Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
21-02-1954 - Giornata: 21 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Como AC 2 - 1 (0 - 1)
RETI: 66. Bey C.[A], 69. Campi S.[A] 8. Gritti M. [Co]

Alessandria US Dalla Fontana Emanuele, Garzena Bruno, Nicolazzini Antonio, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bey Carlo, Piatto Ottorino, Campi Salvatore, Campagnoli Cesare, Serone Roberto All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
COMO AC: Bardelli; Brancaleoni, Grassi; Boniardi, Mezzadri, Viciani; Malighetti, Cazzaniga, Ghiandi, Gritti, Radaelli. All.: Lamanna Hugo.

Arbitro: Jonni Cesare (Macerata)
Note
Angoli: 7-1 (3-0). Spettatori: 4.500 oppure 6.000, a seconda delle fonti. Giornata di sole, terreno pesante. Inizio gara ore 15:00.

Commento
ALESSANDRIA DI SLANCIO Per raggiungere una preziosa vittoria, l’Alessandria ha dovuto percorrere un sentiero che costeggiava pericoli e avversità. All’ottavo minuto di gioco il sole e Gritti avevano battuto il portiere dei grigi, Dalla Fontana. Il tiro fortissimo del mezzo sinistro comasco era passato sotto il corpo del guardiano che era scattato in ritardo, perché abbagliato dai raggi luminosi. Cercando di rimediare all’infortunio, l’Alessandria ha attaccato per tutto il resto del primo tempo, ma il Como ha difeso senza eccessive preoccupazioni il suo attivo. I grigi portavano avanti il pallone attraverso un zig-zag interminabile di passaggi laterali. Nel Como Ghiandi dava alla prima linea azzurra la pericolosità di un punteruolo: era sempre in posizione buona per scattare o per tirare ed i suoi «duelli» col centromediano avversario, col bravo Bagliani, hanno costituito uno spettacolo a parte. Anche Malighetti e Radaelli, ali sbrigative e veloci, e Gritti, col suo tocco classico del pallone, intervenivano in modo giusto nelle rare azioni di contropiede. Tutto sommato, in questo imperversare di offensiva grigia, gli atleti più impegnati sono stati i terzini… dell’Alessandria. Garzena è apparso il migliore in campo; Nicolazzini, rientrato dopo una lunga assenza, ha aumentato il suo rendimento man mano che la lotta diventava più impegnativa. Questa coppia, insieme a Bagliani, ha bloccato tutte le azioni condotte dai comaschi. Gli avanti grigi, da parte loro, hanno ottenuto tre calci d’angolo ed hanno impegnato Bardelli in una brillante parata, quando Piatto e Campi si sono trovati liberi in area ed il centravanti ha spedito il pallone a fil di palo. Nella ripresa il Como ha commesso lo sbaglio di impostare la sua partita sulla tattica del terzino volante. Viciani si è spostato al centro della mediana, lasciando Mezzadri libero di intervenire nei punti più minacciati. Il campo pesante pub aver consigliato prudenza, ma è stato in ogni caso un consiglio sbagliato. Il sole, che questa volta batteva negli occhi di Bardelli e riscaldava invece le spalle di Dalla Fontana, ha fatto il resto. Al ventesimo minuto Serone, spostatosi a destra, toccava a Piatto, e questi, dalla linea di fondo faceva spiovere un pallone alto. Bardelli non riusciva ad afferrarlo, anche perché Boniardi prima e Mezzadri poi glielo hanno allontanato dalle mani, nel tentativo di liberare alla svelta. Bey allora scattava al centro ed infilava con una puntata la porta ormai vuota. Un goal movimentato, ma valido anche se Brancaleoni (ci è parso) respingendo la sfera prima che questa toccasse la rete, ha dato via ad una serie di proteste tentate dai comaschi più per seguire il proverbio del «tentar non nuoce» che per reale convinzione. Quattro minuti dopo, su azione quasi identica, l’Alessandria otteneva il secondo e decisivo punto. Calcio d’angolo dalla destra. Lo batte Piatto; Serone salta più svelto di Bardelli e tocca di testa a Campi. Pronta deviazione del centravanti alessandrino ed inutile tentativo di Viciani, che si sostituisce al portiere nel cercare invano di fermare con le mani il pallone. Più accorta della sua antagonista, la squadra grigia, a questo punto non si è chiusa in difesa, ma ha continuato ad attaccare. Dalla Fontana non ha più