Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
14-10-1973 - Giornata: 5 - Belluno - Polisportivo


Belluno AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 17. Tormen [Be]

Alessandria US Croci Claudio, Di Brino Marcello, Unere Giuseppe, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Volpato Angelo, Mazzia Bruno [51. Dolso Arrigo], Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Musa Ezio A disp.:(P) Favot Sergio, Manueli Luigi All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
BELLUBO AC: Bubacco, Cecco, Grion, Kuk, Del Piccolo, Stella, Dalla Bella, Cipelli, Inferrera, Tormen, Ballarin. A disp.: Bertella, Bacchin, Dell'Osbel. All.: Beraldo Eros

Arbitro: Marino Stefano (Taranto).
Note
Ammoniti: Baisi [A], Dolso [A], Tormen [B] Spettatori: 4000 Cielo coperto, pioggia a tratti, terreno allentato; Inizio gara ore 15.00

Commento
MARINO GUASTATORE IN GIACCHETTA GIUSTIZIA BARBIERO E COMPAGNI L’arbitro nega un rigore ammesso dagli avversari e condanna i grigi alla prima sconfitta del campionato © Il Belluno passa per un maldestro intervento di Croci# « Marino è stato il miglior libero dei giailoblu», afferma un dirigente alessandrino# Ezio Musa contesta il presidente Paolo Sacco: sarà ceduto a novembre? # Bailacci annuncia una pesante multa per il ’’bomber” che accusa i dirigenti di mancare alla parola data Il primo gol subito in campionato è stato fatale ai grigi: battuti da una rete fortunosa del bellunese Tortiteli e con la complicità di Croci al quarto d’ora di gioco, non sono più riusciti a rimontare. E’ così finita uno a zero per i ragazzi di Beraldo ai quali non pareva v ero di avere battuto la blasonata Alessandria. Tutto semplice per i padroni di casa? Il risultato questa volta c bugiardo e a riconoscerlo per primo, è il mister gialloblu con questa frase laconica, ma eloquente: « Gli sportivi devono ringraziare prima l’arbitro e poi la squadra ». Marino di Taranto, arbitro mediocre, direttore di gara che non riuscirà mai a sfondare il "m uro" della C, ha giudicato con un suo regolamento, non tenendo in alcuna considerazione quello ufficiale. E' intervenuto a sproposito; ha scambiato falli da rigore con inesistenti simulazioni — come vedremo — non ha consentito un solo tackle; ha concesso punizioni inesistenti. Evidentemente è incappato, come altri suoi colleghi della serie superiore, in una giornata veramente storta, danneggiando gravemente una squadra. « Il cattivo tempo ha influito — ha ammesso tra i denti Ballacci -— sul sistema nervoso dell’arbitro ». Il giudizio è condiviso dagli stessi avversari che dal signor Marino hanno ricevuto in regalo il successo pieno. Veniamo subito all'episodio del rigore, sul quale c'è il giudizio non solo dei giocatori, m a dello stesso pubblico locale. L’Alessandria preme disperatamente alla ricerca del pareggio e il Belluno si difende con una certa quale apprensione. Il ’’fattaccio” si registra al 67’ quando Baisi dalla destra lancia Musa alle cui spalle è Cecco che lo trattiene per da maglia. Il fallo è evidente, ma viene aggravato da Del Piccolo che interviene sull'ala alessandrina mettendolo a terra. Più rigore di così si muore, m a non la pensa allo stesso modo M arino che, scatta puntando l'indice verso la rete di Bubacco. I giallo-blu si mettono le mani nei capelli pensando al... castigo. Tra la sorpresa generale, l’arbitro ordina di battere una punizione contro i grigi. Simulazione di fallo oppure fuori gioco? Nessuno dei due, visto che il guardalinee non ha alzato la bandierina e che gli interventi bellunesi erano nettamente e vistosamente protesi ad atterrare la punta grigia. La massima punizione poteva essere fallita dai grigi, ma il non averla concessa, ha evidentemente favorito i padroni di