Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1951/1952
Serie C
16-09-1951 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Biellese AS 4 - 1 (1 - 0)
RETI: 26. Valentinuzzi G.[A], 68. Savoini G.[A], 81. Savoini G.[A], 85. Albertelli L.[A] 79. Donatelli G. [Bi]

Alessandria US Borriero Pietro, Arlandi Luigi, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Soffrido Luigi Vittorio, Albertelli Lanfranco, Valentinuzzi Giorgio, Benzi Giuseppe, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
BIELLESE AS: Leni; Braghieri, Baradel; Zetti, Benedetto, Ferrari; Piccioni, Signorini, Rosa, Donatelli, Dalio. All.: Costanzo Giovanni.

Arbitro: Banda (Treviso)
Note
Inizio gara ore 15:30.

Commento
L'ATTACCO DELL'ALESSANDRIA PIEGA LA BIELLESE: 4-1 L’Alessandria si è conquistata la vittoria con pieno diritto; ha attaccato di più, ha retto meglio alla distanza pur sotto un sole cocente ed una temperatura da Ferragosto, ha giocato, forse, con più cuore. La Biellese potrà recriminare che il passivo è stato troppo forte, che un goal fatto contro quattro subiti formano un premio eccessivo per gli avversari ed una punizione troppo severa ai suoi uomini. Ma queste non sono che considerazioni a valore indicativo, rimane incontrovertibile il fatto che l’undici bianconero ben poche volte ha dato l’impressione di poter passare: i biellesi più che gioco facevano un gran correre, si davano da fare alla ricerca di un concetto di manovra che mai riuscivano a raggiungere. Un attacco troppo evanescente, che si perdeva nei pressi della mediana alessandrina, quasi irretito dalla suggestione di una stretta marcatura. Il goal di Donatelli anche se bello nel tocco finale, è venuto su una puntata caparbia di Piccioni, non su azione di linea, e si è capito subito che sarebbe rimasto isolato, e che il vantaggio alessandrino (2 a 1 in quel momento) non avrebbe più subito alcun pericolo. Forse è questione di forma, più che di uomini, certo è un problema che i tecnici biellesi dovranno affrontare. Dietro non sempre Leni, Braghieri, Baradel e Benedetto riescono a far fronte alle offensive avversarie; il peso della partita è stato ieri per buona parte sulle loro spalle, e se capitolazione c’è stata non può essere data a loro tutta la colpa. L’Alessandria, del resto, pare quest’anno una squadra tutta nuova nel gioco d’attacco; non più l’insistente palleggio che poteva appagare l’occhio ma che rendeva goals con il contagocce, ma manovra scarna, in profondità, con atleti guizzanti là dove l’azione può e deve concludersi. L’uomo nuovo di questo attacco è Valentinuzzi, un centroavanti di taglia atletica, rosso di capelli, e dal tiro bruciante; te lo trovi nelle posizioni più impensate, non ama i fronzoli, preferisce tirare, tirare sempre. Lieta sorpresa anche Savoini: ha fatto due goals bellissimi per scelta di tempo e precisione di tiro. Soffrido, all’ala destra, è stato l’ispiratore tecnico di questo attacco, un altruista sempre, un generoso. La mediana è quella di tanti anni fa: Arezzi, Vitto, Pietruzzi. Sono piuttosto anzianotti e bisogna dar loro tempo per riacquistare la forma. La difesa, per quel poco che è stata chiamata in opera, ha fatto bene. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 17 settembre 1951) Sono stati necessari ventisei minuti di gioco perché Leni abbassasse bandiera e fosse costretto a raccogliere in fondo al sacco il preciso pallone di Valentinuzzi a conclusione dell’ennesima azione imbastita da Soffrido, sia pure troppe volte sfasato ma a torto beccato dal pubblico, considerando che ben tre delle quattro reti segnate presero l’avvio dalle fughe dell’ala destra alessandrina. Le prodezze di Leni sono valse a contenere il punteggio nel primo tempo, malgrado l’insistente pressione dei grigi, che ebbero in Valentinuzzi il miglior attaccante in senso assoluto, il vero nome di punta pronto a creare e sfruttare le occasioni da rete. Il successo degli atleti di Moccagatta, particolarmente significativo date le condizioni ambientali e il nome dell’avversario, va attribuito anche al comportamento della mediana, nettamente superiore nei confronti dei diretti avversari, in virtù della miglior