avuto interventi difficili, e gli avanti hanno lottato con slancio ed entusiasmo commoventi. Commoventi nel vero senso della parola: l’ex giocatore Pietruzzi e l’allenatore Neri, subito dopo la gara, si sono seduti su una panchina degli spogliatoi. Avevano gli occhi lustri: un pianto di gioia. Per capirlo, bisogna vivere nell’atmosfera di questo calcio «provinciale» in eterna lotta con tante difficoltà, ma sempre alimentato dalla passione e dal ricordo di una scuola sportiva, che non tramonta. Negli ultimi cinque minuti il Como ha cercato disperatamente la «botta» finale, ma ancora una volta Garzena è emerso su tutti come un lottatore imbattibile. Al fischio di Jonni, il terzino è crollato a terra svenuto. Lo sforzo e l’emozione l’avevano abbattuto. Pronto, Ghiandi si è chinato per aiutarlo a rialzarsi. I due – maglia grigia e maglia azzurra – sono usciti insieme, tra gli applausi di un pubblico felice, di un pubblico che aveva ritrovato la «sua» Alessandria, una squadra che non avrà più i grandi assi del passato, ma sa lottare con lo spirito e l’orgoglio di chi vuol risalire. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 22 febbraio 1954) Alla fine del primo tempo non un centesimo avremmo scommesso sull’Alessandria: tanto era organizzato il gioco del Como (un contropiede ponderato e svelto), tanto appariva… sperimentale l’attacco dell’Alessandria. In linea tecnica i blu superavano i grigi di due lunghezze, con palloni a fionda ficcati da un sistema difensivo da serie superiore sui piedi di un attacco che triangolava in velocità. L’Alessandria non contrapponeva a simile manovra che un’arida superiorità territoriale, un’offensiva in cui a volte si scoprivano temi di gioco ritardatori, da vecchio metodo. Anche per questo gli ospiti – che giocavano sul velluto per un gol infilato in apertura di partita – entravano nelle fessure dello spiegamento alessandrino con disinvolta rapidità. In questa zona della gara, insomma, il Como sembrava avere dimenticato tutti i brutti guai che gli hanno seminato di contrattempi il girone di andata; e neppure tradiva l’orgasmo di chi pensa di giocarsi in un pomeriggio l’intera stagione. All’inizio della ripresa, l’unità lombarda spadroneggiava sull’altro undici che assolutamente non riusciva a rinvenire la rotta giusta. Aveva l’arte il Como di mettere il proprio attaccante in corsa verso la porta di Dalla Fontana con tre passaggi ben raddrizzati su un terreno da ciclocross. Ma, improvvisamente, voltafaccia: rete dell’Alessandria per un tuffo infelice di Bardelli in fase delicata, creata dal debole tiro di un grigio. L’Alessandria, già ravvivata da tale autentica fiammata d’entusiasmo, e soprattutto dal sapiente spostamento di Serone al centro, prese subito a tempestare la porta dei comaschi, troppo presto sconsolatisi. Bombardando Bardelli, che giocando contro sole aveva pure dimenticato il berrettino negli spogliatoi, ottenne altri calci d’angolo. Sulla traiettoria di uno di questi avvenne così che Bardelli non azzeccasse un altro intervento e che il Como – sfera nel sacco – si ritrovasse irrimediabilmente sulle ginocchia. Non aveva avuto fino allora un’incertezza il Como (anche il debuttante Grassi s’era tanto ben comportato sul pericoloso Serone) e da quell’istante invece ne accusava cento. Garzena – svenne a fine partita il bravo ragazzo – potrebbe essere preso a simbolo dell’Alessandria della ripresa, un’Alessandria sfoderante forza di garretti e calcio volante senza pentimenti e tentennamenti. Un calcio che l’allenatore Neri dovrebbe definitivamente imporre ai suoi; che poneva finalmente i palloni dinanzi alle gambe degli avanti e non alle loro spalle. Rinnovi i secondi quarantacinque minuti odierni l’Alessandria, e ai due punti preziosi altri ne aggiungerà. Al Como non v’è che da augurare di cacciare da sé il brutto ricordo e lo stato d’animo che ne consegue. La cronaca. Il Como, con il sole a favore, va all’8’ in vantaggio; palla da Cazzaniga al mobilissimo Ghiandi che finta Garzena, lasciando libero Gritti, avanzante da sinistra, di bruciare con un tiro piazzato Dalla Fontana; quindi repliche grigie che non presentano mai a Bardelli palloni difficili. Serie di calci d’angolo a favore dell’Alessandria, rotti sempre in tempo dalle reazioni organizzatissime dei lariani, i quali conducono a metà campo, quasi accademicamente. Sola nota stonata un battibecco Brancaleoni-Bey. Dopo l’abbrivo comasco in ripresa, gli alessandrini prendono a crescere fino al gol del pareggio, presto descritto. 