casa. Carlo Sacco ha parlato di ’miglior libero del Belluno” riferendosi a Marino, mentre Ballacci molto più prudentemente ha aggiunto che « l’Alessandria ha giocato contro una squadra di dodici elementi invece che undici ». Nell’arco del campionato, purtroppo, accadono anche queste cose, per cui l’augurio migliore è che non si ripetano in altre occasioni e in contese ad alto livello. « Sui ragazzi la sconfitta non peserà assolutamente — ha risposto Barlacci ad una nostra domanda — in quanto il risultato doveva essere di parità. Sull’uno a uno se c’era qualcuno che poteva dolersi eravamo noi ». Grazie alle sviste arbitrali l’Alessandria si è così trovata tra capo e collo la prima sconfitta stagionale. Dato che contano i risultati e non i giudizi, l’undici mandrogno deve nuovamente stringere i denti per riportarsi sotto, per non perdere ulteriore terreno. La quinta giornata è stata caratterizzata da u n ’altra sconfitta che ha fatto clamore: quella del Mantova a Vigevano. I virgiliani con Zanolla in difficoltà hanno cercato invano di arginare l’offensiva dei padroni di casa. Il Monza, altro favorito alla vittoria finale, è stato invece imbrigliato da una sorprendente Pro Vercelli che in tre trasferte ha racimolato altrettanti punti. Per le bianche casacche si prospettano altre giornate di gloria. Della concomitanza di risultati negativi delle primattrici ha approfittato il Venezia andando a cogliere la seconda vittoria stagionale in quel di Savona. L’undici di Tagnin che pareva essersi ripreso dallo sbandamento iniziale non ha scusanti per lo 0-2 siglato da Modonese. Per Volpi, ex trainer ligure, una grossa soddisfazione: ha costretto i suoi ex ragazzi alla resa ed è balzato al comando in compagnia di Belluno e Monza. La classifica al momento attuale è quanto mai commessa perchè è difficile stabilire quale sia la vera forza delle grandi o delle presunte tali nonché delle squadre rivelazione. La tenzone è appena agli inizi per cui solo a dicembre si riuscirà a tracciare un quadro più completo. Domenica intanto avremo un primo scontro al vertice tra Lecco e Monza. L ex alessandrino Berta e i suoi compagni si faranno in quattro per costringere alla resa i brianzoli ancora immuni da sconfitte. Altro grosso impegno è quello che attende il Venezia chiamato a ridimensionare le ambizioni della matricola Bolzano che, ha dimostrato di farsi valere, come la scorsa domenica con il Trento. Tracciato un quadro affrettato della situazione del girone A della serie C, riprendiamo il discorso sull’Alessandria che ha conosciuto l’amaro calice della sconfitta. La vigilia di Belluno - Alessandria era stata più m ovimentata del previsto. All’assenza scontata di Pippo Pozzani, ormai sulla via della guarigione, si aggiungeva il forfait di Ezio Musa. Una impennata improvvisa della mancina alessandrina poneva in crisi Ballacci costretto a intraprendere il viaggio senza l’uomo gol. Conoscendo le difficoltà che i grigi incontrano in fase offensiva l’assenza complicava i piani del tecnico costretto a ripiegare su Manueli. Tra Musa e l’Alessandria i rapporti sono tesi da tempo per cui è bastata una scintilla per provocare la... rivoluzione. Il "reprobo” accusa Paolo Sacco di non avere tenuto fede alle promesse, il presidente alessandrino replica sostenendo « che tutto è stato travisato ». La controffensiva di Ezio non si è fatta attendere. In una intervista concessa alla "Gazzetta del Popolo” ha testualmente affermato: « La colpa di quanto sta accadendo non è mia, m a di Paolo Sacco che ha promesso senza mantenere. Non sono il solo a trovarmi in queste condizioni. Esiste, va un accordo, ma successivamente è stato ritrattato quanto promesso. C’era una stretta di mano e pensavo fosse valida a tutti gli effetti ». Solo a tarda sera, su sollecitazione di Ballacci, il giocatore — accompagnato da Carlo Sacco — è partito alla volta di Belluno. Viaggio assai movimentato che per poco si conclude in tragedia. Prima di Vicenza l’auto condotta da Carlo è sbandata sull’asfalto bagnato mentre viaggiava a velocità elevata Nell’urto contro il guardrail la vettura ha riportato gravissimi danni, ma gli occupanti sono usciti illesi. La posizione di Musa in seno alla società si è fatta insostenibile o quasi. Paolo Sacco che ha smentito le pretese del giocatore definendole assurde non lascerà certo passare sotto silenzio l’atto di ribellione. « Non presentandosi alla partenza del pullman — ha detto Ballacci — Musa ha commesso una infrazione grave. Pur non entrando nel merito della vertenza tra la società e il giocatore gli ho preannunciato una multa piuttosto pepata. Il suo gesto non può essere condiviso dal sottoscritto che deve mantenere la disciplina, che non può abbandonarsi a favoritismi ». Si preannuncia un trasferimento novembrino per il goleador mandrogno? Non è da escludersi alla luce della contestazione del ragazzo, deciso ad andare sino in fondo. La cessione di Musa comporta ovviamente l’arrivo di un ’altra punta che sappia garantire all’allenatore una media di dieci-dodici gol. Un calciatore capace di andare a rete con tanta facilità non è certo reperibile così facilmente sul mercato. Cosa accadrà... domani non lo possiamo anticipare. Ovvia pare una considerazione: una squadra in lotta per il primato non può essere travagliata continuamente da lotte intestine. Ne perdono di prestigio sia i dirigenti che i giocatori. Una chiarificazione? E quello che andiamo invocando da tempo, ma con risultati piuttosto deludenti. Con Musa piuttosto nervoso, i grigi hanno affrontato un Belluno che, se sul piano tecnico è nettamente inferiore, su quello agonistico non ha nulla da invidiare alle compagini che impostano le partite alla ’’garibaldina”. Consueta la disposizione tattica: centrocampo infoltito di uomini con Dalle Vedove a sostegno delle punte Baisi e Musa. Barbiero e compagni iniziano piuttosto disinvoltamente anche se il terreno reso viscido dalla pioggia consiglia prudenza. Con il trascorrere dei minuti i giallo-blu si fanno più insidiosi e l’Alessandria pur riuscendo a contenere le sfuriate si abbandona a qualche confidenza piuttosto pericolosa. Su un rettangolo che trasuda acqua da tutte le parti è, ad esempio, sconsigliabile effettuare passaggi al proprio portiere da funga distanza. Di Brino alle prese con Inferrerà deve tirare fuori le unghie per riuscire a frenare la irruenza del centravanti che si conferma alquanto pericoloso. Più consistente il "tono” di Unere che oltre a badare a Dalla Bella si incunea sulle fasce laterali cercando le punte. Lo stopper Colombo: il quale è affidata la sorveglianza di Ballarin gli sta continuamente alle calcagne. Il difetto cronico dei grigi è il solito: ad eccezione di Reja che tenta di sveltire la manovra in profondità, i compagni tengono eccessivamente il pallone in quanto non hanno la possibilità di imbeccare il compagno smarcato. Mazzia è quasi nullo: l’ex juventino cammina stancamente cercando di assumersi il compito di regista, ma il retrocedente Volpato o lo stesso Dalle Vedove gli ingarbugliano le carte con il risultato che Baisi e il bomber Musa si trovano, completamente isolati e attorniati da avversari che non mollano la presa. Mentre l'Alessandria è ancora alla ricerca delle posizioni la doccia fredda del gol che scaturisce per una incerta uscita di Croci. Un vero regalo per i giallo-blu che sulle ali dell’entusiasmo cercano il raddoppio. Inferrerà incitato dal pubblico tenta di lasciare surplace Di Brino che gli si è incollato alle calcagne. I