Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1951/1952
Serie C
27-01-1952 - Giornata: 19 - Biella - Alessandro Lamarmora


Biellese AS - Alessandria US 2 - 3 (0 - 0)
RETI: 47. Francescon S. [Bi] , 49. Piccioni C. [Bi] 60. Valentinuzzi G.[A], 66. Colombo A.[A], 90. Savoini G.[A]

Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Masperi Luigi, Colombo Alfredo, Albertelli Lanfranco, Valentinuzzi Giorgio, Pietruzzi Mario, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
BIELLESE AS: Leni; Braghieri, Baradel; Boccalatte, Benedetto, Ferrari; Gariazzo, Rosa, Piccioni, Francescon, Dalio. All.: Costanzo Giovanni.

Arbitro: Fumagalli Abramo (Milano)
Note
Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'ALESSANDRIA RIMONTA A BIELLA LO SVANTAGGIO DI DUE RETI: 2-3 La neve che ancora a mezzodì s’infilava dispettosa nelle velette delle signore all’uscita dalla Messa grande, cessò come d’incanto quando fu l’una e il campo, che era già stato spazzato il giorno prima, fu di nuovo riassettato! Fumagalli diede il benestare e si giocò. Si faticava un po’ a stare in piedi, ma la Biellese si gettò subito all’attacco. Voleva vincere, dovevano vincere i ragazzi di Costanzo e in verità furono ammirevoli lo slancio e l’ardore con cui cercarono di superare i coriacei difensori grigi. Ma per tutto il primo tempo niente da fare. Sventolò a rete al 4’ Francescon dopo una bella triangolazione, ma Borriero fu pronto alla parata; s’incuneò bene al 33’ Piccioni, dietro un allungo di Dalio, e ancora Borriero di pugno riuscì a precederlo. Ma la bravura e l’esperienza di Arezzi e di Vitto, la tempestività di Gabbiani e l’abilità di Borriero, riuscirono ad impedire ogni realizzazione. Dal canto suo l’Alessandria, pur giocando guardinga e abbottonata con Pietruzzi a far più da terzino laterale che da interno, Albertelli a far la spola e Valentinuzzi spesso retrocedente, ebbe un paio di occasioni addirittura preziose, ma le gettò via piuttosto malamente; in apertura, al 2’, quando Valentinuzzi diede a Savoini e il tiro fu deviato in angolo da Leni, e al 19’, quando un colpo di testa di Savoini mandò il pallone a sbattere sull’interno di un montante per rimetterlo in campo. La ripresa, invece, ebbe un inizio fulminante. Dopo due minuti di gioco un tiro debole di Francescon s’infilò in rete, passando fra le gambe di Borriero, forse tradito dal terreno gelato. Fu un’iniezione di fiducia per i biellesi e non passavano tre minuti che Piccioni raddoppiò: lanciato da Gariazzo, il piccolo centravanti resisteva alla carica di Vitto e insaccava. L’Alessandria non si scompose per niente: continuò a giocare con calma e lucidità e vinse la partita. Accorciò le distanze, al 14’, con un lancio di Albertelli che pescò Valentinuzzi solo e forse in fuori gioco; impattò al 22’ con una bell’azione Arezzi-Valentinuzzi, che diede modo a Colombo di mettere a segno e, quando tutto ormai pareva finito – dato che Fumagalli aveva lasciato correre un paio di sospettabilissimi rigori in area alessandrina – si mise in tasca l’intera posta. Ancora Valentinuzzi, visto Savoini tutto solo all’estrema destra, gli affidò la sfera e il gioco fu fatto. (Piero Ratti, «La Gazzetta dello Sport», 28 gennaio 1952) L'ALESSANDRIA RIMONTA A BIELLA LO SVANTAGGIO DI DUE RETI: 3-2 La giornata fredda e le ultime infelici vicende della Biellese hanno tenuto lontano dallo stadio la maggior parte dei tifosi bianconeri, cosicché al confronto tra Biellese e Alessandria non presenziavano che poche centinaia di spettatori. Tuttavia la gara è stata interessante. Ha segnato un sensibile miglioramento dei biellesi, soprattutto per quanto riguarda la volontà e l’intraprendenza, ha mostrato un’Alessandria dal gioco brioso ed elegante, ha avuto momenti di alto interesse agonistico soprattutto nel secondo tempo. La prima parte dell’incontro è terminata a reti inviolate. All’inizio della ripresa improvvisamente la Biellese andava in vantaggio con un tiro non forte ma preciso di Francescon, che passava tra