classe ed esperienza; gli ottimi spunti individuali dei bianconeri non valsero a far breccia nello schieramento difensivo locale, ché anche il portiere Borriero, pur sofferente a un braccio, rintuzzò a dovere le sporadiche puntate di Signorini, Rosa e Piccioni, i più attivi fra gli attaccanti ospiti. Il punteggio non è forse l’esatta espressione dei valori in campo, in quanto riteniamo che il portiere biellese, dopo la seconda rete passiva, non abbia difeso secondo le sue possibilità, anche a causa del sole basso che gli fece commettere errori di piazzamento al terzo e quarto gol. Comunque, il successo alessandrino è chiaro e inequivocabile. La rivalità fra i due massimi esponenti della «C» piemontese ha dato luogo a una gara accanita che però, salvo qualche trascurabile ripicco, si è svolta senza acredine e cattiverie. Già implicitamente lodati i mediani locali e Valentinuzzi, va segnalata l’ottima prova di Borriero, Gabbiani, Albertelli. A Savoini il merito di due reti di ottima fattura, realizzate con acume e freddezza. Fra i biellesi hanno ben impressionato Leni (per tre quarti di gara), Braghieri, Benedetto – però eccessivamente falloso – e, all’attacco, Rosa e Piccioni. La direzione di Banda, anche se tecnicamente ineccepibile, ha lasciato piuttosto a desiderare per la troppa tolleranza. (Nino Cavallo, «La Gazzetta dello Sport», 17 settembre 1951) Niente da dire sulla sconfitta. L’Alessandria si è imposta nettamente in virtù di una superiore classe complessiva, di una maggiore esperienza, di un più completo «stato fisico» dei suoi giocatori. Faceva caldo domenica, un caldo da Ferragosto, c’era da temere sulla «tenuta» degli atleti, soprattutto di coloro che, come i tre mediani grigi, contano un numero superiore di anni di età di quelli dei nostri cinque attaccanti. E invece nel finale i tre vecchioni scorrazzavano ancora come fringuelli mentre i nostri cinque giovincelli (e con loro Zetti e Ferrari, gli altri due giovanissimi), erano completamente esausti. Mancanza di doti fisiche, eccesso o scarsezza di preparazione? Non diremmo. Piuttosto il fatto, che ha sorpreso un po’ tutti, è dovuto ad una sola causa: i grigi, specie i tre sullodati mediani, sanno fare il passaggio lungo, fanno insomma viaggiare la palla anziché per correre inutili chilometri, al contrario dei nostri. È questa differenza, che ha valore sostanziale, è dovuta a due motivi: classe ed esperienza. Dunque, niente da dire sulla sconfitta. Forse, qualche riserva sulla entità della sconfitta. Per esempio un grosso rigore non concesso alla Biellese, per esempio il quarto goal degli alessandrini viziato da un lampante fuorigioco. I tre goal di scarto potevano risultare solo due, ecco. Per il resto, accettiamo le conseguenze dei numerosi svarioni arbitrali, distribuiti in equa misura, e pensiamo all’avvenire La squadra ha denunciato non poche pecche, nell’urto contro un avversarlo forte o deciso come era l’Alessandria di domenica. L’attacco, discreto a mezzo campo, scompare letteralmente al contatto degli estremi difensori, non sa concludere insomma. Il nuovo centrattacco Rosa neppure questa volta è riuscito e convincere. Lo abbiamo visto due volte questo giovanotto, e aveva come avversari diretti Nay o Vitto. Due giocatori da Serie A, abili, scaltri e decisi. Sarà opportuno vederlo ancora per giudicarlo, domenica prossima sarà in campo anche Benedetti, al suo fianco. Un po’ di cronaca. L’inizio è dei grigi, ma i nostri si difendono bene, Leni si fa ammirare, cosi come Benedetto e Braghieri. Signorini manca per un pelo il successo al 23’, al 27’ un malinteso tra Ferrari e Baradel dà via libera a Valentinuzzi che scocca un forte rasoterra e imbrocca l’angolino. Il disperato tuffo di Leni è inutile. Un paio di angoli, una bella rovesciata di Albertelli e un gran volo di Leni, al 42’ plateale sgambetto a Rosa, solo a due metri da Borriero, l’arbitro non vuol vedere il grosso rigore, termina il tempo sull’uno a zero. Buon inizio dei nostri nella ripresa, e prima Piccioni poi Rosa perdono facili occasioni; due angoli contro Biella, fucilata di Braghieri su punizione appena sopra la traversa. Picchiano i grigi, tentennano i