grigi annaspano, ma fortunatamente alle spalle i difensori, pur con qualche difficoltà, rimediano. Un primo tempo piuttosto scialbo che minaccia di fare naufragare la navicella mandrogna. Ballacci negli spogliatoi fa la voce grossa e l’Alessandria che si ripresenta in campo appare trasformata. Occorre un uomo incisivo e il mister butta dentro Dolso: subito l’undici ne trae profitto. Le incursioni davanti a Bubacco divengono frequenti seppure zoppa all’attacco la capolista non demorde. Abbiamo poi il primo episodio del rigore al quale segue un secondo: per Marino il penalty si può ottenere solo quando l’avversario abbatte un alessandrino a colpi di mitra. Nessun giocatore giallo-blu è in possesso di armi né tantomeno di corpi contundenti per cui l’arbitro prosegue imperterrito a fischiare, ammonire alzando il cartellino «dallo sopra la te sta degli atleti i quali non possono che subire. In rapida sintesi i novanta minuti di Belluno - Alessandria conclusosi con la vittoria per i locali per un a rete a zero. L’atmosfera negli spogliatoi il lettore può facilmente immaginarla. Quando Ballacci apprende il giudizio del collega sull’arbitro replica pronto: « I due punti li portano a casa. Avrei preferito giudicare il direttore di gara anche negativamente ma con qualcosa di positivo ». Il mister non ha peli sulla lingua: « Il Belluno h a giocato in dodici, noi in undici. Sono cose che capitano nel calcio. Lo scotto lo abbiamo pagato, non parliamone più ». Negli spogliatoi i giocato risprizzano... elettricità da tutti i pori e l’argomento che tiene banco riguarda le cervellotiche interpretazioni dell’uomo in giacchetta nera. Conclusa la lunga trasferta con un nulla di fatto si guarda al primo derby stagionale. Arriva la Gavinovese rinforzatasi con gli acquisti di Mannino e Rinaldi. La matricola vincendo con il Clodia spera di racimolare almeno un punto al Moccagatta. Spera re non è reato e il commissario Robbiano sarebbe felicissimo di impattare. (Il Piccolo - Il Gattopardo) UN GOL A FREDDO E L'ARBITRO CONDANNANO L'ALESSANDRIA Il commento di un dirigente: "Il Belluno ha giocato in dodici" Tre protagonisti per un Incontro che l'Alessandria ricorderà a lungo: il portiere grigio Croci, Il collega bellunese Bubacco e soprattutto l'arbitro Marino. L'amaro commento di un dirigente per l'Immeritata sconfitta (0-1) spiega eloquentemente lo stato d'animo dei piemontesi: è accaduto allo stadio di Belluno. Abbiamo perso soltanto, per l'inferiorità numerica: undici contro, dodici ». Non 6 una battuta, le responsabilità del direttore di gara non sono contestate nemmeno dai glalloblù e dal loro pubblico. L'allenatore Ballacci non ha, potuto farà a. meno di aggiungere: « I veneti dovrebbero applaudire l'arbitro, non la loro squadra ». In realtà, l'Alessandria, dopo l'iniziativa del padroni di casa, si apprestava ad assumere con autorità Il controllo della partita. Nonostante' una certa riluttanza a spingere sull'acceleratore, I grigi dominavano a centrocampo, la difesa non registrava scompensi, Musa e Baisi manovravano bene in area veneta. Improvvisa la doccia fredda della rete bellunese: un autentico Infortunio del portiere Croci, che ha sostituito Pozzani. Spieghiamo subito l'azione del gol. Sedicesimo minuto: l'Alessandria al destreggia con buona tecnica contro le incursioni di Inferrerà e Ballarin e ha già risposto con azioni di Dalle Vedove, Baisi e Mazzia. Su calcio d'angolo per i glalloblù. che batte Inferrerà, viene il k.o.: Croci esce e colpisca la palla di pugno. Non è un Intervento felice, comunque potrebbe bastare a neutralizzare la minaccia: la sfera colpisce invece la testa dell'Interno sinistro Tormen a schizza In rete. Un gol che ha lasciato secchi gli alessandrini per mezz'ora il