21’: Campagnoli piazza un tiro che è un pallonetto; la palla sfugge a Bardelli buttatosi avanti e Bey, pressoché in mischia, la indirizza da destra a rete sguarnita. Il disperato tentativo di Boniardi non inganna l’arbitro Jonni. Il motore alessandrino, mentre la macchina del Como perde ritmo, sala ancora di giri. Al 26’, su corner battuto da Piatto, Bardelli acchiappa farfalle e Campi da destra mette dentro. Agghiacciati, i blu tardano a reagire; gli è che l’Alessandria è su tutti i palloni e Serone, al centro, si rivela una spina anche nel cuore difensivo del Como. Gli ospiti si rinfrancano un tantino quando l’Alessandria sembra preda di una crisi di stanchezza. Ma c’è poco da sperare, ché la difesa dei padroni di casa è assennata e mai si affida al caso. L’arbitro Jonni fu il miglior uomo in campo, veramente uno splendido direttore d’orchestra. Terreno allentato quanto lo può essere un campo arato. Incidente lieve a Grassi nei primi quarantacinque minuti: l’esordiente comasco si farà massaggiare allo stomaco. A fine gara Mezzadri ha un gesto di stizza verso la folla. (Mario Fossati, «La Gazzetta dello Sport», 22 febbraio 1954) I grigi hanno superato, nel combattutissimo incontro odierno, la diffusa opinione di non riuscire a contenere l’ardore avversario e condurre alla fine le ostilità con ritmo serrato e deciso. Nella partita odierna, infatti, sono stati i lariani i primi ad andare in vantaggio e precisamente a meno di 10’ dall’apertura delle ostilità. Gritti, partito da metà campo, giungeva sull’area alessandrina senza trovare seri ostacoli, quindi velocemente spediva con un tiro rasoterra la palla nella rete difesa da Dalla Fontana, il quale tentava di bloccare la sfera di cuoio, che gli sgusciava sotto il ventre insaccandosi in rete. E si è giunti alla fine del primo tempo con il Como in vantaggio. Il capovolgimento dei valori in campo si è avuto nella ripresa, che è stata una gradita rivelazione per il numeroso pubblico. In questa seconda parte dell’incontro si sono visti, infatti, i grigi letteralmente trasformati e dominati dal desiderio di pervenire alla vittoria. Così si è assistito ad una nutrita serie di attacchi cui raramente hanno fatto riscontro le reazioni degli azzurri, preoccupati com’erano di difendere la costante minaccia incombente su Bardelli, il quale è intervenuto più volte a bloccare e respingere insidiosi palloni. La bravura di tutto il sistema difensivo lariano non è valsa a frenare lo sgusciante e veloce Bey, il quale al 21’, abilmente servito da Campagnoli, determinava una paurosa mischia sotto la porta comasca; sferrava un tiro e la palla entrava in rete. Rinviata da un terzino senza che l’arbitro sanzionasse il validissimo punto veniva ripresa dallo stesso Bey che trovava ancora un libero corridoio tra quella selva di attaccanti e difensori, segnando così il punto del pareggio. Non paghi, gli alessandrini hanno riordinate le file e sono ritornati all’assalto della roccaforte comasca, cosicché il gol della vittoria veniva segnato tre minuti dopo da Campi, tra un tripudio di applausi, in seguito a un calcio d’angolo tirato da Masperi. Il Como ha tentato alleggerire il lavoro pressante della propria difesa ma senza costrutto, poiché gli alessandrini hanno continuato a mantenere il comando delle azioni. Circa seimila persone hanno assistito all’incontro, svoltosi su un terreno piuttosto pesante, che non permetteva alla palla di rimbalzare molto bene. Lievi incidenti di gioco a Brancaleoni, Boniardi, Piatto e Garzena. Al 24’ del secondo tempo Serone passava al centro. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 22 febbraio 1954) PARTITI IERI I GRIGI PER LA DUPLICE TRASFERTA IN SARDEGNA Form azione immutata per l’incontro di domani col Messina La squadra grigia ha sentito domenica scorsa l’importanza della partita che stava disputando, in quanto una sconfitta poteva pregiudicare la permanenza in Serie B; è partita di scatto con la ferrea volontà dei giorni migliori, ed ha portato dinanzi alla porta comasca travolgenti attacchi che per un soffio non sono giunti a conclusione. Poi purtroppo è venuta la rete degli azzurri, dovuta in parte ad un infortunio di Dalla Fontana. Chiuso il primo tempo in svantaggio i nostri ragazzi tornarono in campo decisi a tutto osare, ed in 45 minuti convinsero il pubblico e gli avversari di meritare il successo; e raggiunsero la vittoria con sicurezza di manovra ed ottima tenuta di gara. Due parole sui giocatori: qualcuno non ha reso come al solito, e tra questi i due migliori della squadra: Masperi, in non perfette condizioni fisiche e Giraudo, ostinato in incursioni non redditizie. Garzena fu un gladiatore, ed è stato favorito nel gioco dal tecnico Nicolazzini, che è rientrato in squadra conferendo ordine e sicurezza alla retroguardia. Ottimo anche Piatto, che ha giocato con volontà e capacità. […] Non è retorico, amici lettori, quel velo di pianto che ci ha coperto gli occhi quando al fischio finale dell’ottimo Jonni, abbiamo visto crollare Bruno Garzena, su quel terreno che aveva segnato una delle sue più entusiasmanti prestazioni. Fu infatti Garzena che trascinò i compagni di squadra alla vittoria: sul suo metro i compagni di squadra ingigantirono sino a sovvertire un risultato che pareva – ai più – irrimediabilmente compromesso. Nonostante tutto, i colori grigi non debbono retrocedere, se i suoi alfieri possono dare simili prove. Domenica, due modifiche ha apportato Neri: Nicolazzini e Piatto. Chiamando «esordio» la loro presenza, perché da troppo tempo erano assenti dalla scena calcistica, diremo che essi hanno superato brillantemente la prova. Due amare parole meriterebbe quella minoranza – perché tale essa è – di pubblico che «affossa» inesorabilmente fischiando, insultando, quasi godendo dell’inferiorità in cui viene a trovarsi la squadra, magari beffata da una rete. Tutti leoni appena si va in pareggio, tutti delicati come elefanti in una cristalliera appena si va in vantaggio. Ricordate, in avvenire, cos’ha fatto la squadra di Garzena, domenica scorsa. Dateci una mano, tutti assieme. Serve molto. Dal Sud, dove questi ragazzi affronteranno due trasferte durissime, attendiamo, fidenti, buone notizie. (Andrea Canestri-Ukri, «Il Piccolo», 27 febbraio 1954) RISULTATI: Brescia-Modena 1-1 Cagliari-Lanerossi Vicenza 1-0 Marzotto-Fanfulla 0-0 Monza-Catania 1-1 Padova-Salernitana 2-0 Pavia-Piombino 1-1 Pro Patria-Messina 1-0 Verona-Treviso 1-2 CLASSIFICA: Catania 31; Pro Patria* 27; Lanerossi Vicenza 26; Cagliari 25; Verona 24; Como 23; Brescia, Modena, Monza 22; Marzotto, Salernitana 20; Pavia 19; Messina 18; Alessandria, Fanfulla, Treviso 16; Padova 15; Piombino 14. : una gara da recuperare MARCATORI 11 gol: Bassetti (Catania) 10 gol: Rosa (Pavia) 8 gol: Hofling (Pro Patria), Manenti (Catania), Mannucci (Pro Patria), Pratesi (Pro Patria) 7 gol: Astorri (Monza), Deprati (Marzotto), Fabris (L.R. Vicenza), Zecca (Verona) 6 gol: Bettini E. (Brescia), Cabas (Modena), Genero (Fanfulla), Ghiandi (Como), Golin (Cagliari), Lerici (Alessandria), Micheloni (Catania), Pin G. (Pro Patria), Stivanello (Padova) Il punto sul campionato Il Catania, nonostante il pareggio ottenuto in casa del Monza ha mantenuto quattro lunghezze di vantaggio sulla Pro Patria, seconda in classifica che ha battuto il Messina, al 90’ con il rigore di Pratesi. La sfida piu’ importante della giornata tra Cagliari e Vicenza è stata vinta dai sardi con la rete di Gennari. Sconfitta interna per il Verona che è stato sconfitto dal Treviso. Il Padova ha abbandonato l’ultimo posto in classifica dopo la vittoria contro la Salernitana con Zorzin e Stivanello scavalcando il Piombino che ha pareggiato a Pavia.