le gambe di Gabbiani e beffava il portiere Borriero. Sulle ali dell’insperato successo, i biellesi – in maglia granata – insistevano e al 4’ ottenevano la seconda rete con Piccioni che, infilatosi in area, resisteva a una carica e insaccava con un bel tiro. Il gioco sembrava ormai fatto per i padroni di casa, ma l’Alessandria, non disarmò, fece leva sul sempre classico Arezzi, sull’ottimo Albertelli, sulla mobilità di Valentinuzzi e si spinse all’attacco. Qui tuttavia entrò in gioco l’arbitro, che ebbe parte importante nel determinare il risultato: un esatto allungo di Albertelli colse Valentinuzzi in fuori gioco, ma la rete del centravanti fu convalidata da Fumagalli, il quale si ebbe poi ancora un subisso di fischi quando non intervenne su un paio di atterramenti in area ai danni di Piccioni, uno dei quali poteva essere passibile della massima punizione. D’altra parte i grigi vollero legittimare la loro posizione con una dimostrazione efficace di bel gioco e di capacità realizzativa e al 22’ Colombo realizzò il pareggio. La partita non era tuttavia ancora conclusa, sebbene la Biellese si portasse ancora all’attacco. Quasi allo scadere del tempo Savoini raccogliendo un esatto centro, mise a segno la terza rete. L’insoddisfacente arbitraggio del milanese Fumagalli diede luogo, al termine della partita, ad una dimostrazione di ostilità da parte del pubblico, ma l’arbitro riuscì ad evitare guai maggiori uscendo dallo stadio con un certo ritardo e ben scortato dalla forza pubblica. (C.C. o C.E., «Stampa Sera», 28 gennaio 1952) La funzione dell’arbitro di calcio è indubbiamente difficile. Questo signore è in campo per far rispettare il regolamento ai giocatori, per punirli anche se costoro non lo osservano o, peggio, espellerli addirittura dal terreno di gioco se il loro comportamento risulta pericoloso o violento. E fin qui siamo a posto. Ma quando a sbagliare, continuamente e gravemente, in misura tale da invertire addirittura il risultato è proprio lui, l’arbitro, cosa accade? I giocatori danneggiati protestano, il pubblico fischia, col risultato il più delle volte, di subire, dopo il danno del risultato negativo, le beffe sotto forma di multe e squalifiche. C’è anche in campo, e domenica c’era proprio, un commissario federale, il cui compito è quello di sorvegliare e riferire circa il comportamento del pubblico, dei giocatori e dello stesso arbitro. Come si vede, teoricamente, siamo a posto. In pratica, le cose sono leggermente diverse. Quando il direttore di gara si comporta per esempio come il milanese sig. Fumagalli, noi partiamo dal presupposto che il personaggio sia uno sportivo onesto, il commissario riferisce agli organi federali. I quali provvedono a redarguire colui che ha sbagliato, magari a concedergli un periodo di… vacanza, ma quello che è fatto è fatto. Il risultato resta, le multe verranno pagate, e buonanotte. Rarissimo il caso di un incontro ritenuto nullo per confessato errore dell’arbitro oppure su rapporto del commissario di campo. Questa è la situazione, purtroppo. Battuti dall’arbitro. Non è il primo incontro che la Biellese perde in casa, e sempre il nostro giudizio è stato obiettivo e onesto, sempre abbiamo ammesso sia pure a malincuore i meriti degli ospiti e i demeriti dei battuti. Questa volta invece non è stato così. La Biellese, dopo un primo tempo prudente, ha avuto la buona ventura di segnare un goal all’inizio della ripresa, aiutata un po’ dal caso, si è buttata sotto con energia e ha raddoppiato il vantaggio questa volta di prepotenza; aveva ormai la partita in mano. Era chiaro che gli ospiti ritenevano chiusa la faccenda, giocherellavano senza troppo impegno. Senonché, ebbero la ventura di vedersi convalidata una rete segnata in condizioni irregolari, a mezzo del loro centravanti che si trovava, al momento in cui ricevette la palla, in nettissimo fuori gioco. Visto da tutti, meno che dall’arbitro. E dicendo tutti alludiamo anche al segnalinee il quale, interpellato, ebbe «paura» di dire la