Belluno ha dato l'impressione di essere grande almeno quanto i rivali. I grigi sono sembrati sfuocati. Dalle Vedove ha sprecato facili tiri piazzati, Volpato non ha azzeccato più un'servizio per I compagni. Reja e Colombo sono stati gli unici (con 1 terzini) a reggere bene. L'Alessandria non è però spenta. Nella ripresa emerge in tutta la sua potenza. Il Belluno è cancellato di scena. Il gioco è più sciolto, l'entrata di Dolso al posto di Mazzia galvanizza i piemontesi. Si ritrovano meglio anche Musa, Volpato e Baisi. I terzini Unere e Di Brino al sganciano con frequenza in assalti e creano il panico in area glalloblù. A questo punto Interviene l'arbitro a sconvòlgere i plani alessandrini con Una serie di decisioni assolutamente insensate. C'è qualche irritazione piemontese, e Il signor Marino richiama e ammonisce grigi a ripetizione: non tollera il minimo tackle, anche quelli Ineccepibili. Al 65' sbalordisce gli stessi tifosi bellunesi. Baisi pesca con un traversone il compagno Musa smarcato, l'ala sinistra in area sta per cacciare in rete e viene spinto prima da Cecco e poi atterrato da Del Piccolo. Non c'è alcun dubbio sulla gravità del duplico fallo, ma l'arbitro non concede il rigore. Già qualcuno dei bellunesi si era messo le mani fra 1 capelli. Niente da farò per i grigi, che ricominciano a martellare i veneti; Al 76' una straordinaria occasione, ma stavolta è Bubacco a salvare II Belluno. Lancio di Volpato per Baisi, che di testa porge al vicino bolso, nuova deviazione del numero 13 e la palla saetta verso l'angolo. Il portiere vola con intuizione eccezionale e riesce a fermare il bolide; i grigi restano di stucco, i padroni di casa ritrovano l'orgoglio per resistere alle ultime bordate di Dolso, che sguscia fra una selva di difensori, e di Musa, nuovamente atterrato e per giunta punito per simulazione. (La Stampa - Eros Mognon) Risultati: Bolzano - Trento 1-0 Derthona - Seregno 2-1 Gavinovese - Clodiasott. 1-0 Monza - Pro Vercelli 0-0 Padova - Legnano 1-0 Savona - Venezia 0-2 Solbiatese - Lecco 0-0 Triestina - Udinese 1-1 Vigevano - Mantova 2-1 CLASSIFICA: Venezia, Belluno, Monza p.8; P. Vercelli, Alessandria, Lecco, Mantova 7; Trento, Bolzano 6; Udinese, Padova, Gavinovese, Solbiatese, Vigevano, Triestina 4; Derthona, Clodiasott., Savona 3; Legnano 2; Seregno 1 Marcatori: 5 reti: Zanella (Mantova); 3 reti: Dalla Bella, Inferrerà (Belluno), Rossi (Pro Vercelli), Bellinazzi (Venezia); 2 reti: Musa (Alessandria); Mutti, Tedoldi (Bolzano); Stella (Clodiasottomarina), Bonacina (Derthona); Marchi (Lecco); Ardemagni (Monza); Guarnieri (Pro Vercelli); Panucci (Savona); Vergani (Trento); Bianchi, Modonese (Venezia). Il punto sul cmapionato La Pro Vercelli ha disputato un ottimo primo tempo s Sollier ha sfiorato in due occasioni la rete: nella ripresa i locali hanno pensato principalmente a difendersi sul campo del Monza. Prima vittoria del Derthona che, al Fautsto Coppi, ha piegato il Seregno, segnando i primi gol della stagione, entrambi ad opera di Bonacina. E' terminata ingloriosamente la serie positiva del Savona, battuto dal Venezia, capace di non accusare cedimenti per tutto il match. Vittoria meritata e convincente della Gavinovese contro il Clodia, presentatosi in campo con la chiara intenzione di portare a casa un punto. Il Bolzano ha piegato anche il Trento, aggiudicandosi cosi il derby: gli atesini, oltre al gol, hanno avuto a disposizione altre tre palle gol. Il Lecco non è riuscito a vincere sul campo della Solbiatese, pur giocando per quasi mezz'ora in superiorità numerica. E' finita con il pubblico che insultava l'allenatore del Padova uscito vittorioso dal match contro il Legnano: il gol della vittoria è giunto grazie a un calcio di punizione di Pincelli al 19'.