calciare in tribuna tutti i palloni che capitavano oltre la metà campo pisana; ma non lo si è fatto, cincischiando invece in area di rigore. Ne è così saltato fuori il punto del pareggio dei grigi, marcato nel minuto di recupero. Nuova papera dei difensori del Pisa, centro di Testa, tuffo a vuoto di Grandi e gol del guastafeste Savoini. Poi, un attimo dopo, il fischio finale. Recitate il «mea culpa», difensori del Pisa… L’attacco pisano, pur facendo faville soltanto in alcune fasi della partita, aveva comunque saputo vincere la gara; la difesa, col suo comportamento irresoluto e talora persino ingenuo, ha offerto agli ospiti – pur valenti e meritevoli di ogni considerazione – il gradito dono del pareggio. Forse la vittoria del Pisa non sarebbe stata del tutto meritata. Ma una volta tanto che le cose si erano messe bene per questo affannatissimo nostro Pisa, non ci mancava che la giornataccia collettiva dei reparti di retroguardia nerazzurri, eccezion fatta per Nicolini e Sabbatini, per guastar le uova nel metaforico paniere! Non si può negare che alla squadra pisana mancano quei due o tre elementi di esperienza, e soprattutto di prestanza fisica, che le diano l’impronta necessaria ad affermarsi sui duri terreni della terza serie. Bassetti, ancora una volta, il migliore della linea di punta pisana in cui Prenna, pur emozionato dall’esordio all’Arena, ci appare giocatore da seguire con interesse. L’Alessandria svolge un piacevole gioco, denso di incisività: tiene il pallone abilmente a terra, il che rende assai meno agevole il compito dei difensori avversari, facilitati invece da quello a rilanci troppo alti che si è oggi di sovente notato nel Pisa, a tutto danno degli avanti pisani, tutti… bassetti anzichenò. Eccellente il tandem sinistro dell’attacco, Tagnin-Savoini, del quale sentiremo spesso parlare. E bravi anche Testa e Vitto. Anche Bey si è fatto talora notare dal suo vecchio pubblico: lo avrebbe potuto fare, tuttavia, soltanto pel suo gioco e non anche per l’antipatico gesto verso Canonico che gli ha valso la meritata espulsione. (Enrico Bertini, «Il Tirreno», 29 settembre 1952) DOPO IL PAREGGIO DI PISA I “grigi,, si apprestano a ricevere il Piacenza Se il fulvo Cesarini, nelle file della Juventus, segnando allo scadere del novantesimo minuto aveva dato origine alla «zona Cesarini», il nostro Savoini durante 20 secondi del minuto di ricupero nella partita di Pisa, ha realizzato ben due reti. Tutti i giornali hanno messo in risalto l’affermazione dell’Alessandria che, pur superiore in campo, dopo aver segnato per prima, aveva subito tre reti, due delle quali, la seconda, provocata da un rimando di Gabbiani; la palla, urtando il braccio di un avversario, era rimbalzata in rete dal lato opposto ove si trovava Borriero. La terza rete veniva ottenuta su rigore dai pisani, perché Bussetti colpito a tergo aveva cadendo urtato la palla con le mani, e l’arbitro, sig. Mazzoni di Parma, anziché rilevare il fallo concedeva il rigore. Lo stato d’animo dei grigi non poteva essere che di mortificazione, anche perché diverse loro occasioni da rete non erano state concluse per sfortuna; nonostante ciò, e benché ridotti a dieci uomini negli ultimi minuti della partita in seguito all’espulsione del troppo impulsivo Bey, i nostri giocatori non si sono piegati alla malasorte, e, centuplicate le energie, hanno trovato la via della rete su azioni manovrate e con definitive stoccate dell’irresistibile Savoini. La mediana, formata da Generani, Bagliani e Vitto, pur trovandosi per la prima volta a confronto di forti avversari, ha giocato discretamente; Bagliani, al centro, ha dominato in virtù di un tempestivo gioco di testa. Tutti i grigi hanno meritato il più vivo elogio. […] La «sensazionale» partita di Pisa si riassume – per la precisione – in un avvio guardingo dell’Alessandria che gioca arretrando Vitto e quindi Mazzucco; saggiate le forze toscane si spiega all’attacco, domina il campo, segna una rete. Segna sull’invisibile lavagna del predominio tre pali all’attivo (che non contano) e, rovescio cardiopalmico della medaglia, subisce tre reti in nove minuti. In un minuto, segna due reti e pareggia l’incontro che pareva già ai pisani in saccoccia, a punteggio pieno e sonante. E in poche righe vi abbiamo detto quanto poteva far venire un collasso a quel tifoso non provato di nervi e di cuore. «Ahi, Pisa, vituperio dei nervi e del cuore!»… Il biondo «bufalo» della prima linea alessandrina s’è carburato a dovere, ed è tornato il «Savoia» della partita di Siena. La Toscana gli fa bene! Ti mollano un rigore. Chi l’ha fatto? Nessuno si informa a dovere, ma tutti i resoconti scrivono: Bagliani! Anche se il «mani» è stato di un altro (la palla è caduta sulle mani di Bussetti). Sta a vedere che se danno un calcio di rigore per fallo di mano nell’incontro Torino-Bologna, finiranno col dire che l’ha fatto Bagliani! Borriero tiene a precisare che a lui di goals, ne hanno fatti uno solo. Infatti, non contano il rigore e il ripicco – su rinvio di Gabbiani – che la palla ha fatto su di un avversario, finendo poi in rete. Contento? Avremmo giurato che Bey si faceva sbattere fuori: troppo «sentita» da lui, la partita su quel campo, ove fu attore l’anno scorso. Ridotti in dieci, imperioso un grido sostenitore diceva: «Grigi, all’arrembaggio! Anche Borriero in prima linea!». E venne il secondo goal, e poi il terzo. «Hanno visto?» disse il sostenitore grigio ai vicini pisani, con un gesto simile a quello del prestidigitatore che ha appena tirato fuori 24 conigli bianchi dal cilindro. Il gioco era fatto e bianchi – come pezze lavate – erano, naturalmente, i pisani. (Andrea Canestri-Ukri, «Il Piccolo», 4 ottobre 1952) RISULTATI: Arsenaltaranto-Venezia 0-1 Lecce-Empoli 1-2 Mantova-Sanremese 1-4 (giocata il 27 settembre 1952) Parma-Livorno 0-0 Pavia-Stabia 2-0 Reggiana-Molfetta 4-2 Sambenedettese-Maglie 1-0 Vigevano-Piacenza 3-0 CLASSIFICA: Pavia, Venezia 5; Alessandria, Empoli, Piacenza, Sambenedettese, Sanremese 4; Arsenaltaranto, Livorno, Mantova, Parma, Pisa, Vigevano 3; Maglie, Reggiana 2; Molfetta, Stabia 1; Lecce 0 Il punto sul campionato Ribaltone in vetta alla classifica dopo la terza giornata con il Pavia che aveva sconfitto lo Stabia ed era balzato al comando insieme al Venezia che aveva espugnato il campo di Taranto. Prima sconfitta stagionale per il Piacenza superata in maniera sonora a Vigevano. La Sanremese aveva ottenuto un’importante vittoria sul campo del Mantova. Prima vittoria stagionale della Reggiana che aveva battuto il Molfetta. Terza sconfitta consecutiva per il Lecce, sconfitto dall’Empoli.