verità. Diamine, si trattava di far annullare un goal all’Alessandria, e non si sa mai. Da questo momento più nulla andò per il verso giusto. I grigi, un goal di scarto è cosa da poco, segnarono il pareggio, questa volta regolarmente. Poi i nostri andarono sotto e Piccioni due volte si trovò con la palla della vittoria, a due passi dal portiere avversario, e due volte fu rovesciato decisamente. E due volte il sig. Fumagalli fece segno di no, che il rigore non l’avrebbe concesso. Erano con noi due colleghi torinesi, gente che ne ha viste di tutti i colori, eppure inorridivano. E i loro commenti, seppure necessariamente prudenti, sono chiari. Infine, la immancabile beffa finale. Quando mancava un minuto alla fine, l’Alessandria ottenne la rete della vittoria. Il pubblico era furioso. Voleva… festeggiare l’arbitro, ad ogni costo. Il cronista, anche se non lo pensa «deve» scriverlo, è contrario e disapprova questa specie di festeggiamenti. Ma si può dar torto a questi tifosi? Si è detto: primo tempo in bianco, squilibrato, giocatori a disagio sul terreno gelato ricoperto da un leggero strato di neve. Al 2’ della ripresa un blando tiro di Francescon da una ventina di metri, palla saltellante deviata leggermente da un terzino grigio; rete per la biellese. Al 5’ scappa Gariazzo e tira, palla sul braccio di Vitto, rigore grosso ma l’arbitro tira via. Per fortuna c’è Piccioni a due passi che raccoglie e mette dentro di prepotenza. La Biellese si galvanizza, batte un angolo, ma al 15’ Valentinuzzi segna quel goal in fuori gioco, di cui abbiamo detto. Al 21’ Colombo in mischia ottiene il pareggio da due passi. Due angoli contro i grigi, il secondo provocato dall’azione più bella di tutto l’incontro, con rovesciata finale dell’ormai libero Piccioni, scaraventato nella neve mentre sta per concludere. Manca un minuto alla fine, e anche il pareggio sfuma. Azione dei grigi sulla sinistra e traversone a destra, tiro forte di Savoini, rete. L’Alessandria è sempre una bella squadra. Solida, tecnica, con parecchi uomini che potrebbero figurare ottimamente nella categoria superiore. La Biellese ha disputato una delle migliori partite della stagione, e questa è l’ultima nota lieta della giornata. C’è il portiere Leni non ancora in buone condizioni e qualche neo ancora si nota nel piazzamento dei singoli. Per esempio non si è pensato di piazzare un uomo al fianco di Arezzi, che è stato il direttore della squadra ospite, per la ripresa, operando sapientemente ma assolutamente indisturbato. Ma i terzini si sono comportati bene (Braghieri e specialmente il piccolo Baradel hanno letteralmente annullato le ali avversarie), la mediana ha funzionato assai bene sotto la guida del navigato Benedetto, è piaciuto anche l’attacco dove ha brillato Piccioni, quanto mai deciso e insidioso seppure a tratti un po’ pasticcione. Non ha più nulla da dire ormai la nostra squadra per quanto riguarda la classifica. Ma può fornire un buon finale e tirarsi un po’ su. Intanto, risultato tutt’altro che disprezzabile, si è riguadagnata di colpo la stima e la simpatia del pubblico. Sotto questo aspetto, la sconfitta di domenica vale senza dubbio una vittoria. (Giovanni Gaia, «Il Biellese», 29 gennaio 1952) SPETTACOLO DI GALA DOMANI AL MOCCAGATTA L’im pegnativo confronto con la Sanremese Immutata la formazione dell’Alessandria È stato detto che contro la Biellese i grigi, in svantaggio di due reti all’8’ della ripresa sono riusciti a rimontare il distacco e ad aggiudicarsi la vittoria grazie alla forza di volontà dimostrata quando l’incontro era dato per perso. Incaselliamo il successo, ma il comportamento dei grigi non convince, perché un complesso di giocatori come quello dell’Alessandria non deve ricorrere alla forza della disperazione per sconfiggere una Biellese. Se già non avessimo un titolo, metteremmo oggi in testa al nostro corsivo: «Grinta dura». Perché la partita di Biella, veramente memorabile, credeteci, è di quelle che si vincono solo con una volontà che, se