nostri, ennesima fuga di Soffrido e centro lungo, irrompe Savoini dall’altra parte e batte Leni da pochi metri. Brusca reazione bianconera, puntigliosa azione Signorini-Piccioni, arriva Donatelli e batte Borriero con precisa puntata. Dura poco l’entusiasmo dei molti biellesi, esattamente due minuti. Al 36’ scappa ancora Soffrido e centra, il solito Savoini «entra» di testa e insacca. Il più bel goal delia giornata. Signorini al 39’ spara deciso e Borriero ferma per caso la palla, al 40’ Albertelli in netto fuori gioco segna la quarta rete. Tutto qui. L’Alessandria, anche a detta dei vuoi zelatori, è più forte dell’anno scorso. Più utile e realizzatrice, e il merito viene attribuito alla fresca vena di Soffrido, soprattutto all’azione continua, seppure sovente rude scorretta del nuovo centravanti Valentinuzzi. Questo centravanti, un tipo rosso di capelli, alto e robusto, ha avuto… contatti con quasi tutti i nostri difensori. Si farà strada, vedrete. Se i tre anziani della mediana terranno alla distanza, i grigi si faranno sentire in questo campionato. La Biellese si è battuta fino in fondo, anche quando il punteggio non lasciava più alcuna speranza. È questa l’unica nota bella della giornata. Leni, Braghieri, Benedetto, Donatelli meritano un elogio particolare. (Giovanni Gaia, «Il Biellese», 18 settembre 1951) DOMANI A DURA PROVA I “ GRIGI,, Impegnativo il confronto con la Sanremese Anche la Biellese, se pur notevolmente più forte del Sanremo, ha dovuto abbassare bandiera al Moccagatta, nel confronto con la rinfrancata squadra dei grigi. Prima di iniziare il campionato e pareva un paradosso, avevamo scritto che gli sportivi avrebbero avuto più soddisfazioni che non nella passata stagione calcistica. I fatti confermano nei primi due risultati le nostre previsioni: nonostante la mancanza di Giorcelli, Scarrone, Guaschino e Dania l’undici grigio non solo ha tenuto in rispetto la balda squadra biellese, reduce dal successo d’Aosta, ma ha anche dominato in lungo ed in largo, realizzando quattro reti in modo spettacolare. Crediamo di non andare errati asserendo che il portiere Leni ben difficilmente subirà ancora quattro reti nel corso di una sola partita. La nostra squadra, guardinga in difesa, mobile nella mediana in particolar modo per la scioltezza di Pietruzzi, ha manovrato in profondità, sfuggendo, con spostamenti repentini, alla marcatura avversaria. Sovente gli uomini dell’attacco si scambiavano di posto, a seconda dello svolgimento dell’azione, e Valentinuzzi, evitando il controllo del centrosostegno Benedetto, si è trovato spesso alla estrema sinistra, al posto di Savoini, di modo che nell’area di rigore il campo d’azione degli altri nostri attaccanti era più aperto. Purtroppo il nostro attacco non funziona ancora in per fetta intesa, ma si è intravista la possibilità di costituire un quintetto di alto rendimento, vuoi per la bravura di Valentinuzzi, per la scaltrezza di Soffrido e per le doti tecniche di Albertelli. Anche Savoini si è preso la rivincita di fronte ad un pubblico che lo «beccava» dopo il mediocre esordio nella prima di campionato. Solo Benzi, indisposto, non ha potuto essere all’altezza dei compagni. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 22 settembre 1951) RISULTATI: Crema-Vigevano 1-1 Fossanese-Gallaratese 2-3 Pavia-Lecco 2-1 Pro Vercelli-Rivarolese 3-2 Sanremese-Casale 3-0 Saronno-Aosta 2-1 Savona-Ponte San Pietro 4-3 Varese-Seregno 4-3 CLASSIFICA: Alessandria, Gallaratese, Pavia 4; Crema, Sanremese, Vigevano 3; Biellese, Lecco, Pro Vercelli, Rivarolese, Saronno, Savona, Varese 2; Ponte San Pietro 1; Aosta, Casale, Fossanese, Seregno 0 Il punto sul campionato Dopo la seconda giornata di campionato erano state tre le squadre a comandare la classifica: Alessandria, Gallaratese che aveva conquistato i due punti al termine di una gara emozionante contro la Fossanese nonostante un rigore sbagliato da Bardelli il e Pavia che aveva avuto la meglio sul Lecco con i gol di Gottardo, Cazzaniga e Ganelli.Giornata negativa, soprattutto nel secondo tempo, per il Casale uscito sconfitto da Sanremo e ancora a quota zero in classifica cosi come Aosta, Fossanese e Seregno.