ha il suo lato grandemente emotivo, ha pure un lato duro, deciso, travolgente, da parte di chi si sente ingiustamente costretto da un risultato che lo fa vinto e purtuttavia non domo. Era la pelle che bruciava per l’incontro nato male con la Gallaratese, era la premessa alla ventura Sanremese… fatto sì è che i ragazzi in maglia grigia abbassarono la testa e caparbiamente non mollarono se non quando il tanto vituperato arbitro non sanzionò la loro vittoria. E acconsentiteci di accumularli qui, tutti, in un unico «bravissimi!» di cuore. Dal tenace e sorprendente Arezzi, ai vigili Vitto e Masperi, al caparbio Bussetti, allo spettacolare Gabbiani, al beffato Borriero (che pur si è prodotto in due parate di classe); dal duro e travolgente Valentinuzzi, ai saettanti Colombo e Savoini (e qui ci scapperebbe un aggettivo anche per Neri, se non temessimo di sentircene dire quattro…). Le cronache vi avranno detto molte cose; certo, molte inesattezze. Volute o non volute, non vogliamo giudicare. Inesattezze, certo, anche se uscite da penne biro ben più importanti della modesta rosicchiata nostra cannuccia con pennino «dalla corona». Agli illustri giornalisti – che vilipenderemmo se osassimo chiamarli «colleghi» – chiediamo se per avventura non hanno visto un rigore nell’atterramento di Valentinuzzi (circa al 15’ del primo tempo, sullo zero a zero), finito in rete con plateale ruzzolata a scivolo di almeno 4-5 metri. E poi ci dobbiamo sentire chiamare «fortunati» per avere avuto un ridanciano pallone che carambola tra traversa e palo e rimane lì incollato per uno spazio di tempo tale da far credere al sovvertimento di tutte le forze, prima fra tutte quella di gravità? Potremmo continuare se il nostro compito fosse quello di cronisti e lo spazio non fosse tiranno. Capovolgere un risultato di siffatta portata, contro una squadra che per la prima volta (già… contro i grigi…) dà dimostrazione al proprio pubblico di accesa volontà e di combattività non è stata impresa da poco. E quel che conta è – tenetelo ben presente – che i grigi non hanno rubato nulla a nessuno! Quello che hanno preso lo hanno inesorabilmente voluto, con una caparbietà che ci fa credere che, così volendo, di partite ne dovrebbero sfuggire poche. Tecnicamente superiore nel primo tempo, dove almeno tre lezioni potrebbero servire per un trattatello divulgativo sul gioco del calcio, i grigi avrebbero potuto accedere agli spogliatoi con due reti di vantaggio. Nel secondo tempo, beffati in pochi minuti da due reti irridenti alla volontà e superiorità degli alessandrini i grigi innestarono la quarta marcia, che doveva risultare poi quella funebre per le riaccese speranze biellesi. Auguriamoci di ritrovare domani sul campo amico, quella volontà che conoscemmo al «Lamarmora», avremmo modo di gustare una bella partita e di sentirci dire che non siamo stati, nel nostro corsivo, guidati da sentimentalismi e da spirito di parte. (Andrea Canestri-Ukri, «Il Piccolo», 2 febbraio 1952) RISULTATI: Aosta-Saronno 2-0 Casale-Sanremese rinviata per impraticabilità del campo Gallaratese-Fossanese rinviata per impraticabilità del campo Lecco-Pavia rinviata per impraticabilità del campo Ponte San Pietro-Savona sospesa per nebbia (giocata il 26 gennaio 1952) Rivarolese-Pro Vercelli 3-1 Seregno-Varese rinviata per impraticabilità del campo Vigevano-Crema rinviata per impraticabilità del campo CLASSIFICA: Vigevano 30; Alessandria* 26; Pavia, Sanremese, Rivarolese* 24; Lecco, Ponte San Pietro 21; Fossanese 20; Crema 18; Savona, Pro Vercelli* 17; Casale, Saronno* 15; Biellese* 13; Seregno, Varese 12; Aosta* 11; Gallaratese 10. *: una gara in più. Il punto sul campionato Nella diciannovesima giornata sei gare erano state rinviate per impraticabilità del campo. Con due reti segnate da Barenghi l’Aosta aveva siglato un franco successo sul Saronno che gli aveva permesso di lasciare l’ultimo posto in classifica. La doppietta di Brocca era stata decisiva per la vittoria della Rivarolese sulla Pro Vercelli.